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giovedì 17 gennaio 2019

FARE E DISFARE


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Fare e disfare è il titolo di oggi, ma questa volta non si addice ad una delle solite encomiabili opere pubbliche che il Governo cittadino, una volta ogni qualche lustro, è solito concludere, al più molto male. Il riferimento è alla vicenda, anche lei pluridecennale denominata: "Palazzola". Lo spunto ce lo da una notizia letta proprio oggi sul bollettino ufficiale di Palazzo, ossia quell'albo informatico dove, quasi ogni giorno, passano le ultime notizie. La notizia è dunque quella che all'arcinoto professionista in materia legale, Pafundi, viene esteso un incarico che, da tempo, ha in corso. L'incarico in corso riguardava l'azione legale intentanta  già da Canio contro la Regione Piemonte, rea di aver sottratto quasi 5 milioni di euro dal portafoglio della Fondazione Palazzola. L'estensione dell'incarico, per una cifra peraltro non esagerata, un paio di mille eure più oneri fiscali,  riguarda invece un'attività assistenziale, ossia accompagnare il Palazzo verso, forse, lo scioglimento della famigerata Fondazione, nella dichiara asserzione che anche la parte avversa, la altrettanto famigerata Regione, valuterebbe benevolmente la medesima soluzione. Di mezzo ci sarebbero comunque i quasi 5 milioni di euro e il prezzo dello scioglimento sarebbe pure la cessazione del contendere in corso. E' un po' di tempo che questa storia va avanti; il Borgomastro vorrebbe rimettere le mani sulla Palazzola, speriamo per non farci la sua sede di rappresentanza, e da parte sua la Regione, liberata dell'obbligo di versare 5 milioni quasi di euro, asseconderebbe il Borgomastro in questa inziativa che, se non ben condotta rischia, naturalmentem di essere una trappola. Da qui, dobbiamo pensare la necessità di farsi assistere dal nostro legale di fiducia. Non basta quindi che il notaio Presidente della Fondazione, insediato in quel posto dal Borgomatro, da mesi e mesi cerchi di capire quanto mai possa farsi e quanto possa costare questa operazione fiscalmente non affatto gratuita, ora ci mettono anche gli avvocati. La domanda comunque viene spontanea circa i motivi di questa fregola che a tutti i costi vuole riportarsi la Villa a casa, come se quando l'avevano in casa loro ci avessero profuso qual mai attenzione e cura. Una operazione dunque che pare più di facciata, utile a riempirsi la bocca e poco altro, ma che nel  contempo non vedrebbe l'altro socio, cioé per dirla più apertamente il Vice Regionale, contrario. In fondo sarebbe un modo come un altro per togliersi l'onere di fare qualche cosa e la responsabilità di non aver fatto nulla. Insomma, tutto questo movimento sembra finalizzato più al non fare che al fare e intanto, mentre qui si litigava, a Verbania l'altro socio dirottava cospiqui finanziamenti comunitari. Evviva.                 

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