Persa la battaglia si
continua ora la guerra. La strategia seguita è quella di stringere d'assedio il
Palazzo e gli inquilini, tenerli dentro insomma ad acqua e poco pane ed
aspettare che escano per fame a mani alzate. Le armi stanno pronte all'ordine di
fuoco, le munizioni sono in canna, le coordinate son tracciate e prima una e
dopo l'altra le micce prendon tutte fuoco. E' stato scritto e letto, mandato a
revisione ad un legale e ritornato, l'esposto indirizzato a due Procure, contabile
e penale, oggetto dell'esposto, manco a dirlo, lo stralcio da noi chiamato da
sempre " La Zanetta". L'abbiam confezionato con gran cura, ci abbiamo messo dentro, crediamo,
proprio tutto, abbiamo scavato guardato
nelle pieghe, spiegata bene la questione così che chi la legge non perda molto del
suo tempo. Ci manca solo la stampa, le
firme in calce e poi si chiude un plico e l'altro e si consegna. Dai giudici
del TAR non vanno invece i Consiglieri, c'è infatti il rischio, no c'è la certezza, che poi la difesa di Palazzo
sollevi una questione che prende il nome di legittimazione. Meglio evitar
dunque lo scoglio, girarci intorno insomma e andare invece diretti sul
bersaglio. C'è ancora un po' di tempo, l'ultimo giorno utile è il 14 del mese
prossimo venturo; per quella data dunque stia sicuro il suo inquilino che
l'Ufficiale giudiziario busserà la porta di Palazzo e notificherà, firmato, sto
ricorso, chiedendo al giudice che sia pronunciata condanna a morte alla " Zanetta". Anche per questo
insomma procedono i lavori per benino e il povero Pafundi si prepari perché avrà
da sudar sette camicie per cercar di salvar sto capolavoro frutto dell'arte di
un governo senza parte. La storia del
porto arrivata, ormai si dice, sulla soglia del traguardo, a questo punto è
bene sia riscritta. Il racconto, per
vero, è quasi pronto; ci stiamo dedicando qualche giorno, occorre stare attenti,
mettere in ordine le carte, e sono tante, ripercorrere le tappe, segnare cifre,
fare somme, citar tutte le fonti, evidenziar con pennarello verde le pagine, di
tante, che spiegano il segreto dell'opera abortita. Destinataria di tanta
filologica ricerca sarà anche in sto caso la magistratura, quella di conto,
perché se danno è stato fatto, il danno sia pagato. Purtroppo incombe
prescrizione che lava, forse, quasi tutto.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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