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venerdì 30 novembre 2012

UN CONSIGLIO

 
Ore 21, Palacongressi, stessa sala, stesso posto, questa sera il solito spettacolo, ma se va tutto bene  c'è anche una sorpresa: un imprevedibile  imprevisto proprio nel finale.  Andatelo a vedere.  

giovedì 29 novembre 2012

VIGILIA


Domani si va in aula ore 21, l’ o.d.g., a un primo esame, sembra essere corposo, ma se la lista sembra lunga, dall’uno al nove, salvo che il Dottore si soffermi alla lettura, si va in fretta. Quello che riguarda la finanza è quasi tutto da decidersi per legge, quindi si riduce un altro poco il debito locale, di circa 40 mila euro, diversamente lo Stato si tiene anche quei soldi, si aggiusta un altro poco il patto, ma non sembra esserci fatica a starci dentro, si destina un po’ di avanzo contro il rischio da residui e il conto torna, non c’è mai dubbio lo abbiamo detto molte volte, le entrate sono tante, anzi forse sono troppe ( 6.348.729,27 euro , solo di correnti, nell’anno che si chiude), il gioco è fatto.
Si approva un piano per ridurre i consumi di energia, ma è quello standard chiamato del patto dei sindaci, vedremo; ci sono poi tre rinnovi di concessioni di sciovie sul Mottarone, non c’è storia; saranno allora circa le 22 e quasi 30, la maggioranza ormai avrà già belle finito. Dal 10 al 17, in realtà son solo 16, il 10 c’è già stato, spetta a minoranza. C’è da chiudere gli interpelli non fatti l’altra volta , e sono 4, qualche attesa vien rivolta a sapere le novità sull’alberghiera e sulla Palazzola e poi  in chiusura, ci stanno cose nuove : la prima è una mozione per far capire a maggioranza che il piano si rispetta e non si straccia secondo convenienza che poi votino no, questo forse è anche lo scopo che vogliamo così stanno incastrati, gli ultimi due sono interpelli, l’uno riguarda le storie ripetute che il Vice delegato ci racconta, dulcis in fundo si accendon tutti i riflettori, c’è sta storia di Canio che usa il codice penale come se fosse un manganello da picchiar sulla testa di chi a Lui anche si oppone. Non voglio anticipare proprio nulla, ma qualche novità forse ci sarà.

 

 

 

mercoledì 28 novembre 2012

MALEDIZIONE



Non è ufficiale, chiamiamola ufficiosa, comunque la notizia sarebbe questa qui: che la cascina di Carciano, un’altra volta, è andata buca. C’erano voluti sino a tre bandi, per vero almeno due; comunque il primo era deserto, il secondo sembrava fosse andato, invece no, c’era voluto anche poi il terzo per arrivare a risultato. Sembrava, comunque, quella ultima volta fosse buona, almeno le intenzioni erano buone. La partenza per vero andava lenta, l’estate era passato con la cascina mezza aperta e mezza chiusa, comunque sin lì ancora si sperava, non c’erano notizie in altro senso; tra l’autunno e l’inverno si fa l’investimento e poi si apre per davvero. Per davvero mica tanto, non passa ancor l’autunno e tutto sembra già finito; già finito ? Si sembra proprio che già tutto sia finito, cioè neanche incominciato e, un’altra volta il contratto abbandonato. Sembra quasi ci sia in atto un sabotaggio programmato, non ce n’è forse manco una che riesce ad andare a risultato, pazienza vada male al primo turno, ma qui siamo arrivati al terzo turno, non è bastato neanche il ballottaggio; c’è in atto un sabotaggio, va indagato. Non era andato bene neanche il bar imbarcadero che adesso sta ormai chiuso e già cessato di qualche anno anticipato, poi c’è in corso l’affidamento di gestione del Logo e la piscina. Qui l’offerta sembra sia stata generosa, anzi fors’ anche un po’ troppo generosa e allora le cose stanno un poco ancora in corso e forse complicate, ma presto si vedrà. Comunque questo è il quadro, sembrava che bastasse metter sul mercato i gioielli di famiglia e voilà tutto era fatto, invece le cose son sempre complicate e molto poco fortunate.

 

 

 

 

 

 

 

martedì 27 novembre 2012

CONSIGLIO CALOROSO

CONVOCAZIONE CONSIGLIO COMUNALE
IL SINDACO
Visti l'art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;
Visto l'articolo 13 dello Statuto Comunale;
DISPONE
di convocare il CONSIGLIO COMUNALE

- in sessione straordinaria - seduta di I convocazione, per il giorno di
Venerdì 30 Novembre 2012, ore 21.00.
presso il Palazzo dei Congressi, Sala Consiglio Comunale
-Per deliberare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
 

1. Comunicazione deliberazione G.C. n. 135 del 31.10.2012 "Prelievo dal fondo di riserva".
2. Ratifica deliberazione G.C. n. 136 del 31.10.2012 "Esame ed approvazione 5° variazione al bilancio di previsione 2012 contestuale modifica aggregati rilevanti ai fini del patto di stabilità interno".
3. Esame ed approvazione assestamento generale di bilancio e 6° variazione al bilancio di previsione - esercizio finanziario 2012.
4. Modifica degli aggregati rilevanti ai fini del patto di stabilità interno.
5. Estinzione anticipata di mutui in essere con la Cassa Depositi e Prestiti.
6. Approvazione Piano di Azione per l' Energia Sostenibile PAES relativo all'iniziativa del Patto dei Sindaci.
7. Sciovia Selvaspessa 1 - Rinnovo concessione a favore della S4 S.r.l. di Miasino.
8. Sciovia Selvaspessa 2 - Rinnovo concessione a favore della S4 S.r.l. di Miasino.
9. Sciovia Nuovo Baby - Rinnovo concessione a favore della S4 S.r.l. di Miasino.
10. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: stazione capoluogo Navigazione Laghi. Sdemanializzazione e cessione a Ente Comune. Stato della procedura (prot. n. 15052/2012).
11 Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: programma di realizzazione nuova sede scuola alberghiera e costruzione nuovo campo di calcio. Accordo di programma convenzione Comune di Stresa - Provincia V.C.O. Stato di attuazione (prot. n. 15054/2012).
12. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: programma di recupero e valorizzazione di Villa Palazzola. Stato dei finanziamenti. Attività del Sindaco. Conoscenza. (prot. n. 15057/2012).
13. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: area ex-vivaio regionale Alpinia retrocessa da Regione Piemonte. Destinazione d' uso (prot. n. 15069/2012).
14. Gruppo Consiliare Insieme. Mozione: convenzione Comune-Villa Aminta. Art. 3.4.1 delle N.T.A. Generalizzata disapplicazione (prot. n. 16100/2012).
15. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: via Case Sparse. Completamenti edificatori in corso. Stato della urbanizzazione. Verifica dell' attuazione (prot. n. 16098/2012).
16. Gruppo Consiliare Insieme. Attività consiliare della minoranza in contrasto a programma del Sindaco. Conformità democratica dell' azione di querela promossa dal Sindaco (prot. n. 16099/2012).

