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domenica 25 dicembre 2011

S o s t a
Oggi questo blog, arrivato ai due mesi e un anno di sua vita, si ferma un po’ di giorni, la causa è un viaggio verso l’India da dove si tornerà intorno al 10 di gennaio. Nel frattempo vi lasciamo, se vorrete, la lettura del discorsetto fatto in Consiglio in occasione  della variante, quella alberghiera. Poi, così si spera, intorno all’undici o al dodici dell’anno che verrà, riprenderemo la nostra attività. Dentro il Palazzo comunque in questo tempo non dovrebbe succeder proprio niente: niente golpe, niente gialli, niente, proprio niente, anche Canio può prendersi una pausa.

Intervento del Consigliere Vallenzasca Piero in sede di Consiglio del 16/11/2011 in relazione alla proposta di deliberazione per la approvazione del documento programmatico di pianificazione riferito a variante strutturale alberghiera.

Siamo chiamati a manifestare un voto dopo un percorso di costruzione di un progetto di variante urbanistica che ha, sostanzialmente, ignorato l’esistenza, non solo di questo Consiglio, ma anche dei soggetti portatori di interessi diffusi, mai chiamati a dare un loro contributo partecipativo alla sua formazione, men che meno è stata data una informazione, corretta  e completa di quanto l’amministrazione stava realizzando, ma si è, al più, cercato di anestetizzare l’opinione pubblica con una sorte di spot pubblicitari rassicuranti lanciati sui canali dei media dal nostro Premier e operando con una diffusa attività disinformativa, questo si; tutto qui. Aggiungiamo che, nel disegno originario, sarebbe stato il mese di agosto scorso quello, entro il quale, avrebbe dovuto compiersi il rito che va in onda questa sera. Parlare di un golpe estivo, da parte nostra, non era quindi  fuori luogo perché l’intento era quello di fare le cose in fretta ed in silenzio durante il momento più clou della vita economica della cittadina. Almeno questo ultimo disegno non è andato in porto e il governo arriva dopo 75 giorni di ritardo rispetto a quando, inizialmente, previsto, per ricevere il voto formale dell’assemblea. Questo tempo vuoto è stato colmato dall’attività informativa svolta dall’opposizione consiliare che, suo malgrado, ha esercitato un ruolo di supplenza di fronte alla voluta e colpevole assenza del governo. Quello di questa sera è comunque solo il primo atto formale di una serie che, in numero di almeno 4, si svilupperà durante buona parte o forse tutto il tempo residuo dell’attuale mandato amministrativo. Chi si prefigurava o ancora oggi si prefigura un percorso veloce e privo di ostacoli  se lo scordi. Oltre un anno fa, l’Assessore delegato alla materia aveva ipotizzato il mese di gennaio 2011 quale tempo massimo entro il quale si sarebbe compiuto l’odierno rito,  siamo invece  al 16 novembre, a dimostrazione della scarsa capacità previsionale e di lavoro che il governo dimostra. Se poi si pone mente che l’avvio del percorso di questa variante data sin dal lontano inizio 2009, lasciamo a voi le conclusioni circa la previsione del suo compimento. Aggiungo che il percorso sin qui svolto si è compiuto senza che l’opposizione abbia mai svolto, ne lo poteva fare in termini procedurali e formali, atti concreti di contrasto, mentre da oggi in poi le cose cambiano registro. Per chi ancora non lo sapesse o ne fosse male informato, invitiamo a porre  mente locale all’azione di contrasto, ancorchè minimale, svolta da questa opposizione nei confronti della variante “Pai”. Soltanto il grande imbarazzo entro il quale il nostro Premier e il Suo delegato, per materia,  si  sono cacciati, ha fatto si che, ancora oggi, questo Consiglio non sia stato formalmente investito dalla necessità di riporre mano a quella variante  per effetto delle osservazioni, quasi qui dentro irrise, esposte dall’opposizione. Abbiamo voluto dimostrarvi ed avvertivi che siamo in condizione  di porre una seria ipoteca sulla possibilità per il vostro governo di pervenire ad approvare atti urbanistici a contenuto non conforme a quanto l’ordinamento stesso prescrive. Tenetene conto quindi da oggi in poi, anche e a dispetto di quella arrogante dichiarazione circa l’autonomia e l’ autosufficienza della maggioranza espressa, con tanta puntualità, ad inizio di mandato, dal Capo del vostro Gruppo Consiliare.
La serata comunque non si presta, ne può prestarsi, sia per l’ora di convocazione, sia per l’oggetto della convocazione, ad un esame approfondito, di merito e di merito tecnico del documento che viene proposto al voto. D’altra parte, ancorchè conducessimo un approfondito esame in questa sede,  non pensiamo di poter ribaltare lo scontato esito del voto.  Il rito della democrazia formale, tanto caro al nostro Premier, non lo consente. Domani, invece, sarà il giorno dal quale inizierà il vero lavoro di contrasto, attraverso la stesura del documento che conterrà le osservazioni alla deliberazione programmatica odierna. Qui assumiamo un impegno nei confronti di tutti i Colleghi Consiglieri,  garantendo loro che svolgeremo un lavoro attento, minuzioso e capillare, rivoltando come un calzino questa delibera programmatica per svelarne le ragioni di inopportunità, scriterietà ed  illegittimità. Nulla, ma proprio nulla verrà tralasciato al suo vaglio e al termine dell’intero periodo che la procedura ci concede, consegneremo un documento capace, ci auguriamo, di porre un primo concreto argine al cammino di approvazione di questa variante. Verrà creato un vero e proprio ingorgo, atto a fortemente ritardarne il processo approvativo e in grado di obbligare il governo a rivedere, obtorto collo, molte delle  compiute o meglio tentate scelte, contenute nella nuova, bizzarra, pianificazione urbana che, questa sera, prende avvio. Nell’occasione della variante “Pai” si sono fatte alcune prove generali; ora siamo in grado di passare dalla sperimentazione alla produzione in serie di mezzi di contrasto, disponendo di armi capaci ed efficaci, sino all’arma segreta di cui, questa sera,  ne annunciamo il possesso, ma di cui, per ora,  non ne sveliamo la formula. Il Governo Di Milia è avvertito.
La impossibilità odierna di svolgere un esame puntuale, non ci sottrae tuttavia dalla necessità di formulare alcune valutazioni generali sui contenuti e sulla portata di questa variante e anche sul ruolo dei soggetti che l’hanno voluta e/o sin qui condotta.
Questa variante, a dispetto di quanto viene, artatamente, sostenuto dal nostro Premier,   ove venisse approvata e poi, sventuratamente, attuata, consentirebbe un processo di mutazione, quasi genetica, del territorio tramandato. Questo territorio e proprio nelle sue parti più pregiate, è un  territorio che è il frutto di una intervenuta modificazione artificiale, ormai storicamente sedimentata, e che, per effetto della qualità di quegli  interventi succedutisi dall’ottocento, ma anche prima, e poi sino ai primi del novecento, ha fatto si che si aggiungesse valore alla qualità ambientale e paesaggistica, non che la si sottraesse, tanto da diventare oggetto esso stesso del proprio marketing territoriale. Tale valore è riconosciuto anche  livello più diffuso e viene qualificato in termini di sistema dei parchi e delle ville storiche, più proprio della costa Piemontese del lago e tanto è il suo valore che, insieme al quadro paesaggistico/ambientale d’insieme dell’area del golfo, entro cui si colloca, è  oggetto di candidatura per l’inserimento nell’elenco dei siti tutelati dall’UNESCO. La variante in esame interferisce, pesantemente, su questo quadro paesaggistico/architettonico/ambientale consolidato e che, molto velocemente, abbiamo delineato.
