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mercoledì 31 agosto 2016

L'AGENDA D'AUTUNNO


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La pausa dell'estate non inganni, l'autunno é ormai alle porte e i temi sull'agenda di governo debbono essere pur scritti e ricordati. E' vero, la missione affidata al Borgomastro era quella di chiuder le buche e, se possibile, evitar nuove aperture. Ma se questa era la missione principale neppur ancor tutta raggiunta, non é che sto Borgomastro non possa occuparsi anche di altro. Or dunque sarà bene provare a scrivere l'agenda che, seppure virtuale, dovrebbe disegnare lo scenario a iniziare dall'autunno e andare avanti. Di un punto ne abbiamo già parlato: la Gabbiola. Tradurre quell'atto di indirizzo già approvato dal governo in termini più chiari e di dettaglio, sarebbe già qualcosa, ma come spesso accade, o meglio sempre accade, il rischio più concreto è che il tutto si concerti dentro le oscure stanze del Palazzo e quando il pacco è preparato si esca allo scoperto giusto perché ci vuole sopra un voto già scontato e tutto é fatto. In fondo il Borgomastro é solito lui dire, durante le Assemblee, che non é che possa dire e con questa scusa qui risolve le questioni e manco fa le discussioni. Ci vuole dunque altri che sappiano portare questo tema in superficie, che abbiano le idee poco più chiare e che vigilino affinché la svendita del tutto non avvenga; ma questo lo vedremo. C'é un tema che é un tabù; quel vaso di Pandora che chi sempre ci legge sa bene cosa sia e che qualcuno ironizzava come fosse una sciocchezza, qual vaso ora sta chiuso, ma invece ora é da aprirsi perché con tutti i suoi veleni colpisca i furbacchioni che per anni ci han giocato, tante balle han raccontato e nulla han combinato. Il caso "La Zanetta", il virus che sfuggito da dentro di quel vaso, é stato poi abbattuto, richiede che si torni nuovamente sopra il caso, si chieda informazione, si indaghi l'intenzione di chi ora governa e prima tanto quanto. Insomma la domanda che cazzo avete fatto con tutto quello stralcio che é stato anche pagato e invece era sbagliato, di fatto era ben altro; insomma sta domanda qualcuno vuole farla, eletto che é per farla ? Va bene, é vero, non sembra la missione che era quella di chiudere le buche, ma fin tanto che questo é Borgomastro, é a lui che tocca rispondere a domande che siano un poco anche più insidiose. C'è il tema della vasca; d'autunno la si aggiusta ? Ma è come un terremoto, é come farne un'altra o poco meno. E' il tema sempre uguale, di opere mal fatte e ben sempre pagate, nel caso venne fatta per sfizio elettorale e come sempre accade lo sfizio dell'Alcade ora si paga. Il lago ora sta in magra; il tempo sembra giusto per farci un po' di spesa, ma anche questa volta si rimanda a un'altra magra ? C'é un'isola che, sul tema, attende da anni una risposta. Qualcuno vuole fare la domanda ? L'impianto ora cammina, ma quanto a trasparenza il voto è insufficiente. La clausola sociale che era stata cancellata nessuno che ha il coraggio di dire chi era stato e quanto a tutto il resto... nessuno che ancor sa la cifra che ci mette di suo questo gestore.


lunedì 29 agosto 2016

FISCALITA'