 
IL SINDACO
(avv. Canio Di Milia)

 

lunedì 26 novembre 2012

PROCEDERE SBANDANDO


 
Che mi abbia stufato quella discussione, di cui ne ho giusto  fatto un cenno l’altro ieri, questo non vuol dire che la cosa non abbia più interesse, tutt’altro, non ne discuto perché è proprio inutile; non entra nella testa del governo, non entra nella testa dell’impresa, vogliono il suicidio di un modello di turismo e non il suo ritorno che pur sarebbe solo dietro l’angolo. Comunque andiamo avanti, o meglio vanno avanti e il giorno 22 ultimo scorso hanno riunito, un’altra volta ancora, la conferenza per la cosa: la “Zanetta” tanto per intenderci. Orbene, l’oggetto in discussione doveva essere l’esame della relazione di verifica consegnata da quell’OTC messo insieme per lo scopo. La relazione non è pronta, ma l’esame della variante per Zanetta non va in VAS e questo, per chi scrive, non è una bella decisione. Altro argomento all’ordine del giorno doveva essere l’esame delle osservazioni presentate. Qui il colpo è un po’ di scena, perché la componente regionale che pur aveva preteso, in circostanza assolutamente analoga, che fosse Conferenza stessa a dir la sua e non il Consiglio Comunale, si defila, cambia la versione e dice che è il Consiglio che deve dir la sua. La cosa ci sorprende ? Mica tanto, ne abbiamo già parlato sotto quel titolo: “ tecnici e politici “. Comunque il fatto è che tra quelle osservazioni che dovevano andare a quell’esame ci sta proprio anche quella incriminata, quella che dice: “ attento Canio perché c’è ‘abuso dietro l’angolo” e in tale circostanza, allora, i tecnici prendon la distanza, non ne vogliono sapere di decidere, troppo rischioso e allora dicono a Canio di ritornare in Consiglio a decidere e poi, magari, si vedrà. Comunque un bel pasticcio, le procedure cambiano o si inventano secondo circostanze e come tira il vento. Per ora dunque a Canio passa il testimone e a lui spetta il compito di preparare le risposte e poi andare ancor davanti al suo Consiglio e, visto il precedente, ci aspetta una sessione che occuperà più ore, anzi forse più giornate e quanto alla previsione del clima che farà, stiamone certi, arriva l’uragano, chiamiamolo Zanetta.

 

sabato 24 novembre 2012

L'ALTERNATIVA

 
La discussione, senza fine, su questo mega grande albergo mi ha stufato, certo solo su questo, perché è ormai certo che della variante per alberghi, quella dei 180 mila cubi, per intenderci, non ne sentiremo, invece, più parlare; è belle morta e sta sepolta dentro l’armadio dell’alcalde. Dicevo mi ha stufato, mentre giusto proprio ieri sfogliando un inserto del giornale con la carta colorata, mi imbatto su quanto fatto in un lago a noi vicino. Lago di Como, appunto:” Castadiva resort”, con questa indicazione andate sulla rete e lo trovate. Orbene, la domanda è presto fatta; perché là si fa e qua, invece, no. La si punta non certo alla grande quantità come si fa qua, ma sicuramente all’alta qualità. Là c’è una domanda di turismo che non è poi tanto così diversa da quella che c’è qua e allora anche l’offerta per turismo non dovrebbe essere poi così tanto diversa, eppure………. A vedere poi le cose nel concreto, le condizioni qui sarebbero ideali; ville di pregio abbandonate, aree per parchi andati alla malora da rifare, spazi insomma di grande qualità, non certo vocati al casermaggio. Eppure, eppure dicevamo, là lo si fa e qua, non solo non si fa, proprio non si vuole, si mira solo a costruire le caserme. Certamente, è facile pensare che quando una caserma è tutta piena, magari anche a prezzo un po’ svenduto, si tira giù la leva a fine di giornata e con gli euro si riempiono dei sacchi, ma a che prezzo vien poi quasi da dire. Il prezzo è troppo alto, questa è la risposta e qui sta il grande e grave errore che Canio sta compiendo. Orbene Lui quereli, quereli all’infinito, non sarà certo ricordato per le querele da strapazzo, ma per il disastro combinato.
1.      

venerdì 23 novembre 2012

GLI STRATEGHI


E mentre avanzano i lavori, come si vede in copertina, aprendo nuove vie per il turismo escursionista, il Palazzo non si ferma e presenta il nuovo piano dei lavori per il prossimo triennio ormai in arrivo. Cos’è questo triennale che ogni anno si presenta ? L’adempimento è nella legge che vuol che i pubblici lavori si programmino per tempo, che si dica, quindi, cosa si vuol fare, come anche  si pagano e quando poi si fanno. Insomma, certo, un obbligo di legge, ma un’ utile occasione per stendere programmi un po’ credibili e concreti ed impegnare i signori mandati nel Palazzo, a spremer le meningi per ingegnarsi a tirar fuori anche qualche loro idea. Ad un primo esame, ma è solo proprio un primo esame, son quattro paginette a tre colonne, insomma se la cavano con poco e quanto alle proposte l’impressione che si ha, a scorrer sto volume, è che la cosa più credibile e sicura è che quello che era da far quest’anno slitta ad un altr’anno o ad un altro anno ancora, quel che era da far l’altr’anno già passato va avanti ancor di un anno e così via. Ne volete solo una prova: vi ricordate quel parcheggio di p.za Capucci, era inserito già quest’anno ed ora finisce nel 2000 e ben 14, l’illuminazione dell’isola che è Bella, era forse già nell’anno che è passato, poi la mettono quest’anno ed adesso la ritroviamo nell’anno che verrà. Quanto alla domanda, con che soldi ? Questo se lo chiede anche la loro brava Ragioniera che glielo scrive nel parere, ma loro vanno avanti, non importa, tanto i programmi pure passano, ma le opere non fanno e, visto come poi le fanno, quando le fanno, forse così è il minor danno.

giovedì 22 novembre 2012

TECNICI E POLITICI


La questione è un po’ sul banco quando si parla del Governo nazionale e lascio a voi la soluzione, quel che invece è giusto farne un cenno e ciò che succede anche da noi, cioè si intende dentro il perimetro del nostro bel Palazzo, ora poi che anche d’inverno. Un esempio, anche se piccino, lo abbiamo visto giusto all’opera nell’occasione dell’ultima seduta. Andava in aula quel documento detto PAI, chi ci segue cosa è già lo capisce, e a far da spalla a quelli del governo chiamano un tecnico. Costui è, ormai, da vecchia data sulla scena, sale dunque sul banco del governo e lo sostiene per rigettar le osservazioni presentate sul tema del rispetto, o meglio non rispetto, di quelle distanze da tener dai corsi d’acqua nel loro tratto collinare. Che si arrampicava sugli specchi era evidente, tanto evidente, da dover persino sostenere che nessuna pressione aveva lui subito da parte del governo che, tutto schierato, intanto gli sedeva proprio accanto. Meno invece o quasi nulla ci disse per confutar la tesi sulle distanze messe quasi tutte assai sbagliate,  tanto da neppure ricordare che dire rio o torrente o fosso, non è questo quel che importa perché così lo dice la legge sulle acque che riporto:

"N.B. nella 2° colonna l'indicazione fiume, torrente, botro, vallone, ecc., non si riferisce alla natura dei corsi d'acqua sibbene alla qualifica con la quale sono conosciuti nella località"

