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giovedì 28 dicembre 2023

COMPLEANNO

 



Oggi "La " Stampa" ci ricorda che sono passati ben 21 anni dal giorno in cui i lavori del "nuovo" porto erano iniziati. Non pensiamo che il Governo in carica organizzerà un evento commemorativo dell'avvenimento, meglio oscurare la memoria un po' di tutti, anche di quelli che a quell'epoca non erano ancora nati e forse non hanno ancora ben inteso che cosa mai sia successo. Per la verità non c'è molto da capire: una fila interminabile di errori gravi e banali che hanno provocato l'effetto di far passare il conto dell'opera da due a sette milioni di euro e di renderla incompiuta, anche se ufficialmente, per pudore, il Palazzo ha sempre ritenuto di non segnalarla tra quelle incompiute, beati loro. Ma ventun anni , se si va avanti così, rischiano di essere pure pochi. All'orizzonte non c'è molto che faccia pensare in un positivo esito prossimo dell'opera, anzi, la cosa non sembra neppure nelle priorità del Governo attuale che procede, se mai procedere è il verbo giusto, con un passo da tartaruga. Pochi sono, probabilmente, i soldi messi a bilancio per i prossimi due anni, campa cavallo, giusto di questi giorni , in albo, ci è passato un atto con il quale incaricare un legale di dare una risposta alla domanda di chi sia la responsabilità. Peccato che la stessa domanda era già stata fatta in precedenza ad altri, probabilmente senza risposta. Siamo dunque ancora in alto mare e l'approdo, per usare una terminologia adeguata al caso, non si vede ancora all'orizzonte. Stupisce però la indifferenza del Governo, quasi non fosse suo compito sistemare i disastri fatti anche dagli altri, ma è evidente che invece lo sarebbe e dovrebbe essere anche una priorità e un motivo di orgoglio cittadino. Non è così; siamo solo capaci di riempire le casse nella stagione dell'estate e di lasciare ogni cosa nell'indifferenza nella stagione dell'inverno. Dovremmo rivoltarci, defenestrare i governi incapaci, pretendere che siano giusti ed efficienti, invece ovunque si guarda... meglio girarsi dall'altra parte, far finta di non sapere, non dire nulla... tanto non cambia nulla.

mercoledì 20 dicembre 2023

FUNIVIA: IL GIOCO DELLE TRE CARTE

 




Dopo gli annunci e lo spettacolino delle tre firme siglate: Santanchè/Cirio e Severino, spettacolino che è stato offerto al pubblico del congresso sul turismo, tutti credevano di aver capito che la soluzione funivia del Mottarone ormai era cosa fatta. Una manciata di milioni (15) che i due attori principali mettevano sul tavolo, o comunque così hanno detto. Chiuso il sipario, il documento firmato ora è conosciuto, ma non è che le cose stanno proprio come le hanno raccontate. Il documento che porta la firma dei tre, ossia un protocollo di intesa, non ha dentro quasi nulla, ma in particolare non indica con quali risorse e in quale ripartizione tra le parti (Ministero/Regione), sarà realizzato il recupero funzionale della funivia. Nessuna traccia di quei 15 milioni unicamente stimati quale costo dell'opera, ma dove stiano, quando saranno reperiti e tutte queste robe qui che, se non ci sono, è parlare d'aria, nessuna traccia. Però lo spettacolino ha funzionato lo stesso Sì, certo, hanno dovuto ridimensionare e di molto i sogni di gloria che ipotizzavano la costruzione di un impianto che avrebbe fatto invidia al Bianco o al Cervino, ma tutto sommato si torna alla situazione ante incidente con qualche ammodernamento e miglioramento in più e questo, lo avevamo già detto, basta e avanza. Indenne, per ora, da spese, il Comunello nostro a cui viene affidato l'onere di mettere a disposizione il proprio: "know how" ( non ridete per favore), mentre per ora chi beneficia è solo Monte Rosa 2000 S.P.A. , società partecipata da Regione Piemonte che si porta a casa 300 mila euro, sperando servano a qualche cosa. Quanto al resto manca quasi tutto, ma vedremo che cosa ci sarà dentro il nuovo accordo di programma che dovrebbe vedere la luce entro i prossimi 4 mesi.

CONSIGLIO DI FINE ANNO




CITTA’ DI STRESA

Convocazione ordinaria del Consiglio Comunale.

I L S I N D A C O   D I S P ON E

di convocare il CONSIGLIO COMUNALE in sessione ordinaria – seduta di 1° convocazione per il giorno 28 dicembre 2023, ore 18.30 presso Palazzo Municipale, Sala Canonica e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione ordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno 28 dicembre 2023, ore 19.30 presso Palazzo Municipale, Sala Canonica Per deliberare il seguente

O R D I N E D E L G I O R N O

1. Ratifica deliberazione G.C. N. 174 del 17.11.2023 "Esame ed approvazione quinta variazione al bilancio di previsione 2023/2025" 

2. Approvazione aliquote e detrazioni per l'applicazione dell'imposta municipale propria - "IMU" e determinazione valori aree edificabili - anno 2024 

3. Esame ed approvazione bilancio di previsione 2024/2026 e relativi allegati.

 4. Esame ed approvazione programma delle collaborazioni ai sensi della Legge N. 244/2007. 

5. Riconoscimento debito fuori bilancio. 

6. Piano di razionalizzazione delle società partecipate ex-art. 20 D.Lgs. 175/2016 (T.U. società a partecipazione pubblica). Ricognizione annuale. 

7. Legge n. 106/2011 "Prime disposizioni urgenti per l'economia" Autorizzazione al rilascio del permesso a costruire in deroga per intervento di demolizione e ricostruzione per realizzazione edificio residenziale in via per Vedasco n. 20 - variante n. 1” 

8. Gruppi consiliari Grande Stresa e Per Stresa – Interpellanza “Aumento costi istruzione ed educazione scolastica” 

 9. Gruppo consiliare Per Stresa – Interpellanza “Contributo di sbarco anno 2023” 

 10. Gruppo consiliare Per Stresa – Interpellanza “Nuova zona rossa località Gabuso”

. IL SINDACO (Marcella Severino)

sabato 16 dicembre 2023

LAGO MAGGIORE: TURISMO-UNA RIFLESSIONE

 


DA ITALIA NOSTRA SEZIONE VCO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO 

Come un mantra, il territorio viene declinato quasi in continuazione dagli attori che agiscono sulla scena dei Governi locali , di quelli intermedi e di quelli nazionali, ossia come un oggetto capace di suo di spingere il motore del PIL verso traguardi sempre più alti . In questa narrazione ci stanno verità e esagerazioni, ci sta un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, comunque nessuno sembra prendere le distanze per un giudizio un po' più critico. Non sfuggono certamente a questa rincorsa gli attori locali, inclusi quelli economici che, giustamente, guardano ai risultati di bilancio come ad uno degli loro obiettivi più importanti. Il lago Maggiore non sfugge per nulla a questa narrazione e non c'è attore politico o economico che non ripeta le stesse cose. A leggere neanche tra le righe si capisce che si vorrebbe spostare più avanti il traguardo turistico, raggiungendo numeri che, in qualche modo, li si invidiano a realtà per certi aspetti simili e per certi aspetti no: vedi i laghi di Como e Garda. Bisognerebbe riuscire quindi fare il pieno, saturare e possibilmente superare la capacità di accoglienza che il lago avrebbe. Pare quasi di cogliere l'auspicio di un nuovo rinascimento che, dopo gli anni della crisi del Covid, rilanci e superi di gran lunga i traguardi precedenti ad esso, intercettando nuovi mercati e nuove domande. Turismo quindi soluzione di ogni male, garanzia di assicurata ricchezza un po' per tutti e il territorio, parola magica, luogo da usare per raggiungere il risultato: una specie di materia prima, un mezzo di produzione inesauribile, libero da utilizzarsi comunque e a prescindere. In questo contesto vengono avanti anche le richieste di nuove infrastrutturazioni e strutture che riescano a soddisfare nuove domande (vedi ad esempio la ciclovia del Lago Maggiore, vedi  le proposte per un nuovo grande porto turistico a Pallanza, vedi gli ambiti ambiti del Piano Grande, vedi nuovi grandi investimenti alberghieri e non solo). E' evidente che dal punto di vista dal quale noi Associazione dobbiamo guardare le trasformazioni ventilate e in corso, ci deve essere un occhio critico e attento che sostituisca il sì a prescindere con un sì ma o con un no punto. 

