Come annunciato, oggi 12 e 30, si
apron le porte della sala delle udienze. Canio, questa volta è proprio lui che fa
il cerimoniere e dopo i reciproci saluti, siam tutti messi intorno al tavolo
imbandito. Il Professore siede a capotavola, Canio sta in centro al grande tavolo
da pranzo, dall’altro lato sta Piervalle e, questa volta, c’è Matteo, detto
Diverio. Bene ragazzi, annuncia il nostro capo, vi ho chiamati per dirvi che
sto Consiglio slitta ad altra data, non quella già annunciata, quelle scadenze
perentorie, abbiam poi verificato, non ci sono e quindi, adesso lo vediamo, ma
lo facciamo ai primi del mese di febbraio. Sin qui niente di strano, già un po’
lo aspettavamo, poi intanto arriva il Dirigente e la data, adesso, è precisata;
sarà mercoledì 5 del mese. Sarebbe tutto qui e anche l’udienza sarebbe già
finita, ma c’è anche un po’ d’altro. Questo dell’altro, intanto sta in quel modo;
difficile trovar un Canio così bene disposto, il Professore poi gli fa da
spalla, anzi sembra non lasciar cadere l’occasione per farne anche altre di aperture.
Infatti vuol anche concordare la nuova data per ritrovarci, un’altra volta,
dietro il tavolo ad esaminar quei testi che poi vanno in Consiglio. Insomma
sembra di legger l’avvio di un nuovo modo, di quello tante volte domandato e
mai che sia una volta poi ottenuto. Così, già che ci siamo, Il Professore ci
fissa anche la data e poi l'ora; sarà alle ore sedici e trenta del pure giorno trenta di
sto mese. Insomma, ci vuole poco a capir che c’è un mutamento della linea di
governo e che il fautore è proprio il Professore, quello, pensate un po’, della
teoria della sola autonomia di maggioranza, ma quella sua teoria ora fa acqua,
e con la “Zanetta” ha preso una mazzata che pare sia mortale. Morale, hanno capito che ancora
un’altra volta un’ imboscata come quella di venerdì ventotto, la squadra è
decimata e se la squaglia e allora devon correre ai ripari e d’ora in poi
condurre trattative e negoziati preventivi, che a Canio piaccia o meno, questo
poco, o nulla importa.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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