Assumendo come variabile indipendente lo stato di colpevole e procurato abbandono di alcuni significativi siti del sistema sopra descritto, collocati lungo la costa di questo Comune, la variante, mistificando i suoi reali intenti, modifica, pesantemente, le possibilità legali ed effettive di trasformazione delle aree da essi occupate. Per lo più, le nuove possibilità edificatorie che la variante  prefigura di poter assegnare, dietro il velo del recupero architettonico, svelano l’inserimento di  pesanti e massicce realizzazioni edilizie che, per le loro dimensioni, sia in termini di “sul”, che di “non sul” e quindi di conseguenti volumi geometrici effettivi,  comporteranno, non certo, il recupero, in una nuova condividibile funzione ricettivo turistica di alta classe, di quel sistema dei parchi e della ville storiche, ma il loro definitivo smembramento con accostamenti di stili, di scale edilizie e di soluzioni progettuali assolutamente inopportuni e di cui già ve ne sono tracce nei più recenti interventi; locali e a noi vicini.  Passi  poi che questa operazione di cui, negli anni scorsi, soltanto culture talebaniche hanno dato prova di esserne capaci, sia il frutto di scriteriate volontà amministrative  di cui il governo Di Milia ne è un eccellente esempio,  ma stupisce che venga sostenuta anche da professionalità urbanistiche cui l’amministrazione ha fatto necessario ricorso, sino al punto da contribuire, crediamo, alla redazione delle “controdeduzioni” alle preventive osservazioni formulate da questo Gruppo, con argomentazioni che vanno: dall’errore, non scusabile,  di lettura della strumentazione normativa esistente, all’erronea, se non addirittura, mistificatoria presentazione di dati quantitativi, sottaciuti nella loro esatta e  massima dimensione reale.
 Se tuttavia l’incidenza della variante sui caratteri identitari, universalmente riconosciuti, è di tanto impatto, viene da porsi una domanda ancor più generale e complessa cui,  dubitiamo, questo Consiglio sarà capace di dare una risposta. Ci vogliamo riferire a più recenti tematiche, di stampo progressista, sul significato e sul valore dei beni comuni. Anche il paesaggio, che esso sia quello agrario o quello urbano, entra, a pieno titolo, nel novero dei beni comuni e come tali sottratti al libero sfruttamento economico e di mercato. Alla luce di tale considerazione noi ci chiediamo se sia dato  ad una maggioranza, formalmente legittima, ma transitoria per definizione, avvalersi della forza dei suoi numeri per modificare norme che consentono di mutare, non per un giorno o per un anno o per la durata del suo mandato, ma per decenni e anche per secoli, l’aspetto di un territorio, storicamente tramandato e riconosciuto come valore condiviso ? Per noi la risposta è che non è lecito proprio perché investe decisioni improntate dal carattere della irreversibilità dei loro effetti,  impedendo comunque ad altri la possibilità, nel futuro, di disporre diversamente ed è evidente che tale impossibilità rimarrebbe anche se la scelta fosse unanime e condivisa poichè il carattere identitario  di un  territorio, nel caso in cui il suo valore è riconosciuto anche oltre i suoi confini, non può essere lasciato alla libera disponibilità di un governo locale . Vi è un  debito nei confronti di una, chiamiamola, utenza del territorio che ci privilegia nelle sue scelte di soggiorno, di svago, di frequentazione, oserei dire di spesa. Senza di essa saremmo un borgo, quasi senza nome. Pensare che possiamo fare tutto quello che vogliamo, senza riguardo per alcuno, o meglio con solo un grande riguardo per qualcuno, sarà magari  formalmente democratico, ma sostanzialmente sarebbe un atto di supremazia e di arroganza, contrario insomma ad un diritto più universalmente, oggi, riconosciuto. Bisogna quindi  tornare, di fronte ad una scelta così forte e, insisto, irreversibile, a valori condivisi, ma  non solo a livello locale, anche a livello più generale e questi valori non si sposano, oggi, con sovvertimenti di identità territoriali storicamente insediate e culturalmente riconosciute, ma con quelli della loro conservazione.
Accanto e insieme al  progetto di smembramento paesaggistico e di cancellazione dell’identità territoriale, si accompagnano anche  le peggiori soluzioni normativo attuative oggi pensabili e impensabili, con evidenti forzature estreme, se non  addirittura superamento dello stesso diritto urbanistico vigente. Vale anche su questo aspetto la medesima osservazione sopra formulata a proposito delle professionalità urbanistiche impegnate in tale operazione di sovvertimento dell’ordinamento  così come definito, sia dalla legislazione nazionale che da quella regionale.  L’evidente incapacità del governo Di Milia e del Suo Assessore delegato a disegnare una nuova città pubblica idonea a dare risposta infrastrutturale forte al deficit attuale e futuro, traspare con marcata evidenza nel nuovo impianto disegnato dalla variante dove decine di migliaia di metri quadrati di superfici, già vincolate per finalità pubbliche, vengono cancellati e, in gran parte, restituiti  all’utilizzo economico privato, mentre viene meno una loro nuova ricollocazione in altri ambiti. Accanto a questo, con esiti che si prefigurano esplosivi, la variante, anche qui, con forzature estreme ed estranee  alla legislazione in atto, introduce il massiccio ricorso, addirittura lo incentiva e lo premia, alla monetizzazione delle superfici da reperire e destinare a standard pubblici. E’ evidente il grado di soggezione e di sottomissione alle esigenze manifestate dalla imprenditoria alberghiera per un utilizzo massivo, per soli insediamento ricettivi, delle residue aree libere. Il risultato concretamente ipotizzabile è la cancellazione della città pubblica dai disegni dell’amministrazione e la destinazione di tutte le aree libere urbane all’uso privato, con l’effetto di un aggravamento del deficit infrastrutturale anziché la sua soluzione. La ancora mancata indicazione della nuova collocazione per la scuola alberghiera è un evidente significativo segno di questa, imbarazzante, incapacità  di disegno della città pubblica.
Qui l’analisi non può permettersi di andare oltre per evidente ragione di economia di tempo massimo a disposizione, rimanendo invece solo lo spazio per parlare degli autori, gli uomini e le donne responsabili di questo disegno, mai prima  d’ora tentato. Innanzitutto un Sindaco, sorretto da un ambizioso progetto di affermazione personale, che, ad un tempo, simula ed occulta appartenenze politiche, sempre alla ricerca, sinora vana, di un proprio accreditamento quale amministratore capace e valido, e di   visibilità pubblica, tale da garantirgli di venir selezionato dalla politica come soggetto da vendere, con un certo successo, sul mercato elettorale. Di questo ambizioso disegno personale la città ne sta facendo tutte le spese. Poi c’è l’Assessore con la delega in materia. Ci viene difficile pensare ad una sua qualche ambizione di carriera nel campo della politica. Il Suo personale percorso politico amministrativo che ormai volge al termine, era iniziato, e ormai sono diversi decenni fa, dentro lo stesso Palazzo che ancor oggi frequenta. Rimane oscuro il motivo che l’abbia spinto ad accettare la delega in materia, avendo già sulle proprie spalle il peso di una gravissima, sottolineo gravissima, storica responsabilità etica legata a vicende di criminalità amministrativa successe durante il Suo secondo mandato di Sindaco. Forse la spiegazione è semplice e va ricercata, soltanto, nella propria immodificabile genetica politica: è nato demo e cristiano e morirà demo e cristiano. Porterà comunque con se anche questa, forse ancor più grave, responsabilità: quella di aver dettato e siglato  le regole per la cancellazione dei caratteri identitari territoriali di una città, la sua, ma potrà però aggiungere un altro capitolo alle sue future conferenze sulla storia del paesaggio locale.
Ci sono poi, uomini e donne, di una qualche identità politica che, a essere coerenti, dovrebbero rifiutarsi di alzare, questa sera, la mano per avallare il progetto di un Sindaco che non sembra proprio avere la loro medesima sintonia di valori. Non lo faranno, non ne hanno il coraggio, ma ad essi bisogna solo ricordare che, ed erano gli anni 70, chi in queste stesse aule consiliari rappresentava un partito di cui, in qualche modo, loro ne portano, oggi, una parte dell’eredità, ben altra posizione assunse e tenne a fronte di disegni di simil portata. Rammentatevelo quando, fra qualche minuto, starete  per alzare le vostre mani.
Per tutti invece, ricordiamoci, per non finirci anche noi dentro, come chiamava  Leonardo Sciascia certi uomini: “Quaquaraquà “.      