Prendiamo la ciclovia del Lago Maggiore, opera che in apparenza dovrebbe trovare un ampio consenso anche sul versante ambientalista, però abbiamo visto alcune anticipazioni redatte a livello di fattibilità che lasciano perplessi. Poiché realizzare l'opera nella suo integrale previsione di sviluppo non è assolutamente facile, ne sono già uscite soluzioni che, se attuate, modificheranno, anche pesantemente, il quadro paesaggistico, ossia il contenitore di quel turismo che tanto attrae, ma che proprio per questo non solo non dovrebbe essere stravolto, ma qualificato anche ambientalmente, laddove lo sviluppo o il degrado, due facce della stessa medaglia, l' hanno svilito. Quindi?  Quindi ci vuole una riflessione prima di una decisione.  Senza contare che esiste, è sempre esistita, una infrastruttura per la mobilità sostenibile sull'intero bacino del lago, a costo zero. E' l'acqua, tutt'altro che razionalmente "sfruttata", ma con ampi spazi di potenziale crescita in termini di linee e di orari.

Al proposito, si è ascoltata nei giorni scorsi, l'intervista ad un noto imprenditore alberghiero, rilasciata  in occasione  dei 150 anni di vita della sua azienda. Ebbene questi lamentava una scarsa cultura turistica da parte degli operatori e non solo. Al  proposito della relazione del turista con il territorio, lamentava infatti che, ad esempio, nella località in cui opera, storicamente nota per la estrazione di granito (rosa), nessuno avesse mai pensato alla realizzazione di " piccoli ricordi" in granito appunto destinati al turista. Viene da chiedersi se questo operatore importante non abbia mai guardato fuori dalle finestre dei suoi Hotel e non si sia mai chiesto se non fosse arrivato il tempo che la miniera di sabbia e non di granito, che sovrasta la sua cittadella venga almeno gradualmente bonificata e rinaturalizzata. Conoscendo poi molto bene da parte di chi qui scrive l'ignobile vicenda autorizzativa di quell' attività in corso, il fronte imprenditoriale alberghiero dovrebbe schierarsi unito per una richiesta di tal contenuto, altro che oggettistica a ricordo. E' solo un esempio, ma pensiamo in qualche modo significativo di una mancanza di sensibilità, almeno, turistica, paradossalmente, lamentata dal medesimo imprenditore.

Lo stesso assalto al Piano Grande, una specie di guerra dei cent'anni condotta dall'invincibile Manoni Tranquillo, la dice lunga tra la relazione: turismo/territorio, inteso quest'ultimo come contenitore di valenze ambientali, paesaggistiche, ecologiche, ma anche culturali nel segno identitario e di appartenenza di una comunità allargata e coesa. Salvaguardare quei luoghi superstiti e pregiati, ma circondati dal turismo non alberghiero e di massa, dovrebbe essere un obiettivo "politico" di chi governa, non quello di assecondarne l'espansione ulteriore e  totale, diversamente anche lo sbandierato traguardo dell'allargamento del Parco Val Grande, mostrerebbe soltanto di essere una bandiera da sventolare appunto e non un segnale di un cambio di passo.

Quanto alla richiesta di un nuovo grande porto turistico sul lungo lago di Pallanza, l' infrastruttura che il progetto presenta è fortemente in contrasto con l'attuale e storicamente sedimentata immagine della linea di costa, sicuramente invasiva e fuori scala rispetto alle attuali esistenti infrastrutture costiere e, in prospettiva, certamente fattore di saturazione del traffico da diporto nell'ambito di un'area di lago oggi abbastanza preservata da questa influenza. Spicca dunque l'assenza pianificatoria di un Governo che dopo la perdita, per eccezionali eventi meteo, del proprio porto pubblico, si affida a tutte le "improvvisazioni" imprenditoriali, rischiando il nulla o il peggio. Ma se mai esista una rotta di un turismo virtuoso, anche sul lago,  spetta al Governo locale e a tutti gli altri ambiti di governo tenere la barra diritta e non sbandare.

Tacciamo, per amor di patria, le continue richieste, spesso assecondate (vedi Due Palme ), a volte ancora al palo (vedi Eden), di quantità edilizie nuove o aggiuntive, a volte massive, che l'imprenditoria alberghiera storica e recente reclama e, prima o poi ottiene. Tacciamo le soluzioni che vengono individuate, di fatto sono elementi della  progressiva  alterazione "antropologica" di un territorio che dice e diceva di fare di quella sua caratterizzazione storicizzata  l'elemento di forza, anche economica, e che progressivamente invece massifica e banalizza. Eppure si potrebbe crescere anche in altro modo: riempiendo il tempo vuoto del turismo stagionale perché diventi tempo pieno di un turismo alternativo. 

C'è quindi materia per una riflessione, per togliere la discussione sul turismo in generale da una semplificazione eccessiva che contrappone schieramenti asimmetrici: quello ambientale, sicuramente minoritario nei numeri, e quello ampiamente maggioritario costituito dai poteri imprenditoriali, rappresentato quasi sempre dai governi locali e non solo locali, ma anche diffuso a livello di opinione comune. 

E' evidente che le difficoltà di un' Associazione ambientale come questa, sono enormi, ma questo è il nostro compito e vorremmo che, almeno a livello di riflessione e di pianificazione, comunque venissimo ascoltati. Non sempre succede.                  

venerdì 8 dicembre 2023

I 75


 https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/670423/i-75/





I 75





UN LIBRO DI PIERVALLE


























mercoledì 29 novembre 2023

LA GRANDE ABBUFFATA

 


Ora che la stagione è finita ci dovrebbe essere tempo per una riflessione sullo stato in cui versa la parte pubblica della cittadella.
Mentre da qualsiasi parte lo si voglia prendere, il pre consuntivo del Governo locale dire che è deludente è l’unico complimento che ci sentiamo onestamente fare, qualcuno invece potrebbe essere tratto in inganno e giudicare in positivo il suo operato, prendendo per buona la quasi conclusione o il quasi avvio prossimo delle iniziative dell’imprenditoria alberghiera locale che, a giudizio questo sì unanime, il Governo non solo non ha “ostacolato”, ma quelle che aveva ereditato ha in qualche modo sbloccato o agevolato e altre avviato.
Trattasi dell’attuazione di un pezzo della pianificazione urbanistica alberghiera cittadina che ha riguardato e riguarda: l’ampliamento di un’ ala servizi del Grand Hotel, la modifica d’uso con ampliamento di Villa Ostini e, da ultima la realizzazione, si dice prossima all’avvio, dell’albergo Due Ville: la famosissima variante “ Zanetta”.
Bene dunque, ma poiché non tutto è oro ciò che luccica, è meglio andare a dare un’occhiata a come le vicende sono state gestite dal punto di vista amministrativo e farci diverse domande che, ad oggi, non trovano ancora una risposta.
Ribadito che una parte di questa grossa partita l’attuale Governo l’aveva ereditata: vedi l’ala Servizi del Grand Hotel; una parte parzialmente ereditata: vedi Villa Ostini e un’ultima consistente parte varata quasi ex novo: vedi l’albergo Due Ville, possiamo vedere cosa gli attuali e i precedenti Governi hanno combinato, nel silenzio assordante e quindi con il consenso delle opposizioni di oggi e di ieri che, evidentemente, ne hanno condiviso l’operato.
Il tema è interessante, è anche consistente perché tocca profili che attengono non solo l’opportunità o meno di alcune decisioni degli Amministratori, ma la stessa legittimità del loro operato, del Funzionariato alle loro dipendenze e probabilmente non solo di quello; attiene profili di responsabilità probabilmente di natura erariale per possibili danni di tal natura causati all’Ente; attiene il tema della trasparenza degli atti di governo per mancate pubblicazioni legate a quelle richiamate vicende. Insomma, c’è un po’ di tutto e anticipo che il quadro finale, almeno per ora, che ne esce non è affatto esaltante, semmai preoccupante.
Quindi ? Quindi, dietro le raffinate esecuzioni architettoniche che hanno trasformato Villa Ostini, arricchito di nuovi servizi il Grand Hotel e quelle che stanno per nascere nel parco delle Due Ville, dietro queste raffinate esecuzioni, frutto di intraprendenti studi professionali, locali e no, non sempre sembra ci sia il medesimo luccichio di ori e di argenti, ma qualcos’altro e questo è il tema sul quale i riflettori devono accendersi, altro che Babbo Natale e mercatini.

