Così
ci chiama il sei prossimo del mese che inizia ormai domani; l'attesa è stata però
alquanto avara e anziché mettere argomenti nel carniere, Canio sembra ora essersi
distinto per levarli. Tre dunque e nulla più sono gli oggetti che maggioranza
mette in campo, non è molto, almeno questa volta non ci sarà più nessuna scusa
e dovrà trattare ed esaurire tutti gli interpelli. Intanto Lui però li leva e
toglie, dall'ordine del giorno, quello che era stato da noi già presentato, ma non
trattato e riguardava la telenovela dell'impianto che corre sulla fune. Avrà pensato
che quanto aveva detto in argomento bastava e forse anche avanzava, ma non è vero
e quindi gli abbiamo girato la richiesta di reinserire l'argomento all'odg e ora
vediamo un po' questa risposta. Questo dunque ha tolto e l'altro non ha messo.
Quest'altro che, in qualche modo, ci aveva invece anticipato come se fosse
ormai ben certo, era proprio l'accordo di programma del Palazzo con l'Ente Regionale
per il rinnovo dell'impianto che adesso sta sempre più sul bilico sopra la sua fune.
Si allunga ancora dunque il tempo in cui le promesse diventano realtà e questo è proprio il punto: qual' è dunque sto
punto ? Questo poi non lo sappiamo e, a questo punto, neppure sappiamo se presto
lo sapremo. Rimane comunque nel carniere l'interpello assai tosto predisposto
per il porto. Saremo attenti, molto attenti alla risposta, ma qua bisogna
aggiungere e annunciare che ormai sta pronta la bozza finale dell'esposto che
andrà alla corte per i conti. Son 11 cartelle già scritte e due allegati.
Rifanno dall'inizio la storia di quest'altro scandalo locale; ci mette cifre e
somme dello spreco; si spera che spieghi per benino dove sta il danno già
arrecato e quello potenziale che sta ormai già in agguato. Comunque non vale
anticipare più di tanto, quando lo imbuchiamo, magari anche a puntate, lo postiamo
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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giovedì 31 ottobre 2013
mercoledì 30 ottobre 2013
CONSIGLIO
IL SINDACO
DISPONE
di convocare il consiglio comunale
· In sessione straordinaria - seduta di I° convocazione per il giorno
Mercoledì 6 Novembre 2013, ore 18
presso Palazzo dei Congressi, Sala Consiglio Comunale
Per deliberare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
1. SEV S.r.l. - Atto di ricognizione societaria, ai sensi dell'art. 3, comma 27 e seguenti della Legge 244/2007 e dell'art. 14, comma 32 del D.L. 78/2010, convertito in Legge 122/2010. Atto di indirizzo per la dismissione della Società.
2. Art. 3, commi 27 e 28 della legge N. 244/2007 - Determinazioni in ordine a mantenimento partecipazioni societarie.
3. Proposta modifica Regolamento Imposta di Soggiorno.
4. Gruppo Consiliare Insieme!- Interpellanza: Opera di costruzione struttura portuale turistica. Stato delle procedure e dei finanziamenti - valutazioni progettuali. (prot. n. 12330 del 24/09/2013).
5. Gruppo Consiliare Insieme! - Interpellanza: Costituzione dei diritti di servitù mediante espropriazione, per l' esercizio degli impianti di trasporto a fune e delle piste da discesa in località Mottarone. Soccombenza in giudizio, rimedi: tempi e modi. Responsabilità conseguenti. Prot. n. 12845 del 03/10/2013)
IL SINDACO
(avv. Canio Di Milia
martedì 29 ottobre 2013
DISASTRI ANNUNCIATI
Dopo
l'ultimo disastro provocato dal noto fortunale dello scorso dieci ottobre, sta
accesa ancora la polemica sul porto di Verbania andato mezzo a fondo. Sette miliardi
in lire fu la spesa sostenuta a realizzarlo; emerge poi, anche lì, una perizia che
fu dal Dipartimento di ingegneria navale dell'Università di Genova redatta e sottoscritta
e che già diceva come le cose non fossero ben fatte, poi la polemica si sposta
alla gestione e a quanto fatto e anche non fatto per la sua manutenzione. Insomma,
di cose un po' sul chiaro e scuro ve ne sono, che poi fosse già un disastro anche
annunciato non sappiamo, comunque è
stato un bel disastro. Un'opera compiuta e funzionante, dunque ora è mezza o
intera da rifare e non c'è male, discuteranno un po' i soliti sapienti ed anche
color che son saccenti e, tempo qualche lustro, la cosa si sistema. Per un'
opera compiuta e andata male, c'è l'altra, l'incompiuta, quella che dovrebbe
essere segnata come tale sul sito del Ministero infrastrutture e che se invece
te la cerchi non la trovi. Sarà una distrazione o qualcos'altro, ma ormai mi sa
che di sta opera si inizia a preferir dimenticarla che non piuttosto a farla. Ne
parleremo comunque ancora presto e bene, cioè male, di questo porto che più che
collassare manco è mai venuto a galla, per ora vi do soltanto un'altra
notizuola che, seppur la cosa non è più di ier mattina, nessuno, o quasi, la conosce. Quando che fu appaltata l'opera iniziale,
andò l'impresa appaltatrice per far la polizza che è d'obbligo per risarcir i
danni eventuali che possono succedere nel tempo dei lavori. Andò dunque l'impresa
da una Compagnia primaria nel ramo di quel rischio, ma questa chiese di poter veder
un poco anche le carte. Videro le carte di progetto i suoi periti e diedero un
responso che fu di morte già annunciata. Dissero infatti che l'opera era ad alto
rischio di sinistro e quella Compagnia non stipulò quindi il contratto. Tutto successe
dopo quindi che già da prima non fosse conosciuto, ma il tempo passa invano e
noi aspettiamo.
lunedì 28 ottobre 2013
MACERIE
Macerie;
nell'attesa che Canio ormai ci chiami, mettiamo sotto questo titolo di oggi il
post che ora vi scriviamo. Macerie sono un po' le cose che, purtroppo, non solo
ormai da ora, noi vediamo: macerie sono l'area e l'edificio chiamato la Gabbiola,
quello che diede corsa e sprint al Canio prima ora e che, la notizia è un po'
intorno all'ultim' ora, la sempre Sorprendete
Mis. Papotti vorrebbe vincolare per farne, noi pensiamo, un museo di storia ferroviaria.
Macerie poi neppure più si contano intorno alla stazione ferroviaria, quella dove
invece passa Trenitalia e che, a prima vista, sembra già trasformata nel suo museo.
Macerie sono le proprietà di Siav srl, messe tutte lì in rassegna e in bella
vista perché il turista ammiri i resti di quel che fu un passato più glorioso
ed oggi diventato già la nuova archeologia. Macerie poi sono un po' tutte le
ville e le proprietà acquistate da questa nostra illustre classe di nuovi e
vecchi imprenditori e non più usate. Macerie la passeggiata che fu di una
stagione d'oro della Perla, lungo la cortina sotto le pensile arrugginite e i
pavimenti rotti e rabberciati alla men peggio. Macerie il lido seppur furono
spesi di recente di euro quasi un milione, macerie in quella piscina nuova che intorno tutto
è a pezzi e l'acqua gelata anche d'agosto. Macerie quella stazione navigazione
laghi capoluogo, pagata dal Palazzo qualche cento mila in euro e mai ottenuta
ed ora cade a pezzi. Macerie ormai anche l'impianto a fune che fa la spola Lido
- Mottarone e che accoglie in vetta l'incauto
viaggiatore dentro una stazione ultramoderna. Macerie il porto che sta ancora
sotto l'acqua e che da una dozzina d'anni dà lustro e pregio a un tratto del
lungo lago della Perla. Macere nelle strade e nelle piazze diventate soltanto
depositi per auto con vista anche sul lago. Macerie………………., macerie …………….e ancor
tante macerie. Questa è la Perla oggi dopo
la cura che due governi uguali e messi in fila prima l'uno e poi anche l'altro hanno prodotto.
