Domani è l'ultimo giorno di gennaio, l'anno è il 2 mila e zero 15; sono passati dunque un anno, un mese e forse quattro giorni da quando dal Palazzo sono usciti 390 mila euro serviti a pagare un anticipo dei lavori, effettivamente avviati, di questo porto che, ancora, però non c'é. Tranquilli; fedeli al mandato, stamani abbiamo cercato di aggiornare le nostre informazioni a riguardo e la risposta è stata proprio questa: tranquilli, i lavori non si vedono, ma ci sono. Ce lo avessero detto prima avremo evitato di fare una qualche brutta figura, presentando mozioni e interpellanze prive di alcuna ragione di essere, o fornendo informazioni del tutto prive di alcun fondamento. Dobbiamo stare molto tranquilli perché i lavori fervono, sono in pieno svolgimento e il fatto che non si vedono dipende, esclusivamente, dai modi organizzativi e operativi dell'azienda che deve farli, anzi che li sta facendo. Poiché è un'azienda molto seria, e noi questo non lo mettiamo minimamente in dubbio, poiché è un'azienda certificata in mille modi, questo è il suo modello operativo: prendere i soldi di un'anticipazione di cui forse non ne aveva alcun diritto, accettare una consegna di lavori che non poteva farsi perché dal lì a 10 giorni vennero sospesi , presentare poi, al momento della successiva ripartenza, un pacchetto di richieste economiche che girano attorno al milione di euro e adesso, a distanza di quattro mesi dalla ripresa dei lavori, riuscire a fare i lavori senza che i lavori si vedano. Comunque ci dicono di stare tranquilli perché l'impresa è seria e avendo trovato un committente un po' meno serio, giustamente e entro i limiti, rigorosi ma ampi della legge, approfitta dell'occasione d'oro. Comunque, nel frattempo, e questa è la seconda notizia, Pafundi ha sentenziato, emettendo il richiesto giudizio legale sulle richieste avanzate dall'impresa. Giusto il tempo ancora di quindici giorni e il verdetto verrà reso noto, quando la RUP ( bruttissima sigla per definire una persona che fa o dovrebbe fare la parte del Palazzo nella vicenda) dovrà, appunto, far conoscere la sua proposta mediativa attorno alle richieste di moneta dell'impresa. Intanto? Intanto tranquilli, i lavori continuano e se non si vedono è un'altra questione.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
Visualizzazioni di pagine: ultimo mese
venerdì 30 gennaio 2015
LAVORI IN CORSO
Domani è l'ultimo giorno di gennaio, l'anno è il 2 mila e zero 15; sono passati dunque un anno, un mese e forse quattro giorni da quando dal Palazzo sono usciti 390 mila euro serviti a pagare un anticipo dei lavori, effettivamente avviati, di questo porto che, ancora, però non c'é. Tranquilli; fedeli al mandato, stamani abbiamo cercato di aggiornare le nostre informazioni a riguardo e la risposta è stata proprio questa: tranquilli, i lavori non si vedono, ma ci sono. Ce lo avessero detto prima avremo evitato di fare una qualche brutta figura, presentando mozioni e interpellanze prive di alcuna ragione di essere, o fornendo informazioni del tutto prive di alcun fondamento. Dobbiamo stare molto tranquilli perché i lavori fervono, sono in pieno svolgimento e il fatto che non si vedono dipende, esclusivamente, dai modi organizzativi e operativi dell'azienda che deve farli, anzi che li sta facendo. Poiché è un'azienda molto seria, e noi questo non lo mettiamo minimamente in dubbio, poiché è un'azienda certificata in mille modi, questo è il suo modello operativo: prendere i soldi di un'anticipazione di cui forse non ne aveva alcun diritto, accettare una consegna di lavori che non poteva farsi perché dal lì a 10 giorni vennero sospesi , presentare poi, al momento della successiva ripartenza, un pacchetto di richieste economiche che girano attorno al milione di euro e adesso, a distanza di quattro mesi dalla ripresa dei lavori, riuscire a fare i lavori senza che i lavori si vedano. Comunque ci dicono di stare tranquilli perché l'impresa è seria e avendo trovato un committente un po' meno serio, giustamente e entro i limiti, rigorosi ma ampi della legge, approfitta dell'occasione d'oro. Comunque, nel frattempo, e questa è la seconda notizia, Pafundi ha sentenziato, emettendo il richiesto giudizio legale sulle richieste avanzate dall'impresa. Giusto il tempo ancora di quindici giorni e il verdetto verrà reso noto, quando la RUP ( bruttissima sigla per definire una persona che fa o dovrebbe fare la parte del Palazzo nella vicenda) dovrà, appunto, far conoscere la sua proposta mediativa attorno alle richieste di moneta dell'impresa. Intanto? Intanto tranquilli, i lavori continuano e se non si vedono è un'altra questione.