IL BORGOMASTRO ALL’OPERA

Dunque aveva iniziato il Borgomastro, mestiere che se avesse tentato di farlo in Germania, l’avrebbero subito rispedito a casa come un extraeuropeo non gradito, ma tantè. Sua è stata la svendita, nel corso del 2018 degli standard pubblici a parcheggio e ad altro in teoria previsti e obbligati a cedere dagli attuatori del piano esecutivo per l’ampliamento dell’ala servizi del Grand Hotel. Era l’occasione per arricchire la cittadella di una qualche aggiuntiva quantità di parcheggi pubblici, preferibilmente sottoterra e di migliorare tutta quanto l’area che gravità sull’asse di via Omarini.( via quest’ultima, come noto, ambita dalla proprietà del Grand Hotel).
Tranquilli, senza neanche una parola di motivazione, il Borgomastro monetizza tutto quanto o quasi, ossia trasforma un onere a cedere e a fare in un mucchietto di soldi che non basteranno né ad acquisire né a fare. Quel poco che, invece era rimasto loro da fare, non hanno neppure ancora fatto nonostante utilizzino appieno e da tempo la nuova struttura.
Cosa c’è di male ? Niente, solo che uno si chiede cosa mai serva un piano regolatore se quando si va ad attuarlo,(nelle sue parti pubbliche guarda caso) con una qualche motivazione di stile, ma in questo caso non c’é manco quella, si gira pagina e si trasforma tutto in soldi: quattro.
Ho detto quattro perché su questo punto vale rammentare quale è la norma da seguire in questi casi. Essa è dettata dalla legge urbanistica regionale, introdotta nel corso dell’anno 2013 che dice:
“Qualora l'acquisizione delle superfici….. non risulti possibile o non sia ritenuta opportuna dal comune in relazione alla loro estensione, conformazione o localizzazione o in relazione ai programmi comunali di intervento e alle politiche della mobilità sostenibile, le convenzioni e gli atti di obbligo degli strumenti urbanistici esecutivi e dei permessi di costruire possono prevedere, in alternativa totale o parziale alla cessione, che i soggetti obbligati corrispondano al comune una somma, commisurata all'utilità economica conseguita per effetto della mancata cessione e comunque non inferiore al costo dell'acquisizione di altre aree, da destinare all'acquisizione di aree per servizi pubblici o alla realizzazione dei servizi medesimi.”
Quindi bisognerebbe peritare, volta per volta, attraverso l’opera di un tecnico indipendente e sottolineo tre volte l’aggettivo indipendente, qual sia questa utilità economica che il proponente dell’intervento edilizio realizza grazie alla monetizzazione, cioè attraverso la mancata cessione gratuita delle aree standard e qualora tale utilità sia superiore ai valori di mercato delle aree, il Comune deve incassare quella somma, cioè la maggor somma tra le due .
Di tutto ciò non c’é traccia alcuna negli atti che hanno a suo tempo approvato il Piano attuativo. Non c’é traccia perché i Governanti della cittadella e il loro apparato burocratico hanno continuano, imperturbati, ad applicare, ma a loro modo, una vecchia e vetusta delibera Consiliare, la n. 53 del 20/11/2006 ( mai peraltro aggiornata nei valori come invece era previsto) e non invece la norma regionale che data successivamente e che stabilisce il criterio che abbiamo sopra ricordato. Purtroppo però i nostri Governanti sono stati ancora più bravi e volendo essere più realisti del re, neppure applicano correttamente la stessa delibera Consiliare, dimenticando che sì essa fa riferimento a valori dichiarati di mercato ( chissà quale ? Perché mai adeguati dall’anno 2006 in avanti?), ma nei casi più complessi, ossia quelli convenzionati, come è appunto quello al nostro esame la regola comunale sarebbe questa:

“La monetizzazione delle aree a standard dovrà essere perfezionata, dal punto di vista della definizione degli aspetti economici, attraverso due modalità riferite alla tipologia ed alla complessità dell’intervento proposto rispetto al contesto urbano di riferimento:
1. Nel caso di interventi residenziali, turistico-alberghieri,……………………. sottoposti a Strumento Urbanistico Esecutivo (SUE) o a singolo titolo abilitativo di particolare complessità insediativa, attraverso la verifica, operata dall’Ufficio Tecnico, del computo metrico delle opere da realizzarsi per l’allestimento delle previste aree a verde e a parcheggio pubbliche, comprensivo del costo delle aree stesse; i valori, così quantificati e consensualmente accettati dalle parti, dovranno essere indicati nell’atto di convenzione e le somme corrispondenti trasferite, contestualmente al rilascio dei prescritti titoli abilitativi, o in caso di strumenti urbanistici esecutivi con la stipula delle relative convenzioni.”

Di tutto questo non c’é alcuna traccia negli atti che si conoscono e che sono stati pubblicati, ma c’é unicamente l’applicazione dei valori dichiarati di mercato. 160 euro/mq. sul lungo lago di Stresa, oltre a 45 euro mq. quale costo di parcheggio in superficie. Giudicate voi circa la loro congruità e chiedetevi se dietro questo operare non si possa nascondere una danno erariale, più o meno consistente oltre ché una sostanziale illegittimità del Piano che ha autorizzato quegli interventi. E’ una domanda questa sì legittima e che richiederebbe una risposta che non vedremo mai.


Il BORGOMASTRO, MA NON SOLO LUI, INSISTE


Non vorremmo tediare, ma la questione è lunga e complessa e merita attenzione, il Borgomastro infatti, galvanizzato dai primi successi, aveva pure avviato la seconda operazione immobiliare, quella che ha visto la trasformazione in struttura ricettiva di alto livello della Villa Ostini.
In questo caso ( ne abbiano parlato più volte), il suo Governo ( in altra epoca lo avrebbero arrestato in blocco in fragranza di reato) aveva dichiarato espressamente in atti di non voler rispettare il piano regolatore che prevedeva la cessione di standar parcheggi in loco nella misura almeno del 50% di quanto d’obbligo ( anche in interrato, anzi per 1/3 obbligatoriamente in interrato), ma che si sarebbe impegnato a indicare all’Oligarca dove far costruire altrove i parcheggi pubblici obbligatori. Inutile aggiungere che il Governo del Borgomastro, poi licenziato per volontà popolare, se ne era andato dimenticando di individuare l’area.
Ci avrebbe dovuto dunque pensare il Governo successivo, quello attualmente in carica, ma non mancarono contrasti al suo interno tra chi voleva assecondare l’Oligarca che nel frattempo si era aggiudicato, a prezzo di saldo, un terreno (improponibile per parcheggio) situato in cima a via Manzoni e chi no. Alla fine, risolti i contrasti, con una qualche formula diplomatica, ossia “ragioni personali”, il Governo, anche se nuovo, non pensò a nulla di meglio se non seguire l’andazzo corrente e dopo un tira e molla su via Manzoni, ha monetizzato. Lo ha fatto con una decisione presa nel corso del mese di luglio del 2022, ma quell’atto deliberativo non è mai transitato all’albo informatico del Comune e non ne sappiamo le ragioni. Tuttavia, solo recentissimamente e indirettamente abbiamo potuto leggere qualche cosa sulla questione della quantificazione della monetizzazione e così oggi sappiamo che anche in questo caso è stata applicata la solita illegittima misura della monetizzazione a prezzo di “mercato”. Un 250 mila euro per l’equivalenza di una quarantina di posti auto, di cui 1/3 obbligatoriamente sottoterra, quando per farne poco più a servizio del porto e non sotto terra, se ne spendono almeno tre o quattro volte tanto.
Vale incollare integralmente la norma violata:

Art. 3.5 delle NTA

“……….In ognuno degli interventi: devono essere previste superfici a parcheggi …………………………………... nella misura minima del 50% della superficie lorda di nuova previsione e/o di ampliamento, di cui almeno 1/3 interrate………………………………..”

