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lunedì 7 settembre 2020

IL TRENO DEI DESIDERI

Il

 

Il programma del nostro candidato Canio si caratterizza per la "modestia" delle sue proposte che da un lato scopiazzano allegramente idee e progetti che, quando regnava, aveva semplicemente avversato, altri che sono la fotocopia di quello che avrebbe voluto fare nel decennio poco felice del suo regno e non era riuscito a fare e infine ci sono quelli che, seppur importanti, semplicemente non vengono declinati perché imbarazzano, vedi l'Alberghiera. Oggi mi soffermo su un punto del programma che avrebbe la pretesa di proporsi come una soluzione green. Mi riferisco a quello dei parcheggi, cioè ad uno dei punti clamorosamente falliti durante il suo primo mandato dopo essere andato a governare offrendo proprio la soluzione parcheggi. Accantonata dunque durante il suo primo quinquennio la soluzione Gabbiola che poi il Borgomastro ha pensato bene di archiviare definitivamente, durante le elocubrazioni compiute nella elaborazione della variante strutturale alberghiera, altra cosa abortita prima di nascere, spuntava la soluzione dei parcheggi decentrati. Per vero, si era pure messo di buona lena per realizzare il primo dei tre che aveva pensato, in particolare quello davanti a villa Pallavicino, preparando una bozza di convenzione tra il Comune e il Principe che era un perfetto modello di regalo, a mani basse, di soldi pubblici ad un soggetto privato. Il nostro candidato, alla fine, abbandonò il progetto, sia perchè avversato talmente bene che il suo vice ebbe a dire in seduta Consiliare che le minoranze avevano ragione, sia perché sarebbe costato un pacco di soldi che, in quel momento, non c'erano proprio. Quanto al secondo portale, era definito così bene nella bozza di variante che non si capiva dove avrebbe dovuto realizzarsi, un po' come nel programma attuale dove ci mette un cerchio e un numero in un posto dove poterlo farlo stare è una scommessa perdente. Ma andiamo al tema di oggi: quello del trenino. Il candidato vorrebbe allettare i vecchi elettori evocando il ritorno del mito del trenino della ferrovia Stresa Mottarone, una sorta di icona andata perduta a favore della funivia sostitutiva che, non dimentichiamo di dirlo, grazie al candidato Canio, viene ora lautamente finanziata con soldi pubblici anche quando chiude bilanci in forte attivo. Ebbene, questo trenino di latta, una specie di giocattolo per bambini dovrebbe andare su e giù tra, più o meno l'uscita autostradale e il centro della cittadella, lungo un tracciato, quello della vecchia ferrovia, che in gran parte manco c'è più. Una cosa da nulla, a costo quasi zero, con una capacità di trasporto ignota e con tempi di realizzazione rapidissimi. Questa è dunque la favola che il pifferaio magico racconta durante il suo percorso elettorale, cercando di accattivare con le sue proposte, concrete e realistiche, il popolo elettore desideroso di reimbarcarsi sul trenino dei desideri per il suo primo viaggio inaugurale. Non se ne farà nulla ancora una volta, questo è certo, ma intanto la favola viene raccontata e magari funziona. Ma se queste sono le fantasie del candidato e se proprio vuole dare un contributo, nulla più, alla soluzione parcheggi, gli consigliamo di offrire una soluzione a costo contenuto e ugualmente interessante sotto il profilo turistico, cioè usare la funivia che c'é e che al mattino scende vuota e al secondo pomeriggio sale vuota. Almeno non sarebbe una promessa irrealizzabile e poi, aumentando l'utile di esercizio gli offrirebbe il pretesto per azzerare il contributo pubblico che, lui regnante, gli ha regalato.

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