giovedì 29 gennaio 2015
RETROCESSIONE
Dunque niente è, come al solito, ufficiale, comunque però sia gli uffici provinciali stanno confezionando la variante per il campo. Dopo circa otto anni di vagare, di peregrinare a destra e a manca, di fare e di disfare, sembra che la decisione di spostare e dove fare sto campo di calcio ora vi sia. Andrà dunque lassù in cima alla collina e in mezzo al bosco. Si dovrebbe chiudere così, almen si spera, sta vicenda che ha visto impegnare tre governi provinciali e quello comunale. Esempio eccelso dunque di come l'arte di governo si sappia destreggiare, essa consuma intelligenze, poche per vero; tempo, troppo purtroppo, e denaro, assai, per anni dietro quasi la ricerca di un bel nulla, incespicando ad ogni passo, traballando, vagabondando e sempre poi sbagliando. Sta volta, almeno sino ad ora, non par che la politica abbia chiamato in causa la scusa consueta per giustificar se stessa e l'incertezza, ossia quel male diffuso e assai comune che prende il nome di burocrazia, quindi si prende, riteniamo, tutta la colpa in quanto tale, cioè semi incapace di intendere e volere. Piuttosto, invece, si è assistito, questo sì, a un passarsi un po' la colpa tra gli enti che son quelli coinvolti; cosa quest'ultima, di dar la colpa agli altri, cui il nostro Canio non è nuovo, ma anche molto avvezzo. Ordunque adesso, senza consultar quell'Organo che dovrà pur dare un qualche voto, da quanto ormai trapela, sono in avanzato stato di stesura le ennesime carte che serviranno a legittimare il campo in mezzo a un bosco. Noi ci auguriamo che abbiamo fatto, con tutte le figuraccia già passate, ogni possibile attento esame preventivo circa la fattibilità assoluta della cosa, diversamente invece dovesse trovarsi ancor qualche problema, non rimarrà altro rimedio se non imbracciar le note forche. Dunque ora si aspetta Canio che, prima o poi, chiami il Consiglio a chiuder, formalmente, la partita che, comunque sarà poi quella finita, retrocederà la squadra ad altra serie e il suo noto allenatore che vada a cercarsi altrove da mangiare.