Questo per dire che a capir quello che vuole il padrone, non è che occorra manco che questi glielo dica, chi ha “ esperienza “ lo capisce e vi si adegua; sta infatti nel contratto, o se preferite, nel sistema. Non tocchiamo, questa volta, poi i soliti urbanisti, qui il campo è anche più minato, ma pensiamo a un altro campo dove par che siedano solo tecnici imparziali, prendiamo dunque la commissione del paesaggio. Già ne accennammo che forse un componente avrebbe un qualche disagio a starci dentro. Già lo accennammo, appunto, in occasione della distruzione decretata del verde a Villa Bossi, rimarcando che il conflitto di interesse non è solo quello formale ma è quello sostanziale. Mi spiego meglio a rischio di querela: non è che casualmente tengo nel cassetto il progetto del mega grande albergo di 44 mila cubi, perché e per caso qualcuno me lo ha messo e poi, tranquillamente, mi siedo in commissione, pubblica imparziale, e gli do il voto. Sarà che la legge formale è rispettata, ma quella sostanziale è tutta già saltata. Bisogna quindi aver coraggio, decidersi da quale parte stare: se fare o giudicare. Lo so, lo so che la politica ci sta a questi bei giochetti, ma suvvia, le cose poi si sanno, e allora è meglio già lasciare una poltrona, almeno si capisce da quale parte è meglio stare.

mercoledì 21 novembre 2012

BANCA ETICA


Dunque si prepara un nuovo appuntamento consiliare che, lo ripetiamo, dovrebbe essere per il 30 del mese che sta in corso. Qualcuno dice sarà caldo, non si sa, perché la cosa che sembra ora diventar d’attualità, a me, per verità, non fa ne tanto caldo, ne poi un gran freddo. Ben si intende non è che sia una roba tanto poi ordinaria che un Sindaco non sappia più che fare per fermarli e si metta a querelare chi si oppone, proprio no, ma confidiamo nel nulla che sta dietro a quelle accuse e poi, col tempo, si vedrà. Comunque il 30 o il giorno che sarà qualcosa si vedrà. Se quindi l’argomento risaputo ora stuzzica un poco anche i media, c’è invece forse un altro argomento che andrà in aula che, per certi aspetti , è più serio e interessante. La domanda che in quell’aula si farà è se sia lecito non rispettare lo strumento urbanistico o, invece, sia vietato. La questione non è nuova, ma ora la si vuole riaffrontare per intero perché la risposta che, in prima battuta, già ci diede il Professor, ancora oggi, lo ricordiamo, delegato all’edilizia, quella privata, era stata, a dir poco, sconcertante: “ abbiam fatto sempre così e andremo avanti sempre così”. Errare umanum est, perseverare è diabolico. Quale è però il problema detto in soldoni, vediamo se ci riesco: La norma che, badate è puntuale, non generalizzata, dice: se utilizzi i cubi che ti ho dato e che hai pagato, devi accordarti con il comune perché insieme alla realizzazione delle tue cubature devi affrontare alcune soluzione pubbliche, mettendoci altri soldi, più o meno gli oneri di urbanizzazione, il così detto premesso a costruire convenzionato. Norma legittima, non si discute, la normativa di legge lo prevede. Ebbene, a nessuno viene imposto tale onere, nessuno meno uno che però non convenziona, nella sostanza, proprio niente, sta infatti scritto che ha preso i cubi, pagato e buona notte, Gli altri, niente, hanno pagato, poi chi ha fatto ha fatto e morta lì. Gli altri, un momento, meno uno, si perché in questo paesello c’è sempre qualche eccezione che, in questo caso diventa un’eccezione ad una eccezione. Non faccio nomi, questo non paga, perché dice che convenziona, poi convenziona e non fa o meglio, rimanda, morale dal 2009 si tiene in tasca 220 mila euro che sono nostri e non li spende per noi, insomma gli facciamo la banca etica a tasso zero. Naturalmente Canio ha detto che è un grande successo, ma se volete saperne di più venite ad ascoltare il prossimo Consiglio.

martedì 20 novembre 2012

ULTIMAZIONE GRANDI OPERE


Fervono i lavori per fare quel che resta ad ultimare la vasca per il bagno, il tempo e il clima è ancor propizio e dopo aver buttato tanto tempo a non far nulla, è meglio approfittare. Bene, intanto il grande scatolone sta ultimando la sua forma, da poco si è aggiunto un altro pezzo che chiude un altro po’ di vista che restava e tra ieri ed oggi hanno tracciato quel che sarebbe, forse, un segmento di quella nuova passeggiata prolungata che dovrebbe dal lido di Carciano arrivar sino all' Aminta. Passa infatti giusto a raso, retro al muro sopralzato di quel nostro scatolone, chi non è di altezza almeno un metro e poi settanta se lo scordi, vede niente, chi è più alto vedrà corpi distesi sotto il sole, poi sta larga giusto giusto per passarvi, uno ad uno, in fila indiana. Ecco allora che disfatta quando fu ciò che ancor  restava della vecchia passeggiata, ne rispunta un’altra nuova, un segmento del progetto cento volte decantato ed illustrato di cui ora finalmente ed anche per certo ne vediamo questo pezzo che fa schifo. Complimenti, complimenti, complimenti a tutti quanti, io volevo fare basta, evitare di dover sempre tediarvi con sta storia dei gioielli della Perla, ma non passa manco un giorno che il Palazzo ci ricasca. Là non si spendono, di qua  si buttano, alla fine il risultato mica cambia, sempre uguale od anche peggio.

 

 

 

 

lunedì 19 novembre 2012

CONTROFFENSIVA


Or che Canio ha sparato tutte le armi, anche noi tocca rispondere a quel fuoco poco amico e ricacciare indietro l’offensiva d’inverno ormai lanciata. Che l’offensiva sia poi tanto travolgente, dir proprio così ci sarebbe ad andar cauti, molto cauti. Intanto, per quanto noi si sa, si, certo, Canio ha lanciato l’ offensiva giudiziaria, ma dietro a lui non lo seguon le sue truppe, pure loro tanto offese da un’infamia così grave, tanto che sto condottiero sembra cavalcar proprio da solo contro quel potente suo nemico. Generale senza truppa, cavaliere nella steppa, va al galoppo di un cavallo solitario, poi lo sferza così tanto che lo strema ancor prima della posta per il cambio. L’offensiva fa paura se si pensa dove sbatte il condottiero: contro un muro che non vede tanto è cieca la vendetta che lo guida e lo consiglia. Il nemico sta lontano, se ne frega della corsa sul cavallo, sta quattato, quando Canio arriverà, sarà pure senza fiato e, ualà, dal cavallo, con un soffio, volerà. Ecco dunque disegnato tutto il fronte di battaglia; da una parte l’offensiva che è scattata ordinando a tutti i suoi la grande carica, ma partendo poi lancia in resta lui da solo, poi c’è da attraversare la distanza che separa i contendenti, dove ammazza anche il cavallo; alla fine, dietro un muro sta il nemico sonnecchiando, attendendo senza fretta che sto Canio anche ci sbatta. Visto quindi che c’è tempo per parlare e dialogare, l’argomento sarà messo in discussione nel Consiglio che sarebbe circa il 30 anche del mese. Questo infatti è l’interpello con il quale noi quindi si chiede a Canio le ragioni del furore che lo ha preso, se poi forse non sia il caso di calmarsi un pochettino e magari, ripensandoci anche un poco, faccia un gesto di bravura e ritiri ste querele da strapazzo. Boh? Vedremo.

