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martedì 8 gennaio 2013

CONSIGLIO DI EMERGENZA




 

Rinvia oggi, rimanda anche a domani, ma alla fine, terminati sti rinvii, il punto arriva. Mercoledì che viene ne avremo una di prova, quella del porto; venerdì passato ne abbiamo avuta un’altra pur di prova, la Zanetta. Ora se quella di venerdì che è andato, Canio la potrà camuffar ancor di qualche giorno, sposta poco, il dato è quello lì; quella di mercoledì che viene la deve invece ancora, espressamente, dichiarare e dopo tredici anni che si aspetta, a chi la vuole raccontare? Sembrerebbe dunque che siam tutti arrivati al punto che suole definirsi non ritorno. Il tempo si è buttato, un po’ di soldi pure loro, di tempo ne rimane molto poco, di soldi non lo so, poi lo vedremo. Eccoci dunque dietro quei banchi, l’ala di destra e l’ala di sinistra, in mezzo sta il governo, in mezzo al suo governo sta sto Canio, un bello scatto e viene fuori sta foto di famiglia in un interno che ha combinato il gran disastro. Intendiamoci per bene, a ognuno la sua parte, pro/quota ci si intende, in testa sta sto Canio, dietro il suo governo, poi quelli che abbiamo chiamato gli innocenti e poi, ma un tanto distanziati, chiudiamo noi la lista. C’è quindi da passar sotto la gogna, c’è la vergogna a presentarsi davanti al popolo elettore, la fila delle balle raccontate ormai è infinita, speriamo sia finita, la dimostrazione della débacle sta tutta lì, non c’è più scampo, Canio il condottiero si assuma tutta lui la responsabilità di sto disastro. E allora che si fa? Si aspetta, senza storia, la fine del mandato? Si accelera la fine già annunciata? Ma non facciamoci illusioni, il futuro è sempre incerto, leggiamoci il passato e lo vediamo. Allora ritorna la domanda: che facciamo? Lo dico, per ora, io soltanto, bisognerebbe fare una sorte di Consiglio di emergenza, dico di Consiglio e non dico di governo, modificar quel metodo che sin qui è stato dominante: Canio che pensa……,decide, poi comanda, ordina il voto e fa un disastro. Cambiar quindi nel modo e nelle azioni di governo, metter la barra al centro, recuperar in competenza ed in ragione e lavorar, ma sodo, su degli obiettivi  condivisi. Per ora solo dico questo, più in là meglio fors'anche poi vedremo.
 

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