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lunedì 3 dicembre 2018

QUEI PASSI PERDUTI









Questo blog e il suo autore pensano che debba essere concesso massimo rispetto a chi ha trascorso quasi una intera vita biologica all'interno delle mura del Palazzo, dedicando ad esso anima e, si fa per dire, corpo. Questo non esime la critica, termine ambivalente, positivo o negativo, a seconda del segno che ad essa si imprime. La premessa è doverosa per evitare fraitendimenti cui distratti lettori, ce n'è sono, potrebbero, incautamente, imbattersi A questo punto credo che i più, quelli attenti, abbiano già capito dove oggi vogliamo andare a parare e non per malanimo, ma per amore di verità, anche se l'amore in genere è un'alra cosa. Ebbene, nell'ultima seduta dell'Assemblea di Palazzo, dove abbiamo colto ben poche battute, ce n'è stata però una che non ci è sfuggita. Non so a quale proposito, il nostro Professore, ormai emerito anche lui, ha esclamato, quasi a voler rimarcare un'ovvietà: "Certo che di passi, la cittadella ( questo è un nostro inciso) , da quella data ( si riferiva all'anno del Signore 1976) di passi ne ha fatti eccome." Ora, chi qui scrive è circa coevo o coetaneo, non so bene se sono termini analoghi o no, al nostro Professore. Un'anno anagrafico, a mio vantaggio, ci separa, non sono quanti, e a favore di chi, anni biologici. Quindi il 1976 lo devo ricordare molto bene e non a caso è citato quell'anno, quello in cui, o circa quello, sempre il nostro Professore ha iniziato il suo invidibile cursus honurum che. è vero, non lo ha portato molto in là, ma lo ha tenuto molto qua. Ebbene quei passi e tanti, a cui il Professore si è riferito, in che direzione sono andati ? E' verosimile pensare che il Professore si riferisse a passi in avanti, ma se questo è ci stupisce. Orbene, lo dico anche per me, valicata una certa soglia anagrafica, nonostante proprio l'altrieri ci abbiano ringiovanito tutti di 10 anni, una certa dose di rimbambimento, per carità lo dico in maniera asssai simpatica, non solo è ovvia, ma anche molto comoda. Ci si possono permettere delle libertà che in altri tempi sarebbero state impensabili; dietro lo schermo della smemoratezza o di una certa lieve confusione mentale, tutto viene facimente, non solo giutificato, ma anche compreso e prontamente assolto. E' una opportunità unica, riservata agli ultimi 30 o 35 anni di vita che rimangono, perchè non farne uso. Il Professore lo ha capito subito; buona parte della cittadina è nata ben dopo quel fatidico anno cui lui si è riferito e quindi viene buon gioco la narrazione di una marcia gloriosa compiuta in questo ultimo quarantennio. Peccato che non tutti hanno perso ancora la memoria. Per questo, non oggi, ma in uno dei prossimo giorni, racconteremo la storia gloriosa degli ultimi 40 anni e così capiremo in che direzioen sono andati quei passi a cui l'emerito Professore ha voluto riferirsi. Vedremo.


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