sabato 24 dicembre 2011

2011
Un  altro anno è quello che si archivia, dentro il Palazzo si chiudono i faldoni ed il governo tira le somme delle cose combinate. La somma è quasi zero, questo è il problema molto terra a terra. L’elenco è presto fatto, provate a contestarlo.
Si inizia l’anno e Canio ci indottrina che questo sarà l’anno del porto, patto o non patto questo ha da farsi e si farà. Così infatti, complice il dottore alle finanze, congelano tutte o quasi le altre attività di investimento per fare solo questa spesa.
La morale arriva a fine  anno con una doccia gelata  che manco Canio, forse, si aspettava. Di euro infatti per questo buco dentro l’acqua manco un euro è andato speso, ma per farlo, questa volta, ne vogliono 600 mila più del previsto.
Un’altra storia interessante è stata la scuola, quella alberghiera, che prima la mettevano in collina per far fare un poco di marcia anche forzata ai 700 e passa iscritti e poi, cambiano sport e la mettono sul campo di pallone. Morale, neanche un passo è stato ancora fatto mentre sono ancora in cerca del posto dove poterla fare stare. Quando mai avranno terminato le ricerche, forse avranno perso tutti i soldi, un po’ come la storia  della nostra Palazzola che, di soldi, per la strada, ne ha persi già 5 milioni, e nell’anno che si chiude Canio  è riuscito a rintracciarne, più o meno, 350 mila euro. Della promessa , la Gabbiola,  meglio non farne più parola perché se no si innervosisce, comunque poi ha fatto finta di metterla in variante, quella alberghiera e adesso giace lì, ma poi ne parleremo un’altra volta con più pace. Ricordate quello storico accordo siglato con un Principe di sangue. Bene, tanto era storico che si è perso nella storia, per fortuna, noi aggiungiamo, comunque lo aveva sbandierato come fosse una vittoria diplomatica e invece era soltanto una roba da Procura della corte; quella dei conti, altro che roba nobiliare.  Doccia fredda invece che piscina, accontentativi di questa doccia piovuta quest’ autunno che, alla soglia del taglio dell’unico dei nastri, tra quelli preparati,  rinvia tutto a data ed ora che per ora non si sa. E’ però vero che ha lavorato molto sulle due varianti del piano di città, l’una si chiama Pai e l’altra è l’alberghiera, ma lavorare non sempre vuol dire farlo bene e infatti; la prima la deve riportare dentro il Consiglio perché colpita da uno scherzetto  malandrino che gli abbiam tirato, quanto all’ altra,  passerà ora queste feste, poi quelle di pasqua, poi quelle d’estate, a rigirarsi tra le mani le osservazioni che si è portato intanto a casa. Niente male per l’anno e che si chiude e, quanto agli auguri, questa volta proprio ne ha bisogno,  facciamoglieli.