 

 

 

 

 

 

 

sabato 17 novembre 2012

PROTESTATE


Dopo che abbiamo fatto una veloce, mica tanto, selezione delle bellezze nascoste in una perla, molte altre le abbiamo risparmiate, qualcosa che sia un poco anche una sintesi ed un commento generale e un po’ finale dovremo pure scrivere. Intanto una prima distinzione: schifo pubblico va da un lato e schifo privato va da un altro. Fatta questa grande distinzione ci sono da scoprire le ragioni; un po’ le abbiamo anche già dette mentre scorrevano le immagini sulla rete, ma anche qui, ci par sia necessario fare sintesi. Ci proviamo: Ci son le cose pubbliche andate alla malora per incuria anche colpevole, vedi le strade; ci son le cose pubbliche andate alla malora perché nessuno ci ha badato da gran tempo, vedi le rive ed il demanio; ci son le cose pubbliche promesse e poi non fatte, vedi la Gabbiola; ci son le cose pubbliche che avevano anche i soldi e poi son andati tutti persi, vedi Palazzola; ci son le cose pubbliche che manco ci han pensato, vedi la stazione dell’imbarco capoluogo; ci son le cose pubbliche che non vogliono, vedi la cortina delle vecchie pensiline; ci sarà anche qualche cosa pubblica che non possono, vedi allora sto cavolo di patto; ci son le cose pubbliche che non riescono, vedi sto porto nelle nebbie; basta, passiamo un po’ al privato: ci son le cose che, forse, mai le fanno perché il pubblico li vincola oltremisura, vedi la pensilina alla stazione e l’area all’incrocio via Sempione-via Principe Piemonte; ci son le strade disastrate in fondo a quella scalinata che scende da stazione perché c’è contenzioso; c’è l’area pur lei sta disastrata delle Ville vincolate di Zanetta perché mai quello si accontenta dei cubi che può fare; c’è il disastro di Villa dei Castelli, perché anche su quella ci sono troppe esagerate aspettative e, allora si manda tutto alla malora. Basta, per ora questo non è tutto, ma mi basta, la sede del Palazzo sta in P.za Matteotti, Canio sta al primo piano, non sta qui, andate lì e fate giuste e sante rimostranze.

 

venerdì 16 novembre 2012

GIUSTIZIA



Ieri e anche l’altro ieri il tema era la questione della voglia di querela compulsiva, roba che è di interesse quasi nullo per il popolo elettore, ma che, invece, sembra che Canio vada matto, più ne fa e  più poi ne farebbe. Come sta storia poi anche finirà, ma chi lo sa ? Al più prescriverà. Mentre però Canio pensa a tutelare, si fa giusto per dire, la lesa reputata sua maestà, c’è poi chi pensa non certo a tutelare sempre e sol se stesso, ma anche l’interesse più diffuso, insomma quello pubblico, quello collettivo, quello che, in primis, sarebbe il Palazzo messo lì giusto a garantire. Ecco dunque che alla Corte, quella dei Conti, quella che se condanna fa risarcire tutti i danni provocati da amministratori pubblici colpevoli e incapaci, ecco che, sulla questione che pur abbiam diffusamente anche trattato, quella chiamata di Palese e che ben ricorderete, si fa partire un plico con tanto di allegati dove la vicenda si racconta e dove il Professor viene indicato quale soggetto allora, dopo ed ora, sempre presente e sempre inadempiente. Quanto poi anche a Canio, già incauto nell’affidar deleghe e mandati in materia al precedente delegato, vedrà la Corte stessa se sarà bene sia anche lui un indagato. Or ci preme anche di dire che tra le due cose non c’è una relazione; non certo si fa questo per vendetta o ritorsione, se poi son capitate quasi insieme e solo un caso, state certi, perché a chi scrive non certo vien in mente di usare la giustizia come fosse un manganello, ma se la usa, la disturba solo per qualcosa che valga almen la pena e non certo per tutelar la sua persona, men che meno quando la lesione è solo tutta un’invenzione.

 

mercoledì 14 novembre 2012

QUERELOMANIA-ERRATA CORRIGE


C’è un sicario che colpisce a tempi alterni, e un po’ serial e un po’ non è, quando poi lui si decide, giù colpisce e lo fa con imprevedibile imprevisto, state all’occhio lui ci scherza, ma non scherza, strizza l’occhio, sembra amico, poi si gira o se ti giri e tira il colpo, sei finito, lui ti stende e non ti accorgi. Se ne parla in questi giorni, dopo il voto in Senato al gran segreto, dove invece della multa, anche salata, ci rimetton la galera e se magari lo ripeti, alla fine ci vai dentro per davvero.Dunque all’occhio al soggetto affezionato ad usar codice Rocco, riveduto ed aggiornato, come fosse un manganello. Il sicario è il nostro Canio e qui viene aggiorniamo quanto abbiamo solo ieri anticipato, perchè oggi, la notizia è che, tutta in fila, ha mandato in caserma opposizione a ritirare il suo avviso per querela. Diffamato, dice lui, per la storia di Zanetta e la variante. Dunque ora non soltanto a mezzo stampa si fa un danno, ma anche solo a parlar dentro un consiglio, cioè giusto a compiere il dovere. Quanto poi sia così certo anche l'esito dell'azione intentata su quel fronte poi penale, questa è tutta un'altra storia. C'è però anche di peggio,  perchè anche se  per un fatto del passato la giustizia non si muove più di tanto, solo adesso dopo anni ne trapela la notizia, vien da Bergamo e coinvolge una mezza opposizione del mandato precedente. Casus belli fu quel lido color blù con la gara per trovare il vincitore. Sembra dunque che il buon Canio non gradì qualche intervista rilasciata a quel solito giornale registrato un po’ lontano, in quel di Bergamo e  nascondendo quella mano che colpiva, consigliò pure lì un'azione per querela. Sembra dunque, in capo a Canio, confermata la tendenza compulsiva a far giustizia, meno pronta è poi giustizia che dimentica, per anni, le sue carte negli armadi, per fortuna, ma attenzione c’è sto voto del Senato, meno male che prescrizione da una parte e favor rei forse dall’altra, la vendetta del buon Canio è rinviata.

