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venerdì 26 febbraio 2021

L'ULTIMA TROVATA

Non saprei come definire, se non come la fa il titolo di questo post, la notizia che La Stampa ci passa ieri mattina circa la "proposta " che il gota degli industriali del turismo, seduti davanti a Cirio, come da foto, avrebbe caldeggiato al medesimo Presidente. Sintetizzando: da due Isole ne vorrebbero farne una sola. Detta così sembrerebbe una proposta un po' fuori di testa, ma in effetti è proprio fuori di testa e se fosse una trovata  di qualcuno durante una "conversazione" al bar, potremmo anche capirlo. Il fatto è che questa trovata è stata presentata, come fosse una cosa seria e, aggiungerei, intelligente, proprio durante la riunione che vediamo in foto ( dimenticavo: l'uomo senza volto con i fogli in mano è Manoni, mentre quello mascherato, alla sua destra, è Antonio Zacchera). Non sappiamo bene come il Presidente l'abbia presa questa trovata da 600 mila euro in tempo di Covid 19. Se io fossi stato al suo post, anche rischiando di violare il protocollo antivirus, avrei dato una bella manata sulla spalla dell'autore, dicendogli che era proprio una bella battuta e avrei chiuso lì. Temo invece che qualcuno abbia preso sul serio le affermazioni di questi burloni che, rimasti, tempo fa, forse affascinati dalla performance sperimentata sul lago d' Iseo, vorrebbero replicarla anche qui, magari trasformandola in una permanente. Io spero che dopo l'articolo di ieri, non vi sia motivo e ragione per parlarne più, riconducendo quella " proposta" a quello che è, cioè una cretinata totale. Essendo uno degli ultimi viventi nato in una di quelle due terre, vorrei che almeno sin tanto che l'ultimo dei nati sarà ancora vivo, rimanessero tali.

L'incontro degli operatori turistici con Cirio

mercoledì 24 febbraio 2021

ITALIA NOSTRA VCO: FONDOTOCE: PRIMO STOP

ITALIA NOSTRA VCO: FONDOTOCE: PRIMO STOP: Subisce una frenata di arresto la corsa verso l'approvazione della variante 37, quella che nelle intenzioni degli autori, avrebbe consen...

venerdì 12 febbraio 2021

FERROVIE DEL MOTTARONE Srl BILANCIO 2019 - GLI UTILI DI STATO

 

Anche il 2019 è stato per il bilancio della funivia Stresa/Mottarone, un anno super positivo, con un incremento degli utili di circa 89.000 euro rispetto il risultato dell'anno precedente, chiudendo i conti con un utile di 439.000 euro. A determinare questo  ottimo risultato ha contribuito il lauto trasferimento garantito dal contratto che il governo Di Milia aveva, senza condizioni, assicurato al concessionario: 130.000 euro annui oltre 17.000 euro per canoni di affitto. Un regalo di soldi che hanno gonfiato per il secondo anno consecutivo e nel periodo pre-covid, gli utili della concessionaria, dimostrando che non ce ne sarebbero stati assolutamente bisogno. Su questa vicenda occorrerebbe indirizzare una segnalazione alla Corte dei Conti.  

Qua sotto incolliamo la pagina del conto economico del bilancio 2019 avvertendo che la prima delle due cifre si riferisce all'anno 2019, mentre la seconda è quella dell'anno 2018.

FERROVIE DEL MOTTARONE S.R.L.
Bilancio di esercizio al 31-12-2019
 Conto economico

