Ore 21, quasi c’è nessuno, poi pian piano qualcuno si fa avanti, Canio è il primo,
è pronto, seduto sulla cattedra si è tolto anche la giacca, arriva minoranza, sta
volta è uno soltanto e gli avversari quasi tutti, c’è anche tal Coppola che questa
volta si siede in fondo al banco e, quasi sempre, si asterrà. Comincia con l’appello,
son quasi più gli assenti che i presenti, comunque si va avanti e il primo a
essere trattato è il così detto piano del triennio delle opere. Quattro parole dette da Canio è presentato, solo
che è anche belle tutto già cambiato e di quel piano messo, per legge, in
deposito, non c’è più niente, è un altro piano, dove le opere slittano e si
cambiano, dove quel porto prende il posto e si mangia i soli quattro soldi disponibili.
Eccezione dunque solleva minoranza, eccezione perché la legge manco è rispettata
, si cambiano le carte in corso d’opera e non si mettono in deposito e quanto
ai contenuti, manco l’ombra. Vi ricordate la bagarre scoppiata in aula su quella
previsione per la piazza detta di Marconi ? Poi il Vice disse e si corresse,
che la ragione invece c’è l’aveva proprio il Valle. Correggeremo disse ancora, infatti
torna in aula tale e quale, cambia l’anno, va in fondo di mandato, tutto lì, ma
è sempre il solito parcheggio, rifatto in superficie. Parole al vento, caro
Canio, parole al vento e tanta confusione nei programmi e nella testa; loro l’approvano,
noi glielo bocciamo.
Si passa al piatto forte della
sera, quello del bilancio “preventivo”. Piervalle alza il suo dito e chiede che il Dottore sia fatto esente dal
leggere tanti di quei numeri, quelli si depositati e conosciuti; "mi spiazza un
po’ questa richiesta" replica, gentile, il nostro buon Dottore, "ma ci provo". Canio
lo invita e lo sostiene, pure Lui, ad esser un poco anche coinciso. Così comincia la lettura
ritagliata che arriva, presto, in fondo alle cartelle preparate.
E’ una serata sotto tono, il
capogruppo Galli, persi i gradi, evita i sermoni che sempre era solito illustrare, non si
capisce cosa pensi, sta assorto, un misticismo prolungato dura tutta la serata.
Tocca quindi all’unico Piervalle che, questa volta, da lettura di un documento
sul bilancio. Non c’è l’aspetto tecnico,
va al nodo, l’assenza di un progetto di mandato al passo con quella che è la
crisi di finanza che investe anche quella degli enti comunali. C’è l’accusa per
quel buco dentro l’acqua che è quel porto e che si mangia, per intanto, tutta
la nuova imposta di soggiorno, c’è la sintesi di tutto ed in fondo l’infausta
previsione: “ Bravi,
siete in vista dell’ultima boa, girata la quale inizia la discesa e si va al
traguardo. Non vi arriverete da vincitori, ma da perdenti “.
Lo approvano il bilancio ed il Consiglio va, ancora, un poco avanti; c’è
il solito gettone di presenza che Canio, che non c’entra proprio niente, invita
tutti i suoi a prenderselo anche loro, così va in lite con Piervalle che
contesta l’ intervento inopportuno, poi
votano e l’esito è scontato.
C’è la richiesta di due Chiese, quella di Carciano e quella
su di un' Isola. Son solo 5 mila euro, vanno all’ Isola,quella di Carciano è proprio quella sotto inchiesta.
Si va verso la fine dell’ordine del Capo, c’è ancora un piano
di un privato per un riassetto in Selvalunga, c’è forse da pagare la Pro Loco
se mai si prende in cura la sala del Canonica, c’è un cambiamento alla
convenzione con Nebbiuno. E’ finita,
adesso viene minoranza e allora torno dopo.
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