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domenica 11 marzo 2012

STRADA SENZA USCITA ?


  
Con questo titolo vogliamo riprendere l’articolo di ieri sulla scadenza prossima ventura del 22 del mese che è ormai in corso. Facciamo un po’ il punto su una questione che è complessa e che qui non si può certo dipanare per intero, ma se fate mente un po’ locale a quello che già vi ho scritto, vi accorgere che non c’è uno solo degli esiti possibili tra quelli immaginati, che possa dirsi poi esser sicuro che anche quella soluzione vada  in "porto". Questo è il punto e tutti gli scenari diventano variabili che potrebbero sfuggire dalle mani del nostro governo cittadino. C’è il rischio contenzioso, sarebbe ormai infinito, promosso dai perdenti, in qualche caso e dal vincente, in altro caso; c’è la questione dei costi che sembrano moltissimo cresciuti ed anche questa è un’altra grana, non da poco; c’è, non lo dimentichiamo, il rischio tecnico dell’opera, quello “ scoperto” dall’ impresa vincitrice ed a proposito di quest’ultima  faccenda, vi faccio un copia – incolla e poi ritorno a continuare e a concludere, per ora:

“Si deve quindi ritenere che il palancolato finirà sostanzialmente per insistere sull’orizzonte o Livello S, poco addensato, molto sciolto e instabile: su tale strato, nell’ipotesi costruttiva di progetto, verrebbe a gravare un peso notevole costituito dall’intero blocco delle due palancolate e del rilevato interno oltre alla struttura in elevazione della diga di sopraflutto del porto. Tale configurazione statica potrebbe dare adeguate garanzie di stabilità solo nel breve periodo, ossia durante le fasi realizzative del nuovo molo, mentre nel medio-lungo periodo essa potrebbe subire fenomeni di instabilità con conseguenti cedimenti o scivolamenti del rilevato stesso non adeguatamente sostenuto dalle palancole scarsamente infisse e poste nei varchi fra una coppia di pali e un’altra, senza contare le conseguenti azioni non controllabili sui pali stessi.
Per ovviare a tale situazione si propone la seguente variazione progettuale , così come illustrato nella allegata tavola grafica preliminare: …………………………………………………………………..”
 Il tutto, aggiungiamo noi e "naturalmente", ha un maggior costo che l’impresa quantifica in €. 1.328.881,24, se poi gli spetti è tutto da vedere, comunque lo chiede .
Quello che vi ho incollato, giusto per non passar per un visionario, è un passo, per niente riservato, della relazione tecnica che l’impresa vincitrice la gara, o meglio i professionisti, incaricati dall’impresa, hanno redatto per giustificare la necessità di cambiare il progetto, nella fase di stesura di quello esecutivo,  cambiamento che il governo Canio autorizzò la primavera scorsa. In altre parole, secondo questa tesi, certo non del tutto terza, ma neppure, pare, troppo peregrina,  la diga del porto potrebbe crollare se realizzata secondo la soluzione strutturale che il Comune ha mandato in gara, dopo quasi dieci anni di studi, indagini, perizie e non so cosa altro. Dite voi come è possibile uscire da questa situazione, a me sembra che se uno voleva farsi male da solo, non poteva fare di meglio: finire in un sacco e chiudersi dentro.  Mi sa che ne dovremo parlare ancora e anche a lungo.         

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