A) Valore della produzione 

1) ricavi delle vendite e delle prestazioni 1.862.714 1.758.510
5) altri ricavi e proventi contributi in conto esercizio 130.073 130.073
altri 17.383 27.090
Totale altri ricavi e proventi 147.456 157.163
Totale valore della produzione 2.010.170 1.915.673
B) Costi della produzione
6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 18.848 18.254
7) per servizi 442.758 459.372
8) per godimento di beni di terzi 34.802 31.241
9) per il personale
a) salari e stipendi 344.830 365.572
b) oneri sociali 113.198 113.107
c), d), e) trattamento di fine rapporto, trattamento di quiescenza, altri costi del personale 27.696 33.458
c) trattamento di fine rapporto 13.004 9.716
d) trattamento di quiescenza e simili 559 528
e) altri costi 14.133 23.214
Totale costi per il personale 485.724 512.137
10) ammortamenti e svalutazioni
a), b), c) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali e materiali, altre svalutazioni
delle immobilizzazioni
266.578 251.041
a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 214.436 215.078
b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali 52.142 35.963
Totale ammortamenti e svalutazioni 266.578 251.041
14) oneri diversi di gestione 34.255 38.148
Totale costi della produzione 1.282.965 1.310.193
Differenza tra valore e costi della produzione (A - B) 727.205 605.480
C) Proventi e oneri finanziari
16) altri proventi finanziari
d) proventi diversi dai precedenti
altri 56 42
Totale proventi diversi dai precedenti 56 42
Totale altri proventi finanziari 56 42
17) interessi e altri oneri finanziari
altri 83.588 90.177
Totale interessi e altri oneri finanziari 83.588 90.177
Totale proventi e oneri finanziari (15 + 16 - 17 + - 17-bis) (83.532) (90.135)
D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie
Totale delle rettifiche di valore di attività e passività finanziarie (18 - 19) 0 0
Risultato prima delle imposte (A - B + - C + - D) 643.673 515.345
20) Imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e anticipate
imposte correnti 204.618 164.690
Totale delle imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e anticipate 204.618 164.690
21) Utile dell'esercizio 439.055 350.655


domenica 7 febbraio 2021

PORTO. CONTO ALLA ROVESCIA

 
 
Qualcuno mi sollecita a scrivere qualche cosa sulla questione del nuovo porto, che sermbra uscita dall'agenda più pressante del nuovo governo. Due cose nuove in una riga e 1/2 soltanto che: l'una è già vecchia prima ancora di poter essere utilizzata e l'altra, avendo una vita, per sua natura breve, rischia di invecchiare presto, o troppo presto. Ebbene, torniamo al tema e se una cosa dovremmo incominciare a fissare è che bisogna far partire un conto alla rovescia. Diamo un anno ancora di tempo, ma se in questi 12 mesi che residuano dall'approssimarsi della stagione turistica dell'anno 2022, il problema non sarà risolto, a quel punto dovremo dire che un'altro problema sarà nato, non che il primo dei problemi attuali sarà risolto. Diciamocela tutta: quale sia la causa che ha portato al fallimento della inaugurazione programata dal Borgomastro emerito lo sanno anche i bambini. Non c'é più nulla da scoprire e per vero non c'era neanche niente da scoprire quando era stato affidato l'incarico di scoprirlo. Come sempre, si è proceduto seguendo la più barocca procedura formale/burocratica che pare tanto sia amata al'interno del Palazzo ed alla fine, il rischio è quello di veder prodotta una notevole quantità di carte, ben pagata, ma che intanto i buoi scappino dalla stalla e buona notte. Da quando è successo l'evento non abbiamo sentito una parola sulle responsabilità dell'accaduto. Qualcuno aveva provato pure ad imputare la cosa ad una qualche collera divina, colpevole questa di aver scatenato l'inferno, ma leggendo le carte poi prodotte non sembra che questa bizzarra tesi abbia avuto conferma, piuttosto è stata certificata la scoperta dell'acqua calda, cioé che il porto ha colassato perché le sue difese sono state progettate con i piedi, meglio dire, con i buchi. Ed eccoci ad una domanda, la cui risposta vorremmo conoscere, ma che sino ad oggi non ci pare trapelare in alcun modo. Voglio dire che la responsabilità del progetto di quel porto era dell'impresa che lo aveva firmato. Certo il pubblico, da parte sua, aveva certificato qualsiasi fesseria: l'errore di quota di imposta della banchina foranea rispetto il livello normale del lago, errore corretto poi addirittura in ulteriore difetto e in corso d'opera, il rimedio della paratie coi buchi, giusto per far capire che parliamo di cose che tutti avrebbero potuto capire. Bene; ma allora, se l'opera non è stata ancora presa in consegna dal suo proprietario, se essa è ancora nella formale custodia del costruttore, se il progetto era suo, se la responsabilità di progetto quindi pure, se l'opera non funziona... a questo punto mi chiedo cosa manchi per imputare la responsabilità all'impresa. Nulla. E allora, invece di perdere il tenpo a scoprire l'acqua calda, si faccia in fretta a trovare la soluzione per chiudere i buchi, non sembrerebbe tanto difficile, attraverso i quali l'energia del lago in tempesta entra nel bacino e si apra il sinistro con l'impresa, almeno, prima o poi qualcuno dovrà pagare, o rimborsare. Il tempo è poco, il conto alla rovescia è partito, nessun errore o ritardo può essere più ammesso.

