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venerdì 16 gennaio 2015

TIRO ALLA FUNE









Si smarca Il nostro Canio, come è il suo solito, fosse la colpa, soltanto, del destino. Stamane la Stampa del Gemelli ci dice che otto persone vanno a casa, licenziate, per finita attività. L'attività si sa, è quella che faceva la spola tra la costa della Perla e la sua vetta. Il bando, com'è noto, è andato a male e dunque, per ora le cose sino a quando non si sa, staranno tutte ferme. L'impianto intanto è morto, certo, ma è anche forse stato ucciso per effetto delle troppe proroghe concesse. La cosa un poco strana era che a tenerlo in vita ancora per tre lustri avrebbero poi avuto da spendere, o meglio da buttare a due anni dalla fine, 1,85 di euro di milioni per il cambio delle funi. Chiunque di buon senso si sarebbe chiesto se il gioco valeva la candela. Chiunque di buon senso capiva che il gioco non valeva la candela. Eppure non pare che questo senso aleggi troppo nelle stanze di Palazzo, capace soltanto di scaricar la colpa addosso ad altri, la SCRAL, la Società di committenza regionale che, in tale caso avrebbe confezionato un bando inadeguato. La SCRAL, avrà una qualche colpa, non lo nego, ma gli atti da questa preparati e ben pagati, passavano al vaglio comunale e alla approvazione di Giunta municipale. Nel caso poi in questione, quello del cambio delle funi alla vigilia della fine dell'impianto, si espresse, puntualmente, proprio la Giunta benedetta che ha approvato un testo assai modificato. A me sto testo che ho poi letto, fa pure un poco schifo. Aleatoria la norma è dire poco; incerta, indefinita, rinviata, non so come chiamarla; la cosa infatti, non solo, per nulla sistemava, direi che solo non poco anche peggiorava, comunque pasticciava. Uscire adesso Canio sulla Stampa, fare l'ingenuo e dar soltanto la colpa ad altri non par che sia, né onesto, né manco troppo intelligente ed elegante. Tagliate sti due anni di vita finale dell'impianto, rifate un po' quei quattro conti benedetti e rimettete in gioco il tutto a bando, però, aperto.

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