Dopo
l'ultimo disastro provocato dal noto fortunale dello scorso dieci ottobre, sta
accesa ancora la polemica sul porto di Verbania andato mezzo a fondo. Sette miliardi
in lire fu la spesa sostenuta a realizzarlo; emerge poi, anche lì, una perizia che
fu dal Dipartimento di ingegneria navale dell'Università di Genova redatta e sottoscritta
e che già diceva come le cose non fossero ben fatte, poi la polemica si sposta
alla gestione e a quanto fatto e anche non fatto per la sua manutenzione. Insomma,
di cose un po' sul chiaro e scuro ve ne sono, che poi fosse già un disastro anche
annunciato non sappiamo, comunque è
stato un bel disastro. Un'opera compiuta e funzionante, dunque ora è mezza o
intera da rifare e non c'è male, discuteranno un po' i soliti sapienti ed anche
color che son saccenti e, tempo qualche lustro, la cosa si sistema. Per un'
opera compiuta e andata male, c'è l'altra, l'incompiuta, quella che dovrebbe
essere segnata come tale sul sito del Ministero infrastrutture e che se invece
te la cerchi non la trovi. Sarà una distrazione o qualcos'altro, ma ormai mi sa
che di sta opera si inizia a preferir dimenticarla che non piuttosto a farla. Ne
parleremo comunque ancora presto e bene, cioè male, di questo porto che più che
collassare manco è mai venuto a galla, per ora vi do soltanto un'altra
notizuola che, seppur la cosa non è più di ier mattina, nessuno, o quasi, la conosce. Quando che fu appaltata l'opera iniziale,
andò l'impresa appaltatrice per far la polizza che è d'obbligo per risarcir i
danni eventuali che possono succedere nel tempo dei lavori. Andò dunque l'impresa
da una Compagnia primaria nel ramo di quel rischio, ma questa chiese di poter veder
un poco anche le carte. Videro le carte di progetto i suoi periti e diedero un
responso che fu di morte già annunciata. Dissero infatti che l'opera era ad alto
rischio di sinistro e quella Compagnia non stipulò quindi il contratto. Tutto successe
dopo quindi che già da prima non fosse conosciuto, ma il tempo passa invano e
noi aspettiamo.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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