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A leggere la cronaca la Perla si appresta ad una stretta. Nel mirino fiscale del nostro Borgomastro l'obiettivo da colpire sarebbe la fonte senza sosta della crescita del Pil. Finito, per ora, nel nulla il tentativo di mettere una tassa sullo sbarco, si torna all'altra imposta sul turista che soggiorna. La somma che in aggiunta si pensa a prelevare è circa 300 mila d'euro che portano il tributo a conteggiare un quasi milioncino per anno e per stagione. Se accanto poi mettiano quell'altra fonte certa di soldi e di monete che cadono ogni giorno in tante macchinette che tassano le auto in sosta per sventura, la somma non dico che raddoppia, ma poco ormai ci manca. Insomma, nessuno che amministra si lascia ormai sottrarre dal solo non tentare di sempre stuzzicare la borsa del turista che é noto che non vota e quindi che pure si lamenti, ma intanto paghi dazio e poi fuori dai piedi. Difficile trovare qualcuno che contesti sia ingiusto far pagare; più facile é trovare chi plaude a sto sistema che sposta l'obiettivo di esigere i tributi non tanto a chi guadagna, ma in modo più stringente a chi già paga. Inutile è ora insistere che forse non é giusto che forse quando paghi la bibita o il gelato, nel prezzo che ti fanno ci mettono la tassa sui rifiuti, l'imposta sulla casa, la tassa occupazione, il canone d'affitto magari pur pagato al solito Palazzo; no, ci manca un' altra tassa, la tassa sulla tassa da mettere o aumentare a quelli che se un giorno scioperassero si azzera anche sto Pil. Non credo che a metterci pazienza si cambi ormai tendenza; toccare un po' il fiscale è un poco criminale; già pure il vecchio Alcade, sul tema stuzzicato, rispose facendo anche le bizze, non meno il Borgomastro é pazzo da legare da ora in poi spostare la somma di un milione sul peso elettorale. Il tema se sia giusto, sia equo o anche legale tassare il tartassato, non premia più di tanto; volenti o non volenti si assiste a questo cambio che sposta l'obiettivo e che unisce l'esigenza di soldi in abbondanza con l'altro che è tenere in mano saldamente la leva del potere.

giovedì 25 agosto 2016

PERICOLO D'AUTUNNO


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Un tema per l'autunno è la Gabbiola. Scoperta già da un tal Canio due lustri e un poco fa, divenne la proposta vincente l'elezione e come spesso accade, una volta salito sul tronetto che aveva tanto così amato, cambiò quella proposta in altra che ancor oggi non si sa. Ritorna con Bottini, ma il nostro Borgomastro non tanto ha una proposta, almeno questo appare, ma attento sembra stare a quello che altri pensano di fare, o meglio fargli fare. Il testo che è già uscito col voto del governo é un testo, per ora, un po' fumoso, ancora molto vago su cosa lì si voglia fare e questa nebbia fitta che stagna sul progetto non é che sembra bene; é sempre un po' lo stesso gioco di combinar le cose nel chiuso delle stanze e poi portare al voto un testo già blindato. Inizia una stagione che sul tema in argomento occorre o meglio occorrerebbe aprire un po' la discussione, ma sul tema c'é il rischio di un sipario che oscuri la vicenda per tutta quanto il tempo che stanno in discussione e poi quando si apre, il gioco è belle fatto e col voto di un Consiglio obbediente e silenzioso, si chiuda una vicenda che manco é stata aperta. Allerta è la parola che sembra dover dirsi in tali circostanze oscure e poco chiare, allerta a ciò che fanno, a quello che hanno in mente, a quello che preparano. L'allerta é molto chiaro a chi la si dirige, a quei che sono eletti col compito assoluto di stare sull'attenti e fare, se del caso, un po' le barricate. E' vero non c'é Canio che spazio non lasciava e come un dittatore il banco lui teneva, ma anche il Borgomastro se pure é diplomatico e quindi all'apparenza é più bonario, bisogna anche vedere se vuole poi ascoltare o é meglio indirizzato da altri pi ù "autorevoli" e sempre interessati ed é pronto poi a firmare la resa più completa ad ogni qual richiesta che mettano sul tavolo. L'errore questa volta non ha margini di scampo; un buon negoziatore ha campo per l'azione, ma un altro che é cattivo non ha scampo; arrendevole e maldestro si lascia infinocchiare e credendola vittoria firma la resa e la sconfitta più completa. Dire che i precedenti ci son tutti mi pare un'ovvietà per cui l'allerta che chiediamo é bene motivata; l'autunno arriva in fretta, il tempo si restringe, l'attesa nel silenzio non é un bene.        