venerdì 25 ottobre 2013
SOTTO ATTACCO
L'attacco
è ormai sferrato e Canio sta sotto questo attacco non certo improvvisato. Due siluri
ormai sono lanciati, viaggiano a velocità che è di crociera, portano due files
pesanti uguali 48 KB. L'uno dei due è
andato via per posta, l'altro l'abbiamo accompagnato e registrato alla Procura
di Verbania. La bozza del ricorso per il TAR è pure fatta, in queste ore è in
corso di esame e di riesame, occorre mettere a posto lo strumento in ogni punto
e poi lanciarlo verso il suo bersaglio; " la Zanetta". Insomma non si
molla perché sta cittadella la si rimetta a posto e la sua deriva sia
bloccata. Quanto all'altra storia, il porto, anche in tal caso l'arma è
caricata, soltanto occorre disporre ancora un po' di tempo, sottoporla ad una verifica
finale, poi imbarcarla su di un siluro, lanciarla, fare il botto e il porto sta
affondato. Davanti a questo attacco sferrato e forsennato, Canio non ha più nessuno
scampo; ormai l'ha combinata, ciò che ha fatto ormai è tutto lì già belle fatto;
gli aspettano soltanto le notti tormentate, un po' agitate e il sonno disturbato.
Va verso la fine quindi la parabola, ora che è in libera caduta e che aveva
portato Canio a reggere lo scettro della Perla nell'arco del tempo lungo di un
decennio. L'illustre cittadino deve pensar dunque al suo futuro, dismessa che
sarà la sciarpa tricolore, dovrà cercarsi il pane se no farà la fame. Di più
c'è dunque pure il rischio che seppur la sciarpa avrà dismessa, si porti a casa
l'amara eredita delle malfatte e paghi poi anche un bel conto. Comunque questa
non è, caro mio Canio, la terra tua "dei fuochi"; c'è sempre ancor qualcuno disposto a tener duro e poi vedremo.
giovedì 24 ottobre 2013
ASPETTANDO LA CHIAMA
Canio
tace, aveva promesso in fine di seduta dell'ultimo Consiglio di chiamare, da lì
a poco, i capi gruppo e fissar la nuova data; tace e sino ad oggi ancora nulla,
seppur sempre poi Canio si sta prendendo ancora un po' di tempo e deposita un paio
di proposte per sto nuovo Consiglio. Fatti comunque un po' di conti, ai primi
di novembre sarebbe il tempo giusto della data per far finir l'ultimo Consiglio
che, come sappiamo, Canio si era guardato ben dal terminarlo. Pendono dunque
ancora tre interpelli: il porto, funivia e l'espropriazione dei diritti in
vetta al Mottarone. Al secondo poi dei tre, in parte e in verità, Canio ha già
risposto, ma occorre precisare ancora un paio di questioni e poi aspettiamo che
giunga in aula l'accordo di programma
tra sempre il Comune e l'Ente Regionale o la sua società di committenza
che dir si voglia, non sappiamo. Quel che sappiamo invece è che, sino all'altrieri
l'accordo c'era in bozza, ma ciò che manco c'era in bozza erano i soldi. Vedremo
dunque le novità dell'ultimo minuto se avrann portato in dote un po' di soldi o
se, un'altra volta, solo balle. Quanto all'espropriazione dei diritti in vetta
al Mottarone, la procedura, è noto, è andata molto male, anzi malissimo, tanto
che i giudici del Tar ne hanno decretato la sua morte. Ad aiutar però sto Canio
e a risollevar le sorti della stagione prossima sciistica sembra venuta la
dichiarazione, a mezzo stampa, della proprietà che stava pure espropriata, o
meglio almeno l'una delle due che ha dichiarato di non voler certo infierire sul
vinto e le sue spoglie. Rimane il primo d'interpello, quello per il quale, a scommetter
qui non si sbaglia, Canio ha pensato di chiudere il Consiglio alle 21 e rinviar
ogni risposta. Siam dunque arrivati proprio in porto, sto grande pasticcio che
districar sembra la cosa più impossibile e dove Canio pure sembra che stia
ancora non poco impantanato. Penserà forse sto Canio di arrivar in aula con
quell'assenso ad usar la cifra di 900 mila in euro che ancora ieri stava
aspettando dall'Ente Regionale e così tacitar un poco chi l'incalza con le domande
imbarazzanti cui preferisce non dar mai la sua risposta. Vedremo; noi lo aspettiamo
in aula, ma intanto andiamo avanti a scrivere la storia di questa nostra solo gran
vergogna e poi spedirla all'indirizzo: via Roma 305 10100 di Torino.
martedì 22 ottobre 2013
CAMPAGNA D'AUTUNNO
La
campagna d'autunno è ora già partita; ieri è stata la Corte dei Conti destinataria
di un messaggio intorno alla vicenda che prende il nome di "Zanetta";
oggi sui muri cittadini compare sempre l'accusa alla " Zanetta", domani
si porta alla Procura di Verbania lo stesso plico mandato a Torino ai giudici
del conto; poi, se non è oggi sarà forse
dopo domani, si chiude e poi si imbuca una missiva, non poco circostanziata, intorno
allo scandalo del porto, che parte pure lei, destinazione via Roma 305, la sede
di Torino dei giudici di conto. Rimane poi il ricorso, scadenza 14 novembre, da
presentare ai giudici del TAR contro lo stralcio chiamato " la Zanetta".
Tre dunque; l'amministrativa, la contabile e quella anche penale saranno dunque in fine di mandato,
le magistrature chiamate a vagliar che cosa ha combinato uno che avvocato è
stato messo, per errore, a fare il dittatore. La curva del potere è una costante;
si inerpica all'inizio un poco con fatica, poi prende vigore e va veloce, ma
giunta al picco fa una gobba e poi discende. Così sto nostro Canio e la sua fedele
truppa, fatta che hann la gobba, ormai hann preso la discesa e proprio mentre
credono di aver portato a casa un risultato, nella realtà inizia proprio lì la loro
disgrazia che non vedrà forse mai fine. Ormai non ha più scampo, il dittatore è stato smascherato e la sua trama contro noi
onesti cittadini è stata già svelata. Le chiavi di sta cittadella gli furon
date per esercitar potere con la diligenza e la prudenza e che a lui venisse anche
la gloria, se fosse stata meritata a noi men che meno ce ne importa. Ma lui volle
la gloria, esercitando il suo poter senza più freno ed ignorando quel mandato
che ebbe di farlo con sana diligenza e poi prudenza. Ora però è l'autunno ed anche
il dittatore è stanco e poi è stato anche tanto sfortunato. Il tempo viene per l'ultima
raccolta di quanto seminato, ma se ha seminato il vento raccoglie la tempesta.
Canio raccoglie dunque la tempesta che ha seminato durante il suo cammino dove non volle da altri idee e buoni consigli.
Sarà almeno un'esperienza per lui che è un avviato nella professione di avvocato.
Dovrà studiare codici, consultar dottrina e sfogliar giurisprudenza in sua
difesa; tutto sommato gli tornerà assai forse un poco utile. Peccato, con
qualche anno di ritardo.
lunedì 21 ottobre 2013
SEGRETI ADDIO
Il
Palazzo non ha dato la notizia, o meglio, l'ha data solo a quelli che sono i Consiglieri;
eppure, giorni fa, c'è stata l'apertura al pubblico indistinto dei suoi archivi. Il
merito guardate non è però di sto Palazzo, ma viene da ben altro, sta scritto in
una norma dell'ultimo governo di quel che fu di Monti. D'ora innanzi l'archivio
per ogni suo di atto starà aperto e disponibile sulla rete per almeno cinque anni.
