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lunedì 12 ottobre 2015

TAPPA BUCHI







Ordunque ed era ora, per vero era passata da un pezzo anche quell'ora, comunque sembra che il porto vada avanti, per ora, senza scosse; di più, da oggi iniziano i lavori in piazza del mercato. In quest'ultimo caso diverso era stato il pensiero di chi rimase per anni nel governo; inserito più volte nei programmi un parcheggio sotto il piano, alla fine ne esce una cosa assai diversa; speriamo bene. Di più, da qui a non molto tempo ancora, dovremmo vedere, finalmente, l'area al ponte Roddo meno indecente, speriamo bene. Archiviato così per sempre, lo speriamo, il doppio mandato dell' Alcade, sembrerebbero andare le cose anche un po' meglio, almeno anche qui noi lo registriamo. Dopo anni d'inerzie e di sventure, di liti e contenziosi, di progetti fatti male e andati peggio, di gestioni sfortunate e di disastri, arrivato che è sto Borgomastro, il vento sembra abbia cambiato un po' la direzione e la fortuna assista anche il governo. Sin qui, però, nessun merito va ascritto né al Borgomastro, né tanto meno agli uomini e alla donna che compongono il quadro di governo, sia ben chiaro. Se dunque qualcosa ora si muove sul fronte delle cose che nuove erano da fare, vi è però anche un altro fronte dove le cose che pur che son da fare, nessuno le vuol fare. Se solo prendiamo il lungo lago, lo storico gioiello di famiglia, son più le luci spente che quelle che si accendono; vi stanno, ormai da sempre, bocce rotte e lampade cadenti su trespoli pendenti; dir che sono buche è usare un eufemismo, sono voragini. Se l'esempio è il lungo lago, cioè ciò che dovrebbe essere già il meglio, pensiamo un poco al resto e immaginiamo, ma certo non sbagliamo. Per anni, per decenni chi è stato al governo ha finto assai di amministrare e non stava di certo neppure mai a guardare. Ne nasce un risultato di cui il degrado ha ora le due facce; ci sta quello eclatante, quello che ha i nomi che nel post su sto degrado ne abbiamo l'altrieri già parlato e ci sta quello strisciante che è il risultato di inerzia e di assenza di rigore e di indolenza e che, giorno per giorno, si è preso il sopravvento, ha guadagnato sul terreno, si è esteso un poco ovunque, sino a diventare, in qualche caso, persino dominante. A volte basta poco, ma nessuno fa quel poco, a volte si paga anche per farlo, ma poi qualcuno si "dimentica" di farlo, a volte è cresciuto troppo tanto e, allora, non si hanno neppur più i soldi anche per farlo. Se Roma dunque ora non ride, la Perla pure deve tacere e il suo governo che a pensar in grande forse non è che poi sia il caso, si dedichi di più ad aggiustare le cose; non farà danni.…, almeno lo speriamo.

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