CANIO: IL BOSCAIOLO
Sono 11 le piante, di alto fusto, che tra l’autunno e la fine dell’inverno
son cadute o stanno per cadere sotto la scure di Canio, il boscaiolo. Così
risulta a legger le ordinanze, tutte urgenti e indifferibili, come delle grida, che
il gran Capo ha già emesso di suo pugno, coprendosi le spalle con perizie di un solito
perito. Non ci piove, sono tutte queste piante assai “pericolose” ed in, imminente, pericolo di crollo tanto da
giustificare questi editti tanto imperiosi e senza scampo che vedono, un’esemplare
dietro l’altro, allora si, cader sotto la
scure. Primo della lista era stato un gran bel platano che, ormai, da un pezzo
passati i cento anni stava in gran salute, ma aveva avuto la sventura di metter
le radici nel parco del “Regina” e disturbava la costruzione dell’albergo sotterraneo,
improvvisamente cade in malattia, Canio lo
vede e non ha pietà cristiana; stessa
sorte al tiglio sulla piazza del lido di Carciano, erano una coppia di gemelli
quasi uguali, ma uno di loro ha una piccola ferita, non è prevista alcuna cura,
arriva l’ordine e il taglio si consuma; poi Canio passa in via Bono Lamperti e
lì fa quasi strage, ultimo di serie in via Novara ed un bel faggio, stessa
sorte. Leggiamo che, in queste stesse ore, sull’altra costa avanti a noi, tanti si son
mobilitati per la salvezza di una canfora ultracentenaria già colpita da
ordinanza e, probabilmente, sarà pure risparmiata. Due modelli insomma un po’diversi che anche ci
insegnano che non sempre i periti hanno
ragione e men che meno le ordinanze emesse in serie e in tutta fretta, ma Canio
è così fatto, è come un fulmine, quando decide subito colpisce.
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