Con questo
titolo vogliamo riprendere l’articolo di ieri sulla scadenza prossima ventura
del 22 del mese che è ormai in corso. Facciamo un po’ il punto su una questione
che è complessa e che qui non si può certo dipanare per intero, ma se fate
mente un po’ locale a quello che già vi ho scritto, vi accorgere che non c’è uno solo degli esiti possibili tra quelli immaginati, che possa dirsi poi esser sicuro che anche quella soluzione vada in "porto". Questo è il punto e tutti gli scenari diventano variabili che potrebbero
sfuggire dalle mani del nostro governo cittadino. C’è il rischio contenzioso, sarebbe
ormai infinito, promosso dai perdenti, in qualche caso e dal vincente, in altro
caso; c’è la questione dei costi che sembrano moltissimo cresciuti ed anche
questa è un’altra grana, non da poco; c’è, non lo dimentichiamo, il rischio
tecnico dell’opera, quello “ scoperto” dall’ impresa vincitrice ed a proposito
di quest’ultima faccenda, vi faccio un
copia – incolla e poi ritorno a continuare e a concludere, per ora:
“Si deve
quindi ritenere che il palancolato finirà sostanzialmente per insistere
sull’orizzonte o Livello S, poco addensato, molto sciolto e instabile: su tale
strato, nell’ipotesi costruttiva di progetto, verrebbe a gravare un peso
notevole costituito dall’intero blocco delle due palancolate e del rilevato
interno oltre alla struttura in elevazione della diga di sopraflutto del porto.
Tale configurazione statica potrebbe
dare adeguate garanzie di stabilità solo nel breve periodo, ossia durante
le fasi realizzative del nuovo molo, mentre nel medio-lungo periodo essa potrebbe subire fenomeni di instabilità
con conseguenti cedimenti o scivolamenti del rilevato stesso non
adeguatamente sostenuto dalle palancole scarsamente infisse e poste nei varchi
fra una coppia di pali e un’altra, senza contare le conseguenti azioni non
controllabili sui pali stessi.
Per ovviare
a tale situazione si propone la seguente variazione progettuale , così come
illustrato nella allegata tavola grafica preliminare: …………………………………………………………………..”
Il tutto, aggiungiamo noi e "naturalmente", ha
un maggior costo che l’impresa quantifica in €. 1.328.881,24, se poi gli spetti
è tutto da vedere, comunque lo chiede .
Quello che vi ho
incollato, giusto per non passar per un visionario, è un passo, per niente riservato, della
relazione tecnica che l’impresa vincitrice la gara, o meglio i professionisti, incaricati
dall’impresa, hanno redatto per giustificare la necessità di cambiare il
progetto, nella fase di stesura di quello esecutivo, cambiamento che il governo
Canio autorizzò la primavera scorsa. In altre parole, secondo questa
tesi, certo non del tutto terza, ma neppure, pare, troppo peregrina, la diga del porto potrebbe crollare se
realizzata secondo la soluzione strutturale che il Comune ha mandato in gara,
dopo quasi dieci anni di studi, indagini, perizie e non so cosa altro. Dite voi
come è possibile uscire da questa situazione, a me sembra che se uno voleva
farsi male da solo, non poteva fare di meglio: finire in un sacco e chiudersi dentro. Mi sa che ne dovremo parlare ancora e
anche a lungo.
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