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domenica 7 febbraio 2021

PORTO. CONTO ALLA ROVESCIA

 
 
Qualcuno mi sollecita a scrivere qualche cosa sulla questione del nuovo porto, che sermbra uscita dall'agenda più pressante del nuovo governo. Due cose nuove in una riga e 1/2 soltanto che: l'una è già vecchia prima ancora di poter essere utilizzata e l'altra, avendo una vita, per sua natura breve, rischia di invecchiare presto, o troppo presto. Ebbene, torniamo al tema e se una cosa dovremmo incominciare a fissare è che bisogna far partire un conto alla rovescia. Diamo un anno ancora di tempo, ma se in questi 12 mesi che residuano dall'approssimarsi della stagione turistica dell'anno 2022, il problema non sarà risolto, a quel punto dovremo dire che un'altro problema sarà nato, non che il primo dei problemi attuali sarà risolto. Diciamocela tutta: quale sia la causa che ha portato al fallimento della inaugurazione programata dal Borgomastro emerito lo sanno anche i bambini. Non c'é più nulla da scoprire e per vero non c'era neanche niente da scoprire quando era stato affidato l'incarico di scoprirlo. Come sempre, si è proceduto seguendo la più barocca procedura formale/burocratica che pare tanto sia amata al'interno del Palazzo ed alla fine, il rischio è quello di veder prodotta una notevole quantità di carte, ben pagata, ma che intanto i buoi scappino dalla stalla e buona notte. Da quando è successo l'evento non abbiamo sentito una parola sulle responsabilità dell'accaduto. Qualcuno aveva provato pure ad imputare la cosa ad una qualche collera divina, colpevole questa di aver scatenato l'inferno, ma leggendo le carte poi prodotte non sembra che questa bizzarra tesi abbia avuto conferma, piuttosto è stata certificata la scoperta dell'acqua calda, cioé che il porto ha colassato perché le sue difese sono state progettate con i piedi, meglio dire, con i buchi. Ed eccoci ad una domanda, la cui risposta vorremmo conoscere, ma che sino ad oggi non ci pare trapelare in alcun modo. Voglio dire che la responsabilità del progetto di quel porto era dell'impresa che lo aveva firmato. Certo il pubblico, da parte sua, aveva certificato qualsiasi fesseria: l'errore di quota di imposta della banchina foranea rispetto il livello normale del lago, errore corretto poi addirittura in ulteriore difetto e in corso d'opera, il rimedio della paratie coi buchi, giusto per far capire che parliamo di cose che tutti avrebbero potuto capire. Bene; ma allora, se l'opera non è stata ancora presa in consegna dal suo proprietario, se essa è ancora nella formale custodia del costruttore, se il progetto era suo, se la responsabilità di progetto quindi pure, se l'opera non funziona... a questo punto mi chiedo cosa manchi per imputare la responsabilità all'impresa. Nulla. E allora, invece di perdere il tenpo a scoprire l'acqua calda, si faccia in fretta a trovare la soluzione per chiudere i buchi, non sembrerebbe tanto difficile, attraverso i quali l'energia del lago in tempesta entra nel bacino e si apra il sinistro con l'impresa, almeno, prima o poi qualcuno dovrà pagare, o rimborsare. Il tempo è poco, il conto alla rovescia è partito, nessun errore o ritardo può essere più ammesso.

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