lunedì 22 agosto 2016

BOLLE DI SAPONE






Passata la “storica” giornata che ha visto l’impianto con la fune ripartire, la cronaca ci aveva anche informato sui numeri da record di salita, coi primi viaggiatori, esenti dal biglietto ben si intende, il nostro Borgomastro e il Vice Chiamparino. Sin lì tutti felici; finiva una vicenda rimasta sulla breccia tanto tempo, per vero troppo tempo ed anche l’articol della Stampa dava il debito risalto al risultato, ricordando, semmai fosse sfuggito in uno dei tanti precedenti reportage, l’onere di spesa cacciato dal privato. Taceva l’inviato sul tema assai spinoso dei tanti licenziati al tempo del blocco dell’impianto. Nessuno ne parlava, nessuno ne chiedeva, sembrava che sto impianto, per qualche innovazione, viaggiasse ormai da solo come se tutto fosse già automatizzato. Comunque ricordate gli impegni e le promesse che anche il Borgomastro, non appena fu insediato, sembrava aver assunto, giurando e spergiurando di far tutto il possibile perché l’impatto sul sociale venisse poi azzerato. Da quel che ci raccontano, il Vice Chiamparino, quand’è che fu richiesto, si prese uguale impegno, non so se poi giurando o solo spergiurando. Per vero i due soggetti, il modo di risolver la questione, o almeno di provarci con qualche aspettativa positiva, l’avevan pure avuta tessendo con tal Canio, il bando disgraziato. L’avrebbero pure avuta pertanto l’occasione, ma l’avevan manco presa e quindi poi a giurare di mettercela anche tutta quando ormai era belle andata persa. Se fosse una commedia saremmo nel finale con comiche a sorpresa, ma siamo nel reale e anche se la Stampa e il suo inviato non ci informa, lo stato delle cose è questo qui: dei nove interessati uno è il solo ora in servizio perché era già stato impegnato durante i lavori programmati; due hanno raggiunto l’età della pensione; tre sono assunti, ma non in questo impianto in nome del principio del tutti o nessuno per non far scriminazioni e tre sono, probabilmente, quelli cacciati. La storia di sto impianto, di nuovo, si arricchisce; è tutta da riscrivere, aspettiamo un inviato che voglia raccontarla per davvero. E il titolo del post ? Ma son quei due e giusto per non far torti mettiamoci anche il terzo: quel tal Canio.

mercoledì 17 agosto 2016

FESTE D'AGOSTO





Taglio del nastro o meglio della fune sabato passato e i primi trasportati sono stati il Borgomastro insieme al Vice Chiamparino. Riprende dunque, dopo due anni di fermata, il classico va e vieni che unisce la costa e la sua vetta e, per ora, finisce anche l'amara storia che per anni ha accompagnato la vicenda. Che non ci fossero la banda ed un rinfresco, che non ci fossero discorsi e prolusioni, ma che il tutto avvenisse con molta discrezione é il segno, tangibile e concreto, che intorno a questa storia sia meglio anche tacere e poco festeggiare. Comunque ben venuta che sia questa partenza che é meglio che fosse ancora fermo, é il minimo dovuto ed è avvenuto. La cronaca del giorno l'ha fatta poi Gemelli che esulta per il numero raggiunto nel primo nuovo giorno di ripresa. Non manca, è naturale, di ancora ricordarci le somme che sono state spese, prendendoci un'altra volta pei fondelli. Si tace, e anche questo è naturale, su qual sia la sorte di quelli che furon licenziati. Si pensa che l'impianto da solo non cammini, ma se questo é naturale, nessuno ancor ci dice se tutti siano stati poi riassunti o, invece come è certo, qualcuno, non gradito, ha perso il posto. Comunque, questo è pure certo, il fortunato imprenditore ha preso due piccioni in una fava: ha infatti ripreso soltanto chi ha voluto, ottenendo anche lo sconto del job act. Incomincia ora a capirsi l'assenza della festa organizzata per la ripresa delle corse: il pubblico ci ha messo, altroché, tutti quanti i nostri soldi, qualcuno ha pure perso il posto, l'impresa ha invece raggiunto il pieno scopo; non metterci dei soldi, far fuori i rompi scatole e garantirsi quasi tre lustri da nababbi. Insomma non é che sia per tutti una gran festa e quindi si pensa che silenzio e discrezione sia, in queste circostanze, la migliore soluzione, anzi un'ottima soluzione e su questo punto, che condivido appieno, vi lascio e riprendo il mio silenzio di mezzo agosto. 