martedì 13 novembre 2012

PERFORMANCE


Ancora questa e poi mi fermo, di schifezze ne abbiamo viste, per ora, anche di troppe, comunque questa che è messa in prima pagina di oggi ci sembra che faccia un po’ la sintesi di tutto; fronte del lago, 50 metri dal Palazzo, insomma il vero centro della Perla, una lamiera chiude i buchi, buona notte. Canio, non dico la calpesta tutti i giorni, ma salvo che sia cieco è certo che la vede tutti i giorni quando compie il rito di andare a bersi il suo caffè. Si vede che gli piace, ognuno ha poi i suoi gusti, comunque anche se cieco non lo è, sicuramente è sordo perché su questo orrore di passeggiata sotto le vecchie pensiline fronte lago, più volte si è tornati in gran Consiglio e sempre è stato deciso e irremovibile, gli piace non c’è storia, dobbiamo quindi tenerci questo rottame turistico pregiato. Al tempo del primo insediamento, ormai una vita quasi fa, prese i risultati di una gara di progetto, da poco terminata, per ridare lustro e decoro a quel fronte di cortina, e lo archiviò. Motivo primo: c’erano di mezzo tre rinnovi per altrettanti scatoloni fronte lago; ci ritornammo più recente quando sempre quei tre di scatoloni andavano a rinnovo un’altra volta, niente da fare; poi ritornammo perché fosse rimossa quella strana insidia in granito di Baveno che non fa proprio nulla e intralcia solo chi cammina, niente da fare; ci riprovammo ancora un’altra volta perché p.za Marconi e la cortina fronte lago fossero inseriti insieme in un progetto di finanza, niente da fare. Adesso basta io non ci provo neanche più, lo avete poi voluto voi e adesso lo tenete, per favore. Comunque di quei soldi che ne hanno annunciato la spesa per rifare un po’ di strade disastrate, più o meno circa 300 mila euro in tutto, il 25% del totale va per una strada che porta alla casa per merende del noto vice delegato e per un’altra dove passa solo un consigliere quando entra o esce poi da casa. La lamiera starà quindi ancora messa lì, ad arredare il fronte lago e passerà come fosse una performance di qualche artista mezzo strano.

 

lunedì 12 novembre 2012

IL PATTO, I TAGLI, LA SCUOLA E IL CAMPO


 
Le Province, come è noto, hanno lanciato un’offensiva: quest’inverno gli studenti stanno al freddo. Se poi verrà la neve magari poi diranno che non sgombereranno neanche più le strade e poi ancora che forse non smaltiranno manco i rifiuti; insomma hanno inforcato la protesta popolare, scenderanno nelle piazze e daranno l’ultimo e forse decisivo, assalto al Palazzo del potere. Quanto alle ragioni che muovono la protesta, sacro e santa, questa sembra, ufficialmente, non esser poi tanto la lor prossima chiusura, ma l’ultimo dei tagli che il governo par abbia a loro imposto. Soldi dunque, sempre meno e, senza soldi, per ora, niente caldo nelle scuole. Come andrà ? Ma chi lo sa. Comunque a far la previsione e che, alla fine il caldo ci sarà e la protesta, su quel fronte, poi cadrà. Quel che rimane e che tra tagli della spesa e patto della stabilità, le cose stanno strette, non c’è spazio e se lo spazio si fa anche sempre poi più stretto che fine farà l’accordo sottoscritto tra Nobili e Di Milia per sistemare il campo e l’alberghiera? La domanda sui tempi rispettati, Canio, nell’ultimo consiglio, l’ha evitata o meglio, rimandata, ma se le notizie che trapelano sui tempi non son già così tanto poi buone, sui soldi le cose si stanno complicando. Il campo su in collina costa, forse, già il doppio del previsto, quindi se non sono circa più di due, son ora quasi cinque i milioncini da cacciarci per far contento Canio e per far fare silenzio anche a Bottini. Come vedete ciò che sembra facile; il campo che già c’è mettilo là, la scuola che non c’è spostala lì, non è poi tanto così facile, si complica e non poco. I tagli e i patti fanno poi la loro parte e allora ecco che ti voglio a far, tutto dal nuovo un  campo e  un’altra scuola che poi terranno anche un po' al freddo, invece di spegnere il riscaldamento dentro i loro uffici.

 

domenica 11 novembre 2012

NUOVE OPERE


Approfittiamo della tregua che per qualche giorno ora sta in atto e ritorniamo alla scoperta delle bellezze della Perla che, sembra impossibile, pare non abbiano mai fine. Questa volta la cosa sta anche nel fatto che quanto abbiamo messo nella foto in prima pagina, è roba poi recente, quasi nuova, pagata tutta, fatta  per “ restaurare” le opere esistenti, insomma destinata a migliorare le cose del passato. Non c’è male; sono le famigerate palancole che stanno in acqua come in strada stanno le barriere di metallo tripla onda taglia teste, gambe e braccia. Non c’è male dicevamo, in altri tempi, quelli andati, usavano palificate in legno infisse, legate da correnti pur in legno, messe a quota  esatta, dalla massima di magra ad andar giù, pressoché quasi eterne e invisibili. Insomma, era la regola dell’arte, ora eccole qua, quelle moderne, messe a caso, in qualche modo, come possono e anche riescono, un po' le picchiano giù e un po' le tagliano su, tutto è a caso, tranne il prezzo, quello è certo, ed è sempre ben pagato. Sembra poi vi sia anche un certo gusto al loro uso, quasi fosse incentivato, anzi c’è la corsa per ricorrervi ed eccolo poi sto risultato, niente male dicevamo, roba nuova che volete non rompete. Questa infatti è la risposta che il Palazzo usa dare se qualcuno si lamenta, non rompete e state zitti. Noi rompiamo, quanto a zitti quasi mai, ma il Palazzo non va  giù,  anche lui mette palancole che lo tengono tutto quanto ancora su.

