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lunedì 14 ottobre 2013

NAUFRAGI




Dunque il consuntivo per i porti in acque dolci e molto amaro: Cannobio collassò dentro un abisso che era ancora nuovo, Verbania già una prima volta, appena quasi nuovo, rischiò di inabissare, di Stresa non ne parliamo, sin'ora è solo un buco fatto in acqua e l'altro giorno quello di Verbania ci ha riprovato a collassare e ci è riuscito. Per verità dobbiamo dire che anche sull'altra sponda del Verbano non è che le cose sono andate sempre proprio bene, anzi, mentre dalla dolce terra Elvetica non sono mai trapelate notizie di sventure. Quest'ultima cosa poi dispiace, poiché mentre oltre confine hanno i soldi, ma non hanno i problemi per i quali spenderli, da noi ci sono i problemi, ma non ci sono più i soldi per risolverli, anzi anche quando ci sarebbero i soldi, poi non bastano mai. Se facciamo quattro conti ne viene fuori un'immagine di un sistema, è forse proprio il caso di chiamarlo in questo modo, di cui non si sa se vergognarsi o inorridire. Il progetto, di Raccheliana memoria, di dotare questo lago di un sistema pubblico di attracchi e ricoveri a favore del turismo nautico è naufragato, guarda un po', proprio nei suoi obiettivi più ambiziosi e più qualificanti, tanto da essere, a circa 15 anni dalla data del suo avvio, arrivato al punto di partenza, mica male. Non tocchiamo il capitolo delle responsabilità perché non andremmo molto in là, seppur nel caso di Cannobio un qualche processo pur ci fu anche se nessuno si ricorda più il suo esito. Eppure additare sempre e soltanto la vendetta divina quale causa delle disgrazie umane sembra, ormai da un po' di tempo, non più tanto attuale, da quando insomma non soltanto il mondo non crede più agli dei, ma ormai neppure ad un dio soltanto. E' vero che nell'ultimo infausto caso Eolo ha soffiato come forse da molto tempo non ce l'aveva più messa, ma quando anche questo dio ci avesse messo del suo nella faccenda, probabilmente sapeva dove sarebbe andato a parare, conoscendo la debolezza  e forse anche l'insipienza della stirpe umana, italica in particolare. Dunque siamo da capo e con i floridi bilanci pubblici in dissesto si può ragionevolmente pensare che l'attesa sarà lunga, forse eterna. Canio da parte sua, per un verso avrà tirato un sospiro di sollievo, beato lui, vedendo dove sono andate a finire tutte le realizzate simili opere concorrenti, dall'altro lato gli starà girando un dubbio nella sua testa che rischia di accentuargli, se mai ne soffre, le emicranie: quello di vedersi dirottare verso il porto di Verbania i 900 mila euro di cui attende da Regione un ok. Insomma c'è il rischio di dover intraprendere una vera e propria battaglia navale per impossessarsi dello scarso denaro, ormai, ancora in circolazione o meglio, in questo caso, in navigazione.        

 

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