Dunque nessun corretta applicazione delle norme sulle monetizzazioni, sia che si avessero voluto seguire le normative comunali o, invece, più correttamente quelle della legge regionale. Non sono state rispettate né le une né le altre. Evviva.
Grande buio poi sulle cose che hanno combinato, zero in condotta in tema di trasparenza, (attediamo ancora la pubblicazione della delibera della Giunta) un probabile rilevante arrecato danno erariale e una violazione del piano regolatore combinata da due Governi: uno dopo l’altro. Un vero record e un applauso .


GOVERNO NUOVO/METODI VECCHI


Rimane da dare un’occhiata alla terza e forse più corposa e sofisticata operazione immobiliare, quella avviata già dall’esecutivo Cannio con la famosa variante stralcio denominata “Zanetta” che nella sua pratica attuazione aveva trovato diversi ostacoli ma con quest’ ultimo Governo sono poi sembrati venire tutti brillantemente superati.
Qui la storia è complessa.
Intanto possiamo incominciare a dire che anche in questo caso la trasparenza è pari a zero e al popolo elettore non si fa sapere nulla o quasi. L’atto deliberativo con il quale il Governo, in data 6 giugno di quest’anno, ha monetizzato tutto quanto, non è ancora stato pubblicato e ci piacerebbe conoscere se l’assenza della pubblicazione dipenda dall’ assenza dell’atto stesso o da che altro. Sta di fatto che, pur essendo la pubblicazione condizione di esecutività dell’atto, che ci sia stato o meno, nel tempo record dei successivi dieci giorni, la volontà della Giunta è stata eseguita e la Convenzione urbanistica tra Comune e Proprietà sottoscritta.
In questo caso è stato però pubblicato, integralmente, il Permesso a Costruire e leggendolo sappiamo che è stata applicata la monetizzazione a prezzi di “mercato”, senza confronto con l’utilità economica derivante alla proprietà. La monetizzazione è stata integrale. Questo significa che non solo sono state monetizzate le aree che avrebbero dovute essere cedute al Comune e poste all’interno del perimetro del lotto interessato ( cioè 6.642 mq. su 12.740 mq.) , ma anche quelle che il Piano regolatore dice che avrebbero dovuto essere reperire all’esterno di esso e nelle sue vicinanze, ossia mq. 1.264 da destinare a parcheggio pubblico. Di più ancora, poiché sempre il Piano regolatore, pur con discutibile scelta, individuava anche aree di così detta compensazione ambientale, ossia circa e oltre 17.000 mq. di sentieristica collinare L1 che avrebbe dovuto essere recuperata a cura e onere del proponente, si è pensato bene di monetizzare anche quelle.
Apparentemente, il Comune avrebbe portato a caso un po’ di soldi, ma tutto è relativo non potendo sapere quanto effettivamente, avrebbe dovuto portare a casa se avesse rispettato le regole.
Vi ho anticipato che la cosa è complessa, ma dovete avere pazienza, le cose sono tante e neppure semplice renderle in maniera divulgativa. Ancora un momento di attenzione. Dobbiamo infatti fare un passo indietro e ricordare che la Variante Zanetta e le norme che ne uscirono erano il frutto bacato del governo Canio II.
Che fossero bacate non lo dice certo chi scrive, ma lo mette nero su bianco il Consiglio di Stato, ossia il massimo organo della Giustizia Amministrativa in Italia che esprimendosi su di un ricorso della proprietà contro un primo diniego ad un progetto dell’opera, ebbe a scrivere che il Comune aveva fatto una variante alla rovescia, ossia aveva aggiunto capacità edificatoria, mentre invece l’avrebbe dovuta ridurre in conformità ai provvedimenti di tutela che vi erano, e vi sono, su quell’area. Il tutto poi venne sugellato dalla firma di Mattarella che respinse al mittente il ricorso con tanto di bocciatura.
A quel punto qualsiasi Governo responsabile avrebbe dovuto prendere la variante “Zanetta” e riscriverla da capo, mettendo a posto le cose. Nessuno avrebbe fiatato perchè c’era l’avvallo autorevole del Consiglio di Stato. Nessuno invece lo ha fatto e sono rimaste in piedi norme comunali che mal si conciliavano con le prescrizioni di tutela scritte nei relativi provvedimenti, peraltro prevalenti sulle prime.
In concreto l’area aveva una capacità edificatoria pensata nella variante “Zanetta” per contenere una grande struttura edilzia: 22/25 metri in altezza/8 piani/ oltre 20.000 m.c. di volume, ma tale dimensionamento non si poteva conciliare con le prescrizioni di tutela che ad esempio dicevano che le eventuali nuove edificazioni dovevano rispettare la scala edilizia delle ville esistenti, in pratica niente 8 piani e 22/25 metri in altezza. Poichè però nessuno ha voluto ridurre le quantità edilizie previste, bisognava trovare una soluzione per soddisfare la richiesta proprietaria di utilizzarle tutte.
La soluzione trovata è stata quella di utilizzarle in maniera diffusa, ossia su più edifici, tra loro collegati, ma singolarmente più piccoli e in scala con le ville tutelate. Per fare questo, condizione necessaria era quella di poter liberamente disporre di tutta la superfice territoriale dell’area, ossia 12.740 mq. e non cedere al Comune neanche un metro di area standard, ossia monetizzare tutto.
Cosa diversa sarebbe stato se le quantità edizie edificabili fossero state ridimensionate. In tale caso i nuovi edifici avrebbero potuto più facilmente integrarsi nell’area e sarebbe stato possibile anche ottenere in cessione, anche solo in uso pubblico, una consistente parte del parco.
In concreto, poiché lo standard pubblico doveva essere pari al 100% della nuova superficie utile lorda realizzata, diviso in un 80% a parco e un 20% a parcheggio pubblico (quest’ultimo quasi tutto (per il 16%) in area esterna da individuarsi), per non dover monetizzare e ottenere a favore del Comune la cessione di aree standard, le quantità edilizie previste avrebbero dovuto essere circa la metà di quellem concesse. Figuriamoci.
In concreto, ancora una volta, si smonta la previsione del piano regolatore , ma nella sua parte legittima e si ricorre al salvagente della monetizzazione per poter quadrare il cerchio, lasciando inalterate la quantità edificabili.
Ora è evidente che questa operazione può pesare e anche molto sulla valutazione dell’utile economico sul quale commisurare la monetizzazione, potendo costruire un albergo dalle dimensioni doppie di quello che avrebbe potuto/dovuto starci senza la monetizzazione, ma siccome anche in questo caso il giusto criterio lo si ignora e si applica quello del prezzo di mercarto sic! delle aree, il gioco è fatto e qui ve l’ho svelato.
In tutto questo non si comprende affatto perché mai venga monetizzata anche quella parte di area standard che era previsto venisse reperita all’esterno del perimetro del lotto delle ville ed ad uso parcheggio, in superficie o in interrato che fosse.
Non è molta roba ma, insieme a quelli realizzabili all’interno dell’area per lo scopo parcheggi, sono circa 1.500 mq. . Niente; si monetizzata anche quella, mentre poi da lì a poco il Governo si metterà a negoziare per acquisire aree per parcheggio a 100 metri di distanza. Naturalmente il prezzo dovrebbe essere blindato, ossia neanche un centesimo in più di quanto incassato per mq. Monetizzato (160,00 euro/mq.). Vedremo, peccato che questa operazione sarebbe stata un onere per gli Zanetta non per il Comune.
Men che meno si comprende perché mai abbiano monetizzato anche le aree di compensazione ambientale, ( una contraddizione in termini) oltre 17.000 mq. poste lungo il tracciato sentieristico L1. , pur avendo trasferito i diritti edificatori relativi sull’area Due Ville, senza manco averli acquisiti.
Per la verità, le norme del Piano regolatore in punto: art.1.5 si esprimono così come le riporto :

“aree di compensazione e valorizzazione paesistico ambientale, la cui acquisizione (e cessione gratuita al Comune nel caso non fossero già di proprietà comunale), è requisito preliminare alla realizzazione degli interventi di trasformazione delle aree a specifica destinazione”.

