Dunque il consuntivo
per i porti in acque dolci e molto amaro: Cannobio collassò dentro un abisso
che era ancora nuovo, Verbania già una prima volta, appena quasi nuovo, rischiò
di inabissare, di Stresa non ne parliamo, sin'ora è solo un buco fatto in acqua e
l'altro giorno quello di Verbania ci ha riprovato a collassare e ci è riuscito. Per
verità dobbiamo dire che anche sull'altra sponda del Verbano non è che le cose sono
andate sempre proprio bene, anzi, mentre dalla dolce terra Elvetica non sono
mai trapelate notizie di sventure. Quest'ultima cosa poi dispiace, poiché
mentre oltre confine hanno i soldi, ma non hanno i problemi per i quali spenderli,
da noi ci sono i problemi, ma non ci sono più i soldi per risolverli, anzi
anche quando ci sarebbero i soldi, poi non bastano mai. Se facciamo quattro
conti ne viene fuori un'immagine di un sistema, è forse proprio il caso di chiamarlo
in questo modo, di cui non si sa se vergognarsi o inorridire. Il progetto, di Raccheliana
memoria, di dotare questo lago di un sistema pubblico di attracchi e ricoveri a
favore del turismo nautico è naufragato, guarda un po', proprio nei suoi obiettivi
più ambiziosi e più qualificanti, tanto da essere, a circa 15 anni dalla data
del suo avvio, arrivato al punto di partenza, mica male. Non tocchiamo il
capitolo delle responsabilità perché non andremmo molto in là, seppur nel caso
di Cannobio un qualche processo pur ci fu anche se nessuno si ricorda più il
suo esito. Eppure additare sempre e soltanto la vendetta divina quale causa delle
disgrazie umane sembra, ormai da un po' di tempo, non più tanto attuale, da
quando insomma non soltanto il mondo non crede più agli dei, ma ormai neppure ad un
dio soltanto. E' vero che nell'ultimo infausto caso Eolo ha soffiato come forse
da molto tempo non ce l'aveva più messa, ma quando anche questo dio ci avesse
messo del suo nella faccenda, probabilmente sapeva dove sarebbe andato a parare,
conoscendo la debolezza e forse anche
l'insipienza della stirpe umana, italica in particolare. Dunque siamo da capo e
con i floridi bilanci pubblici in dissesto si può ragionevolmente pensare che
l'attesa sarà lunga, forse eterna. Canio da parte sua, per un verso avrà tirato
un sospiro di sollievo, beato lui, vedendo dove sono andate a finire tutte le
realizzate simili opere concorrenti, dall'altro lato gli starà girando un
dubbio nella sua testa che rischia di accentuargli, se mai ne soffre, le
emicranie: quello di vedersi dirottare verso il porto di Verbania i 900 mila
euro di cui attende da Regione un ok. Insomma c'è il rischio di dover
intraprendere una vera e propria battaglia navale per impossessarsi dello
scarso denaro, ormai, ancora in circolazione o meglio, in questo caso, in navigazione.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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