venerdì 23 dicembre 2011

Consegna dei regali
Oggi, antivigilia di Natale, è la giornata di presentazione dei regali a quelli del Palazzo. Erano le 11, o poco meno del mattino, ed anche noi ci siamo presentati e messi in coda ad aspettare, giudiziosi, il nostro turno. Ben confezionati, tenevamo tre copie del volume che in questi trenta giorni abbiamo messo insieme. E’ un volumetto con copertina, indice, testo, poi vengono le firme degli autori ed editori. Ci sono in coda anche gli allegati, in bianco nero ed anche a colori e il tutto chiuso dentro una spirale. L’edizione non è dunque quella di lusso, ma se ci verrà richiesta, potremo anche produrla, comunque il testo è stato visto,  rivisto e riveduto e cosi  speriamo sia senza errori od omissioni e, una volta nelle mani del noto Professore, sia poi gradito questo regalo tanto atteso ed anche meritato. Quanto al caro Canio, è pur vero che il Galateo vieta di fare regali uguali alle persone, ma questa è un’eccezione e  crediamo, capiranno e ci vorranno perdonare. E’ noto infatti  e risaputo che anche Canio moriva nell’attesa e non ci è parsa cosa buona privarlo, giusto per non fare uno strappo al Galateo, di questo dono, tanto e tanto, meritato. Accontentati tutte due, noi abbiamo dunque fatto il nostro dei doveri ed adempiuto alla promessa. Ora la coscienza  è andata a posto, possiamo passare in casa e in santa pace la festa che ci aspetta, poi prendere il volo verso l’India e lasciare qui quel duo a leggersi in pace le memorie.
Porto in alto mare

Ormai sono un  balletto anche le date; quante volte è stato annunciato anche il suo avvio manco più sono contate; sul cartello di cantiere  c’è una data : 17/07/2011 indicava, l’impresa vincitrice,  l’arrivo del progetto esecutivo, sembrava proprio essere in forma quest' impresa, tanto che manco firmato aveva il contratto e già era pronta col progetto. Poi arriva un primo stop, un piccolo ritardo di  soli giorni 15, dirà Canio in assemblea, cosa volete che poi sia, siamo dieci anni che aspettiamo. Poi più nulla sino all’otto di settembre dove da firmare non c’è certo un  armistizio, ma proprio quel contratto che mancava. Bene tutti pensano, adesso arriva anche il progetto, no perché adesso l’impresa ci ripensa e dice di volersi prendere tutto il tempo che ha diritto e fan 90 giorni e va all’immacolata.  Passa però anche la festa comandata e il lungo ponte di quest’anno e il progetto non arriva, è fuori tempo. Ieri però c’era l’esame, in aula, dell’interpello presentato ed allora, guarda caso, alla mattina arriva anche il progetto, così almeno ha detto Canio ieri sera. Insieme al progetto c’è però anche un biglietto ed la somma da pagare, in più di quanto aggiudicato nella gara. Insisti, insisti e Canio , alla fine deve dirlo, fan 600 mila d’euro con l’IVA.  Un bel botto a fine anno e poi ci sono, giusto in agguato, le altre imprese, quelle che hanno perso la gara in tribunale e adesso vedono salire tanto il prezzo che un pensiero pur lo fanno se provarci un’altra volta ad andare in Tribunale. Povero Canio, il comandante,  rischia di essere travolto dagli eventi perchè qui la questione non è il giallo di una firma dove non serve esser professori per dirne 4 di scemate, qui la questione è un poco anche più seria, di quelle che rischiano di far andare la barca tutta sul fondo insieme all’equipaggio ed al suo capo.   
Fine anno