venerdì 5 febbraio 2021

500/700 MILA EURO DA BUTTARE

Risultato immagini per villa palazzola stresa 

 Oggi la Stampa, ci regala, sulla sua pagina locale, un pezzetto che ci racconta le ultime avventure di Villa Palazzola,  la soap opera nostrana o se preferite l'emblema del decadimento della capacità di governo che sembra essere la cifra, costante e dominante da qualche decennio, della cittadella sulle sponde del lago prealpino, ma non solo, anche subalpino. Ebbene, a parte tante cose già conosciute e qualcuna meno, nel pezzetto si torna sulla questione dela proprietà della villa che una volta ottenuta in punto di morte, per gentil concessione, dal Professore Pini, Comune e Regione non hanno pensato meglio che mettersi insieme per pasticciare un po' le cose e adesso, come tutte le coppie sposate da un po' di anni e ancora in età di matrimonio, penserebbero bene di dividersi, anzi di divorziare. La questione è che come tutte le separazioni e poi i divorzi, essi hanno un prezzo, cioè costano e la futura supposta felicità deve essere pagata a caro prezzo, liquidando con tanto di assegno il patner da cui ci si vorrebbe liberare. Ma un conto è il diritto di famiglia dove un giudice decide quanto dare all'uno o all'altro, un altro è il governo pubblico o meglio il diritto che, in qualche modo, dovrebbe guidare le scelte dei pubblici governi. Dunque se fare e disfare famiglie è sì un'operazione complessa e costosa, ma nella piena disponibilità dei coniugi che, alla fine, volenti o nolenti, ci arrivano, e se non ci arrivano troveranno un modo diverso per sistemare le cose, diverso è invece il caso nostro. Sarà anche che alla cittadella è venuto il mal di pancia nell'infinita attesa dell'esito della soap opera, come se non avesse alcuna responsabilità, ma ecco che l'idea, che non esito a definire balzana, di rimettere in discussione l'assetto proprietario di Villa Palazzola, costerebbe un assegno, regalato al fisco, il cui importo varia  tra i 500 e i 700 mila euro. Chiunque dotato di buon senso, cioè quello del padre di famiglia, lascerebbe perdere, anzi non ne parlerebbe proprio più e chiuderebbe diversamente la partita, mandando a monte, in questo caso, non il matromonio, ma il divorzio. Il fatto invece che se ne parli è il segno di quella cifra  di cui ho parlato a rigo tre di questo post e allora qui sorgono tutti gli infiniti interrogativi su quale sia il vero bene comune che i governini locali dovrebbero perseguire. C'é da sperare che la promessa riflessione di Madame Severino arrivi alle conclusioni del buon padre di famiglia, mandando a monte il divorzio, diversamente saremo costretti a staccare un altro assegno in bianco e la cosa non è che sia delle più gradite anche al popolo elettore, considerate le  precedenti puntate della soap opera nostrana.