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domenica 6 novembre 2022

FUNIVIA: NON SI BADA A SPESE





Non nuovo a contenziosi, anche decennali, il Palazzo si trova a contrastare la controffensiva giudiziaria dell'indagato, già concessionario della fu funivia Stresa Mottarone, già ferrovia in concessione. L'oggetto del contendere sono, come spesso avviene, anzi quasi sempre, i soldi, in particolare, nel caso in specie, la questione riguarda il gruzzolo che, generosamente, il governo Cannio aveva, a suo tempo, promesso di elargire ogni anno e sino al termine della durata della concessione, a prescindere dagli andamenti di bilancio, così che lo sfortunato mal capitato potesse recuperare tutti quanti i soldi che andava raccontando aveva anticipato. Versione quest'ultima molto generosa e fuorviante, ma che nessuno sembra abbia voglia di contestare. Comunque sia andata, l'oggetto del contendere sono i 143 mila euro e rotti che, a valere sull'esercizio 2020, quello del covid per intenderci, l'attuale governo aveva pensato di congelare in attesa non si sa di che cosa. Fatto è che l'indagato pretende di averli, visto che non sono riferiti all'anno criminis e, a tal scopo, ha citato in giudizio il Palazzo, essendo andati, presumo, a vuoto, i tentativi di averli con le buone. Non entriamo nel merito della questione, non abbiamo tutti gli elementi, d'altra parte i giudici servono quando le parti non vanno d'accordo, altrimenti che ci starebbero a fare ? Comunque, il Palazzo è stato pronto a raccogliere la sfida e a difendere il gruzzolo tanto che il Governo, ancora in carica, ha autorizzato la costituzione in giudizio e ci ha messo un legale che, è notorio, in questi casi, essere di fiducia. Bisogna dire che il Governo sembra proprio deciso a resistere, tanto da non badare a spese: 23 mila euro + un 15% per altro, ma che il governo dimentica poi di scrivere in fondo al proprio atto , + un altro 4% per la cassa avvocati + il 22 per iva su tutto e dulcis in fundo, un mille euro per arrotondare un po'. Insomma, alla fine, mal contati saranno quasi 35 mila euro, sia che si perda che si vinca. Una piccola fortuna per lo sventurato legale, sperando che si attestino sui 25 mila se una certa evenienza processuale non si dovesse avverare e speriamo ancora, sempre per noi, che poi la vinca con spese a carico dell'attore del processo, con qualche difficoltà, immaginiamo, a farsi rimborsare dall'attuale indagato, la cui società sarà a quel tempo caduta in profondo rosso. Nessun problema invece se a perdere sarà il Palazzo, in questo caso 90/100, il soccombente pagherà le sue spese, in tutto o in parte quelle dell'indagato e gli darà i 143 mila euro, prudentemente accantonati. Non c'è male.    

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