Questo breve comma sembrerebbe imporre alla” Zanetta” il preventivo onere di garantire al Comune la piena disponibilità delle aree necessarie a riqualificare la L1, ma poi le regole si contraddicono e diranno tutto e il contrario di tutto e quindi avanti con la monetizzazione, ossia con il contrario della compensazione. Anche in questo caso si incassa, certamente un prezzo, molto più basso delle altre, circa €. 16,50 al mq., gli Zanetta si portano a casa un po’ di diritti edificatori e della riqualificazione della L1 non se ne vedrà neanche l’ombra.
Per ora è tutto, ognuno si faccia le valutazioni che crede, ma attendo smentite e rettifiche.
 Vedremo se ci sarà  un seguito o se vincerà il silenzio.

giovedì 23 novembre 2023

CONSIGLIO D'AUTUNNO





CITTA’ DI STRESA

Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale

I L S I N D A C O D I S P ON E

di convocare il CONSIGLIO COMUNALE in sessione straordinaria – seduta di 1° convocazione per il giorno 28 novembre 2023, ore 18.30 presso Palazzo Municipale, Sala Canonica e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno 28 novembre 2023, ore 19.30 presso Palazzo Municipale, Sala Canonica Per deliberare il seguente

O R D I N E D E L G I O R N O

 1. Comunicazione deliberazione della G.C. N. 142 del 04.10.2023 avente per oggetto "Esame ed approvazione prelievo dal fondo di riserva - esercizio 2023" 

2. Esame ed approvazione 6° variazione al bilancio di previsione 2023/2025 (assestamento finale) 

3. Esame ed approvazione Documento Unico di Programmazione Semplificato (D.U.P.S.) - triennio 2024/2026 

4. L.R. n. 28 del 28/12/2007 - Convenzione con l'Asilo infantile di Magognino. Nomina rappresentante Commissione Paritetica. 

5. Gruppo consiliare Per Stresa – Interrogazione “Situazione arterie principali frazioni di Stresa 

IL SINDACO (Marcella Severino)

sabato 7 ottobre 2023

IL SUICIDIO




La recente riunione consiliare si iscriverà negli annali quale punto di svolta del governo attuale. Dico subito che è stato consumato un atto suicidario le cui conseguenze rimarranno, visti i precedenti, per qualche futuro decennio. Si sono riportati a casa la Palazzola, liberandosi dal vincolo di un patner poco amato ancorché, probabilmente, essenziale per raggiungere un qualche positivo risultato per il recupero e il riuso della villa. Lo hanno fatto senza avere alcuna disponibilità di risorse per quel recupero atteso da anni, ancorché da ridimensionarsi sostanzialmente rispetto alle iniziali pretese. Lo hanno fatto dimostrando, durante il surreale dibattito che ha accompagnato la decisione, di non avere alcuna idea valida circa l'uso di cui farne. Una volta la si sarebbe chiamata la mano morta, avendo rinunciato agli originari scopi per i quali era stata creata la fondazione, ora in via di estinzione, senza però indicare l'alternativa. Un bel profilo di illegittimità che però nessuno rileverà. La liberatoria ottenuta dalla Agenzia delle Entrate, riguardo il rischio di dover pagare fisco per qualche centinaia migliaia di euro, evidentemente, ha tranquillizzato il governo che si porterà a casa la proprietà, aggiungendo, alla fine del suo mandato un altra questione insoluta. Ormai non si contano più. Da parte sua, il noiosissimo capo dell'opposizione, l'ex Alcade, ha sfoderato l a sua peggior retorica forense nel cercare di opporsi alla operazione, naturalmente senza alcun risultato, dimenticando di ricordare che era stato il suo governo a farsi sfilare le risorse che l'altro socio della fondazione aveva messo generosamente in campo. Peggio di lui solo l'ex Borgomastro o Borgomastro emerito, come preferite che , dopo aver borbottato qualche frase poco comprensibile, ha levato le tende, non avendo il coraggio o non sapendo come votare. Anche lui infatti non ha ricordato che aveva, ai suoi tempi, portato in Consiglio il medesimo scioglimento della fondazione, certo, almeno con qualche soldo di buon uscita, poi persi, ma che quella proposta era stata bocciata dalla sua stessa maggioranza che lo aveva messo in minoranza. Bisogna dire che il battesimo del nuovo gruppo consiliare non è stato brillante sul tema. Probabilmente Rizzul non si è ancora liberato dalla dipendenza del suo vecchio capo gruppo, stendando ad assumere iniziative proprie. Speriamo che si svegli presto e abbandoni il suo cattivo maestro, ma per ora niente. Il risultato finale è il suicidio collettivo del governo e dei suoi predecessori. La consolazione sarà poter dire che la villa è loro, come i bambini , quanto a tutto il resto, non vedremo nulla se non riaprire i cancelli del parco per qualche festa nazional popolare e murare per sempre le porte della villa, sulla quale, o meglio sulla sua dipendenza, è tonato a pendere il contenzioso Zacchera , dopo che la Cassazione ha cancellato due sentenze, rimandando tutto punto a capo. Un bel risultato, ma ecco che anche su questa questione il silenzio della nuova opposizione si potrà spiegare facilmente. Rimane il premio di consolazione del governo sul quale sarà bene aprire le danze: la monetizzazione a prezzi di saldo degli obblighi dei padroni alberghieri, un tema per la nuova minoranza ? Ma figuriamoci .

lunedì 2 ottobre 2023

NUOVO CONSIGLIO




CITTA’ DI STRESA

Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.

I L V I CE S INDA CO D I S PONE

di convocare il CONSIGLIO COMUNALE in sessione straordinaria -

seduta di 1° convocazione per il giorno giovedì 5 ottobre 2023, alle ore 18.30 presso il Palazzo dei Congressi, Sala Mostre e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno giovedì 5 ottobre 2023, alle ore 19.30 presso il Palazzo dei Congressi, Sala Mostre per deliberare il seguente

O R D I N E D E L G I O R N O

1. Comunicazione deliberazioni della Giunta Comunale assunte ai sensi dell'art. 175 comma 5 bis del Tuel – 1° semestre 2023. 

2. Comunicazione determinazione del Responsabile del Servizio Finanziario n. 641 del 27.07.2023 avente per oggetto "Modifica risultanze del rendiconto della gestione 2022 (approvato con D.C.C. N. 27 del 27.04.2023) per riallineamento con certificazione Covid 2022". 

3. Comunicazioni prelievi dal fondo di riserva - deliberazioni della g.c. n. 105 del 20.07.2023 - n. 119 del 29.08.2023 e n. 125 del 14.09.2023 2 

4. Esame ed approvazione IV variazione al bilancio di previsione 2023/2025 

5. Esame ed approvazione convenzione per la gestione associata dello Sportello Unico Territoriale delle Attività Produttive S.U.A.P. tra i Comuni della Provincia del V.C.O. e la Camera di Commercio I.A.A. del V.C.O. 