Ore 21, un po’ di assenze: due di maggioranza, due di minoranza, il pubblico è la stampa, arriva Canio e si da il via. C’è subito la storia della firma da cancellare dalla  lista, l’istanza formale è di Piervalle, ma Canio l’ ha girata come fosse della diretta interessata. Sarà un particolare, ma è il segno che vuol strumentalizzare e infatti, dice che c’è il giallo ( deve aver letto di Palese ) , così come pure il Professore che, anche lui dice la sua. Vecchi mostra l’e_ mail del gestore del sito delle firme dove conferma essere la firma  uscita con l’e_ mail della persona interessata. Così si va avanti incattiviti e  si va al voto che è poi alla fine è unanime con distinguo.
Arriva l’imposta di soggiorno, figuriamoci, e relatore è il Professore. Minoranza  chiede un rinvio perché sia poi discussa insieme all’IMU anticipata, ma loro la vogliono e già ci hanno messo la  tariffa secondo le stelle degli alberghi. Non la pagheranno solo i bambini sotto i sei anni e  uno ogni 20 quando tutti sono in gruppo.Quanto a cosa fare dei circa 550 mila euro che si stimano, l’elenco è così lungo e un po’ generico, che poi ne faranno quello che vorranno. Minoranza se ne astiene. 
Si rinnova, sino a scadenza, forse, del consorzio, la convenzione dell’assistenza al domicilio e poi si approva una mozione di coldiretti  che promuove il made in italy.
Maggioranza ha già finito,  ora sotto, tocca agli altri. C’è la mozione per togliere i parcheggi gratuiti a quelli del governo e funzionari in piazza di Marconi e,  miracolo, l’approvano, ma il Professore se ne astiene. Ritorna in aula la questione delle strade tutte rotte, no non ne vogliono sapere di far pagare i danni a chi li ha fatti e così bocciano tutto.  Poi c’è un interpello sulla questione di un piano esecutivo che par non abbia più la fine, ma sembra che, a primavera, forse, finirà. Arriva la richiesta di chiarire la questione della sala per il giuoco. Bottini la prende un poco alla lontana , ma la conclusione è che il Comune non avrà parte diretta nella cosa. La gestirà, forse, una società di servizi creata ad hoc dalla associazione dei comuni interessati, quella di cui Bottini è presidente. Quando non si sa, forse, nell’anno  che verrà; dove forse si sa, ma ci dice che è meglio manco dirlo e quanto ai soldi, non ne darà al Comune, ma farà un po’ di servizi, cosa non si sa.  C’è un altro interpello su lavori fatti su di una delle isole che fanno quasi schifo. Risponde  il vice delegato per dire che chi interroga ha ragione, ma c’è questo, poi c’è quello, insomma il Comune quasi non c’entra, o meglio, vede ma non c’entra: poveri noi.   C’è l’interpello per il porto. Qui tace Bottini e parla solo Canio. L’esecutivo delprogetto, guarda caso, è arrivato solo oggi anche se lo avevano promesso per il 17 di luglio che è passato da, almeno 5 mesi. Canio, anche se incalzato, non da nessuna spiegazione, c’erano problemi,questo sembra di capire e ora il Comune  si prende altri 90 giorni per validare il progetto presentato. Quanto costa in più rispetto all’offerta fatta in gara. Canio vorrebbe non rispondere, ma Piervalle lo costringe a dire poi la cifra: sono 600  i mila euro da metterci  ancora. Canio diventa l’imputato, avete buttato 3 miliardi, erano lire, dentro il lago; avete pagato per fare, ripagherete per disfare, e pagherete ancora per fare un’altra volta. Ci dite che bisogna fare ancora dei sondaggi, che il progetto esecutivo dovrà  garantire il risultato, ma non era forse il progetto messo in gara che doveva garantire ? Sembra di essere ancora al primo giorno  dei dieci anni ormai passati e con il rischio di un altro contenzioso tra le imprese. Canio, baldanzoso quando sono in ballo un po’ di firme, è li che soffre e non risponde e quando accenna a fare previsioni, Piervalle lo scongiura di evitarle.
C’è la piscina, tutto è fermo, ma l’impresa, ancora non fallita, ma è insolvente e non  lavora, ha affittato l’azienda, ma neppure chi l’ha affittata vuole fare quei lavori. Intanto il tempo passa, la stagione è quasi a rischio e lo scatolone sta lì.
C’è la storia del sito dell’Unesco e la sua candidatura e qui disserta il noto Professore che legge una sua lunga relazione. Insomma la questione sta in Provincia che dovrebbe curare, per tutti, la candidatura, ma che sembra prenda tempo e non abbia grande voglia. Quanto a Stresa, dice sempre il noto Professore, le carte le ha in regola e la variante  per gli alberghi non disturba, anzi sembra voler dire che farà vincere in punteggi. Se lo dice lui………
Finisce il Consiglio al cimitero, è quello su di Magognino, interroga l’amico Bertolino, risponde  il solito Bottini, sempre con noi  gentile, lo ammettiamo.

mercoledì 21 dicembre 2011

Aspettando l’ultimo dell’anno
Non è il giorno che è nel titolo, ma è il Consiglio di domani. Consiglio, per certi aspetti, interessante perché fa il punto o almeno lo dovrebbe, su alcune cose  che   da tempo, anzi da troppo, stanno al palo ed ora è giunto il momento di far basta.
Primo fra tutti  la storia del gran porto,  che a ben pensarci è solo un muro che in dieci anni nessuno è riuscito a costruire e che, ma forse soltanto, domani sapremo la fine che farà.  Qualunque la sua fine, la storia rimane un fallimento; una manciata di miliardi, erano lire, buttata dentro l’acqua, mentre tutti, è il caso anche di dirlo, si lavavano le mani all’Italiana. Anche in questo, come nel caso di “Palese”, col nuovo anno, qualunque ne sia l’esito, riapriremo un po’ quei faldoni impolverati ed indicheremo, nome per nome, chi ha fatto o non ha fatto, chi ha preso e quanto ha preso.  C’è ora anche il caso della vasca, quella portata in dote elettorale al popolo dei voti ed  inciampata in un default. Finirà anche quella come il porto ?  Qualunque sia il giudizio su quel costoso scatolone di cemento con  dentro una vaschetta, ormai c’è solo di augurarci che finisca, presto e bene, ma quanto a presto, ormai siamo in ritardo e quanto al bene, staremo un po’ a vedere.
Ma se questi sono alcuni dei  problemi, Canio, domani sera, invece farà il suo esordio in assemblea  con la storia di una firma. Quanto a firme, non è nuovo, lo sappiamo, anzi deve averne una passione  e non appena un po’ di tempo libero lo lascia, lui si mette a spulciare e controllare. Ognuno di noi ha le sue innocenti stravaganze, Lui  ha questa, lasciamolo pur fare.

martedì 20 dicembre 2011

Regali di Natale
L’anno va a finire e giovedì sera, ore 21, gran finale, va in scena l’ultimo Canio di quest’anno. Serata fredda, certamente, molto fredda; staremo sotto zero, tanto da qualcuno esser tentato di riscaldarla subito un po’ con le trovate. Infatti, al primo posto, Canio ci ha messo una trovata, pensando di infilzare minoranza. Povero Canio anche questa volta rischia una figura, comunque pur ci provi e ne uscirà, magari, un poco  rotto. Tanto per cambiare o meglio dire, forse, per ancora continuare a spendere si intende come e più anche di prima,  arrivano le tasse. E’ un bel regalo di Natale, è l’attesa imposta di soggiorno, quella che pagheranno solo i turisti e non anche gli elettori. Federalismo dunque un po’ al rovescio, ma il tempo della crisi giustifica l' eccesso. Gli sembrerà la manna che aspettava, così magari potrà fare le gare coi motori e i concorsi con le miss: donne e motori insomma e chi l’avrebbe detto di questo nostro Alcalde cresciuto con i preti.  Finalmente forse sapremo se l’anno che verrà sarà poi quello giusto per il porto e per la vasca per il bagno;  il tempo è ormai scaduto e qui Canio non potrà più dirci che: "vedremo", perché questo è ormai certo, se sbaglia questa volta, per lui è già belle anche finita. Visto che siamo in tema di regali, passeranno solo poche ore da quando la serata finirà e, già al mattino, arriverà in Palazzo il regalo personale per Canio e il Professore. Ormai la confezione è pronta, l’ultima conta fa 21.942 le parole, mentre  le pagine scritte sono 58 e gli allegati, circa altrettanti. Non potevano indovinare data migliore per fissare quella di consegna, passeranno un Natale dei migliori e noi possiamo a tutti dire che il golpe dell'estate, ormai, è fallito.

