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sabato 26 aprile 2014

INTERVALLO





Ci prendiamo una settimana di intervallo programmato. Quindi, sta volta, niente la cronaca del prossimo Consiglio, o meglio, la faremo in differita. Una sosta, ogni tanto, fa comunque sempre bene. Riprenderemo, lo speriamo, dal 5 maggio in poi la cronaca infelice dell'ultimo percorso di Canio e del declino.


KITSCH


Vanto recente del Palazzo è stato il taglio, dopo sofferenti lunghe attese, del nastro inaugurale della nuova illuminazione pubblica d'artista dell'Isola più nota. La cosa in sé avrebbe potuto, fors'anche, meritare il plauso di questo nostro post; invece no. Ormai sta diventando una costante; lo stile Villa Aminta, copiato poi nel noto caso del portone, ormai si allarga e si diffonde, contagia le menti, più o meno, illuminate, varca l'ingresso del Palazzo che subito lo replica e lo applica. Lo stile va guardato e va studiato; è un misto di cose assai diverse, ne esce un lampioncino con tanto di ricami color oro; un oggettino più adatto ad esser messo in vendita su un banchetto che non a illuminare le vie del borgo da tempo antico sopra l'acqua. Un po' barocco, un po' stile d'Impero, un po' fors'anche liberty, l'oggetto è destinato a rischiarar la notte buia e le stradine, peraltro, assai deserte. Un po' fa ridere, un po' fa anche piangere se poi si pensa che bastava usare le vecchie lanterne già esistenti, metterle un po' a posto, cambiare le lampade ed anche i vetri, aggiungerne qualcuna dove mancava e tutto poi finiva lì. Va meglio, invece, la nuova illuminazione delle terrazze e dei giardini; ben fatta dunque, bel risultato insomma, ma forse un po' anche di troppo. Canio, una volta l'anno, spegne le luci per, circa, un quarto d'ora, così che partecipa e aderisce alla manifestazione per meno spreco in giro per il mondo. Appena però finisce il tempo, riaccende, come prima, tutte le lampade in possesso. Ora ne aggiunge altre, magari va anche bene, ma forse un calendario ci voleva o ci vorrebbe; insomma magari non proprio tutti quanti i santi giorni, così che anche gli alberi e le piante riposino, un poco, nel buio, ormai sparito, delle notti. Comunque state allerta perché mica finisce tutto qui. In vista ci stanno ancora un po' di scatole sul liberty da metter sopra l'Isola più nota e la sorella per farci i pubblici servizi e anche lì.........

giovedì 24 aprile 2014

MICRO CONSIGLIO


IL SIN
DACO DISPONE di convocare il CONSIGLIO COMUNALE

In sessione ordinaria - seduta di I° convocazione per il giorno Mercoledì 30 aprile 2014 ore 18,30
presso Palazzina Liberty (ex-asilo via De Amicis) e, qualora non si raggiunga il numero legale in prima convocazione, in sessione ordinaria seduta di II convocazione, per il giorno di Mercoledì 30 aprile 2014 ore 19,30 presso Palazzina Liberty (ex-asilo via De Amicis)

Per deliberare il seguente

ORDINE DEL GIORNO

Seduta pubblica.


1. Esame ed approvazione Rendiconto di gestione, esercizio finanziario 2013.

2. Esame ed approvazione Accordo di Programma tra il Comune di Stresa e la Regione Piemonte per realizzazione interventi di messa in sicurezza e revisione impianto funiviario Stresa-Alpino-Mottarone.

3. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza. Opere di costruzione porto turistico. Conformità a norme di legge e a norme contrattuali. Sollecito evasione. (prot. N. 4941 del 11.04.2014).



IL SINDACO

(avv. Canio Di Milia)

VERSO IL CONSIGLIO






Si va verso il Consiglio che, giorno più che giorno meno, dovrebbe cadere dopo il cinque del mese che ormai viene. La resa del conto è l'argomento, ma niente allarme, il conto è quello finanziario, patrimoniale ed economico dell'anno che si è chiuso, ormai, da un po' di tempo. Più in là, se abbiamo tempo, vi facciamo anche il suo esame. Va poi in Consiglio, ed era ora, il fantomatico accordo di programma che stringe la Regione e il Comune in un sol patto. Dunque ormai si parte, la funivia sarà, forse, riadeguata per terminar poi la sua vita nell'anno del Signore 2000 zero e 30. Comunque non è certo perché sta scritto, e questo è pure certo, che nell'eventualità, poi mica tanto peregrina, che un gestore non si trovi, l'impianto sarà, con gli stessi soldi previsti ad adeguarlo, invece, da subito, smantellato. C'è quindi anche ormai scritta anche l'ipotesi della sua fine anticipata. Intorno alla vicenda proprietaria già vi abbiamo detto cosa ci sta scritto; l'esatto contrario di quanto, da sempre, da Canio raccontato. Dulcis in fundo c'è un impegno che vede coinvolta la Regione a mettere dei soldi, nel caso tutto andasse per il suo verso giusto, anche nell'anno 2000 e zero 30 per finanziare lo smontaggio dell'impianto. Tutto ok dunque, mica tanto, perché l'accordo finisce il 31 luglio 2017 e quindi poi …..? Ci sarà pure in discussione e in votazione il nuovo regolamento di polizia urbana. Un lungo elenco di veti e di divieti con le sanzioni da pagare e quelle che obbligano anche a fare o a disfare. Anche su questo tema, se poi abbiamo un po' di tempo, ne parleremo altrove. Rimane poi il mistero se Canio vorrà o no inserire all'ordine del giorno la sua risposta al'interpello senza appello che giace da tempo intorno al porto. Su questo e altro, come sapete, si è chiesto un intervento al Superiore. Vedremo dunque….

