C’è quindi una vicenda, c’è
quindi anche un problema, magari si chiama soltanto trasparenza, però c’è questo
caso, ci son poi tante domande che chiedono risposte, c’è poi qualcuno, anzi
uno soltanto, che è sempre questo Canio, a cui gli chiediamo di dar le sue risposte.
Forse fin qui non si è capito, forse si è scherzato, fors’ anche equivocato, ma
questo è un caso interessante, un caso sin qui poco indagato, un caso quindi
che, forse, nasconde una sorpresa, per ora, intanto, è solo tutto ancora,
soltanto, da capire. Ora noi qui ci facciamo un po’ tutta la storia, per quanto
ne sappiamo ben si intende, quel che invece ancor ci manca sta nelle risposte
alle domande che giriamo a quello che sta dentro il solito Palazzo. La storia inizia
tempo fa, quando c’era un signore a cui non va di pagar l’ici; allor fa come una
specie di contratto; dentro il Palazzo c’era un Commissario, ed era forse
peggio, che a quello a cui l’Ici non gli piace così dice: “bene, vien qui,
firma sta carta, scrivi che rinunci a quei 13 mila nuovi cubi e poi vai in
pace”. Così quello ha subito poi fatto, insomma è come se, per non pagare l’Ici,
noi si firmasse di star fuori di casa. Comunque passa il tempo, passa anche il
Commissario e arriva il nostro Canio. E’ un giovane inesperto, siam d’accordo,
ma mostra anche intenzioni positive e la città gli approva una cambiale anche
un po’ in bianco che lui, subito, s’ incassa. Passa un altro po’ di tempo, il
giovan, di studio praticante, si studia anche le carte, vede quel foglio
firmato: “Il Commissario”, gli viene allora subito una voglia che la città ci
possa far anche dei soldi. E’ quindi questo il tempo in cui gli nasce e poi sin
qui gli frulla nella testa l’idea di fare un maxi albergo. Sa che c’è già la
SIAV dello Zanetta che è sempre lì che
aspetta di aggiungere ai suoi già tanti di cubi un altro po’ di cubi, quindi le
dice: “ aspetta, vedrai che presto il maxi albergo arriva”. Poi, primo in tutta
quanta Italia, inventa la messa all’asta di qui 13 mila cubi, quelli firmati: “
il Commissario”, quelli dell’Ici ricordate, ne fa 5 di lotti, ma la SIAV dello
Zanetta non si da proprio mai pace ed
offre di acquistarli tutti quanti. Il prezzo è mica poco, si aggira, in euro, intorno
a questa bella cifra: 1.562.925,00. Considerato poi che l’oggetto del venduto
non stava manco in capo al venditore, l’operazione nulla sembrava invidiar ad
una di quelle più spregiudicate della finanza allegra, creativa e anche derivata.
Comunque si conclude, no, non si conclude, perché la SIAV dello Zanetta, nonostante che nel
frattempo (era il 31/12/2007, si proprio un fine anno) ligio era stato il
Consiglio di Palazzo a sistemar nel Piano le volumetrie vendute ed acquisite, chiede tempo. Le ragioni di questo chieder tempo
furono diverse: c’era un ricorso al TAR contro la vendita; c’è da pagar l’imposta
di registro al 2% e, come si sa, quanto a pagar e morir c’è sempre tempo; poi c’era
un fatto nuovo, cioè che era in arrivo un vincolo su parte di quell’area,
quello che ancora adesso riguarda le due ville. Allor dice la SIAV dello
Zanetta, se mettono sto vincolo, i volumi me li dai da un’altra parte. Intanto passa un altro po' di tempo e arriva
il 21 gennaio del 2000 e son già 9 ed ecco che, sempre questa SIAV, chiede un’altra
volta di differir la data e il pagamento. Ora poiché, come vedete, il tempo passa
e il racconto è lungo, il resto della storia ve lo narro, magari, un’altra
volta.
Fine della prima puntata: il
seguito prossimamente su questo blog.
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