mercoledì 28 gennaio 2015
BOUTADE
Si muove dunque Canio, così almen pare, svegliandosi di colpo di mattina e accorgendosi, di un botto, che l'impianto di trasporto sulle funi dalla costa sino in vetta e poi ritorno è fuori uso. Si sveglia di colpo accorgendosi, peraltro, di non potere più contare le balle propinate per anni sull'impianto;" è mio, è suo, è tuo, non è più mio, di nuovo è suo e adesso torna mio." Si sveglia di colpo e alla vigilia del turno elettorale diventa all'improvviso il salvatore, o meglio ora ci prova, o meglio ancora lui dice che ci prova. Rimane la domanda che non avrà mai neanche una risposta perché non si sia svegliato in tempo utile e opportuno, invece che perdersi per anni dietro la sterile polemica su se è mio o tuo o di chi sia. Comunque ora si lancia; riunisce i tavoli di ascolto e di confronto, consola i licenziati, rilascia ai media il suo Canio pensiero, illustra un suo progetto finanziario, da bancario; insomma, fa capire che, almeno, lui ci prova. Cos'è questo pensiero, qui le ombre, per ora, anche si addensano, ma sarebbe garantire la possibile insolvenza del gestore. Insomma si fa un piano finanziario con le palle che invita i concorrenti a presentarsi a gareggiare per prendere il pubblico denaro a fondo perso e per metterci il denaro delle banche a basso tasso. Si aggiusta poi l'impianto che riparte e che il piano finanziario, con le palle, garantisce che funziona e che produce, ma in caso d'insolvenza garantisce il soccorso al rosso il nostro Canio che ci prende un po' di nostri soldi dalle tasche e li passa anche alle banche. Non prendetelo sul serio, non conosco sto pensiero, è un'ipotesi soltanto che mi viene da pensare. Quanto poi sia anche sol possibile, questo è tutto da vedere; al momento, se è così mi fa un poco anche sorridere e mi sembra una boutade o poco più. Non rimane che aspettare che si sveli, per intero, il pensiero finanziario che c'è dietro il nostro Canio che a sorprese, ben sapete, non è nuovo. Lo vedremo e ancor qui ne parleremo.
martedì 27 gennaio 2015
SPECIALE ELEZIONI
Come accennammo riparte dunque la variante assai parziale; riparte con l'atto della Giunta che la manda in conferenza il giorno 23 febbraio prossimo venturo e poi.., e poi probabilmente, si ferma un'altra volta o, al più, va dentro un Consiglio il giorno ultimo utile di mandato e morta lì. Non ci sarà comunque il tempo tecnico che è utile per chiudere del tutto sta variante che dovrà ancora raccogliere le osservazioni del pubblico interesse, passar l'esame provinciale, esaminar le osservazioni e poi concludere. La corsa fatta nell'ultimo anno del mandato si ferma dunque a un metro e mezzo dal traguardo, mentre spetterà poi a chi sarà, di nuovo, l'inquilino decidere il che fare e chiuder la partita. Comunque sta volta non sembra che l'oggetto contenuto nei testi predisposti sia tale da rinfocolar ancora una battaglia. Di nuovo, inteso di nuove costruzioni, non pare ve ne siano o comunque non sono rilevanti, per di più si cambiano gli usi consentiti che transitano, in genere, da alberghi a residenze o da alberghi a commerciale e da scuole a residenze. Se dunque non par che via sia molto di nuovo, quello che ancora, invece, non compare è una qualche segno di una pubblica presenza, o se preferite di una pubblica decenza. Insomma, passati che sono quasi dieci anni a raccontare a tutti, a destra e a manca, che ci cambiava il volto alla città, restituendolo all'onore e dignità, lascia, invece, in sua di eredità soltanto questo straccio di piccola variante dove, raccoglie sì sto pacchettino di richieste annose e, forse, disperate, ma che dimentica che lo scopo e il fine del governo è anche un poco d'altro. Muore pertanto, prima ancora che venga esaminata, la richiesta formulata di mettere le mani su uno degli sconci che illustra la città per chi arriva col treno e se ne va. Fedele al modello di governo che non sente consigli e vuol far tutto da solo, alla fine, poco o nulla e male, al più, lui sempre combina e, per fortuna, se ne va.
