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giovedì 31 gennaio 2013

IL CASO: "..........." ULTIMA PUNTATA, FORSE.


















 
Siam quindi arrivati a questo punto, quando è ormai in corso quel cantiere che Canio mise in piedi per varar lo stralcio: “ La Zanetta”. La cosa non è che passò poi tanto liscia, perché davanti alle obiezioni che furono e come,  opposte, Canio sparò a raffica querele per lesa sua maestà; cinque infatti furono sul campo subito i colpiti, per carità solo feriti, invece Canio l’unico che perse di paura  fu il suo luogotenente,  ma ne prese subito anche il posto e comandò ai suoi di andare avanti. Gli illustri professori si misero allora a continuare quel lavoro già avviato; stesero le carte, redissero le mappe, corressero gli errori, altri ne fecero, disegnaron la strategia vincente per l’attacco, riuniron riunioni su riunioni per far consultazioni, raccolsero pareri, scrissero risposte e quando, dopo tanto fare e un po’ anche  disfare, quando tutto sembrò ormai belle a posto, Canio, pensiamo pur anco soddisfatto, tornò in aula. Vi ritornò portando “la Zanetta” e accanto a lei sedevan quella sera i professori e i consulenti, quelli che, in quegli ultimi mesi, avevan seguito, nel suo decorso l’illustre e gran paziente. Ora la storia è cronaca di ieri, perché quando gli assistenti si accinsero a mostrare a tutti “ La Zanetta” risanata, questa emise un gran respiro e tirò il fiato. E’ morta, è morta, disse subito qualcuno, no respira, respira, è ancora viva disse invece un altro e mentre  intorno al morto c’era un gran fermento, Canio, tra se pensava: “ ormai per me è finita”. Comunque la sera si concluse portando fuori a braccia “ la Zanetta” che caricata fu sulla lettiga che poi subito partì: direzione l’obitorio. Ora immaginate voi come saran rimasti tutti i consulenti, tutti i professori, i funzionari e i dirigenti, gli assistenti e i direttori; quella trentina insomma di soggetti che ormai con "la Zanetta " ci avevan fatto un po’ di confidenza; avevan studiato ed applicato al caso delicato le cure, certo le migliori, ed il paziente aveva anche reagito molto bene: c’era uno sconto in euro di 1.142.155,00 sul primo prezzo di degenza; poi c’era una corsia preferenziale riservata giusto al caso; mentre per quanto poi all’esistenza di un male terminale,di quella malattia insomma anche letale, nessuno se ne accorse o se se ne accorse, il protocollo e la deontologia seguita non prevedevan di dirglielo al malato, bocche cucite dunque sino al giorno improvviso del decesso. Ora, da quel che già si sa, par che sia arrivato anche il referto dell'autopsia che, in tutta fretta, è stata praticata: morta di malattia incurabile e mortale, diagnosi tardiva e cure inadeguate, questo par stia scritto nel referto.  Si apre allora, a cura dei supersititi, la questione dei danni provocati da cure inadeguate e già sembra che il rimborso per le cure e la degenza, quei 420.770,00 già versati, lo ricordate, il  capitale insomma,  più  le spese e gli interessi, sia dovuto.


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