
L'impressione è, ma è soltanto un’impressione,
che, girata anche che è stata la boa del tempo intermedio di mandato, incassati
colpi tremendi, avendo da annunciar altri disastri, bruciati che sono i tempi
ancor rimasti e avendo innanzi a se sempre quel maglio che l’opposizion, se
Canio sgarra, lascia cadere sulla sua testa, l’impressione è che, sta volta,
forse cambia o meglio, maggioranza dovrà cercar anche una quadra per non finire,
prima del tempo, già bruciata. Sembra che paghi dunque la linea dura, quella
che fu annunciata e poi sempre praticata, quella di stargli addosso con il
fiato, di non lasciargli spazio, di non perdonar mai le sue furbate e quella
che, accanto al pugno duro, mostrava e proponeva, sempre bocciate, le soluzioni
possibili e diverse praticabili. Abbiamo avuto l’impressione, o meglio la certezza,
che fautore di questo nuovo approccio di
governo sia proprio il Professor, amministrator da lunga data, anzi da sempre.
E’ vero che il curriculum non è certo dei migliori, ma è sempre un veterano,
anzi è proprio il consigliere anziano e veterano, quello ai cui consigli Canio
dovrebbe dare ascolto, non fosse che per debito d’età, sapienza e d’esperienza.
Quindi se sino ad ieri mostrava la linea del rigore e teorizzava quella che lui
chiamava autosufficienza, ora che il tempo stringe, ora che l’acqua è già alla
gola, ora che la minoranza incalza ed anche incassa, Lui si arrende, o meglio,
virtù del “principe”, fa di necessità questa virtù e chiede un patto. Son prove
dunque di dialogo, son solo ancora prove, son timide aperture, poi vediamo, ma
son quel che registriamo. Non è dunque che c’è ancora un protocollo od un trattato
che sigla un armistizio e poi la pace; per ora si fa l’esame sul metodo mutato,
se questo, messo anche alla sua prova, poi funziona, si potrebbe allor far un
nuovo passo e trasformare il pugno anche in un guanto.
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