mercoledì 23 aprile 2014

MONITO




Si tenta una tirata d'orecchie al nostro Canio che prende un poco alla leggera il dovere di fare Consiglio quando si chiede; così come pur non par che a lui gli frega niente di dare o non dare risposte agli interpelli. Anche lo staff, sta volta, però ci va di mezzo per via di quelle carte sottratte alla visione. Quindi il Capo Gruppo prende la tastiera e butta giù la nota che postiamo. Destinatario, sta volta, è l'uomo del Governo che sta insediato a Villa Taranto. Vediamo poi se mai sarà risposta.



GRUPPO CONSILIARE INSIEME



Spett. Ufficio Territoriale di Governo


Prefettura del VCOAll'attenzione del Signor Prefetto

Villa Taranto

Verbania-Pallanza


Ogg:Comune di Stresa. Attività del Gruppo Consiliare " Insieme"- impedimenti al regolare esercizio. Mancata conformità a norme degli Organi di Governo e dei Soggetti di gestione.





Recentemente, in data 08/03 c.a., nel rispetto delle norme dell'Ordinamento degli Enti Locali, corredata dal numero minino di firme richieste, veniva presentata richiesta di convocazione del Consiglio Comunale per la trattazione di mozione e di diverse interpellanze.



Sulla base del predetto ordinamento la riunione di Consiglio avrebbe dovuto svolgersi entro la data del 28/03/ u.s. .

Il Consiglio veniva convocato, invece, il giorno 04/04 del c.a..

Lo slittamento dei termini non avrebbe arrecato pregiudizio all'esercizio dell'ufficio di Consigliere salvo considerare il fatto che lo scrivente, iscritto nelle liste dei residenti all'estero, aveva organizzato il proprio periodo di permanenza in Italia in funzione della data entro la quale avrebbe dovuto svolgersi il Consiglio. Invece, a motivo dello slittamento della data di convocazione, non ha potuto prender parte alla riunione consiliare.

Se il caso non fosse ricorrente non meriterebbe fosse sollevarlo avanti il Prefetto, tuttavia così non è e molte volte lo slittamento di un Consiglio annunciato o il mancato rispetto dei termini di convocazione di un Consiglio richiesto, hanno impedito, e sempre per pochissimi giorni, la partecipazione alle riunioni.

Si aggiunge che il regolamento Consiliare imporrebbe la programmazione delle sedute, ma tale regolamento che prevede la concertazione con i Gruppi Consiliari viene, sistematicamente, disatteso.

Inoltre, nell'ambito del Consiglio, svoltosi dunque il 04/04, era stata presentata un interpellanza da parte del Gruppo che rappresento.

Scopo dell'interpellanza era quello di conoscere il contenuto di documentazione trasmessa da Regione Piemonte a Comune, inerente lo stato dei vincoli di paesaggio vigenti nell'ambito del territorio comunale e il successivo contributo fornito dal Comune alla Regione, sempre in materia, e utile per la ridefinizione del Piano Paesaggistico Regionale in corso di riadozione.

L'interpellanza faceva seguito al negato accesso in materia che l'Ufficio Comunale aveva opposto alla richiesta avanzata da un Consigliere del Gruppo.

Occorre segnalare che anche in sede consiliare il Sindaco, pur avendo iscritto l'argomento all'o.d.g., nei fatti e senza una particolare motivazione non svolgeva l'interpellanza, lasciando senza risposta gli interpellanti.

L'Ufficio invece, in precedenza, invocando una malintesa preminenza della normativa speciale sulla formazione degli strumenti sovracomunali di programmazione territoriale, negava il dovere, sancito dall'Ordinamento, a fornire ogni informazione utile e necessaria allo svolgimento del mandato consiliare.

Sempre in tema di mancata risposte ad interpellanze, occorre segnalare che giace inevaso, da ormai alcuni mesi, un' interpello su materia assai delicata quale è quella che investe l'incompiuta realizzazione del porto turistico. Adducendo l'assenza prolungata del Responsabile del Servizio ne viene differita la risposta ed anche in questo caso il diritto a conoscere e a svolgere compiutamente il ruolo di consigliere viene, quanto meno, menomato.

A margine è forse il caso di segnalare che il Responsabile di cui oggi se ne lamenta l'assenza per giustificare il rinvio, sine die, dell'interpello, era stato fatto oggetto di licenziamento e solo all'inizio di quest'anno reintegrato al suo posto di lavoro per decisione del giudice d'appello,quindi il licenziamento non fosse venuto meno quale giustificazione poteva trovarsi per non rispondere all'interpllo ?