6. D.M. 19/04/2000, N. 119 – Determinazione misura gettone di partecipazione alle sedute consiliari – Anno 2023. 

7. Articolo 27 codice civile, articolo 13 Statuto Fondazione Villa Palazzola. Estinzione della Fondazione. Indirizzi.

 8. Gruppo consiliare Grande Stresa – Interpellanza “Concessione in gestione e utilizzo campo sportivo comunale L. Forlano” 

 9. Gruppo consiliare Grande Stresa, Consigliere indipendente Coppini – Interpellanza: “Nuova area parcheggio”

 10. Gruppo consiliare Grande Stresa, Consigliere indipendente Coppini – Interpellanza: “Chiusura e assenza di manutenzione ponte fiume Roddo frazione Carciano” 

 11. Gruppo consiliare Grande Stresa, Consigliere indipendente Coppini – Interpellanza: “Chiusura uffici comunali”

. 12. Gruppo consiliare Grande Stresa, Consigliere indipendente Coppini – Interpellanza:”ZTL centro storico e via Principe Tomaso” 

. 13. Gruppo consiliare Grande Stresa, Consigliere indipendente Coppini – Interpellanza: “Presidio e vigilanza serale-notturna del territorio comunale da parte della Polizia Locale” 

. IL VICE SINDACO Alessandro Bertolino

lunedì 25 settembre 2023

URGENZA GIA' FINITA

 



La sintesi del Consiglio di questa sera è facile e veloce: il nulla. La nascita di un nuovo gruppo consiliare non governativo avrebbe potuto animare un poco la usuale bonaccia consiliare, dando un filo di speranza e chi, ormai, da qui alla fine del mandato non si aspetta proprio niente. Nulla di tutto ciò. Sono stati gli stessi protagonisti di quella che avrebbe potuto essere un' onorevole scissione, sforzarsi in tutti i modi di tranquillizzare il pubblico assente che, con l'operazione della sera, non sarebbe cambiato proprio niente. Un capo gruppo in più, cioè un altro che si mette in coda a non fare niente o quasi. Tutto qui. Con piena pubblica intesa e benedizione di Canio il vecchio, il giovane Ardizzoia/Fasola che, da qui in poi, per semplificazione lo chiameremo: " Rizzul", diventa capo gruppo con un discorso di insediamento che non passerà agli annali , quasi un discorso di scuse, forse per non allarmare l'ex Alcade che non ha mancato di dire la sua, tranquillizzando anche lui il Governo, saldamente in carica, che nulla, ma proprio nulla cambierà . Non ci sarebbe stato neppure bisogno. Terminati gli annunci, il governo può riprendere tranquillamente la propria navigazione, sfruttando il salva condotto che la bonaccia dei potenti gruppi anti governativi gli garantisce.

venerdì 22 settembre 2023

CONSIGLIO D'URGENZA




 CITTA’ DI STRESA

Convocazione d’urgenza del Consiglio Comunale

 I L S I N D A C O  D I S P ON E di convocare il CONSIGLIO COMUNALE in sessione d’urgenza– seduta di 1° convocazione per il giorno lunedì 25 settembre 2023 alle ore 12.30 presso Palazzo dei Congressi – Sala Mostre e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione d’urgenza seduta di 2° convocazione, per il giorno lunedì 25 settembre 2023 alle ore 13.30 presso Palazzo dei Congressi – Sala Mostre per deliberare il seguente

 O R D I N E D E L G I O R N O 

Seduta pubblica. 

1. Comunicazioni del Sindaco – Costituzione nuovo “Gruppo Consiliare per Stresa”.

 2. Unione Montana del Cusio e del Mottarone. Rinnovo adesione e riapprovazione statuto.

 IL SINDACO (Marcella Severino)

giovedì 21 settembre 2023

CITTA' IN SVENDITA?

 



Nonostante il tempo stia passando, la navigazione in albo elettronico non porta risultati e la delibera n. 85/2023 con la quale il governo cittadino ha monetizzato gli standard urbanistici relativi al nuovo prossimo intervento edilizio, frutto e creatura del fù governo Canio mediante la illegittima variante denominata: " Zanetta", rimane un oggetto oscuro o, forse, oscurato. Sulla rete sono transitate cifre in apparenza importanti, ma è tutto è relativo e, quindi, potrebbero essere tutt'altro che consistenti. Per dirla in altri termini, ad oggi non conosciamo le motivazioni per le quali non solo si sia fatto ricorso alla monetizzazione delle aree standard che conteggiano mq. 7.900, ma neppure le ragioni, ancora più oscure e difficili da giustificare, per le quali siano state monetizzate anche le previste compensazioni: una contraddizione in termini, ma non sembra che queste cose siano nell'attenzione del nostro governo. Ma torniamo un momento alla questione dei soldi, versati al posto delle aree. Per inciso è meglio pubblicare anche la norma di legge che, in alcune circostanze lo consente.

Qualora l'acquisizione delle superfici di cui al comma 1 non risulti possibile o non sia ritenuta opportuna dal comune in relazione alla loro estensione, conformazione o localizzazione o in relazione ai programmi comunali di intervento e alle politiche della mobilità sostenibile, le convenzioni e gli atti di obbligo degli strumenti urbanistici esecutivi e dei permessi di costruire possono prevedere, in alternativa totale o parziale alla cessione, che i soggetti obbligati corrispondano al comune una somma, commisurata all'utilità economica conseguita per effetto della mancata cessione e comunque non inferiore al costo dell'acquisizione di altre aree, da destinare all'acquisizione di aree per servizi pubblici o alla realizzazione dei servizi medesimi.

Qual'è dunque la cifra che avrebbe dovuto essere versata, o meglio, come avrebbe dovuto essere calcolata. Lo dice la norma, ossia bisogna calcolare l'utilità economica che deriva all'interessato dalla mancata cessione delle aree standard e comunque una cifra non inferiore ai valori di mercato. Nel caso sono stati utilizzati soltanto i valori dichiarati di mercato, intorno ai 200 euro/mq. Non voglio fare commenti, ma vorrei sapere chi, a questa cifra, riesca a comprare qualche pezzo di terreno fronte lago. Quanto all'utilità economica, credo che non ci abbiano neppure provato a fare il calcolo. Qualche indicazione la possiamo comunque dare. Poiché la misura delle aree standard avrebbe dovuto essere pari alla superficie utile lorda concessa per le costruzioni, ossia 7.900 mq., considerato però che possono essere conteggiate superfici realizzabili anche sotto il piano campagna, realisticamente calcoliamo che la proprietà abbia evitato la cessione di quasi 4.000 mq sui quali ha potuto sviluppare il proprio progetto edilizio le cui cubature sono spalmate su più edifici anziché concentrate in un unico grande volume, soluzione quest'ultima che le prescrizioni di tutela sull'area non avrebbe consentito. Quindi, in conclusione, solo monetizzando potrebbe fare le quantità desiderare e se questa non è una bella utilità che si sono sono portate a casa, io sono Napoleone. Comunque aspettiamo ancora un po' la delibera 85, prontamente eseguita, ma non ancora materialmente esistente.

lunedì 7 agosto 2023

MACCHINE FERME

 



La sintesi di un consiglio agostano è veloce. La cittadella sta incassando a pieno ritmo i crediti di una fortunata stagione turistica e questo è un elemento della distrazione di massa di cui sembra beneficiare l'attuale governo che intanto procede battendo il passo, quindi stando fermo. I pur dovuti interpelli piovuti dalla opposizione minoritaria sono passati nel vuoto di un'opinione pubblica elettorale, notoriamente, assente da ogni minimale dibattito e interesse circa le sorti presenti e future della cittadella, parrebbe dire rassegnata, meglio, assuefatta, meglio ancora, anestetizzata, non aspettandosi ormai più nulla, ma contenta di fare cassa alla fine della giornata. Macchine ferme, questa è la cifra sulla quale è inchiodato il governo e, ormai, non si schioderà facilmente, tanto più che l'opposizione minoritaria, dopo questa tornata estiva, preferirà i più tranquilli climi autunnali. Quindi addio la fine di un porto che ci abitueremo a chiamare nuovo, mentre invece diventerà vecchio senza essere manco usato. L'ultima notizia è che si sono chieste garanzie al direttore dei vecchi lavori, circa la bontà delle soluzioni periziate. Quindi non bastando la vecchia superperizia, si è preferito chiedere una conferma a chi, degli errori passati, dovrebbe avere buona memoria, mentre è sparita dal radar l'altra perizia, quella che, annunciata più volte, sarebbe stata chiesta dall'impresa appaltatrice per conoscere alcuni dati strutturali relativi alla nuova progettazione, mai, sino ad ora redatta. Ne riparlerà Canio quando fra un paio d'anni e oltre ritornerà a comandare. Archiviata questa questione, fastidiosa e inutile, l'attenzione si è posta anche sulla questione funiviaria. Anche in questo caso un va e viene da parte del governo che dopo aver ipotizzato soluzioni futuristiche, innovative e cosa altro, ora, avendo fatto i conti senza l'oste, si accorge che vi è anche da considerare l'ipotesi della riparazione dell'impianto esistente. Consulenti ministeriali, ministri e ministre, si scopre adesso, avere fatto passerelle locali poco o nulla utili e anche qui il governo, più che governare, sembra essere governato. Dulcis in fundo la questione dei soldi, Sembra proprio che ce ne siano tanti anzi, anche troppi, non certo i 10 milioni di cassa sventolati da Cannio, ragioniere senza laurea, ma insomma un bel gruzzolo disponibile e pronto all'uso, insomma pronto, ma è un modo di dire, e visto come si muove la macchina del Palazzo, credo che rimarranno fermi ancora un bel po', andando, questo sì, ad ingrossare e a far niente, i richiamati 10 milioni di cassa.

