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venerdì 8 novembre 2013

CRONACA CONSILIARE



Alle 18 prende il via, è rapido l'appello, minoranza sta coi ranghi pieni; a maggioranza  gli mancano sempre un po' gli stessi noti nomi. Or dunque prende il via, subito c'è Vecchi che chiede per favore che Canio metta in discussione anche l'interpello sull'impianto con la fune che par sia andato perso. Qui Canio non fa storie, anzi si scusa della sua dimenticanza e accoglie la richiesta. Comunque si inizia con l'ordine fissato nel testo a noi notificato e subito l'oggetto riguarda estinguere la vita di, almeno, una delle società che son partecipate. Questa non fa più nulla, salvo da anni chiudere i bilanci sempre in rosso. Semmai si arriva tardi, come sempre, per far quello che anche se la legge non ci fosse e non lo imponesse, buon senso e diligenza l'avrebbero già fatto. Archiviato l'argomento, ce n'è un altro parallelo ed anche in questo caso si approva di togliere il disturbo da un'altra società partecipata e derivata dal ConServco. Sin qui le cose van quindi a tutti, o quasi, bene. Si passa a un altro esame, è quello che riguarda le regole locali dell'uso dell'imposta sul soggiorno. La maggioranza ha sempre fame dei suoi soldi e allora vuole allungar la lista delle cose che con l'imposta prelevata si possono anche fare. Ora la lista è così lunga che forse è meglio scrivere la regola al contrario e dire quindi cosa non far con tale imposta. Comunque la maggioranza vuol che le sue mani siano libere di fare, o meglio, di tentar di fare e così, come è già noto, con quest'imposta si metterà una quota per rinnovar, si spera, il noto impianto a fune. Così, tranquillamente, sono finite le proposte sul piatto l'altra sera, rimangon  solo tre interpelli, dei quali il primo è quello che fu dimenticato ed ora ripescato. Breve è l'introduzione ad esso del solito Piervalle; è vero che qualcosa fu già detta, ma  aggiornare l'argomento non è male, anche perché l'accordo preannunciato : Comune Società di Committenza Regionale, non è in aula. Sollecitato dunque, Canio risponde molto mesto. Le cose, ragazzi, vanno male; i soldi promessi non ci stanno, gli accordi politici son sempre disattesi, la dirigenza impera e non da spazio, anche la somma già promessa comunque non sarà neppure quella; la prossima stagione dell'estate andrà, di certo, persa; l'accordo di programma  è stato, al momento,  ritirato; forse a fine mese c'è da sperar in un milione in euro, ma niente poi di più. Sta Canio anche incalzato sulla proprietà di quell'impianto e a denti stretti, ammette che il problema esiste ancora, altro che no. Dir che l'interpellante è soddisfatto, in questo caso, ci sembra infierir su uno che è già morto, comunque diamo atto che, sta volta, le verità Canio le ha dette e riferite in aula per benino. Arriva dunque l'interpello maledetto,quello intorno al noto porto. L'ho raccontato a parte già sul post proprio di ieri, non par degno di nota soffermarmi ancora su quell'agguato ordito in aula dalla nuova coppia  di Canio con tal Fortis. Comunque il giorno dopo lo stesso interpello è stato presentato un'altra volta, ma con richiesta di dar risposta scritta, così Canio si accorge che è meglio dar risposta orale perché verba volant e scripta manent. L'ultimo interpello riguarda la sentenza che cassa l'esproprio tentato in vetta al Mottarone. E' andata male e Canio e il Generale tentano di spiegar le cose senza che però ci par abbiano convinto. Notizia quasi certa è che sarebbe deciso di continuar la lite avanti il Consiglio dello Stato. Prognosi infausta caro Canio.            

 

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