Inoltre ancora, l'accesso ad atti inerenti la presentazione di un piano esecutivo è stato negato in virtù dell' affermazione trattarsi di uno strumento in fase istruttoria, pur ciò confliggendo con precise disposizioni legislative e regolamentari ed in particolare con l'articolo 60 della L.R. 56/77 e s.m. che, espressamente, estende alle domande e ai progetti la possibilità di controllo partecipativo e col regolamento comunale per l'accesso agli atti che, in particolare, al suo articolo 27, secondo comma, espressamente estende il diritto di accesso alla fase istruttoria dei procedimenti amministrativi.

Il quadro sopra delineato rappresenta quindi un diffuso stato di comportamenti omissivi o dilatori che tendono, nei fatti, a indebolire l'azione di controllo delle minoranze consiliari sull'operato di governo e che, proprio in ragione del loro non episodico verificarsi, induce a chiedere all'Autorità locale di Governo che il Prefetto rappresenta, un'azione sollecitatoria e suasiva nei confronti dei soggetti responsabili della conduzione dell'Amministrazione del Comune di Stresa affinché la svolgano con un più attento e doveroso rispetto delle prerogative e dei diritti dei Consiglieri tutti.
L'occasione è gradita per rivolgere al Signor Prefetto i più doverosi ossequi.


Il Capo Gruppo consiliare di " Insieme"


Dott. G. B. Vecchi

martedì 22 aprile 2014

L'EQUILIBRISTA


La sequenza di affermazioni pubbliche era stata senza ma e senza se: " La funivia è della Regione, non ci sono più dubbi, tutto è stato chiarito, quindi a quell'Ente spetta provvedere al rinnovo tecnico dell'impianto e non al Comune che non ha alcuna responsabilità a riguardo". Nulla di più esplicito era stato affermato anche nella riunione pubblica che si tenne, un po' meno di un anno fa, e pari affermazione venne sostenuta anche dal presente fu Presidente della Provincia , o meglio dal Presidente della fu Provincia, non so più come dire.  La certezza pubblica di Canio non venne mai scalfita da nulla, la sua sicurezza era encomiabile e imbattibile e intanto il tempo passava. Sì il tempo passava occupato da un via vai di accordi di programma e convenzioni che facevano la spola tra Stresa e Torino senza che, però, mai si chiudesse il cerchio. Una delle prime stesure dell'accordo, in punto proprietà dell'impianto, era riuscita dove solo la diplomazia può riuscire, cioè a redigere un testo senza mai menzionare la questione proprietaria. Un miracolo di equilibrio diplomatico che consentiva, ancora, a Canio di sostenere la sua indomita certezza. Nel frattempo però, il territorio, cosa di cui non si conosce bene cosa sia, tranne di essere un termine non abusato, ma stra abusato, non cacciava neppure un euro di quelli che la Regione avrebbe voluto ci mettesse, tranne il povero nostro Comune  che, diamogli atto, faceva comunque la sua parte. Ora, e questa è la notizia, sembra che la spola Stresa/Torino- Torino/Stresa stia per terminare e, in effetti, sul tavolo del Consiglio e nelle mani dei Consiglieri ci sta una bozza, datata 5 marzo, che dovrebbe essere il testo definitivo dell'accordo. Sta volta, però,  la diplomazia non ha dovuto compiere miracoli, ma ha detto pane al pane e vino al vino e, all'articolo pure 5 di questa bozza ci sta scritto quello che vi trascriviamo." Le parti si impegnano reciprocamente a perfezionare il trasferimento della titolarità dell'impianto funiviario oggetto del presente accordo ponendo in essere tutte le attività e gli atti ricognitivi necessari alla trascrizione nei pubblici registri immobiliari della titolarità dei beni mobili ed immobili in capo al Comune di Stresa." Non ci sembra di aver tralasciato nulla, ma  il contenuto dell'accordo non lascia più dubbi. L'impianto deve tenerselo il Comune di Stresa che collaborerà con la Regione per perfezionare il trasferimento. Di che cosa si sia parlato nei mesi e negli anni scorsi, quindi, non è dato a sapere, tranne che Canio, per usare una sorte di eufemismo, ancora una volta si è mostrato incredibile; diciamola così. Insomma par sia dotato di una propensione a credere e far credere cose sempre un po' diverse dal vero che ha, veramente, dell'incredibile. Poi, alla fine, però tutto si chiarisce e l'accordo non sarà il massimo, ma ci sta.    

