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mercoledì 27 giugno 2012

C'ERA UNA VOLTA



Ormai le cose promesse nel futuro hanno da declinarsi al tempo che è  passato; così è per quella cosa che si chiamava Palazzola. Anni, decenni son passati da quando al buon Alfonso Pini, quanto mai, venne l’idea di far la donazione e se ora la vedesse la sua villa, uscirebbe dalla tomba disperato. Pazienza, ci vuol solo pazienza, tanta  pazienza, questa parola è la chiave per capire e sopportar chi ci comanda. Una vicenda, ma è solo una delle tante, che si trascina dal secolo trascorso, che dopo un percorso travagliato era approdata, finalmente, nelle sicure mani  del pubblico potere. Imperava allora un tal Racchelli che sembrò trovar la soluzione . Nacque così la fondazione, era l’ottobre, il giorno 27 dell’anno 2000 e  ancora solo 4. C’erano già messi anche dei soldi, mica pochini, 5 milioni dei nuovi euro usciti dalla zecca. Tutti contenti allora? Avranno, magari, anche brindato, questo non si sa, comunque sta che, a parte poi la sorte infausta che ebbe a colpir l’ispiratore, si misero di impegno, forse anche di ingegno per consumar tutti quegli euro che la fortuna sembrava aver dato come dote alla neonata fondazione. Le cose non andarono veloci, ma per fare sol il progetto si ebbero da fare anche i contenziosi giudiziari sulla gara. Morale si andò lunghi, poi  arrivò Canio, arrivò anche il progetto, ma tosto sparirono anche gli euro. Ora la storia sembra già finita, di certo c’è soltanto che Canio, col fischio, ha poi ottenuto che l’altro socio, la Regione, tornasse a cacciar gli euro finiti a pagare il debito sovrano regionale. Così aspettiamo e mentre ormai leggiamo che investire nel turismo culturale è un gran affare, noi aspettiamo, Canio ha altro cui pensare, il grande albergo, nessuno più che ormai ci pensa allora a questa villa regalata e poi dimenticata.      

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