Comunque il Palazzo è stato, peraltro, generoso è già che ha aperto l'archivio e
le sue carte, pur già da ora vi consente di entrar dentro la rete e andare a curiosare
un paio d'anni anche a ritroso. Nessuna richiesta poi va fatta, nessuna carta va
compilata e sottoscritta, nessuna marca da bollo va pagata. Entri dentro questa
rete, vai sul sito del Palazzo, cerchi l'archivio digitale e fai ricerca. Non è
che sia proprio uno spettacolo l'architettura di sto albo, direi che avrebbe
bisogno una bella rinnovata e ammodernata perché cercare gli atti non è così
facile facile, anzi a volte anche difficile. Comunque il fatto è che sto Palazzo
ben si è guardato di dire al popol suo elettore e a quello che manco è il suo elettore, che da oggi ogni mistero ormai
è caduto e che basta fare un doppio clic è sei informato su quel che accade
dentro le sue mura. No, la cosa è
passata via come fosse una roba inosservata, che intanto forse è meglio che meno
la si sappia, e meglio ancora, forse, che pochi ci sappiamo guardare e mettere
le mani. Comunque sembra ieri che si litigava in aula per ottener soltanto anche i diritti che
legge già riconosceva ai rappresentanti del popolo elettore e Canio, comunque, ci
provava. Ora anche da noi sembra spuntar la primavera di questa nuova trasparenza
e la volontà contraria del dittator di turno nulla potrà contro la legge che ha
detto che gli archivi stanno aperti e adesso basta. La riflession comunque è
anche un'altra, perché se è vero che, con tanto di pazienza ed anche, però, non
poca conoscenza, si potrà saper quasi di tutto, che poi il Palazzo stia un poco
già più attento a non far danni e non commetter porcherie, la mano sul fuoco
non la metto. Di quel che fa il Palazzo, di quel che è stato fatto, noi ne
sappiamo già da molto prima, eppur non è servito quasi a nulla. La verità è che se ne
frega.
venerdì 18 ottobre 2013
IL CONTO DEL PORTO
Or
come detto la prima è stata fatta, arriva presto la seconda che è un esposto,
per ben circostanziato, che il Gruppo Insieme, da qui a qualche giorno ancora, invierà
alla Procura Regionale della Corte per i Conti. Riguarda il porto, di cui si è
scritta o meglio forse dire anche riscritta la sua storia. Lavoro fino e d'archivista
più che d'altro, lavoro fatto con diligenza e un poco d'attenzione per metter
tutte in fila le carte che svelano lo spreco, a dir poco, del pubblico denaro e
sta vergogna. Di cose dunque ne abbiam tirate fuori e messi in fila a sufficienza.
Ne esce un quadro che è desolante e deprimente e che, speriamo, basti a far
nascere l'interesse di chi deve. La
storia poi, tradotta all'essenziale, è poi sempre di soldi e d'imperizia; i
soldi sono, erano, però sempre dei nostri e l'imperizia era
ed è sempre solo loro. Prometto che a rischio di querela, sarebbe già solo la
terza, appena lo spediamo alla Procura,
lo pubblico anche in rete e lo leggete. Vi troverete soldi spesi per un nulla,
vi troverete soldi spesi e non dovuti, vi troverete la storia di progetti di
cui manco uno è andato in porto, ma sempre e soltanto ben pagati. Se poi si
tocca il tasto delle cause del disastro, vi troverete il muro, alzato dal
sistema, a raccontarci che tutte le volte che si guarda dentro e sotto l'acqua,
si scopre il geologico imprevisto. Tanto è poi così imprevisto che pure sta
sempre imprevedibile in agguato. Insomma tante balle raccontate un poco poi da
tutti per cercar, senza riuscirvi, di arrivar mai sino alla fine di sta opera imponente,
tanto da gareggiar ormai, causa del tempo consumato, con la muraglia più famosa
che sta in Cina. Insomma una maceria che da dieci anni sta lì davanti agli
occhi del popolo elettore senza che però nessuno mai prenda le forche e faccia pulizia
da cima a fondo. Or ci mettiam dunque di mezzo i giudici dei Conti; vediamo un po' se mai
sarà la volta che quest'opera si faccia, ma chi ha sbagliato e fatto danno paghi
il conto.
giovedì 17 ottobre 2013
IL PRINCIPE E LA BELLA
E
questa è fatta; restituito e sottoscritto, è arrivato per posta direttamente
via Thailandia. Ora ci mettiamo anche le nostre e lo spediamo. E' dunque
l'esposto che va alle due Procure, quella penale e quella per i conti; racconta
per benino che cosa Canio e i suoi han combinato in quella che se scoppiasse il
caso avrebbe per nome " La Zanetta ". Si parte dunque da una cifra e
mica poca, supera di un poco anche in euro già il milione, che venne scontata
alla " Zanetta". La cifra insomma che quella SIAV srl pure aveva offerto
in quella strana gara per i cubi che Canio se la era un po' inventata e poi
però l'aveva anche tagliata. Ora quel taglio di quei soldi è l'unico rimasto perché
con la " Zanetta" i cubi son tutti
ritornati. Ma questo è solo l'inizio di una storia, durata un poco d' anni, che
ha visto in conclusione realizzare, sulla carta, il sogno del prode condottiero che
guida questa Perla con una mano ferma e l'altra molto inferma. La storia poi va
avanti e viene spessa, racconta un po' tutta la telenovela dello "stralcio"
che ha tenuto per un anno e l'altro mezzo davanti al video fermo e sveglio il popolo elettore; racconta proprio
per benino tutte le puntate di questa love story scoppiata tra il capo
indiscusso di un paesino in riva a un lago subalpino e la "potente" famiglia
che qui, sulle sue rive, ci vive e tiene affari. La storia è dunque un poco
lunga, ma come un po' tutte le love story è anche complicata. Comunque ci abbiam
messo, crediamo, dentro tutto, spiegato per benino quei tanti passaggi delicati di
cui sta storia è molto piena e come sempre poi i due protagonisti principali,
il Principe e la sua Bella, ce l'abbiamo creduta di farcela ogni volta. Ora un
po' vedremo se l'incantesimo che ha portato a nozze i due protagonisti continua
o invece svanisce come di un incanto. Il tempo ci dirà dunque se la telenovela
è già finita o invece, continua ancor la storia.
mercoledì 16 ottobre 2013
IL PATTO COL DIAVOLO
Anche nel Consiglio appena mezzo fatto, quando Canio tocca il tema
investimenti ci risiamo: c'è sto patto, c'è sto patto, non ci lascia lavorare,
non ci lascia mantener fede ai grandi
impegni, accidenti di un governo a larghe intese e lunghe attese. Questo è il
mantra che il Gran Capo mette in campo per i suoi più che per tutti quanti noi,
per sta strana maggioranza pure lei di larghe intese e di sempre lunghe attese.
