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giovedì 28 dicembre 2023

COMPLEANNO

 



Oggi "La " Stampa" ci ricorda che sono passati ben 21 anni dal giorno in cui i lavori del "nuovo" porto erano iniziati. Non pensiamo che il Governo in carica organizzerà un evento commemorativo dell'avvenimento, meglio oscurare la memoria un po' di tutti, anche di quelli che a quell'epoca non erano ancora nati e forse non hanno ancora ben inteso che cosa mai sia successo. Per la verità non c'è molto da capire: una fila interminabile di errori gravi e banali che hanno provocato l'effetto di far passare il conto dell'opera da due a sette milioni di euro e di renderla incompiuta, anche se ufficialmente, per pudore, il Palazzo ha sempre ritenuto di non segnalarla tra quelle incompiute, beati loro. Ma ventun anni , se si va avanti così, rischiano di essere pure pochi. All'orizzonte non c'è molto che faccia pensare in un positivo esito prossimo dell'opera, anzi, la cosa non sembra neppure nelle priorità del Governo attuale che procede, se mai procedere è il verbo giusto, con un passo da tartaruga. Pochi sono, probabilmente, i soldi messi a bilancio per i prossimi due anni, campa cavallo, giusto di questi giorni , in albo, ci è passato un atto con il quale incaricare un legale di dare una risposta alla domanda di chi sia la responsabilità. Peccato che la stessa domanda era già stata fatta in precedenza ad altri, probabilmente senza risposta. Siamo dunque ancora in alto mare e l'approdo, per usare una terminologia adeguata al caso, non si vede ancora all'orizzonte. Stupisce però la indifferenza del Governo, quasi non fosse suo compito sistemare i disastri fatti anche dagli altri, ma è evidente che invece lo sarebbe e dovrebbe essere anche una priorità e un motivo di orgoglio cittadino. Non è così; siamo solo capaci di riempire le casse nella stagione dell'estate e di lasciare ogni cosa nell'indifferenza nella stagione dell'inverno. Dovremmo rivoltarci, defenestrare i governi incapaci, pretendere che siano giusti ed efficienti, invece ovunque si guarda... meglio girarsi dall'altra parte, far finta di non sapere, non dire nulla... tanto non cambia nulla.

mercoledì 20 dicembre 2023

FUNIVIA: IL GIOCO DELLE TRE CARTE

 




Dopo gli annunci e lo spettacolino delle tre firme siglate: Santanchè/Cirio e Severino, spettacolino che è stato offerto al pubblico del congresso sul turismo, tutti credevano di aver capito che la soluzione funivia del Mottarone ormai era cosa fatta. Una manciata di milioni (15) che i due attori principali mettevano sul tavolo, o comunque così hanno detto. Chiuso il sipario, il documento firmato ora è conosciuto, ma non è che le cose stanno proprio come le hanno raccontate. Il documento che porta la firma dei tre, ossia un protocollo di intesa, non ha dentro quasi nulla, ma in particolare non indica con quali risorse e in quale ripartizione tra le parti (Ministero/Regione), sarà realizzato il recupero funzionale della funivia. Nessuna traccia di quei 15 milioni unicamente stimati quale costo dell'opera, ma dove stiano, quando saranno reperiti e tutte queste robe qui che, se non ci sono, è parlare d'aria, nessuna traccia. Però lo spettacolino ha funzionato lo stesso Sì, certo, hanno dovuto ridimensionare e di molto i sogni di gloria che ipotizzavano la costruzione di un impianto che avrebbe fatto invidia al Bianco o al Cervino, ma tutto sommato si torna alla situazione ante incidente con qualche ammodernamento e miglioramento in più e questo, lo avevamo già detto, basta e avanza. Indenne, per ora, da spese, il Comunello nostro a cui viene affidato l'onere di mettere a disposizione il proprio: "know how" ( non ridete per favore), mentre per ora chi beneficia è solo Monte Rosa 2000 S.P.A. , società partecipata da Regione Piemonte che si porta a casa 300 mila euro, sperando servano a qualche cosa. Quanto al resto manca quasi tutto, ma vedremo che cosa ci sarà dentro il nuovo accordo di programma che dovrebbe vedere la luce entro i prossimi 4 mesi.

CONSIGLIO DI FINE ANNO




CITTA’ DI STRESA

Convocazione ordinaria del Consiglio Comunale.

