Siam quindi arrivati a questo punto, quando è
ormai in corso quel cantiere che Canio mise in piedi per varar lo
stralcio: “ La Zanetta”. La cosa non è che passò poi tanto liscia, perché davanti
alle obiezioni che furono e come, opposte, Canio sparò a raffica querele per lesa
sua maestà; cinque infatti furono sul campo subito i colpiti, per carità
solo feriti, invece Canio l’unico che perse di paura fu il suo luogotenente, ma ne prese subito anche il posto e comandò ai
suoi di andare avanti. Gli illustri professori si misero allora a continuare
quel lavoro già avviato; stesero le carte, redissero le mappe, corressero gli
errori, altri ne fecero, disegnaron la strategia vincente per l’attacco, riuniron
riunioni su riunioni per far consultazioni, raccolsero pareri, scrissero
risposte e quando, dopo tanto fare e un po’ anche disfare, quando tutto sembrò ormai belle a
posto, Canio, pensiamo pur anco soddisfatto, tornò in aula. Vi ritornò portando “la
Zanetta” e accanto a lei sedevan quella sera i professori e i consulenti,
quelli che, in quegli ultimi mesi, avevan seguito, nel suo decorso l’illustre e
gran paziente. Ora la storia è cronaca di ieri, perché quando gli assistenti si
accinsero a mostrare a tutti “ La Zanetta” risanata, questa emise un gran respiro e tirò
il fiato. E’ morta, è morta, disse subito qualcuno, no respira, respira, è
ancora viva disse invece un altro e mentre
intorno al morto c’era un gran fermento, Canio, tra se pensava: “ ormai per
me è finita”. Comunque la sera si concluse portando fuori a braccia “ la Zanetta”
che caricata fu sulla lettiga che poi subito partì: direzione l’obitorio. Ora
immaginate voi come saran rimasti tutti i consulenti, tutti i professori, i funzionari
e i dirigenti, gli assistenti e i direttori; quella trentina insomma di soggetti
che ormai con "la Zanetta " ci avevan fatto un po’ di confidenza; avevan studiato ed applicato al
caso delicato le cure, certo le migliori, ed il paziente aveva anche reagito
molto bene: c’era uno sconto in euro di 1.142.155,00 sul primo prezzo di
degenza; poi c’era una corsia preferenziale riservata giusto al caso; mentre per quanto
poi all’esistenza di un male terminale,di quella malattia insomma anche letale,
nessuno se ne accorse o se se ne accorse, il protocollo e la deontologia seguita non prevedevan
di dirglielo al malato, bocche cucite dunque sino al giorno improvviso del decesso. Ora, da quel che già si sa, par che sia arrivato anche il referto dell'autopsia che, in tutta fretta, è stata praticata: morta di malattia incurabile e mortale, diagnosi tardiva e cure inadeguate, questo par stia scritto nel referto. Si apre allora, a cura dei supersititi, la questione dei danni provocati da cure inadeguate e già sembra che il rimborso per le cure e la degenza, quei 420.770,00 già versati, lo ricordate, il capitale insomma, più le spese e gli interessi, sia dovuto.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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