Che sto patto certo c'è non è poi la novità; c'era ieri, c'è anche oggi, c'è
domani, stava stretto, stava largo lo si
sa, il problema non sta qua. Caro Canio tu mi spieghi cosa c'entra, sino ad ora, questo patto con
il porto che in diec anni non hann fatto ? Caro Canio tu mi spieghi cosa c'entra
questo patto con i soldi poi spariti della Villa Palazzola ? Caro Canio tu mi spieghi cosa c'entra questo
patto con il fatto che Regione non decide di cacciare quanti soldi che ha
promesso per l'impianto funiviario ? La Regione ha pure il patto, ma la storia
è un po' diversa, l'ho spiegata giusto ieri, non ha soldi, non il patto. Dunque il patto, questo strano marchingenio dai contorni un
poco strani con un saldo nel finale che si deve rispettare. Come fare ? Come
fare caro Canio ? Come fare a superarlo
senza invece anche ascoltare la ricetta tante volte suggerita e mai seguita. La
ricetta è stata detta e anche ridetta, ma sto Canio è proprio un duro, i
consigli non li ascolta; dici bianco lui fa nero, dici nero lui fa bianco. Glielo
abbiamo anche spiegato, al suo Vice anche insegnato, è che il tempo passa invano. Il sospetto è però che
questo patto faccia comodo al Gran Capo, ha la scusa, non importa se poi è
giusta o anche una balla; il gran popolo elettore lo si mette in confusione, si
racconta sempre il mantra, che poi
c'entra o che non c'entra non importa, Lui è il Gran Capo, è un avvocato, quindi
ha sempre anche ragione. Dunque assolto; la Gabbiola, il gran porto, Palazzola
e Funivia, l'Alberghiera e tutto il resto un po'scassato e mai aggiustato; il
conto è lungo, ma c'è il patto, aggiusta tutto.
martedì 15 ottobre 2013
REGIONI "ROSSE"
Non sta bene
la Regione lo si sa. La malattia che ha preso è una febbre finanziaria che la
strema. Il Presidente, una volta, già loquace portavoce ogni giorno alla TV è
diventato trasparente sin quasi a scomparire dallo schermo e quanto agli
altri non si sa. Comunque questo è il fatto che ha messo la Regione
che un tempo, anche se per poco, fu la capitale dell'intera nostra unione,
nella lista di quelle a rischio di un
totale fallimento. Non è poco quel
buco che sta aperto, fa acqua da una falla che i vari tentativi di tapparla, sinora hanno fallito. Detti sti numeri con l'euro sembrano
pochi, se fossero ancora detti in lire sarebbero moltissimi. Comunque non son
balle, stan scritti in legge regionale che approva il rendiconto dell'anno che
è passato. Qui sotto ne riportiamo, in stralcio, gli articoli di legge che
scrivono quei numeri e che certificano lo stato della finanza subalpina.
Art. 2.
3. Il disavanzo finanziario di cui al comma 2,
rilevato alla data del 31 dicembre 2012, è rettificato
in euro 2.841.374.089,03
tenendo conto delle seguenti passività riportate nel conto del patrimonio:
a) euro
397.145.000,00 relativi all'anticipazione straordinaria di cui alla D.G.R. n.
39-11230 del 1°
aprile 2009;
b) euro
57.971.163,00 quale fondo rischi relativo alla sentenza della Corte d'Appello
di Torino n.
465/10 del
12 dicembre 2012;
c) euro
370.000.000,00 quali passività pregresse inerenti al finanziamento del sistema
regionale di
trasporto pubblico
locale;
d) euro
866.000.000,00 per l'allineamento con la situazione patrimoniale delle aziende
sanitarie
regionali.
Ecco sta
cifra, sta dunque in rosso, quei due miliardi e otto scritti che son da soli oltre il 20% di un bilancio che
per il suo 80% è tutto sanità. L'anno precedente
era un po' meglio, ora è assai peggio. Chiudevano infatti un buco da una parte
e ne aprivano un altro da altra parte. Anche sto dato ce lo da la legge
regionale che così dice:
"le entrate
per alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali, le entrate per rimborsi
di crediti ed accensione di prestiti e le entrate per contabilità speciali,
accertate in conto competenza nell'esercizio finanziario 2012, sono definite
nel Conto finanziario in euro 12.142.544.004,44.………….
Le spese impegnate in conto competenza
nell'esercizio finanziario 2012 ammontano a euro12.788.432.991,47."
La differenza tra le due cifre è dunque ancora e
sempre un rosso di oltre 642 milioni in euro
in un sol anno e non è male. Quanto poi al resto e abbiam finito, facciamo solo
un cenno a quel sistema che son le società partecipate. Anche di queste vi
diamo il risultato d'esercizio in euro in rosso e in nero dell'anno però quello ancora precedente e non è male .
5T Srl - 35.437,00 A.T.L. Biellese S.c.a.r.l.
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-677.294,00 CEIPIEMONTE ScpA 2.261,00 CITTA’ STUDI S.p.A. -898.690,00 CRAB Scrl -6.587,00 CReSO - 9.588,00 CSP Scrl 24.011,00
Distretto Turistico dei Laghi S.c.a r l 1.065,00 Ente turismo Alba Bra Langhe e
RoeroS.c.a r.l. 0 EXPO 2000 Spa inliquidazione- 0 Finpiemonte partecipazioni
Spa 113.894,00 Finpiemonte Spa 841.680,00 I.P.L.A. Spa -721.503,00 Ima Piemonte Scp 793,00 M.I.A.C. S.c.p.A. -112.969,00 PRACATINAT ScpA 750.000,00 17,11 4.511.227,00 -161.461,00 R.S.A Srl 15.600,00 20,00 419.058,00 -11.364,00 S.A.C.E. S.p.A. 1.796.432,82 27,37 4.855.415,00 - -499.245,00 S.C.R. PiemonteSpa 67.480,00 Sviluppo
PiemonteTurismo Srl 3.095,00 Tenuta Cannona Srl -82.996,00 TERME DI ACQUI S.p.A. -1.091.471,00.
Sta scritta dunque
in cifre la crisi dell'Ente che governa i Piemontesi e che diede alla patria Giolitti,
Sella, Einaudi ed ora c'è un tal Cota.
Riuscirà mai dunque la capitale dell'auto che manco c'è ormai più a risollevar
la testa e a riprendere il cammino ? E chi lo sa dove mai andrà.
lunedì 14 ottobre 2013
NAUFRAGI
Dunque il consuntivo
per i porti in acque dolci e molto amaro: Cannobio collassò dentro un abisso
che era ancora nuovo, Verbania già una prima volta, appena quasi nuovo, rischiò
di inabissare, di Stresa non ne parliamo, sin'ora è solo un buco fatto in acqua e
l'altro giorno quello di Verbania ci ha riprovato a collassare e ci è riuscito. Per
verità dobbiamo dire che anche sull'altra sponda del Verbano non è che le cose sono
andate sempre proprio bene, anzi, mentre dalla dolce terra Elvetica non sono
mai trapelate notizie di sventure. Quest'ultima cosa poi dispiace, poiché
mentre oltre confine hanno i soldi, ma non hanno i problemi per i quali spenderli,
da noi ci sono i problemi, ma non ci sono più i soldi per risolverli, anzi
anche quando ci sarebbero i soldi, poi non bastano mai. Se facciamo quattro
conti ne viene fuori un'immagine di un sistema, è forse proprio il caso di chiamarlo
in questo modo, di cui non si sa se vergognarsi o inorridire. Il progetto, di Raccheliana
memoria, di dotare questo lago di un sistema pubblico di attracchi e ricoveri a
favore del turismo nautico è naufragato, guarda un po', proprio nei suoi obiettivi
più ambiziosi e più qualificanti, tanto da essere, a circa 15 anni dalla data
del suo avvio, arrivato al punto di partenza, mica male. Non tocchiamo il
capitolo delle responsabilità perché non andremmo molto in là, seppur nel caso
di Cannobio un qualche processo pur ci fu anche se nessuno si ricorda più il
suo esito. Eppure additare sempre e soltanto la vendetta divina quale causa delle
disgrazie umane sembra, ormai da un po' di tempo, non più tanto attuale, da
quando insomma non soltanto il mondo non crede più agli dei, ma ormai neppure ad un
dio soltanto. E' vero che nell'ultimo infausto caso Eolo ha soffiato come forse
da molto tempo non ce l'aveva più messa, ma quando anche questo dio ci avesse
messo del suo nella faccenda, probabilmente sapeva dove sarebbe andato a parare,
conoscendo la debolezza e forse anche
l'insipienza della stirpe umana, italica in particolare. Dunque siamo da capo e
con i floridi bilanci pubblici in dissesto si può ragionevolmente pensare che
l'attesa sarà lunga, forse eterna. Canio da parte sua, per un verso avrà tirato
un sospiro di sollievo, beato lui, vedendo dove sono andate a finire tutte le
realizzate simili opere concorrenti, dall'altro lato gli starà girando un
dubbio nella sua testa che rischia di accentuargli, se mai ne soffre, le
emicranie: quello di vedersi dirottare verso il porto di Verbania i 900 mila
euro di cui attende da Regione un ok. Insomma c'è il rischio di dover
intraprendere una vera e propria battaglia navale per impossessarsi dello
scarso denaro, ormai, ancora in circolazione o meglio, in questo caso, in navigazione.
venerdì 11 ottobre 2013
MEZZI SALVATI
Mezzi salvati, questa
che è nel titolo può essere la sintesi veloce della nota vicenda telamoni.