I L S I N D A C O   D I S P ON E

di convocare il CONSIGLIO COMUNALE in sessione ordinaria – seduta di 1° convocazione per il giorno 28 dicembre 2023, ore 18.30 presso Palazzo Municipale, Sala Canonica e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione ordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno 28 dicembre 2023, ore 19.30 presso Palazzo Municipale, Sala Canonica Per deliberare il seguente

O R D I N E D E L G I O R N O

1. Ratifica deliberazione G.C. N. 174 del 17.11.2023 "Esame ed approvazione quinta variazione al bilancio di previsione 2023/2025" 

2. Approvazione aliquote e detrazioni per l'applicazione dell'imposta municipale propria - "IMU" e determinazione valori aree edificabili - anno 2024 

3. Esame ed approvazione bilancio di previsione 2024/2026 e relativi allegati.

 4. Esame ed approvazione programma delle collaborazioni ai sensi della Legge N. 244/2007. 

5. Riconoscimento debito fuori bilancio. 

6. Piano di razionalizzazione delle società partecipate ex-art. 20 D.Lgs. 175/2016 (T.U. società a partecipazione pubblica). Ricognizione annuale. 

7. Legge n. 106/2011 "Prime disposizioni urgenti per l'economia" Autorizzazione al rilascio del permesso a costruire in deroga per intervento di demolizione e ricostruzione per realizzazione edificio residenziale in via per Vedasco n. 20 - variante n. 1” 

8. Gruppi consiliari Grande Stresa e Per Stresa – Interpellanza “Aumento costi istruzione ed educazione scolastica” 

 9. Gruppo consiliare Per Stresa – Interpellanza “Contributo di sbarco anno 2023” 

 10. Gruppo consiliare Per Stresa – Interpellanza “Nuova zona rossa località Gabuso”

. IL SINDACO (Marcella Severino)

sabato 16 dicembre 2023

LAGO MAGGIORE: TURISMO-UNA RIFLESSIONE

 


DA ITALIA NOSTRA SEZIONE VCO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO 

Come un mantra, il territorio viene declinato quasi in continuazione dagli attori che agiscono sulla scena dei Governi locali , di quelli intermedi e di quelli nazionali, ossia come un oggetto capace di suo di spingere il motore del PIL verso traguardi sempre più alti . In questa narrazione ci stanno verità e esagerazioni, ci sta un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, comunque nessuno sembra prendere le distanze per un giudizio un po' più critico. Non sfuggono certamente a questa rincorsa gli attori locali, inclusi quelli economici che, giustamente, guardano ai risultati di bilancio come ad uno degli loro obiettivi più importanti. Il lago Maggiore non sfugge per nulla a questa narrazione e non c'è attore politico o economico che non ripeta le stesse cose. A leggere neanche tra le righe si capisce che si vorrebbe spostare più avanti il traguardo turistico, raggiungendo numeri che, in qualche modo, li si invidiano a realtà per certi aspetti simili e per certi aspetti no: vedi i laghi di Como e Garda. Bisognerebbe riuscire quindi fare il pieno, saturare e possibilmente superare la capacità di accoglienza che il lago avrebbe. Pare quasi di cogliere l'auspicio di un nuovo rinascimento che, dopo gli anni della crisi del Covid, rilanci e superi di gran lunga i traguardi precedenti ad esso, intercettando nuovi mercati e nuove domande. Turismo quindi soluzione di ogni male, garanzia di assicurata ricchezza un po' per tutti e il territorio, parola magica, luogo da usare per raggiungere il risultato: una specie di materia prima, un mezzo di produzione inesauribile, libero da utilizzarsi comunque e a prescindere. In questo contesto vengono avanti anche le richieste di nuove infrastrutturazioni e strutture che riescano a soddisfare nuove domande (vedi ad esempio la ciclovia del Lago Maggiore, vedi  le proposte per un nuovo grande porto turistico a Pallanza, vedi gli ambiti ambiti del Piano Grande, vedi nuovi grandi investimenti alberghieri e non solo). E' evidente che dal punto di vista dal quale noi Associazione dobbiamo guardare le trasformazioni ventilate e in corso, ci deve essere un occhio critico e attento che sostituisca il sì a prescindere con un sì ma o con un no punto. 

Prendiamo la ciclovia del Lago Maggiore, opera che in apparenza dovrebbe trovare un ampio consenso anche sul versante ambientalista, però abbiamo visto alcune anticipazioni redatte a livello di fattibilità che lasciano perplessi. Poiché realizzare l'opera nella suo integrale previsione di sviluppo non è assolutamente facile, ne sono già uscite soluzioni che, se attuate, modificheranno, anche pesantemente, il quadro paesaggistico, ossia il contenitore di quel turismo che tanto attrae, ma che proprio per questo non solo non dovrebbe essere stravolto, ma qualificato anche ambientalmente, laddove lo sviluppo o il degrado, due facce della stessa medaglia, l' hanno svilito. Quindi?  Quindi ci vuole una riflessione prima di una decisione.  Senza contare che esiste, è sempre esistita, una infrastruttura per la mobilità sostenibile sull'intero bacino del lago, a costo zero. E' l'acqua, tutt'altro che razionalmente "sfruttata", ma con ampi spazi di potenziale crescita in termini di linee e di orari.

