Tema difficile
quello oggi assegnatoci, chiedo scusa; ma complici un poco quei talemoni ci tocca
parlar di queste cose di cui siamo un poco spettatori e molto poco attori. Questo
binomio dunque, l'etica e l'impresa, non sempre, o quasi mai, va poi d’ accordo. Ordunque
alcuni, sicuramente i più, tra cui i nostri bei Reggenti, pensano che all’imprenditoria
locale, quella alberghiera è naturale, la cittadella abbia solo un debito: hanno
investito, danno lavoro, sono il motore, danno un po’ il lustro, hann capitali ……, detto così vien anche facile che si
concluda poi che se loro chiedono, che poi a loro sia subito anche dato. Non fa una piega,
lo riconosco; non fa una piega se poi mi fermo lì, se poi non guardo intorno,
se poi non vado in giro, se poi non vado un po’ più a fondo. Ho preso spunto da
quei giganti messi lì proprio in sti giorni a reggere gli archi di trionfo, ma
prendo Villa Elisa, un gran disastro, ma anche un gran pasticcio combinato tra
il pubblico e il privato, poi prendo la Castelli, una vergogna; ci metto anche
Villa Aminta col suo Kitsch, pagato un po’ coi soldi pubblici, comunque non c’è
un metro che va dall’inizio sino al fondo lungo lago che non porti il loro nome
e poi il cognome e quanto a farne anche buon uso, per ora, gran parte, sta in
disuso. Qualcuno poi dirà che, almeno, si faceva un sacco d’ICI e adesso si fa anche
un sacco d’ IMU; per carità: il Grand Hotel paga circa la metà della metà
perché, giustamente, è un monumento; un altro che poteva fare un mezzo grande
albergo, l’Ici pagarla non voleva; che c’è tanto di male? Mette una firma e non
la paga; la “Zanetta” è pertinenza, di che cosa non si sa, bontà sua, mai l’ha pagata;
provate voi a saltarla per la vostra prima casa. Chiuso argomento sulle imposte
e sulle tasse, passiamo ad altro, siccome è tutto, volutamente, in gran disuso,
occorre ridisegnare il futuro e la città e a lor che hanno da investire bisogna
anche un po’ obbedire. Torniamo allora al titolo di oggi perché se vero è che lì
ci stanno i soldi è anche vero che è qui che gli hann poi tutti, o quasi, fatti.
Questo vuol dire che anche sti alberghieri han da versare un tributo alla città,
perché se erano nati un poco altrove, anche la sorte loro, forse, andava altrove.
Allora è un po’ più chiaro dove sta il dare e dove sta l’avere, allora è un po’
più chiaro sino ad ove si possa comandare e da dove invece si deve, anche, un
po’, obbedire. Quei talemoni orrendi e minacciosi insegnino che la libertà di fare,
in questo caso di strafare, non è infinita e che i beni che son beni comuni, son
da gestire senza che quelli che stanno nel Palazzo abbian sempre e soltanto da
obbedire e mai nulla da dire.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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