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domenica 18 marzo 2012

IL PONTE CALATRAVA


Ne hanno parlato in questi giorni i quotidiani nazionali, il ponte dell’architetto portoghese che, in forme assai moderne, scavalca un canale veneziano. Dodici anni hanno impiegato a fare “l’opera”, mentre nel frattempo il costo è assai salito:  3,8 erano i milioni dell’inizio, 6,7 quelli del progetto esecutivo, 11,7 questo è il conto del finale. Ora che il ponte, comunque è stato aperto, giunge a conclusioni la Procura della Corte che in quei conti ha un po’ indagato e fa le sue contestazioni al progettista ed altri 6, dicendo che han sbagliato a progettare e a controllare, chiedendone il giudizio per danno: quello erariale. La sintesi d’accusa è quella che in questi casi si ritrova e che si chiama : "macroscopica approssimazione" sfociata in un "insieme di errori" sia nella fase di progettazione che di esecuzione dell'infrastruttura, unita a "leggerezza nell'uso del denaro pubblico".  Insomma c’era un difetto già all’inizio del progetto e dal difetto dell’inizio sono venuti giù, a cascata, tutti gli altri grandi guai. Ma c’è anche di più, perché la soluzione del difetto alzò i costi senza, però, risolvere il problema. Per ora qui finisce questa storia e si vedrà se mai qualcuno pagherà, ma quante analogie con il caso nostro qui locale che sembra proprio fotocopia di quello più noto e veneziano. Alla vigilia del giorno 22 di questo mese, quando sul tavolo di Canio e del Suo Vice delegato arriverà il referto dell’esame del progetto e dei suoi costi, ricordino quei due il caso Calatrava, salvo finir pur loro sui giornali nazionali.      

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