lunedì 19 dicembre 2011

Il caso”Palese”
Si è rischiato il golpe quest’estate, ora il clima è ormai cambiato e siamo entrati nel profondo dell’inverno, ma ecco che appare forse un giallo: il caso “Palese”; così ,almeno, è il titolo di cronaca.  Emerge infatti questo caso dagli archivi del Palazzo dove, da tempo, sembrava ormai defunto, ma dove è stato riesumato e viene ora nuovamente un po’ indagato. L’ambiente è quindi quello classico che fa da sfondo alle vicende: quello di stanze che sono testimoni di intrighi e trabocchetti, di congiure, alleanze e tradimenti e tutto poi si intona con le foschie che la stagione spinge su dal lago e aleggiano davanti poi al portone del Palazzo ed alle luci che si spengono alle finestre del piano del governo.
Ma chi è Palese ?  Ecco quello  che  l’indagine di archivio ha potuto mettere in luce. Nel lontano 1977, Sindaco Alberto Galli, Pallavicino Domenico, si proprio lui,  il Principe che più volte abbiamo in queste pagine nominato e la sorella, la defunta Agnese Cavazzi, compiono un gesto di liberalità nei confronti del Comune, impegnandosi a cedere gratuitamente circa mq, 6.100 di terreno posto in fregio a via Manzoni. Li rappresenta, di fronte al Comune, uno stimato professionista del luogo, anch’egli ora defunto, munito di regolare procura notarile. La liberalità viene accettata dal Comune,  prima con un atto della giunta dell’epoca e, poco dopo,  ratificata anche dal Consiglio. Passa qualche tempo, siamo nel 1979, e i Pallavicino cedono diversi terreni a un tal Palese Gilberto, di professione impresario edile,  inclusi quelli oggetto di promessa a cedersi gratuitamente al Comune, ma nell’atto, siglato presso il notaio Lanteri, non dimenticano gli impegni presi verso il Comune e li trasferiscono al Palese Gilberto che si dichiara consapevole della loro esistenza e di accettarli. Poi più nulla, tace il Comune, tace questo Palese Gilberto che, nel frattempo incorre in altre traversie  che vedono il Comune essere in mezzo, ma alla fine ne esce bene. Quanto ai terreni promessi a cedersi nulla fino ai primi anni ottanta, quando un Sindaco dell’epoca si ricorda e sollecita la loro cessione. Poi più nulla ancora e anche negli anni, a cavallo tra gli ottanta e i novanta, Sindaco nuovamente Galli Alberto, niente si rinviene nelle carte perché qualcuno obblighi questo Palese a fare quello che doveva e si era impegnato. Cambiamo secolo e  tutto cambia,  tranne uno che poi rivedremo e, agli inizi  del secondo decennio del nuovo secolo, Canio Sindaco e Galli Alberto, rieccolo quest’ultimo nelle vesti di  Assessore di fiducia per le questioni urbanistiche, disegnano la nuova variante alberghiera. In mezzo a tanti nuovi alberghi ci mettono , però,  qualche cosa che non c’entra proprio nulla con gli alberghi. Caso unico nella variante, prendono il  terreno oggetto della promessa non mantenuta e per 1/3 lo rendono edificabile, mentre gli altri 2/3 prevedono che venga ceduto, gratuitamente, al Comune. Il dubbio o la certezza, vedremo meglio in seguito, è che sia in corso, tra i protagonisti del giallo, un implicito accordo transattivo, condotto secondo un metodo che di trasparente non ha proprio nulla e che, artatamente, sia stato portato alla tacita approvazione del Consiglio Comunale, che di niente si era avveduto. All’ombra dunque di personaggi che riemergono dalla storia del Palazzo e che dipingono la vicenda dei colori del nero, finisce la odierna puntata  nell’attesa di conoscerne gli ulteriori, inquietanti, sviluppi.

domenica 18 dicembre 2011

CITTA’ DI STRESA 
 Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.

IL SINDACO Visti l’art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;
Visto l’articolo 13 dello Statuto Comunale;
DISPONE di convocare il CONSIGLIO COMUNALE in sessione straordinaria – seduta di I convocazione, per il giorno di Giovedì 22 Dicembre 2011, alle ore 21.00 presso Palazzina Liberty, via de Amicis in sessione straordinaria – Per deliberare il seguente ORDINE DEL GIORNO

 1. Modifica, su richiesta della sig.ra Sandra Borroni, del verbale consiliare n. 115 del 16.11.2011 ad oggetto: "Approvazione nuova deliberaizone programmatica ai sensi dell’ art. 31 ter comma 2 legge 56/1977 e s.m.i. relativa alla variante strutturale urbanistica al vigente P.R.G.C.".
2. Istituzione dell’ imposta di soggiorno.
3. Esame ed approvazione regolamento sull’ imposta di soggiorno.
4. Proroga del Servizio di Assistenza Domiciliare al Consorzio Servizi Sociali del Verbano.
5. Federazione Interprovinciale Coldiretti Novara e V.C.O. – Approvazione Ordine del Giorno relativo a promozione e rilancio Made in Italy in campo agroalimentare.
6. Gruppo Consiliare Insieme! Art. 45 del regolamento consiliare. Testo Unico (D.Lgs. 285/1992) codice della strada. Regolamentazione delle soste riservate in Piazza Marconi – mozione per la richiesta di modifica (prot. n. 16497 del 04.11.2011).
7. Gruppo Consiliare Insieme! Insidie stradali e stato della viabilità interna. Proposta norma regolamentare transitoria finalizzata al ripristino delel normali condizioni di transitabilità senza oneri aggiuntivi per l’ Ente (prot. N. 16910
8. Gruppo Consiliare Insieme! Interpellanza art. 44 del Regolamento Consiliare. Apertura di sala da gioco denominata Gamin Hall (prot. N. 14257 del 26.09.2011).
9. Gruppo Consiliare Insieme! Art. 44 del regolamento consiliare. Interpellanza Via Case Sparse – completamenti edificatori in corso. Stato della urbanizzazione. Verifica dell’attuazione (prot. n. 16494 del 04.11.2011)
10. Gruppo Consiliare Insieme! Art. 44 del regolamento consiliare. Interpellanza: Lavori di costruzione opere portuali. Inizio lavori. (prot. n. 16495 del 04.11.2011).
11. Gruppo Consiliare Insieme! Art. 44 del regolamento consiliare. Interpellanza: Frazione Isola Pescatori: Lavori di manutenzione del demanio lacuale. Buona e corretta esecuzione – qualità progettuale (prot. n. 16496 del 04.11.2011).
12. Gruppo Consiliare Insieme! Art. 44 del regolamento consiliare. Interpellanza: lavori di costruzione piscina località Lido di Carciano. Sospensione in corso (prot. n. 16498 del 04.11.2011).
13. Gruppo Consiliare Insieme! Art. 44 del regolamento consiliare. Interpellanza: candidatura del golfo a sito dell’Unesco. Varianti urbanistiche in progetto – compatibilità. prot. n. 16499 del 04.11.2011)
14. Gruppo Consiliare Insieme! Art. 44 del regolamento consiliare. Interpellanza. Cimitero di sant’Albino (prot. n. 16500 del 04.11.2011)

