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giovedì 14 settembre 2017

LA TRAVERSATA NEL DESERTO

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Il campo del Governo, a leggere la cronaca, or pare assai deserto. Si attendono notizie; son scarse e sempre quelle, si fanno anche scommesse su quando e se poi riprenda il cantiere di quel porto, se quando e poi finisca nessuno che su questo azzardi una scommessa. Sembrava cosa fatta la Gabbiola, na roba ormai risolta, ma cosa celi il buio nessuno che fa luce. Silenzio assoluto or copre l'Alberghiera, nessuno più lamenta, neanche più la scuola che dica qualche cosa. La lista è sempre lunga di ciò che si ha da fare, c'è sempre la villa Palazzola, ma quanto poi e quando mai sarà pure da fare, su questo cala un'ombra fitta, fitta. Procede or dunque incerto nel passo il Borgomastro, avanza nel deserto, smarrisce anche la strada, si perde nel cammino e quella carovana con cui sembrava fatta, se guarda un poco indietro a stento la ritrova. Non è che era imprevisto sto viaggio periglioso, che fosse un po' nei fatti si era anche scritto, che chiudere un po' i buchi andava pure bene, ma appena un po' più in là non era il suo mestiere non è che fosse ignoto. Sin qui dunque il Governo, ma in questo sottovuoto, in tutto questo spazio che lascia sto Governo, in questo gran deserto che sta davanti agli occhi, che spazia un orizzonte che arriva assai lontano, nel vuoto più assoluto di un qualche bel progetto, di un vuoto assai di idee, non dico poi di soldi, che cosa fanno gli "altri", di questo c'è ormai da dire. Non basta dire male o manco dire nulla, non basta stare zitti che nel peggio forse è il meglio; c'è un campo sterminato davanti a tutti gli occhi, è libero e indifeso, e basta andarci dentro, portare qualche idea, far finta che si esista, il vuoto è da colmare e quale condizione migliore non vi sia di quella che c'è ora difficile a ripetersi, eppure si sta zitti. Ordunque c'è un problema che è quello del Governo, ma poi viene il problema di quelli al non Governo, e scegliere qual sia dei due (tre) quello che è forse il meno peggio non pare sia poi così facile, facile. In questa situazione il popolo elettore è quello che è tradito; nessuno che lo ascolti, nessuno che lo degni, nessuno che dia voce, son voti ormai buttati, il tutto è rimandato, non c'è speranza alcuna, da tutti siam traditi.

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