Prima di farvi la cronaca della serata che forse non è stata proprio una di
gala, vi raccontiamo il gioco in cui Canio, seduto al verde tavolo, sempre ieri
sera si è esibito. Il fatto magari sembra complicato, poi invece è anche molto semplice,
l’importante è non perdere di vista le tre carte. Partiamo dunque da sto fatto
contestato: torniamo allora indietro di un po’ di più di un anno fa. Consiglio
approva il documento programmatico del PAI. Su questo documento i cittadini
hanno un diritto di dire anche la loro, quindi va in albo 30 giorni per invitar
chi poi lo abbia voglia a presentare osservazioni. L’avviso dunque va in albo
il nove di settembre, ma tutte le altre carte arrivano in ritardo e vanno in
albo il 15 settembre, l’ultima è poi in super ritardo, va in albo il 25 di
novembre, a cose chiuse e già ormai fatte. Qualcuno se ne accorge e lo dice a
quelli del Palazzo. Pazienza, si rimedia e così questi decidono di rifare tutto
da capo. La seconda però non va meglio della prima, anzi va peggio, molto
peggio, nessuno se ne accorge che sta in albo, cerca e ricerca non la trovi, sta
infatti messa fuori albo, è proprio fuori dal suo posto, comunque non ci piove,
sta seconda pubblicazione è andata proprio male, ne avviso, ne i suoi atti
stanno in albo. Un consigliere glielo dice, anzi glielo scrive il 23 dicembre
di quell’anno, ma non provoca ne attenzione, ne forse una reazione. Vanno
avanti, vanno dunque in conferenza e lì c’è da esaminar l’osservazione di un qualche
cittadino che solleva l’obiezione sul difetto della prima delle due pubblicazioni. Nessun problema
dice allora Canio in quella sede, così sta scritto anche a verbale, l’obiezione
è superata perché abbiam rifatto la seconda poi pubblicazione, quella che
nessuno, infatti, ha mai trovato. Si va avanti, si va in Consiglio con il
progetto di variante sempre quella PAI, si solleva ancora l’obiezione, non ci
fanno neanche caso, si va dunque, anche qui, a presentar osservazioni e l’osservazione
è sulla seconda, non sulla prima, state attenti, delle due pubblicazioni,
quella che non c’era ed ecco allora che la cosa torna in aula, ma la risposta
preparata per la serata è sempre un po’ la solita e l’osservazione va respinta.
Colpo un po’ di scena l’altro giorno la funzionaria ci certifica che quella
pubblicazione proprio non c’era. Son per Canio ore un po’ convulse, fa riunione
in gabinetto, si consulta e poi va in aula ieri sera. Qui tira fuori le tre carte e fa il suo
gioco di prestigio per dimostrar che ha sempre poi ragione e per respinger l’obiezione si
mette a parlare della prima, quella rifatta perchè errata, mentre ignora la seconda delle due pubblicazioni ed usa la certificazione della prima per dimostrare che l'obiezione sulla seconda va respinta; quindi smazza,
spariglia e mischia ed alla fine riesce a far mettere due firme uguali e
l'una contro l'altra ; l’uno è un parere contro la proposta di respinger l'obiezione e l’altra, invece, sempre uguale, dice che il respingerla è conforme alla legge: è un miracolo, Canio che tira un gran sospiro, passa al voto e se lo incassa.
La cronaca della serata più tardi.
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