CAMPAGNA CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE 




IL SINDACO
(avv. Canio Di Milia).

sabato 17 dicembre 2011

Cadere troppo in basso

Giovedì, 22 di questo mese, ore 21 palazzina Liberty, questo è il giorno, l’ora e il luogo dell’appello, l’ultimo dell’anno, che Canio spedisce ai Consiglieri; 14 gli argomenti, 9 sono di minoranza e 5 son di maggioranza, poi li pubblichiamo. Il sospetto pur lo avevamo, quello che il nostro Alcalde non fosse capace a lasciar perder l’occasione e così infatti è stato, anzi è peggio. Al primo punto infatti del suo ODG ci ha messo questo oggetto:  

1. Modifica, su richiesta della sig.ra Sandra Borroni, del verbale consiliare n. 115 del 16.11.2011 ad oggetto: “Approvazione nuova deliberazione programmatica ai sensi dell’ art. 31 ter comma 2 legge 56/1977 e s.m.i. relativa alla variante strutturale urbanistica al vigente P.R.G.C.”.

Che volete che diciamo: prima di tutto la richiesta l’ha fatta chi qui scrive, il promotore della raccolta delle firme. Questo messo in chiaro, l’oggetto è allora proprio già al rovescio, e così scritto è un cercare solo la polemica, tirando in ballo il nome ed un cognome che, forse, non gradisce. Pessimo gusto, caro il nostro Canio, se scende così in basso deve essere messo proprio male, a corto di argomenti; eppure lo avevamo scritto che fosse un poco attento e cauto, ma preso dalla cosa non ha saputo proprio resistervi  e così, ormai, scivola sempre più verso il basso. Vediamo un po’ chi gli andrà dietro in questo amministrare da osteria che sembra preferire. Ma per spostare un po’ l’oggetto, la cosa che dovrebbe destare un certo qualche allarme è proprio un’altro; non tanto correre dietro a una firma che, forse, non c’è, ma chiedersi perché tanti e anche un po’ troppi, che giusto la pensavano come sta scritto in petizione, la firma non l’han messa. Insomma c’è la questione di tutti quelli e sono tanti, che pur volendolo non hanno avuto il “coraggio” di mettere una firma, per il clima un po’ di ipocrisia, per quello di sospetto....,  per la soggezione che una cittadella, forse, alimenta  e anche coltiva questo clima e che invece la città più grande, dietro l’anonimato, poi protegge. Di questo clima Canio è forse preoccupato o è forse  ben contento ?  Faremo un suo interpello.       


venerdì 16 dicembre 2011

Default a sinistra
Il titolo di oggi è rivolto a quella che siede nel Consiglio e che sostiene, dal suo lato, quel governo fatto dal duo: Canio e il Professore che se va avanti come è andato sino ad oggi, sarà, forse, il peggiore della storia. L’ultima prova è stata quella più eclatante, c’era di mezzo, come è noto, il disegno della città futura, nulla a che vedere con il  titolo che abbiamo scelto per il blog, e in quell’occasione un passo del discorsetto, fatto in aula, lo dedicammo proprio a loro, alla sinistra, cui rivolgemmo un nostro appello perché con l’alzare delle mani non fornisse il suo sostegno a quel disegno scellerato che lì, sempre quei due, avevano portato. Giusto per memoria vi riportiamo qui quel passo così come lo abbiamo letto in aula e come è stato anche ascoltato:

Ci sono poi, uomini e donne, di una qualche identità politica che, a essere coerenti, dovrebbero rifiutarsi di alzare, questa sera, la mano per avallare il progetto di un Sindaco che non sembra proprio avere la loro medesima sintonia di valori. Non lo faranno, non ne hanno il coraggio, ma ad essi bisogna solo ricordare che, ed erano gli anni 70, chi in queste stesse aule consiliari rappresentava un partito di cui, in qualche modo, loro ne portano, oggi, una parte dell’eredità, ben altra posizione assunse e tenne a fronte di disegni di simil portata. Rammentatevelo quando, fra qualche minuto, starete  per alzare le vostre mani.”

Nemo profeta in patria e infatti, almeno quelli di loro che erano presenti,  non ascoltarono l’appello e  irresponsabilmente,  quando si è giunti al voto alzarono le  mani a protezione e difesa non certo di quel piano, orrendo, ma di Canio, anteponendo la sopravvivenza amministrativa del leader della loro coalizione ai valori e agli interessi che avrebbero dovuto difendere e rappresentare. Una brutta pagina di storia amministrativa locale si è così lì consumata nel loro silenzio e nel gesto delle loro mani alzate. Quelle mani alzate sono sembrate più il segno di una resa, più  l’umana ammissione di una propria, personale e collettiva, impotenza che quello di una qualche positiva volontà che, per verità, non si è mai neppure ancora vista. Ecco il default, totale, di uomini, le donne in questa occasione si sono salvate, che siedono ad un tavolo, scelti soltanto per alzare le mani quando il capo chiama. Viene da ridere o da piangere a pensare che, forse, solo due sedute prima insorsero contro l’autore di queste righe che li aveva  un po’ strigliati dal loro sonno permanente. Tutto lì, un fuoco di paglia e poi , di nuovo, questa misteriosa letargia li prende. Canio è soddisfatto, loro come possano anche esserlo non lo sappiamo proprio.   

