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venerdì 3 giugno 2022

ANCHE LE PIANTE MUOIONO


Ignorato dai più, si è spento in questi giorni uno degli ultimi grandi vecchi della cittadella. Il cedro monumentale di Villa Ducale non ha più rinnovato la sua chioma e ora è lì rinsecchito, in attesa della sua decapitazione che una delle solite ordinanze provvederà a decretare. Probabilmente nessun intervento sarebbe riuscito a tenerlo in vita, anche se, generalmente, la morte delle piante è più lenta e dura molti anni. Da tempo le sue condizioni di salute non erano molto floride e la protezione legale, che pur poteva vantare, non sembra sia stata utile per mantenerlo in vita. Una vita stimata oltre il secolo e mezzo, una provenienza illustre, essendo stato importato già da adulto dalla residenza Sabauda del castello di Agliè, facevano di questo esemplare un testimone di un pezzo di storia della cittadella: quella contraddistinta dalla lunga frequentazione estiva da parte della Duchessa di Genova e dei suoi figli, tra cui la futura regina Margherita. Insomma, nessuna nostalgia Sabauda, ma un richiamo alla storia locale sembra sia doveroso quando si deve recitare l'orazione funebre del vecchio cedro, anche se poi non era così tanto vecchio, ma imponente sì, tanto che anche se fosse rimasto in vita un altro mezzo secolo, la sua dimensione non sarebbe proporzionalmente aumentata, avendo ormai raggiunto tale imponenza. Con questo epilogo, un altro pezzo del verde urbano viene perso, mentre si conferma la tendenza, pubblico/privata, ormai in atto da tanti anni, di evitare che gli esemplari arborei di pregio, una volta perduti, vengano sostituiti. Così è stato per il fratello minore del cedro, già perito anni fa e mai sostituito, così è stato per la grande conifera che era radicata nel parco di Villa Palazzola, per non parlare dei tanti esemplari colpiti da ordinanze di abbattimento e mai sostituiti. Si conferma invece la tendenza, favorita dal cambiamento climatico, alla diffusione, più o meno controllata, delle palme, che tendono a monopolizzare il verde urbano lungo l'asse del demanio lacuale, e non solo, provocando una progressiva perdita della qualità e della ricchezza arborea della fascia a lago, quasi la gestione del verde possa essere considerata pari alla cura di un giardinetto di una qualsiasi anonima villetta residenziale di un comune di una qualche città metropolitana e non invece un investimento, assolutamente necessario, per mantenere, nel tempo, la qualità pubblica, e non solo, di una cittadella che ha presunzioni turistiche di alto livello e pratiche non sempre conformi alle sue pretese. D'altra parte l'ultimo trattamento riservato a V.le Virgilio insegna. Se poi pensiamo agli anni che una pianta impiega per diventare adulta, siamo sicuri che se anche la tendenza in atto venisse cambiata, a noi poco importerebbe, non essendo in tempo utile per vederla. Dunque continuate così che tanto le masse turistiche verranno ugualmente.

1 commento:

  1. Riflessione vera e molto triste, stante la continua incuria di un patrimonio che ci è stato regalato e di cui dovremmo essere almeno custodi

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