 

 

venerdì 18 aprile 2014

LA CADUTA DEGLI DEI


Così sono caduti; dunque i telamoni sono stati tagliati, sollevati e poi tutti impacchettati. Saranno stati ormai anche stanchi con tutto il peso sulle spalle sopportato per un po' di troppo tempo. Ora ci sarà il cambio con quelli originali, quelli cioè che stavano nei progetti presentati, ma poco rispettati. Finisce così, solo per ora, sta storia del progetto dissennato, dove trovar solo una cosa che sia conforme a norma è un'avventura.  Finisce, solo per ora, con l'ordine eseguito che emise la Papotti, mentre a noi rimane il disonore di aver, per primi, puntato l'indice d'accusa contro l'opera eretta nell'anno in cui è stato celebrato il centenario e un mezzo. Anche sta volta non ha mancato Canio di dire un po' la sua, perdendo l'occasione di starsene buono e in silenzio. Dunque è dispiaciuto assai dell'accaduto,;non certo si duole dell'abuso, ma del contrasto a quell'abuso. La scusa sta poi tutta nel suo un po' strano gusto, per cui a lui piace, e questo giustifica un po' tutto. Così ora sappiamo che abbiamo il nostro Capo in lista per ottener la laurea honoris causa in scienze di arte e di paesaggio. Comunque son caduti e questo non era poi così scontato, anzi, pochi tra il popolo elettorale sarebbero stati pronti alla scommessa sull'ingloriosa fine degli omoni. Ora che, Invece, stanno impacchettati rinascerà il partito dei favorevoli  e quelli dei contrari al loro taglio e questo ora sappiamo da chi sta cappeggiato. Noi, però, non festeggiamo perché attendiamo, ancora, che l'opera demolitoria sia completata, ossia che tutto quanto l'arco che celebra il trionfo sia raso al suolo. Dispiacerà certo al nostro Canio, a cui va matto;  dispiacerà per certo  anche al noto cronista della Stampa che vi ha contato il record degli scatti ; dispiacerà, certo, ai suoi autori, agli scenografi, ai costumisti, ai macchinisti, ai registri, agli attori, alle comparse e a tutto quanto il cast,  ma come ogni scenografia prima la si disegna, poi la si monta, poi, ciak si gira e poi, finito tutto, pure la si smonta.

giovedì 17 aprile 2014

QUERELOMANIA



Primo tempo: zero a uno. Questo é il risultato, per ora, conseguito con la querela che Canio lanciò, non una ma due volte, contro l'autore dei post di questo blog. Diffamazione a mezzo stampa era l'accusa che il Capo del governo mosse contro il noto autore che aveva osato mettere sul blog, in integrale, il testo prodotto da Minoranze nel Consiglio con le osservazioni alla " Zanetta" e che, pure, ci aveva fatto su qualche commento.. L'inchiesta prese avvio senza ritardo e il Pubblico Ministero della Procura parve aver un poco anche di fretta tanto da notificarci la richiesta di rinviarci, subito, in giudizio. Usammo allora la facoltà di chiedere di essere ascoltati e di produrre i nostri documenti. Così potemmo fare e un pomeriggio dell'inverno lo passammo a dettare il testo e consegnar carte per nostra sacrosanta anche difesa. Lette che ebbe le cose che dicemmo e le carte che portammo, la P.M., un poco, ci ha pure ripensato, anzi il suo giudizio ha pure, addirittura, ribaltato. Non più chiede il rinvio a giudizio, ma dice che Piervalle manco ha da esser giudicato e con questa richiesta avrebbe pure terminato. Insorge però Canio, l'ostinato. Il grande accusatore, esperto in querele per lesa sua maestà, non vuole la clemenza, ma cerca la vendetta e vuole portare Piervalle sul banco da imputato, magari incatenato . Quindi finito zero per Canio e uno per Piervalle il primo round, se ne prospetta un altro davanti al GIP intorno a un mese dei prossimi a venire e che sarà, circa, d'ottobre. In quella sede quindi non è che saremo giudicati, ma un giudice, terzo tra le parti, valuterà se la ragione sta dalla parte della pubblica accusa, la P.M., che vuol che sia Piervalle libero e innocente o da quella in cui sta Canio che insegue la sua vendetta personale, volendo che l'indagato sia giudicato e condannato. Se questo giudice terzo tra le parti darà ragione alla PM. il tutto verrà archiviato e finirà per sempre lì; se invece darà ragione a Canio manderà Piervalle avanti un altro giudice in giudizio e lì ce la vedremo e tutto giocheremo. Dunque e comunque, almeno questo primo round è aggiudicato e Canio è castigato. Difficile e dura è oggi l'avventura di chi vuol professar l'attività legale in terra Italiana di provincia. La concorrenza è tanta, la crisi alza le spese e abbassa le tariffe, la clientela è diventata diffidente e, prima di pagar la solita parcella, vuole vedere il risultato. Dunque, per ora niente risultato e Canio, poverino, non incassa neppure l'ombra di un quattrino. Gli toccherà, dunque, sgobbar ancor non poco e poi …., e poi vedremo. 




mercoledì 16 aprile 2014

RICERCHE D'ARCHIVIO





Oggi illustriamo ancora un poco il tema che ieri abbiamo già trattato. Ve lo facciamo con le immagine di alcuni, 2, di quei progetti, molti, che furono prodotti in qual concorso e che poi Canio mise, in fretta e sempre con un po' della sua furia, nell'archivio.












