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mercoledì 13 maggio 2020

QUARANTENA





Dopo la formidabile ripartenza che ha visto la Perla rimanere al palo, e non poteva essere diverso, ci si sarebbe aspettato che almeno il governo cittadino desse un segnale di risveglio. Neanche di questo ci siamo accorti tanto da ipotizzare che ai componenti di questo Governo, alcuni dei quali appartengono a fascie di età più a richio di altre, sia stata imposta una quarantena. In questo deprecabile e per loro sfortunato caso, il prolungato silenzio dell'esecutivo, ma a questo punto anche del legislativo, sarebbe giustificato appieno. Nonostante la proroga concessa per legge e che vede il governo che sarebbe da tempo decaduto, rimanere in un limbo decadente, la cittadella si trova nella fortunata situazione del non governo. Passi l'irrefrenabile attività del Borgomastro, impegnatissimo nella contabilità sanitaria giornaliera e nella sottoscrizione di un numero di ordinanze pressochè equiparata a quello dei provvedimenti emessi dal governo centrale e da quello regionale e nella meritoria attività assistenziale, il che gli porterà credito, ma quanto al resto nulla. L'emergenza virale farà a pezzi l'economia locale, almeno fermerà per un anno il suo PIL poco sopra il livello 0, dimezzerà il bilancio comunale, però non stava scritto da nessuna parte che i governi venivano prorogati per non fare nulla o peggio per isolarsi in quarantena. Eppure il micidiale virus, della dimensioni di un millionesimo di millimetro, un' invisibile insidiosa traccia chimica, deve aver terrorizzato i veterani del governo dal costringerli all'auto isolamento, condizione peraltro, Borgomastro a parte, a loro niente affatto sgrardita, ma quasi connaturale alla loro intima essenza. Borgomastro a parte ho detto; questo è veramente più temibile dello stesso virus, una macchina da guerra impegnata sul fronte dalla mattina alla sera e forse anche dalla sera alla mattina. Un vortice infernale, capace di sconfiggere ogni virus, di raccontare le balle più colossali facendole passare per rilevazione dell'ultimo minuto, di ribaltare ogni cosa secondo convenienze e opportunità del momento, di nascondere il nulla sotto le sembianze del tutto. Un prestigiatore insomma cui il governo, quell'altro, quello centrale ha concesso, inopinatamente, un prolugamento innaturale della sua durata di vita, lasciandolo solo al timone di una nave il cui equipaggio sta chiuso sotto coperta in attesa che trascorra il tempo della quarantena. In questo frangente si consumano gli ultimi, speriamo, mesi di durata del governo decadente, rinviando ancora una volta i soliti mali endemici, porto in primis e mentre in due anni si ricostruisce il ponte Morandi, lui, il Borgomastro, se ne sta ancora lì a studiare l'ultima perizia dei mali di quel porto, ben nascosta nei suoi cassetti, nel ventunesimo anno da quello di quella sera a mezzanotte quando insieme ad altri approvava di affidare il progetto a chi non lo sapeva fare.

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