sabato 29 luglio 2023

CONSIGLIO D'AGOSTO


 CITTA’ DI STRESA 

Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.

 I L S I N D A C O  D I S P O N E di convocare il CONSIGLIO COMUNALE 

seduta di 1° convocazione per il giorno 03 agosto 2023, ore 18.00 presso Palazzo dei Congressi – Sala Mostre e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno 03 agosto 2023, ore 19.00 presso Palazzo dei Congressi – Sala Mostre 

 O R D I N E D E L G I O R N O 

1. Lettura ed approvazione verbali sedute precedenti.

 2. Esame ed approvazione salvaguardia equilibri ed assestamento generale del bilancio di previsione 2023/2025. 

3° variazione di bilancio. 3. Comunicazione D.G.C. NN. 66 del 18/05/2023 e 79 del 01/06/2023 “Esame ed approvazione prelievo dal fondo di riserva – esercizio 2023”. 

4. Gruppi Consiliari Grande Stresa, Per Stresa e Frazioni e Consigliere Indipendente Coppini - Mozione "Parcheggio riservato Ambulanze/Automediche Sicurezza Isole - Parcheggio sterrato Lido di Carciano"  5. Gruppo consiliare Grande Stresa – Interpellanza: rifacimento manto Stadio Luigi Forlano, la ruspa che non c’è 6

6. Gruppo consiliare Grande Stresa - Interpellanza Parco giochi di via Verdi - incuria, assenza di vigilanza e regolamentazione dell'area 

7. Gruppo consiliare Grande Stresa – Interrogazione: PNRR aggiornamenti 

8. Gruppo consiliare Grande Stresa – Interrogazione: Commissioni Bilancio ed Urbanistica, che fine hanno fatto? 

 9. Gruppo consiliare Grande Stresa – Interrogazione: Situazione porto e funivia, bagni pubblici. 

10. Gruppo consiliare Grande Stresa - Interrogazione Piscina pubblica al Lido di Carciano .

11. Gruppo consiliare Grande Stresa - Interrogazione Casa dell'acqua 

 12. Gruppo consiliare Grande Stresa - Interrogazione Contratto EnelX illuminazione pubblica"  

13. Gruppo consiliare Grande Stresa – Interrogazione “Agenda ONU 2030 – Progetto di sviluppo sostenibile” 

 IL SINDACO 

mercoledì 26 luglio 2023

L'ALBO DIMENTICATO

 


Tra le tante cose che l'attuale governo locale non sta facendo, ce n'è  una molto singolare: ricordarsi di pubblicare gli atti all'albo informatico. Credo che siano ancora una quindicina gli atti deliberativi della Giunta Municipale, assunti nel corso del 2022, a partire da quello che porta il numero uno, che nessuno ha mai visto, o meglio letto. Chissà perchè e chissà quando avremo il privilegio di leggere questi atti ora conosciuti solo per numero e data e nient'altro. Forse sfugge ai signori governanti e al loro apparato che la pubblicazione degli atti è una funzione elementare, così elementare che non dovremmo esserne qui a parlare perché attiene la trasparenza dell'agire pubblico , ossia la possibilità che  il popolo  sovrano possa conoscere che cosa mai stiano combinando e, auspicabilmente, non a distanza di mesi o addirittura anni da quando hanno deciso.  Al proposito, è proprio di questi giorni un altro caso di mancata pubblicazione, ma a differenza di altri casi, per quanto ne sappiamo, in questa circostanza la decisione assunta, i cui contenuti nessuno conosce, è già stata fatta oggetto di esecuzione. Manco farlo apposta, trattasi della così detta, si fa per dire, convenzione per la costruzione del nuovo albergo in area : " Zanetta" ed è veramente singolare che un atto, portato immediatamente ad esecuzione con la stipula notarile  tra le parti, non lo si trova proprio nel luogo dove va messo prima di ogni altro. Purtroppo in questo caso, come in altri, la così detta opposizione, meglio chiamarla minoranza, non ha nulla da dire e, disciplinarmente, semplicemente  tace. Conclusione: credo che a questo punto questa storia debba finire. Il Governo, non quello locale, ma quello nazionale ha ancora e  sempre un suo rappresentante  a cui  potersi rivolgere per far cessare queste continue e forse anche gravi dimenticanze.     

domenica 16 luglio 2023

SICUREZZA STRADALE

E' difficile prenderne uno che non tagli la curva, ancora che non capita un incidente al giorno. Non volete farci la rotatoria in attesa del fantomatico piano del traffico, ma almeno la segnaletica orizzontale che delimita la mezzaria la volete tracciare ? 








 

giovedì 13 luglio 2023

SALDI DI PIENA STAGIONE

 


Dopo anni di sforzi e di tentativi mai andati a buon fine, mentore l'attuale governo locale , la variante " Zanetta" ha prodotto il suo risultato. Forse non è proprio il risultato pieno che , all'inizio della vicenda si sarebbero aspettati, ma ancorchè anche il Presidente Mattarella, suo malgrado tirato in ballo, si fosse espresso in maniera contraria, questi sono andati avanti lo stesso e, pur con qualche accorgimento, adesso si portano a casa i loro 7500 mq. di superfici utili lorde da edificare. Già questo è un mezzo scandalo, ma lo scandalo enorme è la monetizzazione degli standard pubblici che l'attuale governo non ha saputo fare altro che, supinamente, accettare, sino ad arrivare a monetizzare le compensazioni ambientali, un ossimoro a dirla in breve e bene. Le cifre sono importanti, ma sono ugualmente ridicole solo a pensare che lo standard parcheggi viene monetizzato al valore di euro 205,00 per ogni mq. né fatto, né ceduto . Sfido chiunque a riuscire con quei soldi a comprare un terreno e fare un parcheggio, magari multipiano. Siamo alle comiche finali se non fosse semplicemente una tragedia e l'attuale governo, sigla con questo atto, peraltro non ancora pubblicato ancorchè già stipulato di tutta fretta, la sua irrilevanza, a parlare bene, ossia la sua totale assenza di capacità di governare. Dopo villa Ostini, dove una norma inderogabile è stata derogata, peraltro dal Borgomastro, ma non rimediata dall'attuale, dopo la monetizzazione, anche quella firmata Borgomastro, degli standard dell'ampliamento del Grand Hotel, mentre quello che non hanno monetizzato non hanno " ancora" fatto e anche qui occorrerebbe un bel chiarimento, ecco arrivare la ciliegina sulla torta e che torta. Certo ci verranno a raccontare che hanno portato a casa 2.500.000,00 di euro tra oneri, monetizzazioni e altro. ma ci vorranno poi spiegare come, quando e dove li spenderanno. E già che ci sono, ci spieghino perché mai un solo mq. di standard viene trasferito dal privato al pubblico e ci sanno solo ingolfare di monetizzazioni a basso costo per poi, magari ci riuscissero, realizzare opere ad alto costo ?