martedì 15 aprile 2014

PERDERE IL TRENO


Ci stanno dunque le cose promesse e mica fatte, quelle non dette, ma poi fatte e ci stanno le cose già fatte e poi disfatte. La foto che postiamo, accanto al testo che oggi vi facciamo, vi mostra, infatti, la storia che qui vi raccontiamo. Ordunque è noto, e c'è da vergognarsi, lo stato indecoroso in cui nell'ultimo ventennio già giace e si ritrova il fronte lago disteso dalla chiesa sino a tutta la cortina accanto al porto che ancor c'è. Passati i fasti d'altri tempi, abbassate per sempre le serrande dei locali, alzate per un po' quello di banche, rimaste arrugginite le tante pensile abbandonate, il resto sono toppe male rappezzate sempre in attesa che un giorno il Palazzo se ne avveda. Ordunque, un'altra volta, è bene ricordare che, salito Canio al soglio di Palazzo, compì il suo primo atto, con tanto di voto consiliare, con cui decretò che quello stato sarebbe rimasto così sino alla fine. Ereditò infatti il risultato di una gara di progetto già espletata che ebbe, peraltro, un buon successo. In quella gara infatti, diversi si misero d'ingegno a ridisegnar quel tratto della famosa passeggiata d'altri tempi. Ne uscirono diverse soluzioni; qualcuna assai carina, qualcuna, magari, anche bruttina, qualcuna pure anche dipinta, comunque una gamma di scelta assai discreta. Noi ne postiamo una perché quella ci piace, ma vi avvertiamo che non arrivò per prima in graduatoria. Ne venne comunque decretata pur quella finale dove, semmai, pescare per dare il via a quella che sarebbe potuta diventare la rinascita del fronte lungo il porto, con tanto di ripresa di locali ed esercizi non solo bancari e commerciali. Se la memoria però non ci tradisce, occorre ricordare che, nel tempo appena precedente, vi era stata una polemica infinita sui gazebo presenti su quel fronte e, come ahinoi succede, ne venne pure poi influenzata la campagna elettorale che, da lì a poco, avrebbe aperto i suoi battenti e portato Canio, il vincitore, a varcare la soglia del Palazzo. Poco passò più oltre e se non proprio nel primo, già nel secondo Consiglio di Palazzo, Canio portò la decisione al voto di revocar la gara e il risultato. Quanto si vede oggi è quindi non il caso, ma il risultato voluto, perseguito, pensiamo anche promesso, comunque conseguito dal giovane Sovrano appena fu insediato. Allor non c'era ancora il patto, non c'erano quei vincoli della finanza allegra che appena fu varcata, per finta, la soglia dei 5000 fasulli residenti ci beccammo. Così perdemmo il treno che, ancora, lo attendiamo sotto quelle tristi pensile arrugginite.

lunedì 14 aprile 2014

PENSIERO DEBOLE


Ordunque la Stampa, l'altro ieri, ci ha informati di come Canio la pensi sull' imposta, o meglio ci ha chiarito qual'è il pensiero che sta aI fondo della decisione di mettere sta imposta che non c'è. La sintesi di sto pensiero acuto e preveggente è che da un lato non è giusto che a mantenere le terre d'oltremare siano chiamati solo gli elettori residenti. Inoltre, poiché le terre d'oltremare fanno la fortuna anche dei paesi qui vicini, bisognerebbe chiamare pure quelli a spenderci dei soldi per sostener la Perla poverina. Ordunque Canio da un avviso; non bastano sette milioni, circa, di euro nel bilancio dell'altr'anno, ma occorrono altri soldi, per vincere le elezioni, in quello di quest'anno; quindi se non ci metteva quest' imposta occorreva metter la irpef sovrimposta. Inutile è poi il dire che manco un numero Canio ha mai detto per giustificar questa sua tesi. Comunque la verità sin qui è assai cosa diversa, perché la quota relativa maggiore di entrata nel bilancio dell'altr'anno consiste nell'IMU sulla casa che, come noto, era esente prima casa e quindi non sono stati i residenti permanenti a sostenere le spese di Palazzo, ma bensì giusto quegli altri. E' vero che ci sono pure i produttori che pagano sta imposta sulla casa, ma pure loro non sempre sono residenti e poi, in tal caso, l'imposta vien pagata su un bene che serve a produrre un reddito reale, non solo catastale. Nasconde poi, del tutto, sempre il nostro Canio che l'altra cara imposta, quella sul soggiorno, gli getta nel bilancio 600 mila circa tutti in euro per ogni anno e che la sosta della auto, cacciata, per lo più, proprio da quelli che decidono l'imbarco per il golfo, gli getta ben altri circa netti 250 mila, sempre in euro. Quindi vuole altri soldi? Per una delle tre non ha da spender manco un euro non avendo neppure un metro quadro di terra comunale; l'altra, se li misuriamo, si e no, son poche di migliaia, mentre la terza, assai negletta, ne avrà qualche migliaia. Per queste poche terre che, rispetto al tutto sono niente, ora che arriva al fondo dei mandati si accorge che ha fatto poco o quasi niente e viene a lamentarsi che non ha soldi. Dimostra quindi, anche nei fatti, che non ha capito proprio la lezione per cui i soldi si trovano non certo mettendo solo imposte e sovraimposte, ma facendo un po' di duri tagli. Quanto poi all'altro lamento sollevato, cioè anche al fatto che gli altri vicini ne godono e non pagano, se proprio vuole ci sta la soluzione, anzi più d'una. L'una: si cambiano i confini sull'acqua dei Comuni così che la Perla se ne tiene una soltanto; l'altra: dei tre Comuni se ne fa uno soltanto. Dubitiamo....