Messi un po' su per festeggiare tre volte i cinquant'anni, inorridirono a
quelli con buon gusto e un poco d'amor proprio. Ubiali è il nome che porta il
progettista che più che un architetto pareva anche fosse artista. Mescolò un poco
anche gli stili di ogni tempo, ne fece un'alchimia, ne uscì, commissionato in
Cina e trasportato qui via mare, l'orrenda costosa messa in scena che ora è lì, purtroppo, da guardare. Comunque la storia conoscete, partì con un progetto assai vistoso
che poco, persino, piacque a tal Pernice, finito in gattabuia gli scorsi giorni,
all'epoca dei fatti Soprintendente. Egli dispose infatti di dare un taglio a
tutti quei decori e scrisse, si così preciso scrisse, che in particolare non
fossero fatti i telamoni. Passò però del tempo è quando al posto di Pernice si
fece viva la Papotti, i telamoni, un po' ridotti, riapparvero in disegno per
mano dell'Ubiali. Per verità dei fatti, quando sta Papotti ci mise la sua firma
era del mese di novembre il 17 e l'anno 2000 zero e nove. Era di agosto la
norma che bloccava le nuove costruzioni nel parco del Des Iles, ma si sa come
la pensa la Papotti e poiché si sa come la pensa anche sto Palazzo, a giugno
dell'anno successivo uscì da lì anche il permesso a costruire. Poi la storia è
pure nota perché tutti videro che l'opera fu fatta a fine d'anno del 2011 ed il
permesso sembrava fosse decaduto. Orbene con una foto in mano il Palazzo
contesta il fatto al Grand Hotel, ma sto Ubiali dimostrerà che non è vero ed il
Palazzo chiede scusa e chiude gli atti. Stesso discorso, più o meno fa questa
Papotti e che gli atti che permisero lo
scempio fosser fuori legge a nessuno par che nulla freghi ed arriviamo quindi ai giorni nostri: morale
la Papotti ha decretato l'amputazion degli arti a due dei telamoni, che sono troppi. Non manca di indicar questa Papotti
che il tutto si faccia con cura e senza danno per tutto quanto il resto. Si vede che ci tiene alle opere
d'arti firmate da sto Ubiali.
giovedì 10 ottobre 2013
SEMI CONSIGLIO II PARTE
Ore neanche venti, su
per giù, la riprendiamo quando in agenda ci sono gli interpelli che sono, in tutto,
sette, alcuni son normali ed altri sono tosti, così che questi son
già posti in fondo all'ordine del giorno. Il primo riguarda una richiesta informativa
sulle spese legali che Canio ha sostenuto
da quando siede sul seggio di governo, ma tanto la cosa deve essere apparsa
ingenua che sto Canio si innervosisce mica poco e anziché relazionar sulla risposta,
consegna in aula un plico dove, a suo dire, ci stanno le cose che son chieste.
Vedremo poi quando le leggeremo e meglio capiremo. Ma
l'interpello è lungo e tocca la questione dell'azione di giustizia che Canio, a
leggere la Stampa, aveva avviato per costringere l'Ente Regione a rispettare i
patti sottoscritti intorno a Villa Palazzola. L'azione è singolare, per questo
si interpella, inaugura un nuovo modello, mica noto, di relazioni tra Enti e pubblici
soggetti. Al bando va l'azione diplomatica e l'intesa, si prende la penna come
spada e si chiede che il giudice decida. Su questo Canio è a un tempo sicuro
del suo conto, fa un poco sempre il duro, e dall'altro si mostra vago e un po' sfuggente. Nella sostanza dice: guardate
che l'accordo di Villa Palazzola è di prossima scadenza, dalla Regione niente
per quei soldi che prima furono anche dati e poi finiti in perenzione, quindi si
fa l'azione che tutela e poi costringe
Regione a cacciar tutti i suoi soldi. La minoranza insiste per sapere se,
quando e da chi Canio ha bussato alla porta dell'Ente Regionale perché è
comunque singolare che il nostro Alcade non riesca a farsi aprire e quando
riesce non porta a casa una risposta. Comunque questo è vero, lui da la colpa
alla Regione che, complice la crisi di finanza, non decide ormai più quasi su niente. Così finisce questo punto dell'ordine
del giorno e quello dopo non è che poi è anche molto più diverso. Il tema è
l'Alberghiera di cui non si han più notizie
fresche. La gara è andata buca e tutto tace. Non è che Canio anche su
questo ne sappia poi di più, le voci lui ci dice sono che proveranno un'altra
gara, forse ci saranno un po' più soldi, ma anche su questo non è certo. La
colpa dice è la Provincia, ha fatto un bando senza senso (questo è vero), ed
ora vediamo il risultato. Poi ci dice che se fosse sol per lui farebbe il tutto
assai diverso, peccato che è lui che ha firmato
e sottoscritto un bell'accordo che ora è impantanato. C'è l'interpello sulla
piscina con l'accesso inutile e la gestione
che fa un po' anche d'acqua. Risponde pronto il Vice, ora ci dice che mica era
d'accordo per fare la piscina, ma poi ha visto il risultato e a lui piace, per
vero a lui piace anche il portale del Grand Hotel e quindi non fa testo. Dice
che forse l'interpello sulla gestione ha un poco di ragione, ma per il resto
taglia corto e non risponde, se non che a lui piace. C'è l'off shore, il gruppo
Insieme fa da portavoce a Lega Ambiente che, con una nota scritta, indirizzata
ai Sindaco di Arona e Stresa ha chiesto che dessero conto, seriamente, dei
risultati conseguiti con sto off shore. Di suo quest'interpello
aggiunge e dice che ormai è provato che ste manifestazioni sono un po' troppo
forse a rischio e quindi sarebbe bene lasciar stare e ad altro forse anche
pensare. Qui è sempre il noto Vice che prende la parola e che difende, a spada tratta, il risultato.
Ci da pure dei numeri pensate; la cifra esatta in dollari lasciata a Stresa dai soli emiri che fa 1.350.000, gli
avrà contati non si sa, comunque è tutta una serie di successi che a lui e ai
suoi amici emiri son dovuti; dalla salvezza dell'Expo 2015, alla sede di Stresa
in Europa prescelta dal Dubaj. Incredibile;
è da proporre ministro straordinario alla salvezza dell'Italia in recessione.
Poi viene la sorpresa perché Canio fa il sempre troppo il furbo e mica vuol
trattare gli ultimi interpelli che a lui scottano. Allora decide di fare il
carosello e che alle 21 si chiude lo spettacolo. Così, inaudito, violando le
regole severe che a noi invece sempre impone, da la parola ai suoi di
Consiglieri che,proprio quelli sempre solo muti, sta volta diventano loquaci
per raccontarci le ebbrezze e le bellezze dell'off schore. Buona notte.