giovedì 11 agosto 2016

CRONACA





Inizia sto Consiglio senza scosse, o meglio con l'annuncio che, com'é ormai suo solito, il Borgomastro racconta di aver solo da poco conosciuto. L'annuncio dunque riguarda l'impianto con la fune che sabato mattina inizierà le corse. Non mancherà l'inviato della Stampa di fornire, magari già domani, notizie un po' più particolari e interessanti di quanto a noi ora sia noto, così come non mancherà di ricordare, con pervicacia assai, la solita notizia sul solito milione, cacciato dal privato per sto impianto. Comunque il Consiglio era per altro, ossia per quel "gioiello", così l'ha definito il Professore che, nato dall'idea del genio dell'Alcade, prima riempì di soldi l'amico suo Maltauro che poi cacciato sull'onda dello scandalo, un poco poi per volta si cambiò quella gestione e adesso va benino. Comunque arriva la riforma dal nome di Madia, la minestrina, che par che non lasci molto spazio al gioiellino che non ha i numeri adeguati per salvarsi. Che fare dunque é il compito sta sera che assegna il Borgomastro al suo Consiglio. Legge, sta volta, in aula la proposta, legge la relazione che disegna un po' il possibile futuro per Stresa Servizi. In sintesi ci stan quattro scenari, ma già i primi due sono indicati come impossibili, rimangono così dei quattro solo due. L'uno prevede di alzare l'asticella degli affari, superando la quota del milione che la Madia ha indicato come quella minima possibile, sotto la quale la società non può operare. E qui che il Borgomastro legge che cosa mai potrebbe fare Stresa Servizi, primo fra tutti il porto, per alzare quell'asticella degli affari e da ultimo aumentare ancora il livello tariffario dei parcheggi. Che poi sta soluzione sia certa e giusta, io qualche riserva ce la metto, perché la soglia del milione ora non c'é e mettersi ad inseguirla non so se sia ciò che la Madia ha in mente. Comunque c'è l'ultima soluzione che é quella di riserva, ossia cambiar la società pubblica in "azienda". L'autore di sta soluzione è lo scrivente e, onestamente, mi par la mia facile e possibile. Comunque, finita il Borgomastro la lettura, son tutti contenti, da destra a sinistra al centro, a che Stresa Servizi ora si salvi; solo qualche polemica, ma lieve, su quanto era successo ai tempi dei suoi albori. Non perde l'occasione l'Avvocato, il Vice delegato, per rivendicar l'eccelsa idea che fu del suo coscritto di mettere in piedi la creatura. Anche il Professor vuole la sua parte ed ecco che parla con tenerezza e amore di sto gioiello, ma il Professor ha d'altro nella testa; lui vola alto e ci propina un altro suo sermone. Parte leggendo l'articol 5 della costituzion, quella vigente: " La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento"questo per dirci che lui non si ritrova più in ciò che sta facendo sto governo, che lui non é più rappresentato da chi governa e che anche dall'ANCI occorre uscirne fuori perché cura soltanto degli interessi i grandi dei Comuni e non quelli piccini. Così sto Professor dopo tant'anni passati sui banchi del Palazzo, or non si trova più ed é ben ora.

mercoledì 10 agosto 2016

ALL'ULTIMO MINUTO






CITTA’ DI STRESA 

Convocazione d’ urgenza del Consiglio Comunale.

