La parola d’ordine che, in questi
anni, usciva dal Palazzo era che il patto di stabilità è quello che ci strozza,
le promesse non si possono per niente mantenere, i programmi non si posson più
realizzare perché questo Stato è quello che comanda ed ha chiuso, con la chiave, la borsa del denaro così, ormai, siamo per terra. La conclusione
di questo bel ragionamento è che Canio e il suo governo vanno, quindi, assolti,
giustificati, ed anche un po’ capiti. Detta così non fa una grinza, se spendi e
sfori il patto lo Stato fischia il fallo ed il risultato è peggio anche del
male perché ci sta poi la penale che
pur devi pagare. Non si scappa, sto patto è micidiale, è anche un po’
perverso; se non paghi i creditori, poi paghi gli interessi; se paghi i
creditori e sfondi il patto, poi paghi la penale. Come vedete non c’è niente mica da fare e Canio e il suo
governo vanno assolti e perdonati per non aver fatto, infatti, quasi niente.
Arrivati ora sin qui, possiamo chiudere per oggi e darvi appuntamento per
domani. Non è così, perché dietro c’è l’inganno. Cos’è che è sto inganno,quest'alibi imperfetto ? Ve
lo spiego. Patto o non patto, la questione
stava un’altra, stava nell’andar a scovar quei soldi ed eran tanti, che
erano in giro a cercar destinazione ed un padrone. Non cito questa volta progetti di finanza, ma cito altre risorse: I fondi strutturali e i fondi d’
interreg, dei quali il primo di soldi ne aveva una valanga soltanto qua in
Piemonte, un miliardo e un quarto detto in euro, e quanto agli obiettivi ed ai
programmi, ce n’eran alcuni che parevano scritti apposta giusto anche per noi.
Un’occasione che dire d’oro non si sbaglia, ma forse è stata l’ultima.
Qui, l’ho appena detto, il patto non c’entrava, stava fuori, ma dentro si metteva quasi tutto: la Palazzola, l’Isola e il museo, gli spazi per
le soste, la riqualificazione del centro, la cortina, la sala del pala dei
congressi……la funivia....... Almeno si provava, si tentava, si concorreva ai bandi, si
presentavano i dossier per candidarsi e
se l’intelligenza e la fortuna un po' assisteva, in cinque anni si chiudeva. Questo
è stato il falso alibi, l’inganno consumato da quel Canio e da quei suoi interi due governi, quello
di raccontarci sempre la storia di sto patto, ma di non spiegarci mai il perché
quegli altri soldi manco li hann
cercati, né tanto meno poi li hanno conquistati. Il saldo dunque è ben sotto lo zero, il patto è salvo, la virtuosità fu sbandierata come conquista, sul
fatto di quel miliardo e un quarto che
manco per un euro venne tentato, però ce stato sempre un gran silenzio, seppur gli sfilavan di mano cinque bei
milioni già promessi per villa Palazzola e quanto al porto ne finivano uno e cinque nel buco fatto in acqua. Micidiale Canio.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
Nessun commento:
Posta un commento