SEMI CONSIGLIO I PARTE
Ore 18, la solita
sala del Pala del Congressi, Canio fa il suo ingresso e prende subito il suo
posto. La sala è semivuota, togliendoci i tecnici del suono, il vigile
Giaviana, l'informatico che testa un nuovo sistema a registrare e l'addetto del
palazzo, non c'è proprio nessuno. Comunque, piano piano, entrano in aula i
singoli chiamati, alla fine si conteranno cinque assenti ed undici presenti.
Ora si inizia, si fa la chiama per l'appello e poi si approva una lunga
serie di verbali delle sedute precedenti. Il clima è quello che si registra a
inizio autunno, serata tiepida ed anche un poco uggiosa che più che rendere animosi
sembra sopire la voglia di duellare. Così Canio, in veste finanziaria, ci
chiama a ratificare un atto prima e dopo l'altro di qualche variazione, di poco
conto, del bilancio e poi da inizio a relazionar sugli equilibri di bilancio.
Per vero non ci sarebbe poi molto da raccontare perché, come sappiamo, gli equilibri sono
esatti, comunque l'occasione sembra propizia per raccontarci qualche primizia
intorno all'adeguamento dell'impianto funiviario. Per la verità nulla poi
ancora di sicuro e molto certo, soltanto che questo Comune ci caccia nel bilancio 70.000 in euro
nell'anno che è ora in corso, per dimostrar che tiene fede ai propri impegni. Per
quanto invece spetta alla Regione, ci dice Canio avere la Società di committenza
fatto arrivar la bozza di accordo di programma, ma che quanto alla quota di finanziamento regionale nulla ancor poi
se ne sa. Prosegue l'esame dei programmi e quando si arriva in C.so Italia dove,
si apprende, sarebbe intenzion procedere al progetto di suo rifacimento,
ritorna in aula la questione del concorso di idee e di progettazione che fu
archiviato con primo atto in assoluto dal primo governo già di Canio. Piervalle
insiste che si c'è da metterci le mani su questa tratta centrale e disastrata,
ma che occorre guardare un poco avanti per affrontar la riqualificazione in
generale e se le risorse proprie rimangono bloccate dal noto patto di stabilità,
passare ad altri mezzi mettendo in gioco le risorse che vengono dal parcheggio
di P. za di Marconi, ma qui si sa che il dente duole perché toccarle vuol dire
mettere in ginocchio Stresa Servizi. Canio lo nega, il Vice non lo dice, ma ci
crede. Ci sono tre mozioni che portano la firma dei Consiglieri in minoranza ed
anche di Coppola che sta con maggioranza. Relatore sulla prima è Lucio Casaroli
della proposta ispiratore. E' il cimitero per animali da affezione, peraltro
previsto e disciplinato da legge regionale, lo si vorrebbe come fosse un poco
un parco, insomma non certo un mausoleo, ma molto semplice e tranquillo.
Risponde il Vice che tra le parole già si capisce non vedere la cosa con favore,
ma Canio ci mette parole un poco più indulgenti, chiedendo che siano i
promotori a farsi carico. Il Professore invece, in deroga alla norma, prende la
parola e stronca la proposta. Poi Piervalle, anche lui allora in deroga di
norma, pure prende la parola e prova a dire che si potrebbe
trasferire la proposta all'amministrazion Pallavicino che forse un posticino
per un parco mortuario pur lo trova. Su questa allora si smorza la voglia di
cassare la proposta e la si rinvia ad altra data in attesa di conoscere la
risposta. C'è la proposta per organizzare un servizio di pubblico trasporto dalle
vie alte di Stresa capoluogo al centro e
viceversa. Il Vice la boccia senza
appello e così il resto del Consiglio presente in maggioranza. La terza mozione
la illustra Bertolino, riguarda una proposta di metter rotatoria che agevola
manovra nell'incrocio tra la via Roma, la Carducci e via Gignous. E' sempre il
Vice questa sera che, con il dente avvelenato perché anche Coppola ha firmato,
propone, facendo solo grande confusione, sia bocciata senza appello. Finite le mozioni
ci sono gli interpelli , ma visto che ore
sono, il resoconto lo faccio un'altra volta.
mercoledì 9 ottobre 2013
L'ASSEDIO
Persa la battaglia si
continua ora la guerra. La strategia seguita è quella di stringere d'assedio il
Palazzo e gli inquilini, tenerli dentro insomma ad acqua e poco pane ed
aspettare che escano per fame a mani alzate. Le armi stanno pronte all'ordine di
fuoco, le munizioni sono in canna, le coordinate son tracciate e prima una e
dopo l'altra le micce prendon tutte fuoco. E' stato scritto e letto, mandato a
revisione ad un legale e ritornato, l'esposto indirizzato a due Procure, contabile
e penale, oggetto dell'esposto, manco a dirlo, lo stralcio da noi chiamato da
sempre " La Zanetta". L'abbiam confezionato con gran cura, ci abbiamo messo dentro, crediamo,
proprio tutto, abbiamo scavato guardato
nelle pieghe, spiegata bene la questione così che chi la legge non perda molto del
suo tempo. Ci manca solo la stampa, le
firme in calce e poi si chiude un plico e l'altro e si consegna. Dai giudici
del TAR non vanno invece i Consiglieri, c'è infatti il rischio, no c'è la certezza, che poi la difesa di Palazzo
sollevi una questione che prende il nome di legittimazione. Meglio evitar
dunque lo scoglio, girarci intorno insomma e andare invece diretti sul
bersaglio. C'è ancora un po' di tempo, l'ultimo giorno utile è il 14 del mese
prossimo venturo; per quella data dunque stia sicuro il suo inquilino che
l'Ufficiale giudiziario busserà la porta di Palazzo e notificherà, firmato, sto
ricorso, chiedendo al giudice che sia pronunciata condanna a morte alla " Zanetta". Anche per questo
insomma procedono i lavori per benino e il povero Pafundi si prepari perché avrà
da sudar sette camicie per cercar di salvar sto capolavoro frutto dell'arte di
un governo senza parte. La storia del
porto arrivata, ormai si dice, sulla soglia del traguardo, a questo punto è
bene sia riscritta. Il racconto, per
vero, è quasi pronto; ci stiamo dedicando qualche giorno, occorre stare attenti,
mettere in ordine le carte, e sono tante, ripercorrere le tappe, segnare cifre,
fare somme, citar tutte le fonti, evidenziar con pennarello verde le pagine, di
tante, che spiegano il segreto dell'opera abortita. Destinataria di tanta
filologica ricerca sarà anche in sto caso la magistratura, quella di conto,
perché se danno è stato fatto, il danno sia pagato. Purtroppo incombe
prescrizione che lava, forse, quasi tutto.