I L B O R G O M A S T R O 


Visti l’art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;

Visto l’articolo 13 dello Statuto Comunale; 

D I S P ON E


di convocare il CONSIGLIO COMUNALE in sessione d’ urgenza – seduta di 1° convocazione per il giorno di giovedì 11 Agosto 2016 – ore 18.00 presso la Sede Municipale e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione d’ urgenza seduta di 2° convocazione, per il giorno di giovedì 11 Agosto 2016 – ore 19.00 presso la Sede Municipale per deliberare il seguente 

O R D I N E D E L G I O R N O.


Atto di indirizzo per il mantenimento della Società Stresa Servizi S.r.l. in rapporto ai nuovi principi del testo unico sulle società a partecipazione pubblica. 


IL BORGOMASTRO 

firmato in originale: (Giuseppe Bottini)

martedì 9 agosto 2016

CONSIGLIO D'URGENZA





Il Borgomastro ha deciso di lavorare anche durante le ferie. Al proposito ha pensato bene di convocare un Consiglio Comunale in giorno, ora e luogo insolito, giovedì prossimo alle ore 18 presso lo stesso Palazzo municipale. Motivo dell'urgente convocazione la sorte del gioiellino creato ormai parecchi anni fa dall' Alcade e che fece i suoi primi passi non senza polemiche e altro che portarono a tagliare la testa al Direttore. Un personaggio pescato dalla politica, spostato dal Consiglio alla direzione di Stresa Servizi per contare le monetine incassate nei parcheggi, al costo di una novantina di migliaia di euro l'anno. Poi le cose, sull'onda anche di quello quasi scandalo, migliorarono un poco e forse anche non poco. Ora dovrebbe essere in dirittura di arrivo un decreto attuativo con cui Renzi cerca di mantenere la promessa di sfoltire il numero della società partecipate e Stresa Servizi potrebbe essere una di queste. Non vi possiamo anticipare, per ora, molto di più; rimane questa convocazione estemporanea che, come tutte le cose fissate all'ultimo minuto, non promette nulla di buono. Vedremo.