venerdì 11 aprile 2014

ZIG ZAG


Così procede verso il suo traguardo la strana squadra da Canio cappeggiata  coi gregari. Ancora qualche tappa e poi c'è l'arco di trionfo; la maglia giallo/rosa è assicurata. Durante sto percorso ne ha fatta anche di strada, tagliando traguardi a non finire, sbagliando anche la via, ma poi tornando in carreggiata in vista della tappa. Ne ricordiamo alcune che son le più riuscite, quando strappava applausi da quella folla tutta assiepata in dirittura del suo arrivo. Ordunque rammentiamo che partì di gran volata per disegnar la nuova Perla e il suo futuro. Ci cadde già una volta con la variante generale, passò allora a quella più speciale, ma poi pensò che fosse meglio farne soltanto una che fosse assai particolare. Ne nacque " La Zanetta" che tutti sanno essere al vaglio. Or dunque se al momento non è che sia possibil decretare, ancora, il totale fallimento, quand'anche stesse in piedi, e non sta in piedi, sarebbe quasi un nulla rispetto alle " speranze" sempre, inutilmente, tanto illuse. Il resto del disastro è pure cosa nota di cui, per noia, è meglio non parlarne, ma c'è una cosa nuova che, seppur assai men nota, la dice lunga su come a lungo stanno in piedi le decisioni di Canio e del governo che presiede con piglio fermo e autorità decisa. Si tratta di una piazza, più volte già inserita in quei programmi che ogni anno per tre anni ci passano in Consiglio da approvare. Ebbene, da un anno poi per l'altro, da più anni rinviato, ma più volte hanno approvato di fare di sta piazza in centro Stresa, due piani di sotto un silos per le  auto. Non è che a noi piaceva, e lo dicemmo sempre, a più riprese, che non fosse la decisione più opportuna e saggia che manco c'era la strada ad arrivarci. Comunque sempre avanti secondo l'ordine impresso dal gran Capo o, forse, in questo caso dal Vice del suo Capo. Ora si legge, e son poche settimane, che hanno approvato in Giunta anche il progetto. Son 400 mila euro, tutto compreso, non certo per fare due piani di silos per auto, ma per rifar la piazza poco diversa da come già sta adesso e meglio organizzar il giorno di venerdì il mercato. Or dunque, senza dir più niente a quel Consiglio cui avevan fatto approvare ben altra cosa, ora han cambiato tutta  l'idea. Ben venga dunque, ma questo è un segno di come proceder sbandando sia un po' la regola della  nota squadra: sin tanto che le decision son di cambiare lampade e piloni, di questo son tutti capaci, ma quando si sposta, anche di poco,  l'obiettivo, il gruppo sbanda ed il gran capo affanna.

giovedì 10 aprile 2014

PROVE D'ORCHESTRA

L'incidente avviene in aula; la proposta era l'imposta; l'illustrazione era finita, il contro esame pure era finito; Piervalle fa un sol cenno al contenzioso che sta imposta può far nascere ed al suo esito che, nel caso, sarebbe già scontato; cioè perso, come d'altronde anche le altre…. Qui scoppia il caso; Canio è una molla, scatta, si alza, zitta l'aula, accusa. Lesa maestà anche sta volta, par di capire mentre s' infervora e parte in quarta. Punta il suo dito Canio contro quel seggio posto otto gradi alla sinistra,e in fondo al tavolo a ferro di cavallo e non lo molla più per un gran pezzo, e ci risiamo. Lesa maestà dunque e un'altra volta ancora perché, con l'affermar che perde solo cause, il Consigliere incauto avrebbe messo in forse le capacità professionali e personali del gran capo. Mi riferivo Vostro Onore, è naturale, all'ultimo andamento dei contenziosi già in corso col Palazzo, mica ad altro; questa è la difesa che si alza, timorosa, dall'ultimo seggio della fila alla sinistra. Ma Canio lo zittisce e lo ammonisce; ora lei non parla, c'è in corso un fatto personale per cui ora io parlo e lei sta zitto. Intanto non è che Canio è proprio calmo; è così superagitato da mettere a rischio, tanto è maltrattato, di essere disfatto il nodo che lega il suo collo alla cravatta; ordina intanto che ogni parola detta dal nemico sia scritta sul verbale di seduta; poi prende, ma quasi lo fa a pezzi, il testo che regola il Consiglio e lo consulta con tanta foga e tanta fretta che, alla fine, nulla trova e, con veemenza, lo richiude. Intanto è in piedi, non proprio sulla sedia, ma scommettiamo che stava sulle punte, e da lì, dominando, dal suo posto un po' più alto, il tavolo a ferro di cavallo, va avanti a lanciare le invettive per ristabilir l'ordine e il rispetto che quel Consigliere incauto e inesperto osa, da sempre, ledere e sfidare. Stai calmo, stai calmo, siediti e stai calmo, fai solo un gran casino per un niente, così quel Consigliere incauto cercava di ammansirlo e ricondurlo un poco alla ragione. Madonna Santa, sembrava invece di soffiar ancor sul fuoco, tanto che Canio, ormai senza confini, chiamava all'armi pur l'agente che era in turno, ma che si era un poco addormentato, perché prendesse nota del fingardo che osava così tanto sfidare sua maestà. Dai banchi c'era attesa, anche timore di come poi andasse la faccenda; che forse finisse anche nel sangue ? e tanto era il trambusto da Canio combinato che un paio di soggetti, i più fidati, pur di opposte fazioni appartenenti, ne venero coinvolti e gli fecero quadrato alzando gli scudi a sua difesa. Al fine della storia, la chimica soccorse abbassando nei soggetti la soglia del pericolo e così, un poco, le cose si calmarono, con Canio che, una volta soddisfatto e scaricato, tornava al suo posto che aveva abbandonato, ricomponendo un po' le righe che, intanto si erano disfatte e, come se nulla fosse capitato, riprendeva a dirigere l'orchestra malandata.       

