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lunedì 26 luglio 2021

FUNE/FUNE-FERRO/FUNE-FUNE/FUNE/FUNE

Funivia Stresa-Mottarone, in 20 minuti dal lago alla montagna - La Stampa


Sono passati oltre due mesi dal giorno del disastro della funivia e mentre la giustizia che, durante le prime battute, pareva dovesse andare veloce e sicura, ora pare già un po' troppo impantanata, con il CSM che striglia lo stesso palazzo di giustizia di Verbania a motivo dei repentini ed eccessivi cambi di Gip e, quanto al resto, la soddisfazione di alcuni difensori, espressa dopo l'udienza tenuta negli scorsi giorni, la dice lunga. Infatti, quel che è certo è che adesso i tempi, infatti, andranno lunghi. Se dunque questo è il fronte che su quel lato ci pare ora molto più garantista di quanto fosse apparso giustizialista nelle prime ore, dall'altro lato, si incominciano a fare progetti o comunque calare idee per il futuro. Certo il futuro, ma intanto bisognerebbe ricordare che c'è anche e ancora un presente, con un impianto che per metà del suo percorso non ha subito neppure un graffio e che il giorno dopo il dissequestro potrebbe rimettersi in moto. Potrebbe sì, ma non dovrebbe perché gli mancherebbe, o gli dovrebbe mancare il manovratore, del quale però non si parla, o meglio si parla a proposito delle sue eventuali responsabilità penali, mentre invece nulla si dice intorno alle sue, molto più certe e definite, responsabilità contrattuali e che sarebbe opportuno invece che qualcuno pensasse di rimuoverlo da quella incauta e pericolosa, per gli altri, posizione. Si parla molto invece e in questi giorni, dell'avvenire, con tanto di snocciolamento di milioni, pubblici, quasi fossero caramelle o lecca lecca. Fune/fune-fune/ferro-fune/fune/fune; insomma ce ne sarebbe per tutti i gusti: un catalogo di soluzioni quasi fossero a portata di mano, basta chiedere. Ogni soluzione ha bisogno il suo tempo di prospettazione e di riflessione; poi una cosa è costruire impianti ed un'altra farli funzionare con le gambe loro e non solo con i soldi pubblici. Quindi bisognerà rifletterci e non metterci troppa fretta. Suggestiva l'idea di un arroccamento Omegna/Mottarone, ma se mai si farà avrà una domanda adeguata o sarà una piccola cattedrale nel deserto, destinata ad arrugginire ? E' verò, meglio viaggiare via cavo che usare le auto, ma la domanda riguardo alla domanda rimane; in fondo il Mottarone non è nè il Bianco, nè il Cervino, insomma non vedo, versante Omegna, una folla di persone in coda per salirci. Si può sempre fare, non mi pare un'urgenza. Dall'altra parte, l'ho già detto, un pezzo di impianto potrebbe ripartire anche domani mattina, conduttore-manovratore permettendo, e tirare avanti sino alla sua scadenza non imminente ( 2028 ). Rimane l'altro pezzo che anche se fosse rimesso in funzione, non vedo molti propensi a salirvi. Si potrebbe allora iniziare da lì, cambiando quel che c'é con un altro, moderno e adeguato, fune o ferro che sia. Salvo che si voglia smantellare tutto, perché anche questa è una soluzione che potrebbe essere presa in considerazione, senza scandalo. Comunque pare che tra auto e trasporto collettivo sia quest'ultimo che abbia più opportunità per il futuro ed anche soldi pubblici, quindi mi par difficile la soluzione dello smantellamento totale. Sulle due alternative: fune /ferro, pare che i costi non lascino scelta, ma anche l'evocato richiamo romantico dello salire via ferro, dovrebbe indurci a riflettere, perché rispetto ai tempi del trenino giallo, il paesaggio è cambiato e i pascoli sono diventati tutti boschi per cui, il tragitto non avrebbe, forse, più il richiamo di un tempo. Una penultima cosa: la stazione intermedia quale luogo di scambio auto/impianto, sia per la discesa a lago che per la salita al monte. Avendone parlato tante volte su questo blog non sarò io a rinnegare l'idea, ma c' è una misura. Sentire parlare di maxi parcheggio o roba simile forse diventa eccessivo anche perché pure la portata degli impianti diventerebbe eccessiva. Io ho sempre sostenuto che sarebbe stata cosa buona utilizzare la potenzialità inutilizzata, antimeridiana e in discesa dell'impianto per alleggerire la pressione auto sul fronte lago e, d'inverno in salita, sul fronte monte, ma una cosa è alleggerire la pressione usando una capacità di trasporto inutilizzata, un'altra è spingere in alto una nuova offerta di trasporto sino a determinare una nuova criticità veicolare dove oggi non c'é. Io credo che ci voglia misura. Da ultimo, vedo questa ricerca di soldi pubblici; io penso che essi debbono esserci, ma che non debbono essere i soli. Bisognerebbe incominciare a sondare il mercato, provare a stendere un nuovo bando di concessione, fatto con la testa, e vedere se il mercato possa dare una risposta in termini di risorse, ma anche di idee. Per far questo però bisogna levare il conduttore o manovratore, cme meglio lo si preferisce chiamare. Vedremo

1 commento:

  1. Che sia finalmente tempo di ragionare prima in termini di futuro del Mottarone (mercato, risorse, domanda,nuove potenzialità, ecc.) e non in prospettiva di riparare i danni o rilanciare semplicemente il passato. Attendiamo... vigilando!

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