sabato 10 novembre 2012

LA GUERRA URBANA


Così la sintesi dell’assemblea di ieri, Palacongressi. Le parti son schierate a ranghi non proprio tutti quanti poi completi, comunque pochi istanti passate le 21 e si va subito all’appello. Un piccola inversione dell’ordine del giorno per consentire a un tecnico, venuto un poco da lontano, di rientrare ed ecco che l’argomento in apertura è la regolamentazione delle antenne telefoniche. Gli danno la parola, Lui un po’ anche ce lo spiega, poi qualche obiezione da chiarire; grazie, prego, vada pure, si passa subito al voto, è  approvato. Si entra allor nel vivo della sera, le proposte sul progetto di variante detta PAI sono quattro, quante le osservazioni che, congiunti lega Nord e gruppo Insieme hanno firmato. Pure i tempi dell’esame si moltiplicano per quattro, non si scappa; chi poi, subito, scappa è invece Severino che lascia il banco per protesta. Qualcuno nell’aprir bocca, sarebbe stato un po' poco corretto. Chiuso l’incidente si va avanti, anzi si inizia. Canio però non relaziona, non introduce gli argomenti e lascia che sia opposizione a dir la sua. Il primo è l’argomento conosciuto e già diffuso, è il vizio di quella o meglio anche di quelle due pubblicazioni. Accoglier l’obiezione vuol dire perder la faccia e rifare la procedura, respinger l’obiezione vuol dire rischiare di buttare tutto per aria. Lui sceglie questa strada, va e si azzarda, come lo faccia, lo abbiamo già anche detto, porta a un voto dissennato i suoi ascari riuniti e rischia poi grosso, ma così salva la faccia. Opposizione gli promette che se potrà, il banco salterà. Seconda è l’obiezione sul mai perché non sposti gli standards parcheggi che cancella dal rio Roddo sull’area di Gabbiola. Non c’è verso, le argomentazioni sono molte, sono anche convincenti, ma lui si ostina, va contro anche il suo programma, non gliene frega niente, il suo programma era tutto carta pesta, una truffa consumata al popolo elettore e il voto dei suoi ascari conferma. La terza mette in campo i “politecnici”, cioè i tecnici che fanno anche i politici e la risposta alla questione perché mai questa variante non rispetti la legge che obbliga a vincolare in assoluto le zone poste lungo i corsi d’acqua è disarmante. Alle domande tecniche il tecnico sta zitto e così si comporta da politico, non c’è verso. Morale la salvaguardia obbligatoria di mt. 1600 riducibile a certe condizioni a 800, di fasce di larghezza sul versante collinare si riduce a giusto soli mt. 200, erano però zero a inizio di variante. Quanto all’avviso che opposizione lancia ai consiglieri perché se hanno terreni in quelle fasce si abbiano ad astener, per obbligo, dal voto, sembra cader anche nel vuoto; andremo quindi a far ricerche di catasto e poi vedremo. Intanto Canio passa al voto e segna il terzo gol della serata. Il quarto gol non lo racconto, era una obiezione su una questione molto pratica e concreta, anche lì Canio si impunta, ordina il tiro in porta e segna a porta vuota. Finisce qui la cronaca del PAI, non vi stupite però di quello che oggi è intitolato, chi scrive è uscito senza voce da una schermaglia dura e senza fine. Si calmano le acque, si passa a cose più leggere, c’è un’altra nuova proroga, ma solo sino a fine anno, della convenzione dei servizi di assistenza alle persone, si vota tutti uniti, poi c’è la proposta perché Nebbiuno chiede gIà la soluzione anticipata del servizio opere pubbliche messo assieme neanche un anno fa e qui, l’altro avvocato del governo avrebbe l’occasione, assai per vero rara, di dir quattro parole, ma ne sbaglia almeno la metà e così opposizione nega il voto su una proposta che canna anche le date e dimentica di indicar la copertura finanziaria. E’ giunta mezzanotte, Canio ordina che si abbassino le voci e anche poi le luci; rimangono insoluti tutti 5 gli interpelli pervenuti. Ne consente solo uno che lascia al Vice delegato disbrigare. E’ un progetto, mezzo dissennato, per fare in piazza Capucci due livelli di parcheggi sottoterra. Sembra la faccenda in mano alla Stresa dei Servizi, anzi così proprio lo è, ma il Vice non lo sa. Alla fine, Lui si impegna ad informarsi e portare dentro l’aula i risultati dello studio ormai già in corso.  Sono mezzanotte e tre minuti, Canio chiude e rinvia il tutto, c’è la storia ancor dell’alberghiera, siamo matti, il nuovo campo, è già notizia, costerà almeno il doppio del previsto, non se ne parla quindi questa sera e magari non soltanto questa sera e solo qui, ma forse mai.
 

 

IL GIOCO DELLE TRE CARTE



Prima di farvi la cronaca della serata che forse non è stata proprio una di gala, vi raccontiamo il gioco in cui Canio, seduto al verde tavolo, sempre ieri sera si è esibito. Il fatto magari sembra complicato, poi invece è anche molto semplice, l’importante è non perdere di vista le tre carte. Partiamo dunque da sto fatto contestato: torniamo allora indietro di un po’ di più di un anno fa. Consiglio approva il documento programmatico del PAI. Su questo documento i cittadini hanno un diritto di dire anche la loro, quindi va in albo 30 giorni per invitar chi poi lo abbia voglia a presentare osservazioni. L’avviso dunque va in albo il nove di settembre, ma tutte le altre carte arrivano in ritardo e vanno in albo il 15 settembre, l’ultima è poi in super ritardo, va in albo il 25 di novembre, a cose chiuse e già ormai fatte. Qualcuno se ne accorge e lo dice a quelli del Palazzo. Pazienza, si rimedia e così questi decidono di rifare tutto da capo. La seconda però non va meglio della prima, anzi va peggio, molto peggio, nessuno se ne accorge che sta in albo, cerca e ricerca non la trovi, sta infatti messa fuori albo, è proprio fuori dal suo posto, comunque non ci piove, sta seconda pubblicazione è andata proprio male, ne avviso, ne i suoi atti stanno in albo. Un consigliere glielo dice, anzi glielo scrive il 23 dicembre di quell’anno, ma non provoca ne attenzione, ne forse una reazione. Vanno avanti, vanno dunque in conferenza e lì c’è da esaminar l’osservazione di un qualche cittadino che solleva l’obiezione sul difetto della  prima delle due pubblicazioni. Nessun problema dice allora Canio in quella sede, così sta scritto anche a verbale, l’obiezione è superata perché abbiam rifatto la seconda poi pubblicazione, quella che nessuno, infatti, ha mai trovato. Si va avanti, si va in Consiglio con il progetto di variante sempre quella PAI, si solleva ancora l’obiezione, non ci fanno neanche caso, si va dunque, anche qui, a presentar osservazioni e l’osservazione è sulla seconda, non sulla  prima, state attenti, delle due pubblicazioni, quella che non c’era ed ecco allora che la cosa torna in aula, ma la risposta preparata per la serata è sempre un po’ la solita e l’osservazione va respinta. Colpo un po’ di scena l’altro giorno la funzionaria ci certifica che quella pubblicazione proprio non c’era. Son per Canio ore un po’ convulse, fa riunione in gabinetto, si consulta  e poi  va in aula ieri sera. Qui tira fuori le tre carte e fa il suo gioco di prestigio per dimostrar che ha sempre poi ragione e per respinger l’obiezione si mette a parlare della prima, quella rifatta perchè errata, mentre ignora la seconda delle due pubblicazioni ed usa la certificazione della prima per dimostrare che l'obiezione sulla seconda va respinta; quindi smazza, spariglia e mischia ed alla fine riesce a far mettere due firme uguali e l'una contro l'altra ; l’uno è un parere contro la proposta di respinger l'obiezione e l’altra, invece, sempre uguale, dice che il respingerla è conforme  alla legge: è un miracolo, Canio che tira un gran sospiro, passa al voto e se lo incassa.
La cronaca della serata più tardi.

giovedì 8 novembre 2012

IMBARCOPOLI


 
  
Ritornando un’altra volta alla rassegna dei gioielli che son dentro la Perla, eccone un altro che, certo, non è nuovo. Ne parlammo e ne parleremo ancora nel prossimo consiglio di domani, comunque eccolo qui, in una foto fatta in primo piano, nella copertina che oggi pubblichiamo. Come vedete niente male; andavo a scuola, a quella elementare, sbarcavo e imbarcavo tutti i giorni, è passato più di mezzo secolo e sta lì, sempre la stessa, ma ogni giorno più in degrado; ci passano, ogni anno, un milione di turisti, sarebbe un grande affare, eppure cade a pezzi, è mezza non usata, è anche mezza sconcia e rovinata e notizia più recente, anche il gestore del locale è andato male ed ora avanti con la ricerca dei nuovi pretendenti. Comunque non sembra che il Palazzo ne abbia a cuore, tanto che il prezzo, mica poco, già pagato per averla dal demanio sta ancor lì senza che nessuno se ne sia tanto occupato. A metter in classifica le stazioni che stanno lungo il lago, comunque questa della Perla non sta in media, ma sta in fondo a quella media, non c’è appello. Però adesso il Palazzo si riscatta e dopo aver bocciato una mozione presentata, tempo fa, dalla nemica opposizione, se la rimangia e avvia l’abbattimento delle baracche da cantiere che Navigazione Laghi aveva al Lido di Carciano e Isola Bella dove, presto, vedremo due nuove stazioncine, speriamo che sian anche un po’ carine. Rimane questo schifo che vediamo, chissà ancora fino a quando, mentre non vorremmo poi, per confusione, che finisse a far la fine di quelle due baracche di cantiere e fosse stesa; questo non era infatti scritto dentro la mozione, già bocciata, poi da Canio un poco, di nascosto, ripescata.