lunedì 26 gennaio 2015
NON C'E' TRIPPA PER I GATTI
Chi dunque ha letto il post cui questo segue, ne tragga conclusioni interessanti e divertenti; non c'è trippa per i gatti. Il taglio, in assoluto, sottoposto ai seggi nel Consiglio parla chiaro; meno quattro. Se poi, come accennammo, si guarda al taglio relativo, minoranza perde secco; meno due. In queste condizioni che già vincere è assai dura, si rischia che pure perdere sia dura. Si rischia insomma di correre per nulla, di sbattersi per niente perché se per due liste il posto c'è, già per la terza, invece, si rischia forse che non c'è. Se poi s' infila dentro una lista a fare la civetta, finisce che governo e finta opposizione si facciano, da soli, tutto quanto il pieno. D'accordo, lo scenario disegnato è un po' inventato, certamente è un po' azzardato, ma non del tutto già scartato. Insomma, si vuole che il governo sia sicuro, garantito, rafforzato, che sia pure blindato e se non bastano i seggi assicurati a chi se li conquista anche se con un voto solo in più, se è bravo si prenda pure un po' quelli degli altri. Comunque non c'è trippa per i gatti questo è certo anche se indovinar come le cose andranno è, sino a quest'ora, mestiere della Sibilla che sta a Cuma; di certo c'è che più che si è, meno che ce n'è. Dette così le cose, la rosa per concorrere a quel seggio, ormai semivacante, ha da restringersi, se no se lo riprende ancor sempre lo stesso, basta che trovi uno che gli faccia un poco da supplente. Una virtù comunque e almeno questo taglio l'ha compiuta; infatti quando la quantità scende, la qualità sembra che salga. Nel primo caso, però, è già certa, nel secondo è invece ancora molto e molto incerta.
venerdì 23 gennaio 2015
REGOLE D'INGAGGIO
Vanno in rete le regole d'ingaggio. Il Palazzo, infatti, sulla home page del proprio sito le mette in evidenza. Si aprono così, un po' ufficiosamente, le danze che intorno a questi mesi si faranno per trovare, nel mese prossimo di maggio, il nuovo inquilino di Palazzo. Le regole un poco son diverse rispetto all'altra volta. Sono diverse e anche non poco complicate, complice, sta volta, il modo con cui le hanno, infine, scritte. Prendiamole per buone le regole dettate nel sito comunale e complice la soglia dei 5.000 residenti sotto la quale si è finiti; complice la legge che è cambiata, sta volta i seggi in palio son stati ridotti. Dai sedici più uno che c'eran l'altra volta, ora si passa ai dodici più uno. Un bel dimagramento, fatto, si disse, in nome del risparmio. Per la verità non c'è proprio alcun risparmio se costa ognuno 17 euro ogni seduta. Chi, invece, ne farà sempre le spese è chi finirà nei banchi dedicati a minoranza che da cinque passano a tre soli di seggi, mentre maggioranza, che è sempre un po' più fortunata, da dodici che aveva ora passa ad averne solo nove. Insomma, in proporzione, si taglia di più a chi ne aveva meno e meno a chi ne aveva già molti di più. Se questi sono i conti, ne consegue che, più sono le liste ammesse a far la corsa, meno sono le liste che tagliano il traguardo. Continua poi la scheda dicendo che non c'è quota di genere da rispettar dentro la lista, mentre sarà da rispettare dentro la Giunta. Sempre la Giunta avrà pure un suo taglio, con un numero massimo di quattro componenti oltre il suo capo. Qui, invece, occorre rispettare le quote rosa. Nessuno dei due generi, per ora conosciuti, potrà essere rappresentato sotto la soglia del 40%. Porte aperte anche sta volta agli stranieri cittadini dell'Unione che se residenti, potranno mettersi in lista e comunque dare il voto. Nessuna lista potrà avere candidati più dei seggi totali da assegnare, 13, e nessuna potrà averne meno dei 3/4, cioè 9. Queste son dunque le regole d' ingaggio elementari che, cortesemente, vengono fornite e a tempo debito, agli aspiranti ai seggi che presto saran tutti vacanti.
