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martedì 19 giugno 2012

IL MINI OFF SHORE


Sembriam degli abbonati: prima c’era l’off shore, poi ci sono stati anche un po’ i rally e adesso ci hanno messo  le moto che corrono sull’acqua. Quando c’è rumore, non si scappa, ci siamo pure noi, come se il rumore facesse promozione; unica cosa positiva, almeno lo si spera, in quest’ultimo caso non sembra che Canio abbia messo anche dei  soldi, sempre nostri, ben si intende. Comunque con un po’ di accelerate, di frenate e smanettate, anche questa volta è così andata; con quale richiamo, con quale eco e con quale  effetto promozione non sappiano e, di certo, mai sapremo. Rimane poi il mistero, da svelare, sul perché mai tanto sia sto strano gusto per tutta la serie di quelle scatolette che sia fatte di plastica che di latta, per funzionare fanno solo del  rumore e perché mai abbiano tutte scelto proprio questo pezzo anche di lago, scambiandolo per pista: vuoi che sia di Monza, di Imola o Le Mans. Di certo, da quel poco che sappiamo, è che Canio ci va matto. Macchinine, modellini e soldatini devono essere il suo hobby inconfessato e preferito, da stratega, cui dedicarsi, con passione, nei rari liberi momenti dagli affari di stato e dagli affari di governo. Quando e  poi se viene l’occasione di sperimentar dal vero le prove fatte coi giochini, chi più lo tiene, salta come un matto. Comunque poi che sia, diamogli tregua, la corsa in  moto d’acqua  deve esser stata anche per lui la giusta distrazione dopo giornate chiuse, tra le mura, a studiar di strategia e di tattica d’attacco e di difesa, da quando insomma  è messo sotto assedio dai cannoni, schierati già puntati  e pronti al fuoco diretto sul tetto del Palazzo.                  


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