Visualizzazioni di pagine: ultimo mese

sabato 13 giugno 2015

LO GIURO









Ordunque si va in aula alle 21 e inizia l'avventura del Cavalier senza paura. Non nasconde l'emozione che anzi ci confessa, comunque sta volta tocca a lui la prima mossa. I trombati sono in aula e il pubblico, non certo una gran folla, prende posto di fronte al tavolo imbandito che sembra quell dell'altra volta e i nomi, già stranoti, ricorron nella chiama dell'appello. Unanime rispondono i chiamati alla convalida, così che il Cavalier si appresta al giuramento. Risuonano nell'aula le note dell'inno di Mameli, s'irrigidisce il Borgomastro sull'attenti fasciato dal drappo tricolore, poi pronuncia la formula di rito e lì finisce. Si siede di nuovo sul suo seggio, il rito richiede che comunichi le deleghe assegnate; potrebbe soltanto raccontarle, si attarda però a legger tutto il testo, una fatica. Comunque tutto era già noto; il Vice Delegato è l'Avvocato, ministro di Finanza Sala Valeria, cultura e anche l' ambiente allo Scarinzi, rimane al Professore la delega al turismo e ai cimiteri. Finita che è questa lettura, gli tocca al Borgomastro un compito gravoso, illustrar come lui può il programma, intero, di mandato. Noi qui pur lo sappiamo, si appresta a una fatica a lui non tanto amica. L'affronta come può; però la democrazia vuole anche questo; o elegge un uomo popolare o elegge chi è meno polare. Comunque la prova va poi lenta, lui sceglie una lettura laboriosa, anche un po' noiosa; ricalca dieci anni del passato e lascia poco spazio al nuovo mandato; confonde un po' anche le pagine, si perde qualche volta, si scusa e si ritrova. Comunque verso la fine è un po' stremato e il pubblico è annoiato. Ordunque la prima che prende la parola è Severino. Ringrazia gli elettori, si dice stupita di ritrovar sui banchi gli stessi, o quasi, compagni, già lasciati; si dice insoddisfatta di un governo che è quasi fotocopia, si augura un reciproco impegno ad ascoltare ed anche a rispettare, ricorda alcuni temi: la piscina, l'eterna anche Gabbiola, la Villa Palazzola, comunque si riserva di aspettare. E' ora di turno il Comandante; ringrazia pure lui i suoi elettori, ringrazia pur'anche il consigliere escluso dal voto popolare che attento, pacato e competente è stata la voce inascoltata dell'ultimo mandato, poi però sale di tono, alza il suo dito, punta l'accusa al gruppo dirigente. E' il Borgomastro l'oggetto del suo attacco, lo sfida a non osar governar senza la legge, paventa di conoscer vita e miracoli, lo accusa di essere l'artefice dell'ultima ordinanza, finita in rissa per conto di una strada. Terminato che è l'ultimo attacco, i toni si smorzano poi un poco e rispunta l'offerta, non so quanto sia vera, a collaborar nel bene del paese. Tenta il Cavalier poi la difesa, sembra che accolga anche la sfida, ci tiene a ribadir che lui non teme, ma non nasconde che gradirebbe aver di fronte ancor Piervalle e non il Comandante. Replicano le parti; così anche esordisce la sua prima di volta Stefania Sala che vorrebbe Stresa anche diversa; poi par tutt'altro insoddisfatto anche lo Fortis che, per tre volte, definisce "coatta" e condivisa la sua esclusione dal tavol di governo; bene Alessandro che non promette inciuci, ma linea dura e severa, poi tocca Galli, passando prima dal Falciola, che analizza, come è sempre suo solito, il voto dato e si lamenta dell'estensione del voto di astensione. Sì, certo ha ragione, ma caro Professore, come pur anche io ti ho detto, se non ci fosse stata l'astensione manco ci stava ier sera la tua bella prolusione. Così si insedia Bottini I, smentendo nel finale ogni illazione circa una sua durata estiva e una caduta prossima d'autunno.



Nessun commento:

Posta un commento