Visualizzazioni di pagine: ultimo mese

lunedì 25 febbraio 2013

L'ALIBI

La parola d’ordine che, in questi anni, usciva dal Palazzo era che il patto di stabilità è quello che ci strozza, le promesse non si possono per niente mantenere, i programmi non si posson più realizzare perché questo Stato è quello che comanda ed ha chiuso, con la  chiave, la borsa del denaro  così, ormai, siamo per terra. La conclusione di questo bel ragionamento è che Canio e il suo governo vanno, quindi, assolti, giustificati, ed anche un po’ capiti. Detta così non fa una grinza, se spendi e sfori il patto lo Stato fischia il fallo ed il risultato è peggio anche del male  perché ci sta poi la  penale che  pur devi  pagare. Non si scappa, sto patto è micidiale, è anche un po’ perverso; se non paghi i creditori, poi paghi gli interessi; se paghi i creditori e sfondi il patto, poi paghi la penale. Come vedete non c’è niente  mica da fare  e Canio e il suo governo vanno assolti e perdonati per non aver fatto, infatti, quasi niente. Arrivati ora sin qui, possiamo chiudere per oggi e darvi appuntamento per domani. Non è così, perché dietro c’è l’inganno. Cos’è che è sto inganno,quest'alibi imperfetto ? Ve lo spiego. Patto o non patto, la questione  stava un’altra, stava nell’andar a scovar quei soldi ed eran tanti, che erano in giro a cercar destinazione ed un padrone. Non cito questa volta progetti di finanza, ma cito altre risorse: I fondi strutturali e i fondi d’ interreg, dei quali il primo di soldi ne aveva una valanga soltanto qua in Piemonte, un miliardo e un quarto detto in euro, e quanto agli obiettivi ed ai programmi, ce n’eran alcuni che parevano scritti apposta giusto anche per noi. Un’occasione che dire d’oro non si sbaglia, ma forse è stata l’ultima. Qui, l’ho appena detto, il patto non c’entrava, stava fuori, ma  dentro si metteva quasi tutto:  la  Palazzola, l’Isola e il museo, gli spazi per le soste, la riqualificazione del centro, la cortina, la sala del pala dei congressi……la funivia....... Almeno si provava, si tentava, si concorreva ai bandi, si presentavano i dossier per  candidarsi e se l’intelligenza e la fortuna un po' assisteva, in cinque anni si chiudeva. Questo è stato il falso alibi, l’inganno consumato da quel Canio e da quei suoi interi due governi, quello di raccontarci sempre la storia di sto patto, ma di non spiegarci mai il perché quegli altri  soldi manco li hann cercati, né tanto meno poi li hanno conquistati. Il saldo dunque è ben sotto lo zero, il patto è salvo, la virtuosità fu sbandierata come conquista, sul fatto  di quel miliardo e un quarto che manco  per un euro venne tentato, però ce stato sempre un gran silenzio, seppur gli sfilavan di mano cinque bei milioni già promessi per villa Palazzola e quanto al porto ne finivano uno e cinque nel buco fatto in acqua. Micidiale Canio.

Nessun commento:

Posta un commento