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venerdì 31 luglio 2020

L'ULTIMA CENA








L'ultima cronaca di fine del mandato è una scena che miglior registra non avrebbe saputo così bene darci. Niente avrebbe meglio rappresentato la solitudine del Borgomastro se non gli abbandoni dei suoi seguaci che, uno dopo l'altro, si susseguono negli ultimi minuti di un ultimo Consiglio che, dopo aver risolto le residue formalità dovute, si impantana di brutto davanti all'ultimo ordine del giorno mal confezionato, quello senza nome e cognome, ma identificabile senza errore nel proprietario della vetta del Mottarone. Non sappiamo se questa sia stata la causa o il pretesto, ma uno dopo l'altro i traditori, visivamente: Fortis, Scarinzi e Falciola lasciano platealmente la sala e probabilmente si sono già accomodati dentro la lista di re Milia che immaginiamo li attendesse dietro le quinte per festeggiare, fregandosi le mani; presto lo sapremo. Insomma il trasformismo peggiore ha dato il meglio di se e il passaggio da una sedia ad un'altra sembra lo sport preferito da questi soggetti; pur di durare. Prima di questo si era però visto uscire di scena anche il Professore. Dopo oltre 40 anni di onorato servizio, ha recitato un breve sermone funebre, ricordando i meriti iscritti alla sua persona e dimenticando i demeriti. Comunque a suo onore bisogna riconoscergli che non consuma alcun tradimento, ma semplicemente e finalmente esce di scena. Visto come si erano messe le cose, la minoranza di Severino Marcella non ha potuto far altro che seguire le orme dei primi, lasciando anch'essa la scena e a questo punto il Borgomastro che, ostinatamente, non aveva voluto ritirare l'ordine del giorno, è rimasto con il cerino in mano che rapidamente si è estinto. Fine mandato dunque con tante cose irrisolte, con poche risolte, male, nonostante il contrario avviso del Professore e con una lista lunga di altre che sarebbero da fare, ma che nessuno farà mai. Questra è la verità e nessuno potrà smentirla.

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