sabato 1 luglio 2023

LA MONTAGNA REALE


La montagna mette tutti d'accordo. E ' un vecchio modo di dire, anche se forse nulla è più sbagliato e lo scrive chi in montagna ci ha passato almeno 10 anni di vita, ma tanté. Un esempio si è visto ieri sera in un evento culturale che dietro la montagna, metteva un po' insieme tante cose: dalla storia dell'esplorazione alpina, e non solo, alle origini del regno delle Alpi per autonomasia, quello dei Savoia, alla rievocazione di figure che se, in qualche caso, definirli alpinisti era un po' troppo: la regina Margherita ad esempio e il suocero che in montagna ci andava a cacciar stambecchi, ma non ad arrampicare. Comunque il Duca degli Abbruzzi metteva poi tutti d'accordo con la sua fama di esploratore e arrampicatore ante litteram. Tempi eroici si direbbe, anche se la storia, nella narrazione della serata è sempre rimasta un po' dietro le quinte, mentre davanti, la sigla del CAI, rappresentata in sala da un suo storico Vice Presidente Nazionale e da un ex azzurra, anche lei d'altri tempi, ha ripercorso il ricordo della prima e seconda costruzione del rifugio Margherita, le ardite arrampicate sul Roccia Melone creduta, a torto, la cima più alta delle Alpi, sino alla declinazione, al femminile, della montagna, con in testa sempre la regina alpinista, ma non credo molto femminista. La cornice della serata era però animata dalla presenza di alcuni rappresentanti dei 'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon, orgogliosi e fieri e, credo felicissimi, di avere in sala un esponente della dinastia alpina, per vero di un altro ramo, quello D'Aosta che , tra mancati squilli di trombe e mancati inni alla corona, più realisti del re, hanno voluto dargli un caloroso saluto. Bisogna dire che il meno realista della serata è stato proprio questo Aimone che, sobriamente, ha preso la parola per poche e misurate parole di ringraziamento e di saluto. Un signore borghese che credo di quella sigla: S.A.R. se ne sarebbe fatto volentieri a meno.

lunedì 19 giugno 2023

OPERE D'ARTE


Prende forma, anche se non si vede, il fantomatico piano della viabilità e parcheggi destinato a rivoluzionare la cittadella e le cattive abitudine dei suoi cittadini, impegnati a perdere il loro tempo libero a cercarsi un posto dove parcheggiare. Annunciato da molti mesi, come ormai di pessima abitudine, non è ancora transitato nulla all'albo informatico, quello che dovrebbe informare di ciò che succede, ma che, troppo spesso, si scordano di aggiornare. Ebbene, due sono i primi risultati tangibili dell'attivismo del Palazzo sul tema: il primo è l'avvenuta approvazione da parte del Gabinetto di Governo del progetto fornito da Stresa Servizi del vecchi/nuovo parcheggio in zona Lido. Per intendersi, un investimento di 560 mila euro che garantirà un saldo di circa 14 auto in più rispetto a quelle che già oggi ci stanno, Certo, saranno tutte messe in ordine e per benino su due livelli di parcheggio anziché su uno soltanto come ora, ma comunque sempre 40 mila euro a nuovo posto auto il che sarebbe anche accettabile se l'opera risolvesse qualche cosa, in realtà poco o nulla. Rimarrà un esercizio di architettura  da parte del progettista, forse reputatosi artista dove descrive le soluzioni architettoniche che evocano, a suo dire,  il profilo delle montagne sullo sfondo. Beato lui. Rimane sconosciuto perché mai non si abbia optato per un terzo livello di piano, cosa, a giudizio di molti, fattibilissima, precludendosi, probabilmente, causa la scelta dei materiali costruttivi, anche la possibilità di crescita futura. Evviva. Il secondo risultato, ormai imminente, è il parcheggio del nuovo porto. Oddio il porto non c'è ancora , ma fa lo stesso. Comune qui le cifre salgono. Non si conosce ancora il totale perché ne  manca un pezzo, vero che ci sarà pure un locale di servizi,  ma anche in questo caso si crede che il costo unitario non sarà tanto diverso da 40 mila per auto. Il blocco dell'opera imposto dalla prima giunta Severino per cercare che i 40 posti potessero diventare magari 80 e poi, allungando un po' l'opera, 160, non è servito a niente. Nessuno lo ha mai spiegato in maniera soddisfacente, ma su due livelli l'opera non si è voluta fare. Qualcuno dirà che non si è  potuta fare, ma avrebbero dovuto essere spiegate un po' meglio le ragioni, invece si è optato per la Severino due e morta lì. Anche in questo caso, nessuna possibilità di estensione futura, sia orizzontalmente, avendolo troncato con una chiusura definitiva, né tanto meno verticalmente  avendo colmato il vuoto che c'era. Finita lì, se questo è l'avvio del piano parcheggi, non basteranno  alcune decine di milioni di euro a soluzionare il problema e dove prendere le risorse nessuno lo sa e lo dice. Tanto non lo dice che, tornando al tema dell'albo informatico, nessuno del Palazzo si è ancora sognato di svelare la cifra con la quale è stata chiusa la monetizzazione illegittima dell'obbligo di parcheggi pubblici dovuto dalla villa Ostini; anche lì circa 40 auto. Certo che sarà molto divertente o imbarazzante, dipende da che parte si guarda, se mai dovessero essere confermate le cifrette scritte nella convenzione. Insomma si  chiede 10 e si spende 40. Dunque l'interesse pubblico è sempre al primo posto nell'attenzione di chi ci governa e possiamo stare tranquilli, ma intanto via l'abuso d'atti che paralizzava e tanto spaventava i Palazzi Italiani.            

giovedì 15 giugno 2023

TELEGABINA




Prosegue, a puntate, la nuova serie della fiction televisiva, ambientata sulle pre alpi, denominata: "Tele gabina". La missione a Roma del Governo locale è stata l'oggetto dell'ultima puntata che aveva lo scopo di rintracciare le risorse necessarie per la nuova funivia del Mottarone. Per vero, bisogna dire, che, ad oggi, neppure i numeri di quanto serva sono noti. L'impressione è che si sparino cifre a caso. Non a caso, appunto, viene sparata la stessa somma che, non sono molti anni, è stata impegnata per costruire la funivia del monte Bianco: 50 milioni di euro. Quasi fosse la stessa cosa. D'altra parte, in occasione della recente visita della Garnero, divorziata Santanché, la Ministra intendo, qualcuno aveva sparato 200 milioni. Cosa poi immediatamente rientrata. Ora la missione al Ministero dei vertici politico/burocratici del Palazzotto, assente per lutto la Santanché, non sembra andata a buon fine. Svaniti nel nulla i 200 milioni ventilati dalla estroversa Ministra nella sua visita sulle rive lacustri, ben poco o nulla è rimasto di tutto quanto sin qui era stato detto e non fatto. Complice di questi fraintendimenti anche la stampa, non molto attenta e propensa a prendere per buona ogni mezza notizia trapeli intorno a questa novella. L'impressione dunque è che si proceda, non a vista, ma a caso; un metodo da prima repubblica ora che, da solo pochissimi giorni, siamo entrati, a pieno titolo, nella terza, e si vada in giro per l'Italia a perorare soldi come fosse elemosina. Insomma a due anni e oltre dal fattaccio, si agisce alla giornata invece di governare un' amministrazione pubblica, e non una pensione d'albergo. Varrebbe aspettare le risultanze di quanto affidato alla società Monte Rosa, almeno si potrebbe evitare di dare numeri e, una volta in possesso di quelle risultanze, mettersi a sondare il mercato privato, sempre secondo procedure pubbliche e trasparenti. Chissà che qualche oligarca non veda un affare dove noi prepariamo un disastro ? Consiglierei dunque meno movimentismo inutile e più concretezza utile, indirizzando il Palazzotto lungo una qualche strada più sicura, evitando, per ora, nuove trasferte fuori sedi. D'altra parte in sede ci sarebbe molto lavoro da fare, anche arrettrato e, sarebbe ora smaltirlo.