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lunedì 28 gennaio 2013

IL CASO:"......" PRIMA PUNTATA

 
C’è quindi una vicenda, c’è quindi anche un problema, magari si chiama soltanto trasparenza, però c’è questo caso, ci son poi tante domande che chiedono risposte, c’è poi qualcuno, anzi uno soltanto, che è sempre questo Canio, a cui gli chiediamo di dar le sue risposte. Forse fin qui non si è capito, forse si è scherzato, fors’ anche equivocato, ma questo è un caso interessante, un caso sin qui poco indagato, un caso quindi che, forse, nasconde una sorpresa, per ora, intanto, è solo tutto ancora, soltanto, da capire. Ora noi qui ci facciamo un po’ tutta la storia, per quanto ne sappiamo ben si intende, quel che invece ancor ci manca sta nelle risposte alle domande che giriamo a quello che sta dentro il solito Palazzo. La storia inizia tempo fa, quando c’era un signore a cui non va di pagar l’ici; allor fa come una specie di contratto; dentro il Palazzo c’era un Commissario, ed era forse peggio, che a quello a cui l’Ici non gli piace così dice: “bene, vien qui, firma sta carta, scrivi che rinunci a quei 13 mila nuovi cubi e poi vai in pace”. Così quello ha subito poi fatto, insomma è come se, per non pagare l’Ici, noi si firmasse di star fuori di casa. Comunque passa il tempo, passa anche il Commissario e arriva il nostro Canio. E’ un giovane inesperto, siam d’accordo, ma mostra anche intenzioni positive e la città gli approva una cambiale anche un po’ in bianco che lui, subito, s’ incassa. Passa un altro po’ di tempo, il giovan, di studio praticante, si studia anche le carte, vede quel foglio firmato: “Il Commissario”, gli viene allora subito una voglia che la città ci possa far anche dei soldi. E’ quindi questo il tempo in cui gli nasce e poi sin qui gli frulla nella testa l’idea di fare un maxi albergo. Sa che c’è già la SIAV dello Zanetta  che è sempre lì che aspetta di aggiungere ai suoi già tanti di cubi un altro po’ di cubi, quindi le dice: “ aspetta, vedrai che presto il maxi albergo arriva”. Poi, primo in tutta quanta Italia, inventa la messa all’asta di qui 13 mila cubi, quelli firmati: “ il Commissario”, quelli dell’Ici ricordate, ne fa 5 di lotti, ma la SIAV dello Zanetta  non si da proprio mai pace ed offre di acquistarli tutti quanti. Il prezzo è mica poco, si aggira, in euro, intorno a questa bella cifra: 1.562.925,00. Considerato poi che l’oggetto del venduto non stava manco in capo al venditore, l’operazione nulla sembrava invidiar ad una di quelle più spregiudicate della finanza allegra, creativa e anche derivata. Comunque si conclude, no, non si conclude, perché  la SIAV dello Zanetta, nonostante che nel frattempo (era il 31/12/2007, si proprio un fine anno) ligio era stato il Consiglio di Palazzo a sistemar nel Piano le volumetrie vendute ed acquisite, chiede  tempo. Le ragioni di questo chieder tempo furono diverse: c’era un ricorso al TAR contro la vendita; c’è da pagar l’imposta di registro al 2% e, come si sa, quanto a pagar e morir c’è sempre tempo; poi c’era un fatto nuovo, cioè che era in arrivo un vincolo su parte di quell’area, quello che ancora adesso riguarda le due ville. Allor dice la SIAV dello Zanetta, se mettono sto vincolo, i volumi me li dai da un’altra parte. Intanto passa un altro po' di tempo e arriva il 21 gennaio del 2000 e son già 9 ed ecco che, sempre questa SIAV, chiede un’altra volta di differir la data e il pagamento. Ora poiché, come vedete, il tempo passa e il racconto è lungo, il resto della storia ve lo narro, magari, un’altra volta.
Fine della prima puntata: il seguito prossimamente su questo blog.
 

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