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venerdì 8 marzo 2013

GIOCO D'AZZARDO




La cronaca sta volta è un po’ diversa perché ier sera non è andato in onda il solito Consiglio, ma una partita e il gioco non è stato di pallone, ma d’ azzardo. Tralascio dunque un po’ l’appello dei presenti e degli assenti e passo al fatto. Un paio di formalità son presto assolte e si arriva subito dunque a questo dunque. Minoranza presenta la proposta che come sapete prevede l’abbattimento preventivo di quella che si chiama e tutti ormai conoscono come la: “Zanetta”. La storia è conseguente e dunque anche coerente al vincolo svelato che si protrae ben dentro sta Zanetta e che, a suo tempo, La Zarina ebbe a dichiarar zona di guerra. Stando così le cose, questa è la tesi, lì dentro né ci sta più il grand albergo, né si fa lo stralcio di variante. Scienza e coscienza responsabile lo impongono, il resto è propaganda e l’amministrator di turno nel Palazzo abbia a spiegar perché è successo, se è colpa grave o se è, persino, dolo.  Vestito lui sta volta da croupier, tocca al nostro Canio calar le carte. Qui però c’è un primo giallo perché il Crupier nei giorni scorsi ha tolto una carta dal gran mazzo e l’ha nascosta. Or anche ai non avvezzi al gioco abbiano a sapere che, prima di iniziar, si hanno da depositar, per legge, alcune carte, una di esse è quel parer legale che dice se la proposta è regolare per l’esame. Orbene Canio, il gran croupier non l’ha mostrata per far poi scena. Quando introduce il gioco dunque, rivolto per vero più anche ai suoi che non a noi, accusa minoranze di ogni falso. In particolare nega che la mappa portata a prova dei confini del vincolo posto nel 1924 mai esista e quindi , dice lui, quella mostrata è falsa. Poi ci racconta che Zanetta, persona terza e indipendente, ha fatto fare una perizia  che prova esser diversi i confini di quel vincolo, quindi continua e dice che i maledetti consiglieri  hanno fatto tremar invano venti giorni tutto il Palazzo e hanno fatto rischiar di far perdere 4 milioni in euro alla città. Sin qui, più o meno, dunque la scena del Croupier   di cui vi risparmiamo lo scontro in aula con l’estensor dell’uccision della “Zanetta“, fu quasi cruento, ma poi arriva anche il finale quando mostra anche la carta che aveva tolta prima dal gran mazzo e qui ascoltiamo, in gran  silenzio, la lettura lunga e attenta di quel parer prima nascosto dove, colpito sulla strada di Damasco, sembra che anche il general Palmieri si converta e cambi la riserva che aveva espresso il 28 scorso dicembre per dire ora che va bene quel che non andava bene allora. Fulcro del suo ragionamento lo recita in latino: “ tempus regit actum”.  Non ci addentriam, quel che diciamo qui è che l’errore sta nel fondo; il vincolo che cita messo dell’anno 2006 non è paesaggio, ma monumento, quindi non cambia il 24, ma si somma. Per chi non è convinto consulti il sito Soprintendenza Piemonte, sotto Novara e apra la lista che vi trova. Quanto a spiegar l’errore in cui è andato incontro;  nel tempo intercorso da quel 28 scorso c’è stato di mezzo il caso del portone e c’entra, c’entra eccome c’entra. Quanto all’altra prova, quella  che il gran Croupier ha sbandierato ai quattro venti che non c’è la carta con i confini, noi abbiamo comunicazione certa in altro senso, ma siccome è sempre bene averla in mano, adesso chiudo e vado all’archivio dello Stato e faccio copia, poi vediamo chi ha detto il vero  e chi invece ha fatto il baro. Qui la cronaca finisce, anzi non finisce, perché minoranza decide che porterà in aula i documenti, ritira la proposta e tornerà con altre prove. Intanto maggioranza  scioglie le sue righe, Canio dimentica la risposa agli interpelli e via si squaglia. Dimenticavo, prima di lasciar la sala del suo goco, Canio corre tra il pubblico presente e stringe quattro mani allo Zanetta che sembra commosso e forse, lo ringrazia.      

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