Al proposito, si è ascoltata nei giorni scorsi, l'intervista ad un noto imprenditore alberghiero, rilasciata  in occasione  dei 150 anni di vita della sua azienda. Ebbene questi lamentava una scarsa cultura turistica da parte degli operatori e non solo. Al  proposito della relazione del turista con il territorio, lamentava infatti che, ad esempio, nella località in cui opera, storicamente nota per la estrazione di granito (rosa), nessuno avesse mai pensato alla realizzazione di " piccoli ricordi" in granito appunto destinati al turista. Viene da chiedersi se questo operatore importante non abbia mai guardato fuori dalle finestre dei suoi Hotel e non si sia mai chiesto se non fosse arrivato il tempo che la miniera di sabbia e non di granito, che sovrasta la sua cittadella venga almeno gradualmente bonificata e rinaturalizzata. Conoscendo poi molto bene da parte di chi qui scrive l'ignobile vicenda autorizzativa di quell' attività in corso, il fronte imprenditoriale alberghiero dovrebbe schierarsi unito per una richiesta di tal contenuto, altro che oggettistica a ricordo. E' solo un esempio, ma pensiamo in qualche modo significativo di una mancanza di sensibilità, almeno, turistica, paradossalmente, lamentata dal medesimo imprenditore.

Lo stesso assalto al Piano Grande, una specie di guerra dei cent'anni condotta dall'invincibile Manoni Tranquillo, la dice lunga tra la relazione: turismo/territorio, inteso quest'ultimo come contenitore di valenze ambientali, paesaggistiche, ecologiche, ma anche culturali nel segno identitario e di appartenenza di una comunità allargata e coesa. Salvaguardare quei luoghi superstiti e pregiati, ma circondati dal turismo non alberghiero e di massa, dovrebbe essere un obiettivo "politico" di chi governa, non quello di assecondarne l'espansione ulteriore e  totale, diversamente anche lo sbandierato traguardo dell'allargamento del Parco Val Grande, mostrerebbe soltanto di essere una bandiera da sventolare appunto e non un segnale di un cambio di passo.

Quanto alla richiesta di un nuovo grande porto turistico sul lungo lago di Pallanza, l' infrastruttura che il progetto presenta è fortemente in contrasto con l'attuale e storicamente sedimentata immagine della linea di costa, sicuramente invasiva e fuori scala rispetto alle attuali esistenti infrastrutture costiere e, in prospettiva, certamente fattore di saturazione del traffico da diporto nell'ambito di un'area di lago oggi abbastanza preservata da questa influenza. Spicca dunque l'assenza pianificatoria di un Governo che dopo la perdita, per eccezionali eventi meteo, del proprio porto pubblico, si affida a tutte le "improvvisazioni" imprenditoriali, rischiando il nulla o il peggio. Ma se mai esista una rotta di un turismo virtuoso, anche sul lago,  spetta al Governo locale e a tutti gli altri ambiti di governo tenere la barra diritta e non sbandare.

Tacciamo, per amor di patria, le continue richieste, spesso assecondate (vedi Due Palme ), a volte ancora al palo (vedi Eden), di quantità edilizie nuove o aggiuntive, a volte massive, che l'imprenditoria alberghiera storica e recente reclama e, prima o poi ottiene. Tacciamo le soluzioni che vengono individuate, di fatto sono elementi della  progressiva  alterazione "antropologica" di un territorio che dice e diceva di fare di quella sua caratterizzazione storicizzata  l'elemento di forza, anche economica, e che progressivamente invece massifica e banalizza. Eppure si potrebbe crescere anche in altro modo: riempiendo il tempo vuoto del turismo stagionale perché diventi tempo pieno di un turismo alternativo. 

C'è quindi materia per una riflessione, per togliere la discussione sul turismo in generale da una semplificazione eccessiva che contrappone schieramenti asimmetrici: quello ambientale, sicuramente minoritario nei numeri, e quello ampiamente maggioritario costituito dai poteri imprenditoriali, rappresentato quasi sempre dai governi locali e non solo locali, ma anche diffuso a livello di opinione comune. 

E' evidente che le difficoltà di un' Associazione ambientale come questa, sono enormi, ma questo è il nostro compito e vorremmo che, almeno a livello di riflessione e di pianificazione, comunque venissimo ascoltati. Non sempre succede.                  

venerdì 8 dicembre 2023

I 75


 https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/670423/i-75/





I 75





UN LIBRO DI PIERVALLE