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lunedì 5 ottobre 2015

MAUSOLEO








L'evento è stato raro, direi più unico che raro, difficile ripetersi e presto rivederlo, quest'unico convegno è stata un'occasione e nulla più; così che muore o che è già morto sto Pala dei congressi neppure è una notizia; ci sta lo scatolone col vetro e con gli specchi, ma cosa ci sta a fare nessuno lo sa dire. Nasceva nel tempo ormai lontano degli anni fortunati seguiti alla tragedia; nasceva in poco tempo, nell'arco di un sol anno vi venne realizzato, voluto un po' da tutti, in primis, guarda il caso, gli alberghieri. Piaceva la sua forma e il suo disegno, di un noto progettista un poco compromesso; comunque andava bene, di eventi e iniziative divenne protagonista e luogo prediletto e diede il suo sostegno allo sviluppo; per almeno un tre decenni averlo fu per tutti una fortuna. Negli anni più recenti poi dissero che il mondo era cambiato, congressi sempre attesi, la Strada o l'Idea Biella, avevano cambiato direzione, occorreva perciò farci pur la sua ristrutturazione. Ci spesero dei soldi, una valanga; i soldi erano ancora le lire ormai sparite e la somma, se sbaglio qualcuno mi corregga, mi pare che fosse di 14 miliardi. Ne nacque una scatola di vetro, la vediamo, del vecchio rimase assai pochino, peccato era assai pure bellino. Finito il suo restauro iniziò però subito il declino. I fautori, nei tempi ormai passati, di quell'opera che tanto era servita, quei noti albergatori avevano nel mentre cambiato anche indirizzo. Pensarono che era meglio tenersi tutto in casa, scavarono nel suolo, vi misero le sale, gli impianti e tutto quanto e si presero gli eventi. Seguì anche la crisi, peraltro mai passata, che diede un altro bel colpetto al nostro caro palazzetto. Da lì non ci fu più nessuna mai ripresa; cambiato anche il gestore gli effetti non è che siano noti, ma per quanto ora si vede, le cose sono ferme, cioè sembrano ormai morte. Nessuno, peraltro, si lamenta; ritengo gli alberghieri ormai molto contenti del fatto combinato, e quanto a quelli che governano il Palazzo, lì regna il silenzio, seppure interrogati son muti come pesci. Orbene, rimangono sporadici gli eventi, ma sono estranei alla missione che gli venne data ai tempi della sua originaria e lontana fondazione, ben altra cosa insomma e poca, poca cosa. I padri fondatori, o meglio, i loro figli e i loro nipoti,  benemeriti e coerenti come sempre, han dunque nel tempo lavorato per farci di sto Palazzo soltanto un bel sepolcro, a spese ben si intende di tutti i cittadini.





 

1 commento:

  1. gianpaolo.oggioni@libero.it5 ottobre 2015 alle ore 16:24

    è tristissimo vedere una struttura simile inutilizzata e svilita dalle sue possibili molteplici possibilità (tralasciando ogni commento sulla parte economica)
    pensare a questi ultimi anni vien da piangere
    lo pensa uno che stresiano non è

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