giovedì 15 dicembre 2011

Prova del nove
Forse per il ventuno, prossimo venturo, il nostro Canio farà l’ultima chiamata dell’anno che si chiude. Quanto agli argomenti non si sa, ma certo dovrebbero essere in lista, questa volta, le richieste di superminoranza. Quel che è certo è che, questa volta, non si parla di varianti: quella del Pai è un’altra volta ancora  affissa all’albo, per quella alberghiera l’affissione scade due giorni successivi, il 23. Ci saranno quindi, se questa volta il regolamento sarà osservato, quelle richieste che stanno in deposito da tempo e che vertono su di un ventaglio di argomenti, qualcuno di interesse più di un’altro, ma comunque tutti da trattare. Sarà sta volta un po’ la prova, quella del nove, per il porto e la piscina perché è ben ora che ci spieghi, il nostro Canio,  come stanno ben le cose, perché mai sul cartello di cantiere c’è una data e poi la data invece è un’altra ancora e se questo progetto, tanto atteso, ormai è in arrivo o è già arrivato dentro il porto o è ancora in alto mare. Quanto alla piscina, anche per questa urge sapere come andrà dopo il default della ditta appaltrice e dell’esito deserto dell’altra gara di gestione. Ormai è scaduto il tempo dei rinvii ad altra data destinata e Canio non può più raccontarci, un’altra volta, che: “vedremo come andrà, poi vi diremo ”, Ora la volta è quella della prova, troppi  rinvii, troppe indecisioni, troppe cose andate a male, troppe cose furono promesse e troppe cose sono andate poi perdute. Ora il tempo non c’è più, questo è il tempo del raccolto per chi avesse bene seminato, ma se il raccolto poi va male perché non è stato  bene seminato: addio....., chissà quando mai più ne parleremo.


mercoledì 14 dicembre 2011

L’azzeccagarbugli
Caso di Stato forse pensa Canio per una firma sulla petizione non riconosciuta dal suo presunto autore. Certo, a non avere altro cui pensare si potrebbe anche inscenare una ridicola polemica, ma il nostro Premier che, arrivato quasi a 40 anni e pure quasi a 7 anni di mandato, a cose più importanti e interessanti dovrebbe dedicarsi, visti anche gli scarsi risultati sin’ora conseguiti. Vedremo quindi cosa farà e se vorrà di una questione, ormai risolta, farne invece un’ altra questione, magari dentro il Consiglio che, giusto qualche giorno e dovrebbe convocare.
Comunque per chi volesse conoscere le cose ve le diciamo qui e per noi tutto è finito.
Al numero che portava il 516 della ormai famosa petizione, c’era un nome ed un cognome, raccolto come tutti sul sito on_line che abbiamo utilizzato e sul quale noi non abbiamo alcun modo di toccare. Tutte le firme, quando si lasciano sono da associare ad un indirizzo e_ mail, una ed una sola per e_mail, due non le prende ed anche a queste e_ mail noi l’accesso non abbiamo. Questo è il sistema utilizzato e quindi noi non ci possiamo. Ora ci possono e ci sono anche gli omonimi, comunque sia questa persona, un qualche giorno  fa, ci manda un messaggino e ci dice che lei la firma non  l'ha messa.  A noi che certo una più o una meno non è che importa molto, ci rivolgiamo alla Segreteria del nostro bel Palazzo e gli chiediamo che venga cancellata dalla lista quella firma. Poi ci rivolgiamo anche a quelli del sito  per poter conoscere la e_mail di quella firma 516, non lo verremo poi a sapere, ma cancellano la firma e la signora ci ringrazia. Tutto qui, la lista non ha alcun valore sotto il profilo giuridico/legale, nessuno autentica le firme, su tante può capitare anche uno scherzo, sempre che non fosse omonimia. Quindi Canio la tolga pure dalla lista e se vuole gliene consegniamo ancora una qualche di dozzina, ma poi non cerchi guai a cercar di far l’azzecca quello dei garbugli; ormai è Natale, pensi al pacco del regalo fatto per Lui e il Suo delegato, il Professore, che è ormai  in corso di chiusura.
CAMPAGNA CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE 



martedì 13 dicembre 2011

Variazioni senza fine
Non c’è pace per Canio e per il suo delegato, il Professore; non è neanche archiviato l’ultimo Consiglio quando era andata in aula la “bozzaccia”, quella che tanti dolori porterà a tutte due, che arriva un altro fermo, non previsto, alla “bozzetta”, la variantina insomma, quella PAI. Infatti il sei di questo mese, l’Alcade affigge un altro avviso, anzi un riavviso,  perché chi voglia possa presentare osservazioni alla bozzetta  entro il giorno 5 prossimo del mese di gennaio. Quale sia il motivo, nuovo e imprevisto, che abbia indotto Canio a ripetere l’avviso, questo non c’è scritto e noi non lo sappiamo. Rimane, certo, il fatto che questa variantina che i due soggetti: Canio e il Professore, quando andarono in Consiglio, nel mese di settembre, la presentarono come una cosa d’ordinaria amministrazione,  poco più che una formalità di rito, incontra adesso gli ostacoli imprevisti. Già ci aveva pensato il solito Piervalle a guastare loro un po’ la festa, costringendo a ridisegnare un po’ le carte che avevano dato anche per buone, mentre buone non lo erano; adesso arriva quest’altro nuovo intoppo che li obbliga a riaprire i termini, ormai chiusi, per fare osservazioni e poi dovranno tornare in aula, un’altra volta , per farsi votare le modifiche e poi, forse, andranno in conferenza. Anche ad esser pessimisti, mica ci avrebbero pensato che andava così storto, ma non finisce lì perché quando andranno dentro l’ aula, Piervalle ha in mente uno scherzetto che loro, forse, non hanno neppure ancor immaginato. Fortuna vuole che siamo alla vigilia di Natale e delle feste di fine e inizio anno e che è ormai pronto il pacco del regalo, quello che contiene, tutte insieme, le osservazioni alla bozzaccia e che Canio, nell’ultimo consiglio, aveva invitato tutti a presentare e come andrà a finire, fra un po’, chiedetelo a quei due. Per ora tanti, tanti auguri a tutte due.