
C’è il concorso "giallo Stresa"; c’è quest’anno anche il festival letterario con dentro un po’ di genere del giallo; ma c’è anche che, in
canonica, proprio il prete, l’arciprete, forse cade, prende un botto e finisce la
carriera; c’è poi pronto già il supplente, forse un poco anche aspirante;
non fa in tempo a dire messa che finisce
già inguaiato in vicende anche penali come fosse un maggiordomo in Vaticano. Fin qui dunque solo
la cronaca e sta volta il Palazzo è fuori gioco, mentre nella polvere chi
finisce è proprio anche l’altare, quello insomma che se dispensa assoluzioni,
tra finanze dello Ior, preti e vescovi accusati e le guerre di prelati tra le
mura, di peccati ne produce a livello industriale, quanto e più forse ne
assolve. Qui in canonica c’è quindi un po’ il giallo ed il detto: “morto un
papa arriva un altro”, è rinviato. Dopo un botto arriva, invece, l’ altro botto, anche più forte;
non c’è pace, c’è la coda del demonio che si mette di traverso nella guerra della
prima successione per la cattedra vacante. C’è materia per il giallo; un
canonico stordito, l’altro andato sul giornale nella cronaca di nera per
vicende edificanti, i fedeli e i fedelissimi pure loro ora storditi, il ricorso all’esorcista
sembra proprio necessario per scacciare sto demonio che è insediato, motu
proprio, sulla cattedra vacante.
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