 

 

mercoledì 7 novembre 2012

DISASTRADE


No, non è un errore di battuta quello che è il titolo di oggi; lo denunciammo più e più volte, indicammo che erano l’effetto di lavori male fatti, di scavi coi ripristini mai fatti, che era la causa di incidenti poi provocati alle cose e alle persone, e anche pur l’effetto di troppi occhi chiusi chiamati a non vedere quasi mai niente; chiedemmo di modificar le norme repressive, di sguinzagliar i vigili ed anche i tecnici a registrare i danni per poi mandar il conto ai responsabili. Manco se ne parla, questa al fin fu la risposta ed ora il Palazzo mette mani nel tesoro e passa a far lavori di ripristino. Prima della lista ci sembra la strada che porta alla casa per vacanze del Vice delegato, che fanno circa quasi 50 mila in euro, poi però non manca il savoir-faire e si rimedia in altro modo. C’è però anche di più, con la scusa che c’è il patto e che occorre fare in fretta, spacchettano la lista della spesa in nove progettini ed in nove altrettanti poi appaltini che in tutto fanno, in euro 235 mila per somma di lavori messi sul mercato. Insomma a Reggio di Calabria ti sciolgono la Giunta, ti sciolgono un Consiglio, ti mandano non uno, ma bensì tre di commissari perché tenevano gli appalti sotto le soglie per le gare e qui fanno un poco anche lo stesso, gli appalti intendo, non certo i commissari. Sta roba qui comunque è solo un pezzettino per rimediare a quel disastro dichiarato che sono le strade della Perla, il conto finale sarà infatti bene più salato, l’attesa non è breve per chiudere il disastro, ci vuol tempo e poi tanta, tanta pazienza. Comunque se, quanto a corretta esecuzione, andrà sta volta come è andata già in passato, arrivati che saranno in vista del traguardo, ricominceranno un’altra volta ancora, così che la ruota della spesa non  si ferma.

 

martedì 6 novembre 2012

LO SGAMBETTO



Sorpresa, Canio mette agli atti la sua ultima proposta riferita a quel percorso , un poco senza fine, della variante detta PAI; ci sono in discussioni le giuste osservazioni prodotte dai gruppi consiliari seduti in minoranza e Lui propone, come è il suo solito, di respingere tutte quante le quattro presentate. Così si accinge o meglio si accingeva ad andare in assemblea, forte di pareri di regolarità tecnico/legale, di risultanze di conferenze e di quant’altro a lui più che favorevoli. Così almeno sino a oggi a mezzogiorno, quando ed ecco il colpo che irrompe un poco sulla scena, ai Consiglieri si cambiano le carte già a lor mani e la proposta inciampa; come per incanto i pareri si ribaltano e ora son contrari e poi, per dir l’ultima parola in ordine alla legittimità della proposta, il dirigente generale scrive che: “valuterà le risultanze dell’esame svolto in aula”. Insomma un bel pasticcio, mai visto prima da quanto Canio impera, dispone al voto i suoi ascheri riuniti e non ascolta mai le voci del dissenso. Ora a dir che siam sorpresi da quello che è successo saremmo gran bugiardi, ci abbiamo lavorato e certo non da ieri, ma da un anno gli siam dietro, non ci hanno mai ascoltato, gli abbiamo poi lasciati andare per prenderli più in là nella gran trappola ed ora la trappola è scattata e Canio è catturato e messo dentro un sacco. Or si dimena e si dibatte, ma non scappa, è obbligato a fare un po’ di passi tutti indietro, a perdere la faccia e a rinviare ancora un’altra volta e ad altro appuntamento quella variante PAI che già il Professore, quando era ancora delegato, dichiarava essere belle pronta e belle fatta; sono ormai due anni, caro Professore, intanto Lei è stato declassato e ora tocca a Canio  chiudere quel  vaso di Pandora, se ci riesce, e non  finisce, invece, dentro tutto quanto.

lunedì 5 novembre 2012

CONSIGLIO AUTUNNALE

 
 
CONVOCAZIONE CONSIGLIO COMUNALE


 
IL SINDACO
Visti l'art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;
Visto l'articolo 13 dello Statuto Comunale;
DISPONE
di convocare il consiglio comunale
· in sessione straordinaria - seduta di I convocazione, per il giorno di
Venerdì 09 Novembre 2012, ore 21.00 presso il Palazzo dei Congressi, Sala Consiglio Comunale per deliberare il seguente

ORDINE DEL GIORNO
 
 
 
1. Lettura e approvazione verbali sedute precedenti.

2. Adozione progetto preliminare variante strutturale al vigente    P.R.G.C. vigente di adeguamento al P.A.I. - Esame delle osservazioni presentate. Esame ed approvazione controdeduzioni.

3. Esame ed approvazione regolamento per l' installazione degli impianti per telefonia mobile e telecomunicazione ex-legge quadro n. 36/2011 e s.m.i.

4. Proroga servizio di assistenza domiciliare (S.A.D.) al Consorzio Servizi Sociali del Verbano a tutto il 31 dicembre 2012.

5. Scioglimento convenzione tra il Comune di Stresa e il Comune di Nebbiuno per lo svolgimento in forma associata dei servizi e funzioni plurifunzionali (lavori pubblici; manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio e verde pubblico).

6. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: programma di realizzazione parcheggio interrato in piazza Capucci. Stato e modalità di attuazione (prot. n. 15051/2012).

7. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: stazione capoluogo Navigazione Laghi. Sdemanializzazione e cessione a Ente Comune. Stato della procedura (prot. n. 15052/2012).

8. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: programma di realizzazione nuova sede scuola alberghiera e costruzione nuovo campo di calcio. Accordo di programma convenzione Comune di Stresa - Provincia V.C.O. Stato di attuazione (prot. n. 15054/2012).

9. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: programma di recupero e valorizzazione di Villa Palazzola. Stato dei finanziamenti. Attività del Sindaco. Conoscenza. (prot. n. 15057/2012).

10. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: area ex-vivaio regionale Alpinia retrocessa da Regione Piemonte. Destinazione d' uso (prot. n. 15069/2012).

IL SINDACO
(avv. Canio Di Milia)

domenica 4 novembre 2012

DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO


Interrompiamo ancora un poco la rassegna della Perla per dare, non certo forse una notizia, ma sicuramente una conferma. Non è che si dovesse essere una volpe per capirlo: rinvia oggi, rimandolo a domani, non farne neppure quasi più alcun cenno, confondila nelle cose che il patto non permette poi di fare, lascia che si perda nell’obblio, è quasi fatta. Vi parliamo dell’opera più grande e più sponsorizzata che certo il Canio primo ci promise e che il Canio due mica nascose:“ La Gabbiola“. Ora è dichiarato il fallimento, sta scritto in un documento a nostre mani che, in stralcio lo trascrivo:

La necessità di dotare la città di Stresa di adeguate aree a parcheggio è stata evidenziata nel documento programmatico della variante generale ove è stato posto, però, l’obiettivo di non incrementare la dotazione di aree a parcheggio nell’ambito urbano, di “ ridimensionare le localizzazioni che creano affollamento sul sistema litoraneo e del centro urbano e di favorire l’accessibilità ad aree a parcheggio a monte del sistema alberghiero storico, con particolare riferimento alle tre porte di entrata e di interscambio”   Per questo sull’area “Gabbiola” è stata prevista una dotazione di soli 50 auto…….”.