domenica 7 agosto 2016

SALDI





Saldi: con sta parola si indicano di solito i risultati, la cifra finale di un bilancio, così che si possa vedere il suo colore; se è rosso é bene stare attenti, se è verde si passa e si é promossi. Con saldi si indica però anche dell'altro; son saldi le svendite finali di stagione, così come pur sono a ribasso le vendite di ciò che é in liquidazione. Fissati che sono sti concetti, si tratta di passare ai casi pratici, prendendo il solito Palazzo come esempio di come si possan fare saldi a tutto spiano. Maestro ed inventore di saldi fu l'Alcade che ne importò la pratica, già in uso in campo commerciale, così da diventar strumento di governo e propaganda. Il primo e forse ancor più clamoroso esempio fu la vendita dei cubi alla " Zanetta". Dovendo quella vendita tarlocca fruttare ben oltre un milioncino, né venne negoziato un certo sconticino che, in termini % ,da metter sul nostro cartellino, sto sconto valeva, soltanto, - 70 %. Collaudato che fu questo sistema, la pratica si estese e si diffuse. Se solo prendiamo la vasca per il bagno al lido di Carciano, per reggere la vasca, il Palazzo, sta volta, si é svenato e nel tempo dei primi anni 4 di gestione, lo sconto che alla fine é praticato é pari ai 3/4 di quanto doveva essere il totale dell'incasso. Regnando il Borgomastro, la pratica iniziata però la si conserva; la scusa é sempre quella, si evitano le liti e i contenziosi e se il saldo finale é in negativo, la cosa poco importa, si preleva dalla tasca al cittadino. Il caso Villa Aminta é un altro esempio di un saldo finale di tutta una stagione di balle raccontate. Alla fine si pratica lo sconto rinunciando ai diritti sui terreni già concessi, si incassa col ritardo di anni sei la vendita di cubi già assegnata e si liquida la cosa come fosse un fallimento. Esemplare il caso poi della concessione demaniale al Grand Hotel. Qui lo sconto è stato pari al prezzo intero; insomma è stato il regalo che é stato praticato dall'Alcade negli ultimi tempi di mandato. Ma non é stato di meno il Borgomastro che, appena fu insediato, ha subito voluto anche lui fare un regalo, rifacendo, a nostre spese, il ripristino del muro già crollato. Un ultimo magistrale esempio di un saldo praticato é pure quello dell'impianto funiviario. A fronte di tanta propaganda che addebitava al vincitore una cifra da metterci di suo di circa quasi un milione, si scopre che, a bene andare, la somma che ci caccia é forse inferiore al 90% di quella cifra. Una pratica diffusa dunque ormai, un uso molto esteso di un sistema che, sul piano elettorale, occorre riconoscere che paga. Ci dobbiamo aspettar degli altri saldi ? Direi che non c'é dubbio; la prossima occasione é la Gabbiola, lì il piatto é troppo grosso, facendoci un bel saldo il tutto si sistema.

giovedì 4 agosto 2016

ATTENTI AI COLPI DI CALORE




E' nuovo ed è già pronto l' intervento che il Cronista oggi ci offre. A leggere un po' in fretta il pezzo quotidiano é belle tutto fatto; al posto dello sconcio che offre la Gabbiola, arriva un bel mercato, di medie dimensioni che aggiusta tutto quanto. Il pezzo è tratto, per il vero, da quanto il governo del primo cittadino ha messo sulla carta, scrivendo un indirizzo, rivolto al Responsabile, perché faccia pur le carte che son chieste al fine di arrivare, nei tempi consentiti, a realizzare quant'é che han già richiesto. A leggere quel testo, firmato il Borgomastro, occorre precisare che, da un lato si apre alla richiesta di estendere il mercato a circa 900 mq. di quanto la metà ora lo ammetta, ma nulla di diverso e più preciso é, invece, lì indicato su quanto che già ora lì sarebbe ammesso e ancora più inquietante, nessuna indicazione viene data su quali quantità di aree per parcheggi si voglia negoziare. Non siamo più informati del solito inviato, ma a legger quelle carte ci viene più di un dubbio. Che cosa si vuol fare ? Si estende l'area di mercato e si lascia il resto stare ? Si coglie l'occasione per mettere sul tavolo la storia del parcheggio o si lascia pure stare ? Le norme regionali pur ci sono che, se bene poi applicate, potrebbero risolvere anche il problema, ma dire che sul punto il governo é un po' laconico, é già fare un favore al Borgomastro. Sul punto il governo ora non parla; sul piatto negoziale non par che abbia posto il pubblico interesse, ma solo tutto quanto da altri è stato chiesto. Sottratto pure al gran Consiglio il poter di decisione, per ora fa il sornione, chiudendo un occhio al solito volpone. Ci vuole più coraggio, ci vuole un altro stampo, ci vuol na decisione che sull'area di quel che é la Gabbiola si risolva, in via assoluta, il vuoto dei parcheggi nel centro cittadino. Se c'é una qualche soluzione che unisca l'interesse di un privato con quello dell'Ente cittadino, ben venga, ma se no, si cambi passo e si dica, una volta anche per tutte, che lì non si fa niente da parte di un privato. Occorre che su questa ventilata decisione che, nel cuore dell'estate, ha preso sto governo, si accendano potenti riflettori per evitar colpi di mano; è l'ultima occasione che ormai rimane, dopo di che, come già vogliono fare, non rimarrà che spianar l'acqua del lago.             

