Visualizzazioni di pagine: ultimo mese

venerdì 25 gennaio 2013

L'ETICA E L'IMPRESA



Tema difficile quello oggi assegnatoci, chiedo scusa; ma complici un poco quei talemoni ci tocca parlar di queste cose di cui siamo un poco spettatori e molto poco attori. Questo binomio dunque, l'etica e l'impresa, non sempre, o quasi mai, va poi d’ accordo. Ordunque alcuni, sicuramente i più, tra cui i nostri bei Reggenti, pensano che all’imprenditoria locale, quella alberghiera è naturale, la cittadella abbia solo un debito: hanno investito, danno lavoro, sono il motore, danno un po’ il lustro, hann capitali  ……, detto così vien anche facile che si concluda poi che se loro chiedono, che poi a loro sia subito anche dato. Non fa una piega, lo riconosco; non fa una piega se poi mi fermo lì, se poi non guardo intorno, se poi non vado in giro, se poi non vado un po’ più a fondo. Ho preso spunto da quei giganti messi lì proprio in sti giorni a reggere gli archi di trionfo, ma prendo Villa Elisa, un gran disastro, ma anche un gran pasticcio combinato tra il pubblico e il privato, poi prendo la Castelli, una vergogna; ci metto anche Villa Aminta col suo Kitsch, pagato un po’ coi soldi pubblici, comunque non c’è un metro che va dall’inizio sino al fondo lungo lago che non porti il loro nome e poi il cognome e quanto a farne anche buon uso, per ora, gran parte, sta in disuso. Qualcuno poi dirà che, almeno, si faceva un sacco d’ICI e adesso si fa anche un sacco d’ IMU; per carità: il Grand Hotel paga circa la metà della metà perché, giustamente, è un monumento; un altro che poteva fare un mezzo grande albergo, l’Ici pagarla non voleva; che c’è tanto di male? Mette una firma e non la paga; la “Zanetta” è pertinenza, di che cosa non si sa, bontà sua, mai l’ha pagata; provate voi a saltarla per la vostra prima casa. Chiuso argomento sulle imposte e sulle tasse, passiamo ad altro, siccome è tutto, volutamente, in gran disuso, occorre ridisegnare il futuro e la città e a lor che hanno da investire bisogna anche un po’ obbedire. Torniamo allora al titolo di oggi perché se vero è che lì ci stanno i soldi è anche vero che è qui che gli hann poi tutti, o quasi, fatti. Questo vuol dire che anche sti alberghieri han da versare un tributo alla città, perché se erano nati un poco altrove, anche la sorte loro, forse, andava altrove. Allora è un po’ più chiaro dove sta il dare e dove sta l’avere, allora è un po’ più chiaro sino ad ove si possa comandare e da dove invece si deve, anche, un po’, obbedire. Quei talemoni orrendi e minacciosi insegnino che la libertà di fare, in questo caso di strafare, non è infinita e che i beni che son beni comuni, son da gestire senza che quelli che stanno nel Palazzo abbian sempre e soltanto da obbedire e mai nulla da dire.

 

Nessun commento:

Posta un commento