Con queste linguaggio sempre un po’ troppo forse tecnico, ma che gli urbanisti amano quando vi sono da indorare le cose anche peggiori, si è espresso, in  conferenza detta di  pianificazione, uno degli estensori incaricati dal Palazzo;  Gramegna, l'architetto. Ora a parte la bizzarra affermazione secondo cui i portali dovrebbero sfoltire l’affollamento di auto sul sistema litoraneo e, giusto ieri vi abbiamo fatto vedere e manteniamo anche oggi in prima pagina, dove vogliono metterne uno che non ci par non sia davanti al lago, mentre pure l’altro è fronte lago e solo il terzo sarà sulla collina, quanto alla Gabbiola l’affermazione è senza equivoco: soli 50 posti auto e via andare. Canio quindi getta, definitivamente, la sua maschera, rinnega il suo principale progetto, quello strategico, quello della sua prima entrata a Palazzo come Sindaco, ci prende tutti in giro, lascia che e sino a quando non si sa, rimanga in piedi quel capolavoro di archeologia tranviaria in centro alla città. Ha queste visioni dei portali che alimentano la sua immaginazione e, sempre che saranno poi tutti fatti, provocheranno un’ ulteriore degrado al territorio, mentre rinuncia all’unica soluzione intelligente razionale, economicamente sostenibile, fattibile anche in tempi di patto di stabilità,  che esisteva. Non ci sono più parole.

 

sabato 3 novembre 2012

LA VISIONE

 
Ce ne vuole di pazienza a scorrere la lista di tutte le vergogne che incoronano la Perla; pensavamo di finire, invece dopo l’una eccone un’altra, dopo un’altra un’ altra ancora e via così, la lista mai finisce. Allor oggi si cambia, in prima pagina va una bella e grande area tutta verde. Non c’è male, guarda il golfo, anche vista dal golfo non è poi tanto male, il male allor dov’è ? E’ che il nostro Canio pure lui ci ha messo gli occhi addosso e come si sa, quando lo fa la cosa poi rischia che non finisce tanto bene. Or dovete anche sapere, ne parleremo un po’ diffusamente un’ altra volta, che sto Canio, abbandonata, per timore, la Gabbiola alla sua sorte, si è cacciato nella testa l’idea di costruire tre “portali“. Uno lo mette su per la motta chiamata la Vinea, l’altro lo mette nell’area del Principe Pallavicino e il terzo lo mette proprio lì nel verde prato, quello che oggi vi mettiamo in primo piano e, coincidenza vuole che pure questo è di un Principe; anche se è un altro. Ecco il suo disegno, la “visione” lui è solito chiamarla, la visione della Stresa a lui futura, quella insomma che vuol lasciare da far a quelli che verranno poi, dopo di lui. Or che sia la sua visione non ci piove, ma a noi pare che a furia di parlare di visioni, questo Canio sia anche un poco troppo visionario e molto poco assai pratico e concreto. A noi ci andava bene la Gabbiola e lo abbiamo detto in mille modi, a lui gli andava super bene, ma quando poi è stata l’ora di mettersi alla prova, cambia idea perché gli vengon le visioni. Ne avevamo già abbastanza, ora ci tocca anche un Sindaco che, a imitazione di La Pira,  è un Santo  ispirato da visioni. Che poi a farci le spese sia proprio l’ultimo dei prati ancora verdi, questo no, facci la grazia e questa Stresa un po' beghina e sempre zitta, che  dia un colpo finalmente e dica basta .
 

venerdì 2 novembre 2012

ENCLAVE




Ieri eravamo dentro la  casa, oggi stiamo fuori, ma le cose non van meglio. Quella che presentiamo in prima pagina è una vista sulla serra, la limonaia e la casa del “ custode” della Villa. Per chi non lo sapesse la proprietà è sempre del Palazzo, ma qui la questione sta anche complicata. Il buon Alfonso Pini, in questo caso, fece una cosa un poco strana: la nuda proprietà la lasciò al nostro bel Palazzo, ma il diritto a edificare lo vendette ad altro pretendente per farci un nuovo medio albergo. Così spiegata dunque la recinzione che divide quest’enclave dalla Villa, ci vien però da dire che nulla ha poi giovato essere il diritto di un privato e non in mano al pubblico. Anche in questo caso l’effetto emulativo sembra abbia prevalso ed i decenni, infatti, sono passati col risultato che vediamo. Ora, diamo atto, il Palazzo, da noi un po’ forse anche spronato, si è svegliato e legge in mano, pretende quel diritto che per troppo tempo non è stato esercitato. Si avvia pertanto un contenzioso per riaffermar in mano al proprietario ogni diritto, ma quanto ai tempi nessuno qui fa previsioni e se, alla fine, vincerà il diritto o invece a prevaler sarà poi il tempo che stenderà al suolo quel che resta di ciò che fu un altro dimentico gioiello, chi lo sa?

  

 

 

 

 

giovedì 1 novembre 2012

FONDAZIONE


Oggi entriamo dentro in casa; è villa Palazzola; un lascito al Palazzo di un generoso Professor che si chiamava Alfonso Pini  e che, dopo un ventennio di contendere, fu risolto a nostro beneficio. Meglio forse se andava differente vien da dire nel guardare come la villa è ora conciata. Comunque misero in piedi una bella fondazione con dentro il Comune e la Regione, 5 milioni anche poi in euro, non solo li promise, purè li impegnò sempre Regione e via partirono per farne una sede espositiva. Non andarono tanto poi lontano perché, giusto per non cambiare quasi mai, saltò fuori un contenzioso tra i soggetti intervenuti nella gara di progetto, la storia quindi venne ancor più lunga e i soldi, già promessi, sparirono. Per quanto poco ne sappiamo, sino ad ora, di quei soldi già spariti non c’è traccia, così come non c’è traccia se la ricerca è ancora in corso o è già finita. Su questo punto, nell’ultimo Consiglio, pure lo chiedemmo, ma par che le bocche sian cucite, allora per il prossimo Consiglio la domanda è presto replicata e chissà quale risposta Canio mai darà. Non facciamoci illusioni, pensar che via siano positive novità è un’illusione, comunque riferiremo e vi diremo. La situazione dunque è quella che vedete oggi in prima pagina, le altre immagini non sono certo  meglio, anzi forse ancora peggio, le evitiamo. La predazione consumata negli anni di abbandono è sconsolante, nessuno frenò mai quel libero saccheggio e quando, alla fine, questa villa arrivò nelle mani del Palazzo, rimanevano macerie o poco più. Ora tra il patto che lascia fare quasi nulla e la Regione che è quasi in fallimento, sta facile anche dire che non si può e scusar così un altro fallimento del programma, ma così vanno le cose in questo lembo lungo un lago: profondo nord, la Svizzera è vicina.