giovedì 22 gennaio 2015
NIENTE FRETTA
Canio non ha fretta; ricevuta che ha, da un po' di giorni, la richiesta di Consiglio, per ora, non decide il giorno in cui verrà poi fatto. Prima o poi sarà pur fatto e questo è il massimo che noi che siamo minoranze ci aspettiamo. Comunque invece combina un altro passettino la variante; cioè la variantina. Rimasta un poco indietro rispetto al calendario concordato, riprende il suo percorso periglioso. Mistero ancora su quanto è contenuto; ancora pochi giorni però e lo sapremo, così che lo diremo. Comunque è proprio un passettino, la prossima tappa è infatti già indicata, ma cade, soltanto, il 23 del mese che verrà. Sarà una conferenza; nessuno sa quante sedute poi si prenderà, comunque e questo è certo, siamo fuori tempo massimo per chiuderla entro la fine di mandato. La storia dunque, anche sta volta, si ripete e alla vigilia di un voto elettorale, c'è sempre una qualche promessa di variante da mostrare. Sta volta ormai, però, è già certo che sarà il governo che verrà che poi la chiuderà e che, magari, sarà quasi uguale a quello che c'è già. Niente comunque ancora in vista su dove sarà il campo di calcio per fare l'alberghiera; niente ancora in vista circa un nuovo bando per sistemar la funivia; niente ancora in vista nell'eterno cantiere di quel porto che attende ora il parere ordinato al solito Pafundi; niente insomma pare che, di nuovo, vi sia in vista. Ecco perché Canio non ha, per ora, niente fretta.
mercoledì 21 gennaio 2015
L'INGORGO
Ingorgo; in questi giorni c'è un ingorgo giudiziario. Vanno avanti infatti due querele, la prima di Canio avverso i tre di "Insieme" e la seconda di Gian Carlo contro me soltanto. La prima riguarda il manifesto criminale che venne affisso all'indomani per annunciare l'avvenuta approvazione che fu della " Zanetta"; la seconda riguarda il post di questo blog che parlava dell'ICI e IMU versata o meglio non versata sull'area di sempre sta " Zanetta". Quanto alla prima lo stato degli autori è ora di essere soggetti incriminati in quanto l'accusa dello Stato ha chiuso " celermente" l'indagine assegnata; qualcuno, sempre degli autori, ha però chiesto di essere ascoltato e quindi l'accusa lo ha sentito ed ora si deve ancora pronunciare. Quanto alla seconda, siam già un passo un poco avanti. L'accusa dello Stato ha chiesto di archiviare, Pier Valle dice è un innocente; Gian Carlo però ha fatto opposizione e, stamani, c'è stata l'udienza avanti il GIP che deve decidere nel merito. Vedremo il risultato passati che saranno un venti giorni. Comunque è interessante notare che "difende" Gian Carlo la Di Noia, collega di studio di Di Milia, lo stesso Di Milia che, per conto della collega di studio, la Di Noia, porta, di persona, in Procura l'opposizione, firmata da Gian Carlo, avverso la richiesta di archiviare. L'ingorgo s'incomincia a intravvedere, ma continua; lo stesso Di Milia impugna, dal Palazzo giorni fa, due ricorsi di chi non paga l'IMU. La storia, in questi casi, è un po' uguale alla " Zanetta", ma in tale ultimo caso, Canio non solo non accerta che l'IMU va pagata sull'area che è sempre la " Zanetta", ma, di fatto, difende anche Gian Carlo che accusa che Pier Valle lo diffama perché racconta la storia dell'IMU non pagata. L'ingorgo poi va avanti, procede anche in udienza stamattina quando la collega di studio di Di Milia, la Di Noia, si confonde, o meglio confonde un poco le querele, e dice che Pier Valle diffama, il suo assistito, in quanto ha messo manifesti a destra e a manca con scritto che Gian Carlo è un evasore e quindi i dipendenti di lui, che sono tanti, leggendo, si son detti sorpresi e un po' stupiti. La gaffe comunque ora l'ha fatta, l'oggetto di contesa era sul blog, non era il manifesto; l'ingorgo ha prodotto un patatrac.
