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martedì 28 novembre 2017

DISGRAZIE


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Si inceppa il Borgomastro; com'era infatti prevedibile da parte di chi conosce un po' l'ambiente, in vista della boa che segna il momento di svolta del mandato, si vede poco o niente all'orizzonte. Indignati non sono gli elettori, son giusto uguali a chi loro governa; sfiduciati neppure si può dire, avendo riposto la fiducia in chi sono decenni che scalda le poltrone e non fa nulla; depressi non lo credo, il pil che la stagione ha regalato è stato un record da primato e questo basta e avanza per fare contenti tutti quanti. Il solito turista impreparato rimane un po' ammagliato e prima che si accorga dell'inganno è già belle spedito per fare giusto posto al successivo. Rimangono i delusi, ma sono molto pochi, non contano un gran che, anzi non contan proprio nulla e in questa deriva assai penosa si aggiunge il nulla o quasi nulla che regna sui banchi del consesso, uniti gli eletti e i contro eletti in questa comune inadempienza. Passando alle cause più profonde dei mali cittadini, soltanto un popol così stolto avrebbe consegnato le chiavi del Palazzo ai soliti portieri da decenni, sapendo qual fosse il profilo degli eletti;eppure è pur successo, prendendosi il primato per essere il Comune più furbo del Paese. Tornando al Borgomastro, non basta impegnarsi ed agitarsi; si rischia di alzare solo polvere, ci vuole anche dell' altro, ma è proprio questo altro che non c'è e quindi il rassegnarsi è quanto di men peggio ci tocca ora da fare. C'è qualche speranza di riscatto? Ben poco o quasi nulla all'orizzonte, la storia c'è lo insegna e farci una speranza è un'illusione. Rimane solo Canio; si frega le mani e già pensa al gran ritorno, una specie di tripudio universale, un bagno di folla micidiale, il "giovan" dittatore si appresta ad invecchiare sul seggio più alto del Palazzo. Un caso unico al mondo escludendo lo Zimbabwe, una sorta di Mugabe tutto in casa.

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