lunedì 1 agosto 2016

CRONACA ROSA






E come da sto foglio è stato preannunciato, la Stampa e il suo inviato ci ha ora informati sullo stato dell'arte del porto e dell'impianto. Orbene ci rallegra ora sapere che il porto sarà presto ultimato entro il sedicesimo anno dal suo inizio e che l'impianto, rinnovato, riprenderà entro l'agosto a far la spola tra il lago e il monte. Nel primo dei due pezzi richiamati c'è pur anche un accenno sui lunghi tempi che furono impiegati. Colpevole, ci dice l'inviato, fu la geologica sorpresa che, sembra ora capire, sia stata la causa di ogni mal e di disavventura. Orbene, sta storia mi indispone.Non c'é alcun pezzo scritto sul tema dove il cronista, da quando almeno scrive, non abbia inserito sta questione. Detta così la cosa infatti giustifica lo scandalo  e manda tutti quanti assolti e perdonati. Una cosa infatti è scriver della geologica sorpresa, che appunto essendo una sorpresa non è data conoscere in anticipo; un'altra cosa è scrivere che è stato un geologico imprevisto, ossia un qualche cosa che pur prevedibile non venne invece ben previsto. Questa è stata la causa infatti di tutti quanti i guai, causa che è stata certificata e  periziata, ma poi sempre insabbiata. Or noi non pretendiamo che un cronista di cronaca locale abbia a sondar le carte e scrivere così d'altro, ma che almen si astenga da raccontar na favola e passi ad altro. Ma quando anche passa ad altro tema, qui gliene troviam di cose scritte che non vanno e, un'altra volta, mi indispone. C'é questa altra favola narrata sui soldi pubblici e privati che sono cacciati infatti per l'impianto. Or scrive il cronista che, di milioni, 1,560 mise l'Ente Regione, 1,860 mise l'Ente comunale. I primi tutti d'un fiato, gli altri divisi in 13 quote, una per ciscuno anno.  Se poi la spesa complessiva è di milioni 4,4 uno fa il conto in fretta e ne deduce che il privato ci caccia di suo la differenza, ossia quasi un milione. Son tutte balle. Intanto va precisato che l'Ente Comune di soldi veri ne mette anche di più, ossia i canoni d'affitto dei locali alle stazioni e non è proprio pochino, ma in tredic anni un cifrettino che supera di un poco 300 mila euro. Quindi i soldi veri che noi ci rimettiamo sono, all'incirca, due milioncini e, almen, centocinquantamila in euro. Poi c'é l'imposta, quella che la si fattura quando si hann da pagar le spese del restauro. Or, mal fatti i conti, sarebbe una sommetta di circa in euro di mila 700. Ma questo non è un costo per l'impresa, ma un credito d'imposta che, prima o poi tutto ritorna. Morale; se tolgo dai 4 punto 4 milioncini il credito d'imposta, rimangono i costi veri che son circa in milioni 3 e 600 mila, tutti in euro. Se dunque ancora da questa final somma tolgo quel che mi da Regione in un sol botto, di somme da coprire rimangono all'incira 2 milioni. Se prendo e vado in  banca e faccio un mutuo per tal somma, mi costa all'incirca in 13 anni un 2 milioni in capitale e un 250 mila euro in interessi che fan 173 mila d'euro per ogni anno. Poiché l'Ente Comune mi da circa 163 mila euro per ogni anno, a me privato sto investimento mi costa in euro 10 di mila all'anno o giù di lì. E questa è la storia vera, mentre l'altra una gran balla. C'é poi il risvolto umano che ci pare sia stato da tutti ormai dimenticato. Di tutti i licenziati che cosa sarà fatto ? Qui, caro cronista,  ci stava almeno un'intervista.