
E' successo e nessuno di noi lo avrebbe mai previsto, così come nessuno era stato profeta di sventura; se lo fosse stato si sarebbe, forse, potuta evitare questa tragedia, così vicina, nelle date e nel numero delle vittime a quella del giugno del 1947 ed anche lì si era in un tempo in cui il turismo e la spensieratezza che lo accompagna, seguiva ad anni ben diversi. Ora la vicenda seguirà il percorso di tanti analoghi incidenti: con inchieste, plurime, tempi lunghi, responsabilità incerte, risarcimenti forse, e il che fare di questo impianto: un punto interrogativo. Intanto rimaniamo all'oggi e all'incidente che non avrebbe dovuto succedere, ma che se fosse successo vi erano meccanismi di sicurezza che avrebbero dovuto entrare in funzione per evitare che si trasformasse in tragedia. Il meccanismo incriminato è il freno di emergenza che avrebbe dovuto bloccare la cabina nel momento in cui, dopo lo sganciamento della traente, aveva invertito il moto e iniziato la corsa a ritroso che l'avrebbe vista perdere aderenza alla portante e venir sbalzata nel vuoto. Due guasti concomitanti che hanno deciso la sorte di vite umane inermi. Nell'altra cabina, quella a valle, il meccanismo frenante dovrebbe essere, invece, entrato in funzione e ha evitato che schiantasse contro la stazione di arrivo, sì perché anche quella cabina era trattenuta dalla fune di monte che si era rotta. Qualcuno suggerisce che la notte precedente c'era stato temporale e che una scarica avrebbe potuto colpire l'impianto e danneggiare la fune traente. Non sappiano però se la cabina coinvolta era quella ricoverata nella notte nella stazione di monte, dove il temporale ha scaricato, o in quella di valle. Comunque è un'ipotesi e se fosse vera non si comprende perché nessuno non se ne sia accorto. Se poi quest'ipotetica causa abbia potuto incidere anche sull'impianto frenante di emergenza, questo non lo so. E' un fatto che la cabina non era presidiata dal vettorino. Dopo l'introduzione di alcuni automatismi, il concessionario aveva ottenuto l'autorizzazione ministeriale, alla gestione senza addetti a bordo.. In teoria dunque tutto era regolare, ma è un fatto che la presenza di personale a bordo, forse avrebbe potuto essere risolutiva in un caso come quello di ieri, poiché credo che avrebbe potuto intervenire manualmente sul meccanismo di frenata. Devo peraltro aggiungere che, dal punto di vista economico, la riduzione delle spese di personale, intervenuta con l'introduzione della soppressione dell'addetto a bordo, non sarebbe stata neppure necessaria in quanto nel 2018 e nel 2019 , gli utili conseguiti sono stati talmente elevati, circa 750 mila euro complessive, grazie anche a 260 mila euro di soldi pubblici, inutilmente dati, che la gestione si sarebbe retta benissimo lo stesso, ma evidentemente l'impianto si stava rivelando una gallina dalle uova d'oro e quindi meglio investire ancora sugli automatismi che sulla sicurezza. Sì, perchè se c'è una questione che forse non è mai stata presa in dovuta considerazione, è quella che l'impianto è tecnologicamente vecchio e rispetto ai nuovi, non è più all'altezza. Se ciò è vero come lo sottolinea questa mattina un professore del Politecnico di Torino in un'intervista, investire in sicurezza anzichè in risparmio sarebbe stata una priorità. Forse non lo è stata, se le priorità erano altre : le uova d'oro.
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