martedì 8 ottobre 2013
LITE SENZA FINE
Si ricomincia dunque,
finito il primo tempo uno quasi a zero a favore del Palazzo, lo sconfitto ci
riprova nel secondo. Inizia dunque lo scontro presso la sede dell'appello dove
di fronte uno all'altro disputeranno un'altra volta un nuovo round. La storia
che è già lunga sarà dunque ancora un po' più lunga, previsioni su tempi non si
fanno e tanto meno si fanno nel merito dell'esito. Le parti, è noto, sono in
causa ormai da molti anni, la causa di lavoro, in prima istanza, è stata dunque
lunga non senza giudizi incidentali un po' diversi e contrastanti, poi la
Giudice Pomponio, in veste del lavoro, ha emesso la sentenza e l'Architetto ha
fatto subito trasloco. Si ricomincia dunque e già incombe la richiesta,
incidentale, di rientro in servizio provvisorio per cui Canio è già che trema,
poi vedremo. Sarà dunque lunga, dura e anche costosa la vicenda che ha visto e
vede in campo da un lato Canio e il Generale e dall'altro il Vice e l' Architetto. Sarà
dunque lunga e ancora dura, esempio di giustizia lenta ed anche incerta che magari,
di nuovo, rientegra frattempo il traslocato e poi, alla fine, conferma il giudizio
in primo grado o lo ribalta. Meglio per tutti sarebbe stato conciliare in prima
istanza, lasciate da parte le ripicche personali ne avrebbe guadagnato l'intero
Palazzo e gli abitanti, ne avrebbero
guadagnato anche le tasche perchè ste cose più durano e più costono e avremmo
evitato la farsa dell'ultima crisi estiva di governo quando anche il Vice fece
la mossa di uscire da Palazzo. Staranno dunque, non certo noi, ma altri in
ansia per scoprir cosa mai cela la prossima puntata di sta telenovela che
insieme alle altre che sono state programmate sembrano, sempre di più, le
uniche novità di chi governa e quasi sempre tace.
lunedì 7 ottobre 2013
IL DOLORE DEI TAGLI
Mercoledì dunque si va con gli eletti in Assemblea e a parte i nostri temi ormai già noti, Maggioranza porta, come è anche ormai la norma, la proposta per l'approvazione dei così chiamati: " equilibri di bilancio". Tutto sta dunque in equilibrio nelle finanze del Palazzo, questa è cosa nota e non ci piove e che questo bilancio non solo sta nell'equilibrio, ma persino è regolato con quasi un bilancino a noi va bene e nulla questio. Una questione però ci intriga e la poniamo perché quando, non è poi molto tempo fa, andammo in Assemblea ad approvare il preventivo, chiedemmo a Canio perché mai calati gli abitanti sotto la soglia dei 5.000 residenti, non furono calati invece i soldi destinati al suo Governo che rimasero iscritti nel bilancio come se i residenti non fossero calati. Contati male, ma poi non tanto, ballavano, di troppo, circa 50 mila euro che avrebbero potuto, da subito, essere destinati a ben, è il caso certo anche di dirlo, altro. Canio rispose confermando che era vera la questione tanto che già erano già stati tagliati i loro emolumenti, ma che si sarebbe provveduto durante l'esercizio. Bene, ma ora che siamo durante l' esercizio ancora non c'è traccia del taglio nel bilancio e del destinar quei fondi ad altro scopo. Ancora un po' che quelli aspettano, magari il taglio anche lo fanno, ma quanto a destinarli ad altro scopo e poi anche usarli, non c'è tempo. Rimane il fatto che pur subito il taglio dei loro emolumenti, qualcuno ha preso già di troppo e fermo restando i numeri che l'Istat ha dato dei nostri residenti, dovrà restituire un po' di soldi, altro che mantenere le vecchie previsioni di bilancio. Comunque c'è sto fatto che, ad oggi, non hanno intaccato di un euro il fondo a loro destinato e in cuor loro pensano di ritornare ai vecchi, generosi, emolumenti.
venerdì 4 ottobre 2013
AGLI ALTRI IL GIUDIZIO
Così oggi compare questa Perla sul forum in rete che sotto riportiamo e non è male. Comunque va avanti la difesa, l'esposto alle Procure è ormai già pronto e si avvicina la data del ricorso ai giudici del TAR .
Zanetta faccia pure le querele e si diletti, noi facciamo d'altro e poi vediamo.
Nuovi alberghi a Stresa: a rischio il paesaggio del Lago Maggiore e le sue ville storiche
Sul Lungolago di Stresa, zona sensibilissima sotto il profilo della tutela del paesaggio si alternano belle ville con i loro giardini e due splendidi alberghi ottocenteschi: l’hotel “Regina” e le “Grand hotel Des Iles Borromées”, quest’ultimo recentemente alterato da un nuovo inguardabile portale di accesso, pure loro circondati da giardini tenuti magnificamente. Poi ci sono anche, purtroppo, due alberghi “casermoni” costruiti negli anni 60, l’“Astoria” e il “Palma” che sono un affronto per il paesaggio circostante.
Tra questi due alberghi “casermoni” e l’Hotel Des Iles Borromées, ci sono ancora tre ville della fine ottocento, di cui due di pregio, lasciate da anni con le finestre spalancate e i tetti rotti in balia delle intemperie dalla loro proprietà (un albergatore proprietario di uno dei due alberghi casermoni e di quote societarie degli alberghi storici). Esse erano immerse in un grande giardino con palme, camelie, rododendri, glicini e quant’altro. Ovviamente ora tutto è lasciato nel più completo e voluto degrado.
Su queste due ville, nell’anno 2008, la Soprintendenza Regionale ha posto, nonostante l’opposizione del Comune, il vincolo monumentale. Successivamente, nel 2010, vi ha posto il vincolo indiretto previsto dall’articolo 45 del codice.
E c’è di più: su di una porzione di tutta l’area delle ville, attigua al parco del Grand Hotel Des Iless Borromees, di cui originariamente faceva parte, vige anche una norma di salvaguardia posta dall’adottato PPR regionale e che impone sul parco del Grand Hotel e quindi anche su tale porzione, in quanto vincolato nell’anno 1924, la inedificabilità assoluta.
Ora è giunta al termine una procedura di approvazione di una variante ad hoc di PRGC, fortemente voluta dal Sindaco attuale , che nonostante le obbligatorie previsioni poste sull’area dal vincolo indiretto e nonostante l’esistenza dell’articolo 26 dell’adottato PPR, incrementa le capacità edificatorie di quell’area, consentendo l’inserimento di, circa, 40.000 metri cubi di nuova edificazione alberghiera...........................................................................................
giovedì 3 ottobre 2013
CONSIGLIO D'AUTUNNO
CITTA’ DI STRESA
Stresa, 03 ottobre 2013
Ai Signori Consiglieri Comunali
LORO SEDI
Oggetto: Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.
IL SINDACO
DISPONE
di convocare il CONSIGLIO COMUNALE
In sessione straordinaria – seduta di I° convocazione per il giorno
Ai Signori Consiglieri Comunali
LORO SEDI
Oggetto: Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.
IL SINDACO
DISPONE
di convocare il CONSIGLIO COMUNALE
In sessione straordinaria – seduta di I° convocazione per il giorno
Mercoledì 09 ottobre 2013, ore 18.00
Presso Palazzo dei Congressi, sala Consiglio Comunale Per deliberare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
1. Lettura e approvazione verbali sedute precedenti.
2. Ratifica deliberazione G.C. n. 99 del 21.08.2013 ad oggetto: "Esame ed approvazione 1° variazione al bilancio di previsione, esercizio finanziario 2013".
3. Ratifica deliberazione G.C. n. 102 del 12.09.2013 ad oggetto: Esame ed approvazione 2° variazione al Bilancio di Previsione, esercizio finanziario 2013.
4. Art. 193 D. Lgs. 267/2000 – Ricognizione stato di attuazione dei programmi e salvaguardia degli equilibri di bilancio, esercizio finanziario 2013.
5. Esame ed approvazione 3° variazione al bilancio di previsione, esercizio finanziario 2013 e contestuale modifica prospetto previsioni annuali aggregati rilevanti ai fini del patto di stabilità interno.
6. Comunicazione deliberazione G.C. n. 95 del 21.08.2013 ad oggetto: "Prelievo dal fondo di riserva".
7. Gruppi Consiliari Insieme! e Lega Nord – Mozione: Cimitero per animali da affezione (prot. n. 12316 del 24/09/2013).
8. Gruppi Consiliari Insieme! e Lega Nord – Mozione: Servizio pubblico di trasporto urbano (prot. n. 12317 del 24/09/2013).