mercoledì 9 aprile 2014

SEGRETO DI STATO



Nel racconto della cronaca del Consiglio di Palazzo c'è quell'ultimo interpello che è rimasto anche inevaso. Questa volta non è il tempo che è mancato, c'era tempo in abbondanza, ma il problema è invece Canio che ha negato la risposta. Qual segreto si celava tanto occulto da impedirne trasparenza e conoscenza ? Questo è il tema che sto post deve trattare per capire un po' anche  meglio cosa c'è dietro il mistero. Dunque, la domanda era di carta; si voleva ben sapere cosa mai fosse arrivato, da Regione nel Palazzo, che trattava di quel vincolo famoso che fu oggetto di contesa nella guerra alla " Zanetta". Un quesito interessante; dopo tanto anche parlare, finalmente c'era modo di vedere come mai sono le cose, ma non solo, di saperne anche di più su  qual fosse la risposta che il  Palazzo, di ritorno, ha spedito alla Regione.   
Domandati in altro modo, già l'accesso a quelle carte ai Consiglieri era negato. "Lex specialis" lo impedisce stava scritto sulla carta; di risposta. Poco importa che di specialis ce n'è anche un'altra che imporrebbe un'altra cosa.  Bene, allora noi pensiamo; lo chiediamo al nostro Canio, lo chiediamo in interpello col dovere di risposta assicurata. Niente affatto, nel Consiglio Lui sta zitto e non risponde. Polemizza, per un po', ma comunque dice nulla e scoccate le 21 manda a casa e chiude l'aula. Il mistero dunque sta fitto e alquanto intenso. Questo Canio e il suo entourage se ne stanno zitti, zitti; quatti, quatti e, sbattendosene un po' anche troppo di fornire informazioni e spiegazioni agli eletti loro avversi, incuranti di doveri da una parte, e diritti dall'altra parte, alimentano ogni dubbio e anche sospetto sul perché negan l'accesso. Poco male, per fortuna lo sappiamo il motivo del segreto; il motivo vero e solo sta nel fatto che le carte a noi negate metton Canio, e poi non solo, in imbarazzo. Queste carte, non smentite, riproducono quel vincolo che fu messo nel lontano 24 e confermano i confini ormai stranoti, conseguenza di ricerche e d' indagini d'archivio. Dunque cadon le ipotesi che il Palazzo e la Papotti  hann messo in campo sostenendo, fosse un chiodo, la teoria che con un vincolo se ne scaccia un altro e le carte, imbarazzanti, stanno lì come immutate, ammonendo "La Zanetta " che il giudizio si avvicina e il responso è ad alto rischio.                     

