La stagion sembra propizia per
somministrar sentenze in vari campi che trovano analogie curiose coi fatti in
cui la cittadella si dibatte. Giusto due giorni circa fa parlammo di quella che
condannò un Ingegner Devoti a risarcire un danno ingente e ne indicammo, per l’appunto,
le analogie col nostro porto. Se ancor c’è
da rimarcar qualcosa su quel fatto, dobbiamo scrivere che mentre sto Devoti ora è chiamato
lui a pagare, il progettista del nostro porto è
stato, a suo tempo, lui quello pagato e con un 300 mila euro messi in tasca,
tolse il disturbo e tornò a casa. Abbiamo detto che la stagion pare
propizia, infatti abbiamo tutti letto sulla stampa e poi catturato sulla rete una
sentenza che i giudici che stanno a Palazzo della Spada hanno, di recente, pure
emesso. Non mi riferisco quindi alla condanna, quella penale, che pur c'è stata, inflitta dal locale
Tribunale, ma alla sentenza dell’appello, emessa sulla legittimità degli
atti fatti da quel Comune che sta nell’altro lago assai a noi molto vicino.
Ironia comunque della sorte, anche in quel caso c’è di mezzo una variante per
un sol caso: un medio grande albergo e la successiva concessione a realizzarlo.
Le cose andarono ben male e oggi l’albergo è ancora là, mezzo già fatto, mezzo
da fare e un pezzo, forse, da disfare. Il caso comunque è interessante, direi
che è anche un po’ istruttivo per tutti i nostri gran reggenti che si alternano
a Palazzo e fanno solo dei gran guai. La storia par sia comunque assai complessa
e lunga, mi sta difficile spiegarla in poche righe, però la questione poi
sembra un po’ sempre la stessa: da un lato c’è la pressione su un sindaco di turno,
poi parte la variante fatta ad hoc per toglier la pressione e poi, mica
contenti, in quel caso, ci fanno anche il progetto difforme da variante. Dimenticavo; come da
noi, pure là c’era il contributo del pubblico potere; cioè un
prelievo di soldi dalle tasche del popol senza voce per trasferirlo a chi ha
più voce. Fin qui stanno, quindi, un po’ di analogie, ci manca la condanna nel penale,
ma per quella occorre sempre grande tempo. Se queste son dunque le
analogie, ci son pur le anomalie. Ne citiamo solo una su tutte: quella sventagliar
a raffica querele che Canio ha fatto. Ora, prima che ne faccia anche di peggio,
sarà meglio disarmarlo, perchè se non ha capito ancora, è lui che rischia proprio nel penale. Comunque qui da noi c’è anche un presidio che,
forse, là è mancato e quelli che montano il presidio torneranno in aula il
prossimo Consiglio per decapitare, definitivamente, “ sta Zanetta” prima che, anche da noi,
finisca come nel caso che vi abbiam oggi raccontato: " La conca d'oro". Un’ultima questione: il
contributo pubblico accordato. Sarebbe bene, anzi anche forse molto meglio, che
la SIAV dello Zanetta emetta quattro righe e faccia lei chiarezza sulla cosa.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
Nessun commento:
Posta un commento