9. Gruppi Consiliari Insieme! e Lega Nord – Mozione: Miglioramento della sicurezza stradale (prot. n. 12318 del 24/09/2013).
10. Gruppo Consiliare Insieme!– Interpellanza: Spese legali e costituzione in giudizio avverso Regione Piemonte (prot. n. 12320 del 24/09/2013).
11. Gruppo Consiliare Insieme!– Interpellanza: Accordo di programma Comune/Provincia – Costruzione nuovo edificio scuola alberghiera e campo di calcio. Ritardi e prospettive (prot. n. 12324 del 24/09/2013).
12. Gruppo Consiliare Insieme!– Interpellanza: Impianto natatorio Lido di Carciano –criterio di progettazione e di funzionamento degli accessi (prot. n. 12326 del 24/09/2013).
13. Gruppo Consiliare Insieme!– Interpellanza: Manifestazione Off Shore. (prot. n. 12328 del 24/09/2013).
14. Gruppo Consiliare Insieme!– Interpellanza: Impianto di trasporto a fune: Stresa Lido-Mottarone vetta. Stato delle procedure e dei finanziamenti per l’adeguamento impiantistico (prot. n. 12329 del 24/09/2013).
15. Gruppo Consiliare Insieme!– Interpellanza: Opera di costruzione struttura portuale turistica. Stato delle procedure e dei finanziamenti – valutazioni progettuali. (prot. n. 12330 del 24/09/2013).
IL SINDACO
(avv. Canio Di Milia)
NUOVO INTERPELLO
Approfittando dell'attesa della chiamata in gran Consiglio, gli accadimenti impongono di accelerare le domande da porre a Canio sulla questione del bel pasticcio combinato in vetta al Mottarone. Lo riproduciamo, dunque fresco fresco e in anteprima, quale post della giornata. Per quanto invece riguarda la risposta , un poco di pazienza e poi vedremo.
GRUPPO
CONSILIARE “INSIEME”
Preg.
mo Avv. Canio Di Milia
Sindaco
di Stresa
SEDE
OGG:
Interpellanza
art. 44 del regolamento sul funzionamento del Consiglio.
Costituzione
dei diritti di servitù, mediante espropriazione, per l'esercizio
degli impianti di trasporto a fune e
delle piste da discesa in
località Mottarone. Soccombenza in giudizio-rimedi: tempi e modi.
Responsabilità conseguenti.
Affinché
possa essere inserito all’o.d.g di prossimo consiglio si formula il
seguente interpello.
Premesso
che si è venuti a conoscenza del contenuto della sentenza n.
010022/2013 con la quale il Tribunale Amministrativo Regionale,
decidendo sul ricorso proposto dalla società Aghe srl per
l'annullamento del decreto di costituzione coattiva di servitù, a
firma del Responsabile del Servizio gestione risorse patrimoniali del
Comune di Stresa, notificato in data 8 maggio 2012, con il quale è
stata costituita: “ servitù coattiva a favore della Città di
Stresa sui terreni di proprietà della Aghe s.r.l.
…..........individuati nella delibera del Consiglio Comunale n. 49
del 3/5/2011, integrata con deliberazione della Giunta Comunale n.
111 del 9/8/2011, quali aree sciabili, comprese le piste e i relativi
impianti di innevamento e di risalita, con i loro accessori e
pertinenze”; nonché avverso tutti gli atti ad esso presupposti ed
in particolare la delibera del Consiglio comunale di Stresa n. 49 del
3 maggio 2011 e la delibera della Giunta comunale di Stresa n. 111
del 9 agosto 2011, con le quali veniva approvata la documentazione
tecnica di individuazione delle aree sciabili ai sensi della legge
regionale n. 2 del 2009 e la delibera della Giunta della Regione
Piemonte n. 13-2575 del 13 settembre 2011, con la quale la Regione
Piemonte ha approvato la proposta di individuazione delle aree
sciabili del Comune di Stresa;Osservato che pende tuttora, ove non già andato a giudizio, altro ricorso di pari contenuto e tenore promosso nei confronti delle servitù egualmente imposte sui terreni facenti parte delle proprietà Borromeo e che è verosimile, anzi certo, che anche tale ricorso avrà ugual e pari esito del primo di cui alla sentenza richiamata;
Osservato
ancora che l'esito dei ricorsi ha come effetto l'annullamento dei
provvedimenti coattivi assunti, privando di ogni titolo giuridico,
con decorrenza ex tunc, l'occupazione in atto, con impianti di
risalita e piste di discesa, dei terreni fatti oggetto di tali
provvedimenti, ponendo nell'immediato un problema di legittimazione
alla continuità delle relative attività;
Ricordato ancora che, mentre per quanto riguarda i terreni che fanno capo ad Aghe srl, i medesimi dovrebbero essere inclusi in quelli oggetto di procedimento in corso per l' accertamento della esistenza di diritti di uso civico, mentre su quelli che fanno capo alla proprietà Borromeo è noto essere pendente un provvedimento di sfratto per morosità;
Quanto premesso, la situazione che, per effetto del giudizio, si è determinata e che si determinerà a breve per effetto del nuovo prossimo giudizio, sarà tale da poter seriamente e concretamente mettere a rischio, quanto meno nel medio periodo, la continuità delle attività invernali nella stazione sciistica;
Alla luce di tutto ciò si è ad interpellare il Sindaco per conoscere con quali modalità intende l'Amministrazione fronteggiare la situazione che, anche per sua responsabilità, si è venuta e si verrà a determinarsi ed in particolare voglia dare risposta ai seguenti interpelli:
1) Alla luce della decisione assunta dal Tribunale Amministrativo che ha cassato il provvedimento di imposizione di servitù coattiva a favore del Comune di Stresa su terreni di estensione complessiva pari a 462.885 mq., quali aree sciabili ai sensi della legge regionale n. 2 del 2009, ritiene l'Amministrazione riproporre integralmente gli atti annullati o, considerata la procedura avviata di accertamento di esistenza di usi civici sui medesimi, accelerare la chiusura di tale procedura ed assumere poi atti coerenti con tali conclusioni e non con essi, potenzialmente, confliggenti ?
2)
L'annullamento operato dal Tribunale amministrativo interessa
comunque terreni sui quali vi sono impianti di risalita o piste di
discesa, attualmente in esercizio?
3)
Considerato che ricorso di ugual tenore a quello di Aghe srl pende
presso il medesimo Tribunale Amministrativo ed è verosimile, anzi
certo, che non diverso esito potrà avere, ritiene l'Amministrazione
attendere il suo esito o, da subito, agire in autotutela con
l'annullamento degli atti assunti e la loro corretta riproposizione ?
4)
Considerato che in tale secondo caso pende procedura di sfratto nei
confronti della società che ha in esercizio gli impianti, è
consapevole l'Amministrazione del rischio concreto di sostanziale
blocco, quanto meno temporaneo, che si profila per le attività
invernali della stazione sciistica ed è ugualmente consapevole che
in tale, non auspicabile, caso non potrà sfuggire all'accusa di
esserne causa attiva in quanto ed in gran parte ad essa saranno da
addebitare le responsabilità ?
5)
Dica quindi l'Amministrazione come intende procedere per evitare e
prevenire più infausti accadimenti, indicandone modalità e
tempistiche, nonché quali azioni intenda comunque attivare il
Sindaco per raffreddare lo stato di contenzioso già in atto tra le
parti e che la stessa attività illegittimità dell'Amministrazione
non ha certamente aiutato a far cessare. Risponda da ultimo in ordine
ai possibili conseguenti effetti circa i risarcimenti e a chi saranno
da imputarsi, da liquidarsi per effetto delle occupazioni senza
titolo intervenute dalla data di imposizione delle servitù a quelle
di loro annullamento.
Gli interpellanti ringraziano
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