La cronaca sta volta è un po’
diversa perché ier sera non è andato in onda il solito Consiglio, ma una
partita e il gioco non è stato di pallone, ma d’ azzardo. Tralascio dunque un po’
l’appello dei presenti e degli assenti e passo al fatto. Un paio di formalità
son presto assolte e si arriva subito dunque a questo dunque. Minoranza
presenta la proposta che come sapete prevede l’abbattimento preventivo di
quella che si chiama e tutti ormai conoscono come la: “Zanetta”. La storia è
conseguente e dunque anche coerente al vincolo svelato che si
protrae ben dentro sta Zanetta e che, a suo tempo, La Zarina ebbe a dichiarar
zona di guerra. Stando così le cose, questa è la tesi, lì dentro né ci sta più il
grand albergo, né si fa lo stralcio di variante. Scienza e coscienza
responsabile lo impongono, il resto è propaganda e l’amministrator di turno nel
Palazzo abbia a spiegar perché è successo, se è colpa grave o se è, persino,
dolo. Vestito lui sta volta da croupier,
tocca al nostro Canio calar le carte. Qui però c’è un primo giallo perché il
Crupier nei giorni scorsi ha tolto una carta dal gran mazzo e l’ha nascosta. Or
anche ai non avvezzi al gioco abbiano a sapere che, prima di iniziar, si hanno
da depositar, per legge, alcune carte, una di esse è quel parer legale che dice
se la proposta è regolare per l’esame. Orbene Canio, il gran croupier non l’ha
mostrata per far poi scena. Quando introduce il gioco dunque, rivolto per vero
più anche ai suoi che non a noi, accusa minoranze di ogni falso. In
particolare nega che la mappa portata a prova dei confini del vincolo posto nel
1924 mai esista e quindi , dice lui, quella mostrata è falsa. Poi ci racconta
che Zanetta, persona terza e indipendente, ha fatto fare una perizia che prova esser diversi i confini di quel
vincolo, quindi continua e dice che i maledetti consiglieri hanno fatto tremar invano venti giorni tutto
il Palazzo e hanno fatto rischiar di far perdere 4 milioni in euro alla città.
Sin qui, più o meno, dunque la scena del Croupier di cui vi risparmiamo lo scontro in aula con l’estensor
dell’uccision della “Zanetta“, fu quasi cruento, ma poi arriva anche il finale quando mostra
anche la carta che aveva tolta prima dal gran mazzo e qui ascoltiamo, in gran silenzio, la lettura lunga e attenta di quel
parer prima nascosto dove, colpito sulla strada di Damasco, sembra che anche il
general Palmieri si converta e cambi la riserva che aveva espresso il 28 scorso
dicembre per dire ora che va bene quel che non andava bene allora. Fulcro del
suo ragionamento lo recita in latino: “ tempus regit actum”. Non ci addentriam, quel che diciamo qui è
che l’errore sta nel fondo; il vincolo che cita messo dell’anno 2006 non è
paesaggio, ma monumento, quindi non cambia il 24, ma si somma. Per chi non è
convinto consulti il sito Soprintendenza Piemonte, sotto Novara e apra la lista
che vi trova. Quanto a spiegar l’errore in cui è andato incontro; nel tempo intercorso da quel 28 scorso c’è
stato di mezzo il caso del portone e c’entra, c’entra eccome c’entra. Quanto
all’altra prova, quella che il gran
Croupier ha sbandierato ai quattro venti che non c’è la carta con i confini, noi
abbiamo comunicazione certa in altro senso, ma siccome è sempre bene averla in
mano, adesso chiudo e vado all’archivio dello Stato e faccio copia, poi vediamo
chi ha detto il vero e chi invece ha
fatto il baro. Qui la cronaca finisce, anzi non
finisce, perché minoranza decide che porterà in aula i documenti, ritira la
proposta e tornerà con altre prove. Intanto maggioranza scioglie le sue righe, Canio dimentica la risposa agli
interpelli e via si squaglia. Dimenticavo, prima di lasciar la sala del suo goco, Canio corre tra il pubblico presente e stringe quattro mani allo Zanetta che sembra commosso e forse, lo ringrazia.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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