Come annunciato e all’orario che è di colazione, c’è stata ieri la riunione alla sede di Palazzo di città. Tutti son arrivati precisi e puntuali e fatte le presentazioni che son di rito, i quattro convenuti si sono messi comodi intorno al tavolo imbandito. Il Professore è dialogante, disteso e disponibile al confronto ed anche Canio sembra ben intenzionato, infatti introduce l’argomento e dice a tutti che vuol fare l’autocritica anche sul modo con cui sin qui ha regolato il gran Consiglio. Quello che però chiede e che l’altra parte faccia uguale; si discuta pure, ci sia confronto, poi ci sia il voto, ma poi si faccia basta. A sentir Canio sembra però che il gran Consiglio sia una sede di rissa accesa e senza sosta, quasi una corrida, un luogo d’ inferno e di passione dove si discute anche di troppo e dove, son parole sue, si arriva a minacciar i consiglieri. Quindi, da ora basta perché se no ( parole queste nostre) la maggioranza più non regge. Ascoltato che abbiamo il suo intervento ci scusiamo, ma non capiamo molto cosa dovremmo fare di nuovo e di diverso. Vuoi forse che prima votiamo e poi che discutiamo? Capisco che il voto è comandato, che i tuoi non hanno ancora mai fiatato, ma se ci tagli anche la parola, della democrazia Ateniese che cosa ci rimane? Canio è preoccupato degli ultimi sviluppi e si capisce; il voto chiesto ai suoi sulla Zanetta e sulla PAI è stato assai azzardato e questo mantra che risuona dentro l’aula che non minaccia certo, ma dice state attenti, forse ora risuona dentro le orecchie dei suoi più fidi consiglieri. Qui si arriva dunque a toccar la questione di quel metodo instaurato dove come si entra in aula così se ne anche esce e nasce allora la richiesta che i provvedimenti più corposi siano discussi prima in conferenza capigruppo. Conviene anche su questo il nostro Professore, Canio pur conviene, ma si capisce che ne farebbe meglio tanto a meno. E’ anche nel vostro medesimo interesse dice allora il solito Piervalle, perché se così fosse anche stato, l’agguato alla “Zanetta” l’avreste magari e forse anche un po’ evitato. Canio però non sembra sazio, vuol si smorzare i toni accessi che più sembra spaventino la grande coalizione che la sparuta minoranza e va, ora, un passo anche un po’ oltre, toccando il tema dell’attività di minoranza fuori l’aula. Vuole di certo, Sua Eminenza, riferirsi a un qualche esposto alla giustizia, sia quella contabile che quella anche penale, che nel dovere imposto al ruolo dell’eletto, è stato, in casi estremi, presentato. Ora buon Canio è stata la risposta, non si conosce un altro che faccia il podestà e che come fai tu abbia usato la querela per colpir l’attività di chi si oppone e poi, di più, ci chiedi il tuo salva condotto. Il nostro Professore qui si smarca, prende da Canio la distanza e vuol che noi sappiamo che Lui né c’entra, né è stato mai in accordo sullo sferrato e scriteriato attacco giudiziario. Prendiamo dunque atto delle due anime diverse che reggono il governo, una un tantino mansueta e l’altra un po’ più robusta e muscolare. Si va verso la fine, si accorda la data, circa, della prossima assemblea dove Canio promette rispondere a tutti quanti gli interpelli e pure c’è un intesa per, se mai sarà richiesto, un altro incontro preventivo per esaminar i testi che van dentro il consiglio. Come vedete, un po’ pochino .
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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