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sabato 10 novembre 2012

IL GIOCO DELLE TRE CARTE



Prima di farvi la cronaca della serata che forse non è stata proprio una di gala, vi raccontiamo il gioco in cui Canio, seduto al verde tavolo, sempre ieri sera si è esibito. Il fatto magari sembra complicato, poi invece è anche molto semplice, l’importante è non perdere di vista le tre carte. Partiamo dunque da sto fatto contestato: torniamo allora indietro di un po’ di più di un anno fa. Consiglio approva il documento programmatico del PAI. Su questo documento i cittadini hanno un diritto di dire anche la loro, quindi va in albo 30 giorni per invitar chi poi lo abbia voglia a presentare osservazioni. L’avviso dunque va in albo il nove di settembre, ma tutte le altre carte arrivano in ritardo e vanno in albo il 15 settembre, l’ultima è poi in super ritardo, va in albo il 25 di novembre, a cose chiuse e già ormai fatte. Qualcuno se ne accorge e lo dice a quelli del Palazzo. Pazienza, si rimedia e così questi decidono di rifare tutto da capo. La seconda però non va meglio della prima, anzi va peggio, molto peggio, nessuno se ne accorge che sta in albo, cerca e ricerca non la trovi, sta infatti messa fuori albo, è proprio fuori dal suo posto, comunque non ci piove, sta seconda pubblicazione è andata proprio male, ne avviso, ne i suoi atti stanno in albo. Un consigliere glielo dice, anzi glielo scrive il 23 dicembre di quell’anno, ma non provoca ne attenzione, ne forse una reazione. Vanno avanti, vanno dunque in conferenza e lì c’è da esaminar l’osservazione di un qualche cittadino che solleva l’obiezione sul difetto della  prima delle due pubblicazioni. Nessun problema dice allora Canio in quella sede, così sta scritto anche a verbale, l’obiezione è superata perché abbiam rifatto la seconda poi pubblicazione, quella che nessuno, infatti, ha mai trovato. Si va avanti, si va in Consiglio con il progetto di variante sempre quella PAI, si solleva ancora l’obiezione, non ci fanno neanche caso, si va dunque, anche qui, a presentar osservazioni e l’osservazione è sulla seconda, non sulla  prima, state attenti, delle due pubblicazioni, quella che non c’era ed ecco allora che la cosa torna in aula, ma la risposta preparata per la serata è sempre un po’ la solita e l’osservazione va respinta. Colpo un po’ di scena l’altro giorno la funzionaria ci certifica che quella pubblicazione proprio non c’era. Son per Canio ore un po’ convulse, fa riunione in gabinetto, si consulta  e poi  va in aula ieri sera. Qui tira fuori le tre carte e fa il suo gioco di prestigio per dimostrar che ha sempre poi ragione e per respinger l’obiezione si mette a parlare della prima, quella rifatta perchè errata, mentre ignora la seconda delle due pubblicazioni ed usa la certificazione della prima per dimostrare che l'obiezione sulla seconda va respinta; quindi smazza, spariglia e mischia ed alla fine riesce a far mettere due firme uguali e l'una contro l'altra ; l’uno è un parere contro la proposta di respinger l'obiezione e l’altra, invece, sempre uguale, dice che il respingerla è conforme  alla legge: è un miracolo, Canio che tira un gran sospiro, passa al voto e se lo incassa.
La cronaca della serata più tardi.

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