martedì 20 gennaio 2015
LA VETTA CONTESA
Se la funivia sta ferma appesa a un filo, non è che il resto sta poi meglio; la lite tra il Palazzo da un lato e la Real casa dall'altra sul possesso delle terre in cima al monte non finisce. Avviata che fu già nell'anno del Signore 2012, alimentata da banali errori compiuti dall'autorità civile, complicata da immancabili opposte decisioni dell'autorità giudiziaria, sembrava aver trovato una tregua. In realtà il conflitto ardeva ancora sotto la cenere; comunque ne approfittò il Palazzo di quella non dichiarata tregua per ripartire di nuovo alla conquista della vetta, l'obiettivo finale della guerra dichiarata. Lo fece notificando, un'altra volta, l'atto contenente la dichiarazione di guerra, una sorte di invito a nozze, o meglio forse dire, di invito a nuove botte. La controffensiva, sta volta operata dai legali non tardò e ora tale controffensiva è in pieno svolgimento, dando avvio alla seconda o terza, abbiamo ormai perso il conto, campagna legale. Il Palazzo risponde reclutando, un'altra volta, il solito Pafundi, ormai nominato capitano di ventura a vita al soldo di Canio, e si prepara ad apprestare le difese così da sbarrare la strada alla controffensiva reale. Sino a pochi giorni fa il terreno era sgombro di neve, ora è caduta e, probabilmente, ostacolerà le manovre in corso e le renderà più complicate. Comunque si profila una guerra non breve, una sorte di campagna di Russia combattuta sulla cima ventosa e brulla di una montagna neppure troppo alta, ma che sembrerebbe avere un valore strategico, sicuramente però sventurata. Tagliata dai suoi collegamenti aerei dall'improvvida azione combinata di due Enti che, pur con un preavviso di 40 anni, sono riusciti ugualmente a mandare all'aria l'esistente collegamento; minacciata di rimanere priva di collegamenti terrestri in caso di copiose nevicate e questo grazie alla situazioni di coma finanziario in cui versa un 'altro Ente che dovrebbe provvedere; vede ora le truppe legali dei due contendenti impegnate su di un fronte dove, chiunque sarà il vincitore, rischierà poi di morire di fame e di freddo in cima alla vetta conquistata, ma ormai da tutti abbandonata.
lunedì 19 gennaio 2015
REFERTO DI GESTIONE
In termini corretti e un po' pomposi, si chiamano strategici obiettivi; son quelli che fanno, da soli, una qualche differenza, son quelli che son qualificanti, sono importanti; in genere richiedono risorse anche robuste, altre volte ribaltano le cose così bene che le risorse da lì vengono fuori. Insomma se gli obiettivi vanno in porto e non sono strampalati, il che è un rischio assai concreto e ricorrente, il saldo dovrebbe risultare positivo, se no? Se no, l'obiettivo vien mancato, oppure se anche vien centrato, poi ci si accorge che era tutto un po' sbagliato. Se questa è dunque la teoria, la pratica concreta è la verifica di se, quanti, come e quando gli obiettivi vengono raggiunti. Sta branca del controllo di gestione di un'amministrazione però non sempre viene utilizzata; in genere è meglio non guardare, così per evitare di mettere in evidenza i risultati che, non sempre, sono troppo incoraggianti. Se dunque noi passiamo dalla teoria sopra descritta alla applicazione pratica e concreta sugli obiettivi strategici raggiunti nei due mandati di Canio in corso, ormai, di conclusione, il referto finale è sconfortante. Interessante, peraltro, sarebbe anche cercare di indagare le ragioni di tanto insuccesso di carriera. Comunque, a rischio di stancare, diciamo due parole, pescando, quasi a caso, dalla lista degli obiettivi ormai mancati: quello più qualificante, la nuova pianificazione generale, rintonato per mesi e per anni dal gran Capo si è perso di vista da un bel pezzo, producendo soltanto la" Zanetta", ribaltando, di fatto, la pretesa di fare una riforma generale, mentre ne è rimasta una assai molto singolare. L'altra pretesa poi, quella di far le grandi opere mancanti è andata totalmente disattesa. Colpevole sarà forse un po' sto patto; la scusa è sempre quella buona, ma poi qualcuno mi dica che c'entra questo patto coi soldi persi a Villa Palazzola e con il fatto che, nel corso di due lustri, non hanno fatto un metro neanche di quel porto. Andando sempre a caso, si pesca la piscina, quella è fatta, ma è un buco dentro l'acqua e il disastro si avvicina.
Iscriviti a:
Post (Atom)