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sabato 3 marzo 2012

CANIO: IL BOSCAIOLO


Sono 11 le piante, di alto fusto, che tra l’autunno e la fine dell’inverno son cadute o stanno per cadere sotto la scure di Canio, il boscaiolo. Così risulta a legger le ordinanze, tutte urgenti e indifferibili, come delle grida, che il gran Capo ha già emesso di suo pugno, coprendosi le spalle con perizie di un solito perito. Non ci piove, sono tutte queste piante assai “pericolose” ed  in, imminente, pericolo di crollo tanto da giustificare questi editti tanto imperiosi e senza scampo che vedono, un’esemplare  dietro l’altro, allora si, cader sotto la scure. Primo della lista era stato un gran bel platano che, ormai, da un pezzo passati i cento anni stava in gran salute, ma aveva avuto la sventura di metter le radici nel parco del “Regina” e  disturbava la costruzione dell’albergo sotterraneo, improvvisamente cade in malattia,  Canio lo vede  e non ha pietà cristiana; stessa sorte al tiglio sulla piazza del lido di Carciano, erano una coppia di gemelli quasi uguali, ma uno di loro ha una piccola ferita, non è prevista alcuna cura, arriva l’ordine e il taglio si consuma; poi Canio passa in via Bono Lamperti e lì fa quasi strage, ultimo di serie in via Novara ed un bel faggio, stessa sorte. Leggiamo che, in queste stesse ore,  sull’altra costa avanti a noi, tanti si son mobilitati per la salvezza di una canfora ultracentenaria già colpita da ordinanza e, probabilmente, sarà pure risparmiata.  Due modelli insomma un po’diversi che anche ci insegnano che non sempre  i periti hanno ragione e men che meno le ordinanze emesse in serie e in tutta fretta, ma Canio è così fatto, è come un fulmine, quando decide  subito colpisce.

 

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