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giovedì 29 marzo 2012

DOPO PARTITA



Finita la partita si va oltre la cronaca e possono aver spazio anche i commenti di quel match, finito in parità. E’ stata una sorpresa, un Canio solo in apparente piena forma perché fa molto gioco, ma poco risultato e, tanto per citare: il primo quarto d’ora è un attacco forsennato. Ce l’aveva  con lo Stato, un’ entità fors' anche metafisica, contro cui scaglia una mitragliata di palloni e tutti vanno in rete a porta che era vuota. Gli spettatori guardano, allibiti e  divertiti, questa rilevazione del calcio anche giocato, ma quando finisce il primo quarto d’ora, di reti validate manco l’ombra e quel giocatore va, un poco, subito in panchina. Il risultato vero poi qual è di questo inizio disperato? Il risultato presto lo vedremo, quando schizzeranno verso l’alto le aliquote di quella imposta anche locale, mentre il nostro centro avanti, lo ha detto  papale papale: di aiutar lo Stato a scovare gli evasori manco se ne parla, ogni scovato è un voto che è perduto. Rimane la domanda di qual sia poi la ragione di tanto attivismo e nervosismo che anima la guida del Consiglio ? La serata era col clima rilassante, l’orario giusto per un aperitivo al tavolino, il nemico era presente a ranghi anche ridotti, la maggioranza era schierata e sempre ben compatta, degli argomenti poi, ormai son tutti conosciuti. Comunque, finita la panchina, ritorna subito in partita e scalcia sempre più quel povero pallone, però non vede l’avversario che lo sorpassa quando, per 20 mila euro buttati dentro un cesso, la giocata preparata gli va male perché le ultime due righe d’interpello non le aveva manco lette e, li per li, gli è mancata la giocata, quella giusta. Ma il nervosismo contagia anche la squadra e, caso quasi che sa dell’inaudito, colpisce proprio il Dottore che non gradisce un passaggio di pallone a centro campo e così lo concede, per dispetto, all’ avversario per rimessa. Facciamogli però anche un applauso di sostegno quando lascia il rettangolo di gioco, è una riserva, forse non è ancora abituato a giocare in prima squadra dove il gioco è troppo duro. Anche nel finale è sempre però capitan Canio che vuole fare gioco; c’è un argomento che sarebbe da approvare persino ad occhi chiusi, ma lui vuole ugualmente tenere in scacco l’avversario a centro campo, poi si stufa ed il pallone gli passa nella rete. Vista la partita dalla studio, si consiglia, a tutta la gran squadra, un fermo per un turno e poi il ritiro.
                                        

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