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martedì 15 gennaio 2013

UDIENZA DA SUA EMINENZA


Come annunciato e all’orario che è di colazione, c’è stata ieri la riunione alla sede di Palazzo di città. Tutti son arrivati precisi e puntuali e fatte le presentazioni che son di rito, i quattro convenuti si sono messi comodi intorno al tavolo imbandito. Il Professore è dialogante, disteso e disponibile al confronto ed anche Canio sembra ben intenzionato, infatti introduce l’argomento e dice a tutti che vuol fare l’autocritica anche sul modo con cui sin qui ha regolato il gran Consiglio. Quello che però chiede e che l’altra parte faccia uguale; si discuta pure, ci sia confronto, poi ci sia il voto, ma poi si faccia basta. A sentir Canio sembra però che il gran Consiglio sia una sede di rissa accesa e senza sosta, quasi una corrida, un luogo d’ inferno e di passione dove si discute anche di troppo e dove, son parole sue, si arriva a minacciar i consiglieri. Quindi, da ora basta perché se no ( parole queste nostre) la maggioranza più non regge. Ascoltato che abbiamo il suo intervento ci scusiamo, ma non capiamo molto cosa dovremmo fare di nuovo e di diverso. Vuoi forse che prima votiamo e poi che discutiamo? Capisco che il voto è comandato, che i tuoi non hanno ancora mai fiatato, ma se ci tagli anche la parola, della democrazia Ateniese che cosa ci rimane? Canio è preoccupato degli ultimi sviluppi e si capisce; il voto chiesto ai suoi sulla Zanetta e sulla PAI è stato assai azzardato e questo mantra che risuona dentro l’aula che non minaccia certo, ma dice state attenti, forse ora risuona dentro le orecchie dei suoi più fidi consiglieri. Qui si arriva dunque a toccar la questione di quel metodo instaurato dove come si entra in aula così se ne anche esce e nasce allora la richiesta che i provvedimenti più corposi siano discussi prima in conferenza capigruppo. Conviene anche su questo il nostro Professore, Canio pur conviene, ma si capisce che ne farebbe meglio tanto a meno. E’ anche nel vostro medesimo interesse dice allora il solito Piervalle, perché se così fosse anche stato, l’agguato alla “Zanetta” l’avreste magari e forse anche un po’ evitato. Canio però non sembra sazio, vuol si smorzare i toni accessi che più sembra spaventino la grande coalizione che la sparuta minoranza e va, ora, un passo anche un po’ oltre, toccando il tema dell’attività di minoranza fuori l’aula. Vuole di certo, Sua Eminenza, riferirsi a un qualche esposto alla giustizia, sia quella contabile che quella anche penale, che nel dovere imposto al ruolo dell’eletto, è stato, in casi estremi, presentato. Ora buon Canio è stata la risposta, non si conosce un altro che faccia il podestà e che come fai tu abbia usato la querela per colpir l’attività di chi si oppone e poi, di più, ci chiedi il tuo salva condotto. Il nostro Professore qui si smarca, prende da Canio la distanza e vuol che noi sappiamo che Lui né c’entra, né è stato mai in accordo sullo sferrato e scriteriato attacco giudiziario. Prendiamo dunque atto delle due anime diverse che reggono il governo, una un tantino mansueta e l’altra un po’ più robusta e muscolare. Si va verso la fine, si accorda la data, circa, della prossima assemblea dove Canio promette rispondere a tutti quanti gli interpelli e pure c’è un intesa per, se mai sarà richiesto, un altro incontro preventivo per esaminar i testi che van dentro il consiglio. Come vedete, un po’ pochino .

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