Sembrerebbe essere una questione
per quelli che hanno il tempo anche da perdere, quelli insomma che la crisi
non colpisce, quelli che se la tirano un
po’ troppo, quelli che, una volta, gli chiamavano anche radical cich. Comunque
parliamo di quell’opera che è in corso di erezione o meglio in costruzione di
fronte al Grand Hotel per sua definizione. Sembra che così si voglia festeggiare
il terzo cinquantennio del Borromeé, il grand Hotrel Des Iles, l’eccellenza in
accoglienza. Le opere procedono, ancora un po’ solo di giorni e saranno, in
fretta, già finite, poi ci metteranno sopra un bel telone e voilà, il giorno
della festa, l’Alcade, di sicuro, sempre in testa gli toglie la coperta e
l’opera sarà così tutta scoperta. Succede un imprevisto e per la prima volta la
Perla sembra abbia anche una
scossa; non gradisce. Ci dedica “ Repubblica” lo spazio di una lettera
ben scritta; ci fa la “ Stampa” due articoli locali; insorge Lega Ambiente e
pure Italia Nostra; ci aprono un banchetto per metterci le firme e c’è, infine
anche un interpello al prossimo Consiglio. Tanto rumore quindi per quattro
statue in marmo bianco non sembra esagerato ? In fondo, si argomenta: chi poi
ci smena se sono una schifezza ? Chi le ha pagate è la risposta e noi che i
soldi non sembra gli mettiamo, che cosa poi vogliamo ? Sin qui dunque sta questa
questione, di quelli che son pro e di quelli
che son contro sto portone. Ci tocca allora cercar di conciliare la
medesima questione e veder dove sembra stare un poco la ragione. Ora, perché la
crisi incombe allor ci si debba dimenticar delle altrui cose, non sembra un
ragionar tanto coerente. Semmai perché la crisi incombe e c’è qualcuno che non
si vuol scordar anche del resto, a questi gli si deve riconoscere un po’ il
merito. Se poi la cittadella sempre molto, molto parca a manifestar
pubblicamente i suoi giudizi, ma per una
volta si sbilancia, per carità ben venga e ben lo faccia. Quanto, invece, a
sostener la libertà di ognuno di fare in casa propria il suo portone, qui
occorre ricordar che c’è la legge che dice giusto anche un po’ l’opposto. C’è
poi un’ ultima obiezione, peraltro molto giusta: quella che dice essere il
portone autorizzato da chi sovrintende all’arte ed al paesaggio. E’ vero, ma
qualche volta fidarsi è un bene e non fidarsi è anche un po’ meglio. Fin qui dunque sta il contrasto delle tesi che
abbiam, un poco, conciliato. Ora però vorrei passare ad altro ed usare un argomento
un po’ tranciante: ipotizziamo che l’opera sia tutta quanta un po’ abusiva. In
tale ipotizzato caso occorre che sia la mano pubblica ad ordinar che sia
ristabilita la giusta legge senza rispetto, naturalmente, per il rango. In tale,
ipotizzato, caso quindi chi ha il torto e chi ha, invece, la ragione, proprio
non si pone, ma da sola si risolve la questione: quindi aspettiamo e poi
vediamo.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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