Se la funivia sta ferma appesa a un filo, non è che il resto sta poi meglio; la lite tra il Palazzo da un lato e la Real casa dall'altra sul possesso delle terre in cima al monte non finisce. Avviata che fu già nell'anno del Signore 2012, alimentata da banali errori compiuti dall'autorità civile, complicata da immancabili opposte decisioni dell'autorità giudiziaria, sembrava aver trovato una tregua. In realtà il conflitto ardeva ancora sotto la cenere; comunque ne approfittò il Palazzo di quella non dichiarata tregua per ripartire di nuovo alla conquista della vetta, l'obiettivo finale della guerra dichiarata. Lo fece notificando, un'altra volta, l'atto contenente la dichiarazione di guerra, una sorte di invito a nozze, o meglio forse dire, di invito a nuove botte. La controffensiva, sta volta operata dai legali non tardò e ora tale controffensiva è in pieno svolgimento, dando avvio alla seconda o terza, abbiamo ormai perso il conto, campagna legale. Il Palazzo risponde reclutando, un'altra volta, il solito Pafundi, ormai nominato capitano di ventura a vita al soldo di Canio, e si prepara ad apprestare le difese così da sbarrare la strada alla controffensiva reale. Sino a pochi giorni fa il terreno era sgombro di neve, ora è caduta e, probabilmente, ostacolerà le manovre in corso e le renderà più complicate. Comunque si profila una guerra non breve, una sorte di campagna di Russia combattuta sulla cima ventosa e brulla di una montagna neppure troppo alta, ma che sembrerebbe avere un valore strategico, sicuramente però sventurata. Tagliata dai suoi collegamenti aerei dall'improvvida azione combinata di due Enti che, pur con un preavviso di 40 anni, sono riusciti ugualmente a mandare all'aria l'esistente collegamento; minacciata di rimanere priva di collegamenti terrestri in caso di copiose nevicate e questo grazie alla situazioni di coma finanziario in cui versa un 'altro Ente che dovrebbe provvedere; vede ora le truppe legali dei due contendenti impegnate su di un fronte dove, chiunque sarà il vincitore, rischierà poi di morire di fame e di freddo in cima alla vetta conquistata, ma ormai da tutti abbandonata.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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martedì 20 gennaio 2015
LA VETTA CONTESA
Se la funivia sta ferma appesa a un filo, non è che il resto sta poi meglio; la lite tra il Palazzo da un lato e la Real casa dall'altra sul possesso delle terre in cima al monte non finisce. Avviata che fu già nell'anno del Signore 2012, alimentata da banali errori compiuti dall'autorità civile, complicata da immancabili opposte decisioni dell'autorità giudiziaria, sembrava aver trovato una tregua. In realtà il conflitto ardeva ancora sotto la cenere; comunque ne approfittò il Palazzo di quella non dichiarata tregua per ripartire di nuovo alla conquista della vetta, l'obiettivo finale della guerra dichiarata. Lo fece notificando, un'altra volta, l'atto contenente la dichiarazione di guerra, una sorte di invito a nozze, o meglio forse dire, di invito a nuove botte. La controffensiva, sta volta operata dai legali non tardò e ora tale controffensiva è in pieno svolgimento, dando avvio alla seconda o terza, abbiamo ormai perso il conto, campagna legale. Il Palazzo risponde reclutando, un'altra volta, il solito Pafundi, ormai nominato capitano di ventura a vita al soldo di Canio, e si prepara ad apprestare le difese così da sbarrare la strada alla controffensiva reale. Sino a pochi giorni fa il terreno era sgombro di neve, ora è caduta e, probabilmente, ostacolerà le manovre in corso e le renderà più complicate. Comunque si profila una guerra non breve, una sorte di campagna di Russia combattuta sulla cima ventosa e brulla di una montagna neppure troppo alta, ma che sembrerebbe avere un valore strategico, sicuramente però sventurata. Tagliata dai suoi collegamenti aerei dall'improvvida azione combinata di due Enti che, pur con un preavviso di 40 anni, sono riusciti ugualmente a mandare all'aria l'esistente collegamento; minacciata di rimanere priva di collegamenti terrestri in caso di copiose nevicate e questo grazie alla situazioni di coma finanziario in cui versa un 'altro Ente che dovrebbe provvedere; vede ora le truppe legali dei due contendenti impegnate su di un fronte dove, chiunque sarà il vincitore, rischierà poi di morire di fame e di freddo in cima alla vetta conquistata, ma ormai da tutti abbandonata.
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