martedì 8 aprile 2014

CONSIGLIO FORZA 7. FINE












Finita, come sappiamo, la mozione si passa agli interpelli. Non son tanti, sono cinque, ma il gruppo in maggioranza già si squaglia e un po' va a casa. Parte il primo, è intorno al Lido e la piscina. Il tempo passa, la stagione ormai é iniziata, ma dei previsti investimenti non c'è l'ombra. Non c'è l'ombra dei progetti già previsti, né del mutuo dal Comune a garantirsi, chiusi il bar e il ristorante, anzi disfatti. Disastroso poi il bilancio comunale il primo anno, che degli euro in entrata già previsti in ventisei mila, ne ha poi visti solo sei, ma ne spende 52 in" adeguamenti". Tocca a Canio la risposta che conferma che progetti già approvati non ci sono. Ci son state delle bozze per rialzare l'edificio, rispediti al mittente dai soggetti deputati alla tutela del paesaggio, a tal punto da temere, dice Canio, possa farsi. Se sto nodo non si sblocca è difficile capire come andrà, ma comunque l'esercizio del ristoro dovrebbe, presto, aprirsi. Quanto al resto è tutto vero, ma la colpa la vedremo, dice Canio, quando torna nel suo ufficio il Funzionario. Si ritorna su argomento già trattato e non concluso l'altra volta, quello appunto sulle piante nei parcheggi non piantate. C'è la norma richiamata che prescrive, ma il Comune non osserva e se ne frega. Quando torna nel suo ufficio il Funzionario la vedremo dice Canio che si smarca ormai da tutto e lo scarica su altri. C'è Bottini che è già pronto per il punto successivo; l'interpello sui progetti già annunciati e andati in nulla della sala Gaming Hall. Tutto vero, è andata in nulla e ci spiega anche il perché. Poi ci annuncia che va Roma in settimana e in sua veste di Presidente dell'ANIT già presenta in Cassazione la proposta referendaria per levare quella legge che impedisce l'apertura ai Casinò, poi da lì va dalla Boldrini e presenta la proposta per una legge che consenti l'apertura di Gaming Hall e che chiuda un po' le altre. Buon viaggio e buona fortuna dunque. Ancora il porto; e Piervalle striglia Canio che si tiene nel cassetto l'interpello precedente con la scusa di qualcuno che non c'é. Se in ufficio ancor non c'è , questo a noi non interessa caro Canio, la domanda è fatta a te, noi non si aspetta, noi vogliamo le risposte in fretta e bene. E per ora intorno al porto nuovi ostacoli imprevisti, nuovi obblighi non fatti . Imprevisti prevedibili sono oggetto d'interpello questa volta. C'è sto piano di ricerca DDT nei fondali che doveva essere fatto e non è stato. Tutto giace al Ministero dice Canio, sino a quando non si sa, ma la colpa non è sua, e ritorna, ormai, col mantra: "quando torna poi al lavoro il Funzionario ce la vediamo". Evviva. E' il finale, ma non manca la sorpresa, s'interpella sulle carte che Regione ha fatto avere per mostrare che quel vincolo dell'anno ormai lontano 24 ancora c'é. l'interpello vuol sapere cosa Canio ha replicato con la nota che, pur richiesta, non è stata a noi mostrata. Non smentisce neanche Canio l'operato del suo ufficio e ci nega la risposta; la vedremo. Le 21 sono giunte, ormai si chiude. Alla prossima.

lunedì 7 aprile 2014

CONSIGLIO FORZA 7 SECONDA PARTE











Terminata la tempesta c'è un poco di bonaccia. Ci portano ad approvare un testo che fa 22 solo di pagine e 37 articoli. Il testo è su materia molto tecnica e intricata; si tratta di disciplinar con norme il calcolo e i criteri degli oneri dovuti in edilizia e, come sempre, arriva a freddo, o quasi, in Assemblea. Piervalle si lamenta, dicendo che, di nuovo, Canio non fa quanto da sempre, a più riprese, è stato chiesto, cioè radunar i Capi Gruppi in anteprima per fare l'esame tecnico dei testi complicati. Canio fa il duro e dice che a lui non frega niente di far quel che gli si chiede. Allor Piervalle dice: sentiamo un po' chi dei Consiglieri qui presenti l' ha letto questo testo? Offesa all'Assemblea insorge allora Canio; non si mette in forse la serietà dei nominati. Va bene, Vostro Onore, ma se mi permette, avrei una domanda di riserva; allor vorrei sapere quanti di quelli che l'han letto, poi l'hanno capito. Silenzio in aula, così si chiude l'argomento; per la discussion di merito neppur si sa con chi si potrebbe interloquire e, allora, senza più parole lo votano e lo liquidano in silenzio. C'è poi un altro di argomento; è quello intorno ad una modifica del regolamento che disciplina la commissione biblioteca. Non è che è tanto, infatti non è cambia molto; è quasi niente. Si prende l'occasion per sviluppare un poco il tema. Chiede Casaroli che cosa è che mai si possa fare per allargar il campo d'attività di biblioteca. Ci sono ancora spazi inesplorati dove si potrebbe indirizzar o potenziare l'azione e qui l'invito che Canio poi gli fa è quello di coinvolgere la rappresentanza nominata in Commissione. Così si coglie questo invito e si vedrà. Si passa alle nomine negli enti degli asili. Si scrivono i nomi su tanti bigliettini e la questione finisce tutta lì. C'è la mozione che i gruppi "Insieme" ed anche "lega" hanno firmato sul tema funivia. A braccio lo espone subito Piervalle, cercando di esser persuasivo ed esaustivo. Si vuol allargar dunque un po' il campo d'azione del bando che sta comunque sempre in corso di stesura. Insomma, ferma restando la condizione prima irrinunciabile che è il rinnovo tecnico impiantistico, si chiede di negoziar con la Regione o chi per essa, l'inserimento di possibilità d'offerte anche opzionali e superiori che già guardino oltre il contingente e possano trovare la soluzione, già sin d'ora,del futuro. Canio si mostra un poco imbarazzato, perché la proposta a lui pur piace, però meno gli piace se a dirla é qualcun altro. Dunque tentenna, cerca un appiglio tecnico per non poterla accogliere, ma il relator di minoranza insiste e va preciso al nodo del problema. Canio rigira dapprima un po' il problema, lo sposta ancor insomma sulla proprietà di quest'impianto, ma poi che vede che è meglio lasciar perdere, ecco che si piega. Respingeranno in blocco la mozione, ma ne coglieranno il suo suggerimento. Nessuna decisione fu mai più misteriosa quanto questa. 


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